HOTEL VILLA CRESPI
Lo splendore dell’Hotel Villa Crespi sul Lago d’Orta
Chiudete gli occhi e sognate. Immaginate un palazzo in stile moresco con tanto di minareto e architettura interna che ricalca la bella dimora di un emiro: stucchi elegantemente damascati, archi a ferro di cavallo, soffitti affrescati color turchese che ricordano le cupole delle moschee del magico Oriente. Eppure sbirciando dalle bifore di quest’affascinante costruzione non traspaiono né i profili delle dune né i colori ed i profumi delle bancarelle dei bazar, bensì tra i rami dei larici appare nitida la visione magica di un lago: il lago d’Orta. * (Leggere note in fondo)
Siamo nel cuore del Piemonte, a poche decine di chilometri dall’aeroporto internazionale di Malpensa e questa villa fiabesca, trasportata quasi per magia su un tappeto volante dagli scenari di “Mille e una Notte” altro non è che la realizzazione di un sogno di un innamorato dell’Oriente e della sua irresistibile bellezza.
Si chiamava Cristoforo Benigno Crespi, era originario di Busto Arsizio e divenne un ricco industriale cotoniero grazie ad una provvidenziale soffiata avuta da un amico operatore in Borsa (prese tutti i soldi della cassa dell’azienda tessile per cui lavorava ed architettò una colossale manovra al ribasso). Incantato dal fascino di Baghdad, dove comperava partite di cotone, si fece costruire nel 1879 una villa in stile moresco, immersa in un parco degradante verso quel Lago, che in gioventù, grazie all’aria balsamica l’aveva guarito di tisi.
Negli anni Trenta Villa Crespi venne acquistata dai Marchesi Fracassi di Torre Rossano e divenne un luogo di soggiorno di poeti e capitani d’industria, principesse e regnanti (Umberto di Savoia era un assiduo frequentatore della Villa). Alla fine degli anni Ottanta, dopo essere stata per alcuni anni un centro di spiritualità dell’Azione Cattolica, venne trasformata dall’attuale proprietario in un esclusivo hotel a quattro stelle dove natura, arte e storia si sono intrecciati per regalare ai suoi Ospiti un soggiorno denso di impressioni e ricordi indelebili.
Cinque anni fa, Villa Crespi, dopo un’opera di restyling, ha riaperto i battenti sotto la gestione della Famiglia Primatesta, che ha al suo attivo la conduzione di due importanti Case sul Lago d’Orta: l’Hotel Giardinetto e l’Hotel L’Approdo di Pettenasco.
La direzione fu affidata a Cinzia Primatesta, giovane figlia d’arte, coadiuvata da uno staff “under 35” con esperienze nei più blasonati hotels di lusso europei. Fiore all’occhiello di Villa Crespi fu da subito la ristorazione, di impostazione mediterranea e creativa curata dallo Chef Antonino Cannavacciuolo, da poco andato in sposo a Cinzia formando una coppia di grande affiatamento. Ricca ed articolata la carta dei vini che conta oltre 1200 etichette provenienti da tutto il mondo, elaborata dal sommelier Matteo Pastrello. In sala il maitre Massimo Bartolucci coadiuvato da Erica Cuoghi. Non mancano, in chiusura, le esclusive carte di “Sigari” e “Liquori”, the e tisane e dei caffè. Il ristorante occupa le 3 salette interne di Villa Crespi (stile moresco e liberty) ed una bel dehors (veranda) con vetri apribili.
La cucina di Antonino in poco tempo ha richiamato i più quotati giornalisti di gastronomia italiana e in poco tempo sono arrivati risultati strepitosi: una intera pagina di copertina sulla rivista FUORICASA diretta da Alberto Schieppati che lo ha definito uno dei più importanti locali d’Italia. Di li a poco anche le più prestigiose Guide hanno premiato Villa Crespi: “ * ” Michelin, “ ** ” della Guida Veronelli, tre forchette del Gambero Rosso.
Questi alcuni suggerimenti dello chef, degustati durante l’anno:
Tartare di salmone con uovo croccante di cascina;
Sinfonia di pesci e crostacei del Mediterraneo con erbette e caviale;
Fegato grasso d’oca proposto in diverse versioni con pane brioche;
Maccheroncini al ferro con astice in guazzetto di mare e cagliata di fattoria;
Ravioli di anatra con cipolle rosse confit e il suo fegato ai semi di papavero;
Crema di fagioli di Sorana con vongole veraci e lardo speziato;
Casseruola di crostacei ai pistilli di zafferano in crosta di pane al sesamo;
Filetto di coda di manzo piemontese in manto di erbe aromatiche;
Anatra cotta intera glassata al miele, timballo di mele annurche;
Per festeggiare questi importanti riconoscimenti nei giorni scorsi, a cura dell’associazione Il Gotha del Gusto si è tenuto un incontro da favola: Notte sotto le stelle, una cena per gastronomadi degna di altissime lodi ed elogi:
Tartare di salmone crudo e marinato con uovo di quaglia croccante
Branzino selvaggio con purea di sedano rapa con emulsione al Franciacorta
Polenta biologica con calamaretti saltati, aglio, olio e peperoncino
Fusilli di Gragnano con gamberi di fiume, ricci di mare e mele annurche
Zappetta di castagne e porri, lamelle di tartufo bianco d’Alba
Quaglia farcita al fegato grasso con le sue uova strapazzate al tartufo nero
Selezione di formaggi (Bettelmat, Nostrano di Crodo, Testun, e gorgonzola)
Pre dessert – Crema al frutto della passione con cioccolato e spuma di latte
Dolce Villa Crespi (Soufflé al cioccolato, cestino di gelato e babà al Rhum)
Piccola pasticceria e sfogliatelle napoletane
Vini serviti in abbinamento:
Roero Arneis azienda agricola Pescaia
Benefizium Porer 1997 di Lageder
Brunello di Montalcino 1998 di Mastrojanni
Botrys 1998 di Mastrojanni
Una cena sicuramente da ripetere negli anni.
Una novità mondiale, qualcosa che non pensavate potesse esistere:
Entrate nel tempio del benessere, dove un’estrema scientificità garantisce un
riequilibrio che vi sospinge ad una maggiore consapevolezza di voi stessi,
dove il tempo scorre senza fine e vi aiuta a migliorare la qualità della vostra vita,
a sentirvi bene con voi stessi e con gli altri, ritrovando un equilibrio psico-fisico.
E sarà anche un trattamento estetico !!
SHIRO’
Il tempio delle endorfine, dove lo sciabordio dell’acqua vi cullerà in posizione fetale,
conducendovi ad un totale rilassamento muscolare, dove l’antico massaggio tradizionale vi apporterà un profondo senso di benessere e di piacere. Lasciatevi purificare in un bagno di luce che irradierà il vostro corpo in una danza di colori con una cromoterapia a voi personalizzata e un mix di olii essenziali purissimi che sprigioneranno effetti psicologici piacevolmente mirati alla vostra
personalità. Da non dimenticare inoltre il piccolo fitness center, con palestra, sauna, bagno turco e la possibilità di prenotare una vasta scelta di massaggi; il tutto per rigenerare il corpo e la mente in piena tranquillità. “Il nostro obiettivo sarà quello di far sentire l’Ospite, che verrà a Villa Crespi, importante… come un emiro” – dichiara Cinzia Primatesta – “In questo siamo aiutati dall’affascinante atmosfera di Villa Crespi e dallo scenario in cui è incastonata: il romantico Lago d’Orta ed il vicino Sacro Monte, luogo di grande suggestione.”
Informazioni sulla zona per il turista attento
Il Cusio (nome romano del lago, profondità: 70 m, perimetro 33 km, perfetti per la bici) è un lago che si è formato per il ritiro dei ghiacciai, circa 15 mila anni fa. La storia geologica racconta dell’Adriatico che copriva la Pianura Padana, poi dei ghiacciai che scendevano a valle portando detriti e formando le colline moreniche prealpine, per poi ritirarsi lasciando un invaso in cui le acque si raccolsero. Un gioco delle acque, dolci, marine, ghiacciate, che ha restituito un paesaggio di grande suggestione. Ma chi si aspetta solo bei paesaggi rimarrà sorpreso. Orta e il suo lago sono area di fermenti, culturali e produttivi, gastronomici e sportivi.
Orta è medievale, il suo impianto urbano lo è. E medievale è quel dover camminare per i suoi vicoli acciottolati e con le carraie, per le scalinate che affrontano la collina, per le discese che portano all’acqua. Si vedono il Palazzo Comunale del Cinquecento, sospeso su un porticato, il Palazzo Gemelli, la trecentesca Casa dei Nani, fin su alla facciata barocca della Parrocchiale dell’Assunta. All’interno, una tela raffigura un altro grande santo dei laghi, S. Carlo Borromeo.
In alto il Sacro Monte (1590-1785), una collezione d’arte su un percorso di fede, 900 affreschi e 376 statue in cotto in 21 cappelle, una ricchezza di suggestioni tale che ”…io e Nietzsche ci trattenemmo a lungo…”, confessa Lou Salomé.
Girando e rigirando, ci si ritrova però sempre nella sua piazza-vetrina, sotto gli alberi, sulle panchine che guardano dove è naturale guardare: il lago. Anzi, un punto preciso del lago, che non si sceglie ma si subisce: San Giulio, l’isola.
Duecentosettantacinque metri per centoquaranta metri. L’isola di S. Giulio ”sembra fatta tutta a mano, come un gioco di costruzioni”, come diceva Gianni Rodari. Era un’isola di serpenti e draghi, quando, nel IV secolo, arrivò dall’Oriente il santo viaggiatore Giulio, che la conquistò con la fede.
All’imbarcadero, un motoscafo o un battello portano all’isola. La strada che la percorre si chiama Via del Silenzio e della Meditazione, e i segnali invitano a seguirla tutta, in senso letterale. Già, perché qui c’è il convento di clausura delle benedettine (tra le altre cose confezionano anche le ostie per la Comunione), che alle 11 della domenica vanno alla basilica per i canti gregoriani. Il resto è silenzio. Con due eccezioni: la processione di San Giulio del 31 gennaio e il Festival di Musica Antica di giugno a Casa Tallone. Da vedere nella duecentesca basilica il pulpito gotico in marmo nero, carico di allegorie, e il Museo del Regio Esercito, con le uniformi, lettere ed editti, foto e filmati.
A proposito di Rodari, considerato il più grande favolista del ‘900: era di Omegna, e la sua città ha deciso di dedicargli un parco, di quelli fatti alla sua maniera, il Parco della Fantasia. Giardini della Torta in Cielo con le macchine-gioco, Laboratori che sviluppano la Grammatica della Fantasia, Anfiteatro per gli spettacoli, Piazza degli Arcobaleni, che dialoga con il passato e presente industriale della cittadina, riciclando ludicamente materiali e oggetti. Un’antologia dell’universo rodariano.
Il Museo di Arte e Industria, non a caso associato al parco rodariano, è un altro luogo della fantasia, questa volta associata al design contemporaneo. Caffettiere e pentole, bollitori e imbuti, posate e vassoi illustrano il lavoro di designer quali Mendini e Sottsass, Rossi e Giovannoni, Mari e Caccia Dominioni, cioè il meglio applicato al casalingo, che è il punto forte di Omegna, con aziende conosciute in tutto il mondo. In questo paese, la fantasia vale anche per i torrenti. La Nigoglia, infatti, snobba il lago e punta dritta verso le Alpi.
Ma c’è un altro museo che racconta grandi cose, a Quarna Sotto, il paese della musica. Il museo in questione è quello dello Strumento Musicale a Fiato. La storia è quella di Egidio Forni, artigiano dell’Ottocento che inizia a produrre sassofoni che i Rampone portano poi in tutto il mondo. E oboi, corni, flauti, trombe e tromboni. Tanto che anche Woody Allen, clarinettista amateur, suona uno strumento di queste parti.
Nei dintorni di Orta, che dire del vicino Legro, il ”paese dipinto”. Sui suoi muri scorrono le storie moderne di queste parti, i film che hanno avuto come location il lago e i dintorni, da ”La circostanza” di Olmi a ”Riso amaro” di De Santis, da ”Addio alle armi” di Vidor a ”I racconti del maresciallo” di Soldati. Gli artisti che hanno lavorato e ancora lavorano a questo museo open air, mettono in evidenza gli aspetti nascosti del genius loci, come il tedesco Bickler che ha esplorato le sinuosità di Ornella Muti, protagonista della ”Stanza del Vescovo” di Dino Risi.
La Casa Calderara di Vacciago di Ameno, dimora del Seicento con porticato interno, è sovrastata da due loggiati. È stata del pittore Antonio Calderara e ne ospita le 56 tele insieme a numerose opere di artisti contemporanei quali Fontana e Vasarely, Pomodoro e Klein.
Pettenasco è la sede dell’Ecomuseo Cusius. Un museo diffuso, che comprende parte del Verbano e illustra alcuni aspetti della natura, dell’arte, dell’artigianato, del lavoro locali. Qui si trova il Museo dell’Arte della Tornitura del Legno che racconta il lavoro locale nell’Ottocento. Anche la natura è sempre a portata. Basta lasciare le palme, gli olivi, le mimose della costa e salire alla Madonna del Sasso, un sentiero tra i boschi di castagno, di acero, di robinia, fino ai faggi e alle querce. Il santuario, settecentesco, è costruito su un masso di granito che domina il lago, con una vista che spazia dagli Appennini Liguri alle Alpi Piemontesi. Oppure scegliere un battello che fa il giro del lago, anche di notte.
Da: www.viamichelin.com/viamichelin/ita/jsp/mag3/art20030701/html/dest_orta.jsp
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Hotel Ristorante Villa Crespi
Via Fava 8/10 –
28028 Orta San Giulio (NO) – Italy –
Tel. 0039 0322 911902
Fax 0039 0322 911919
e-mail: villacrespi@tin.it
www.lagodortahotels.com –
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Hotel Giardinetto *** – Lago D’orta
Via Provinciale 1,
28028 Pettenasco (NO) – Italia
e-mail: hotelgiardinetto@tin.it
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