MADERA – un incanto di isola e i suoi vini

MADEIRA o MADERA

Meravigliosa e sorprendente, dove colori e profumi fanno di quest’isola un giardino galleggiante

Presentazione di Enrica Frigerio

Se esiste nell’Atlantico un vero paradiso della natura, questo luogo è uno dei candidati al primo posto. Madeira è un’isola portoghese di origine vulcanica, ha una superficie di 740 Km quadrati; dista 350 Km dalle Canarie, 650 dal Marocco e quasi 1000 da Lisbona. Il suo capoluogo è Funchal che conta circa 45.000 abitanti, mentre sull’ intera isola vivono circa 250.000 persone.

L’arcipelago di Madeira è formato da quattro isole, le due più grandi che sono Madeira e Porto Santo, poi vi sono due isolette, Le Desertas a 35 Km a Sud-Est di Madeira, chiamate così perchè disabitate, mèta dei pescatori maderensi che trovano su quei fondali stupende zone di pesca. La terra è molto prodiga di frutti, il mare non lo è di meno; infatti la pesca è la seconda attività dell’isola. La posizione in pieno Atlante e le specie ittiche abbondantissime, consentono una pesca d’altura con risultati notevoli .

A Madeira è famoso il pescespada nero, o peixe espada, un pesce che esiste altrove solo nelle acque del Giappone ed è una specialità gastronomica da assaggiare assolutamente. Tra i pesci più pescati in queste acque ci sono: tonni, maccarelli, pesci volanti, squali, pesci pappagallo e il mitico “bacalhau”. Questo pesce è una specialità, un prodotto tipico di gastronomia locale ; un tempo era alimento base della cucina povera e oggi, a causa della forte richiesta, è diventato un piatto ricercato e abbastanza costoso, è cucinato, si dice, in 365 modi.

Non a caso queste isole vengono considerate le perle dell’oceano, infatti, il clima sempre mite anche nella stagione rigida, la flora lussureggiante, “colorata” da centinaia di specie di fiori e gli alti picchi, a volte coperti da una selva impenetrabile, sono elementi di tale bellezza e grandiosità da rendere questo angolo di mondo veramente unico e indimenticabile. Sono due le cime che a Madeira superano i 1800 metri: Pico Ruivo e Pico Arieiro che si possono raggiungere seguendo i sentieri, molto ben tenuti, che non mancano certamente su questa splendida isola atlantica. A Madeira troviamo due realtà, due aspetti essenziali che per volontà intelligente o per fortunata sorte, non si sono influenzati reciprocamente: abbiamo Funchal, centro principale dell’isola che è sinonimo di turismo secondo le più moderne ed artificiali regole; ed abbiamo, appena fuori città, prendendo la via della montagna o la litoranea, una dimensione totalmente diversa, dove scompare ogni forma di modernismo e ogni colorata sofisticazione, per ritrovarsi davvero all’ombra di alberi secolari o in deliziosi villaggi di pescatori.

Madeira è dunque un’isola vulcanica. Ne sono chiaro sintomo le rocce nere che cadono a strapiombo nell’Oceano, oppure molte vallate verdi che, al primo colpo d’occhio, si identificano con crateri di vulcani per la loro classica forma a catino. Non si sa con certezza chi scoprì questo arcipelago, ma il primo e ufficiale approdo si deve ai portoghesi Gonçalves Zarco e Vaz Teixeira che battezzarono “Madeira” cioè isola del legno, l’isola madre, proprio per le imponenti selve con alberi di grosso e alto fusto . Ma la leggenda narra che più di 150 anni prima, due giovani amanti inglesi in fuga, dopo una terribile tempesta, naufragarono su queste coste e riuscirono a salvarsi. Il nome del giovane era Mac Kean, che poi sarebbe diventato Machim e da qui il nome dell’attuale Machico, un ridente borgo di pescatori con una bella insenatura e una spiaggia di sassi.

Madeira conobbe anche la dominazione inglese durante le guerre napoleoniche, fino al 1814, e da qui ebbe inizio una sorta di traffico con il resto dell’Europa, traffico di prodotti naturali, fra i quali, oltre il vino, il legno pregiato e lo zucchero di canna. Gran parte dell’isola è ricoperta da coltivazioni a terrazza: un vero spettacolo naturale all’aperto!, davanti al quale si rimane stupiti ed increduli, pensando ai secolari sforzi dei contadini che hanno “rubato” con tanta tenacia e caparbia volontà il terreno alla foresta, che predominava sulle pendici dell’isola. Le terrazze coltivate arrivano anche a 800 metri di altitudine e vengono irrigate con le “levadas”, appositi canali ingegnosamente studiati e creati a questo scopo . Si racconta che nel 1420 i primi coloni, per dare spazio ai vigneti bruciarono parte della foresta, ma la situazione, ben presto, sfuggì loro di mano e l’incendio si spense solo dopo sette lunghi anni. La terra è molto fertile e si producono una grande varietà di frutti anche tropicali, come il mango, la papaia, il maracuja oltre a quella famosa banana locale, di piccole dimensioni ma dolcissima.

A Madeira c’è una crescita spontanea di innumerevoli tipi di fiori, regina fra tutti l’orchidea; ma il simbolo dell’isola è la strelizia (esterlicia) chiamata anche “avis do Paraiso” proprio perchè somiglia al capo dell’uccello del Paradiso. Un’altra coltivazione particolare dell’isola è il vimine. Concentrata soprattutto sul versante orientale, nella regione di Camacha, è una industria molto importante perchè dà lavoro a quasi tutti gli abitanti di questa regione. Una curiosità maderense che non bisogna lasciarsi sfuggire, anche perchè unica nel suo genere, è il Toboga o Carrillho de cesto, una volta utilizzato come comune mezzo di trasporto, oggi è usato per i turisti dotati di un po’ di spirito d’avventura e di un po…d’incoscienza. Il toboga è una specie di strana slitta “frenata” da due uomini che da Monte, 600 mt.di altitidine, dove si trova il Santuario di Nossa Senhora do Monte, la protettrice di Madeira, per 4 Km in discesa, arriva giù sino al mare in pochi minuti.

Anche la natura, molto generosamente, offre delle curiosità difficilmente riscontrabili altrove, come ad esempio le piscine naturali di Porto Moniz, dove è possibile fare il bagno nelle piscine naturali di conche laviche che comunicano tra loro e dove l’Oceano, con le sue onde, gioca a rincorrersi tra l’una e l’altra. Per gli appassionati di golf, Madeira è un vero paradiso. I due campi: il Palheiro Golf e il Club del Golf Santo da Serra, dove si gioca l’Open di Madeira, entrambe di 18 buche, sono situati in posizioni strategiche da cui si godono panorami mozzafiato . Personaggi celebri di tutti i tempi hanno passato le loro vacanze su quest’isola felice. Churchill amava dipingere i pittoreschi scorci del porto di Camara de Lobos, dove solitamente soggiornava. Un altro angolo molto pittoresco è il Mercado dos Lavradores di Funchal: una vera esplosione di colori, di profumi e di suoni.

Qui si incontrano i contadini di campagna e i venditori di città che propongono tutti i tipi di verdura, di frutta e di fiori che l’isola può offrire. E non sono pochi davvero! I Maderensi sono gentili, tranquilli e cordiali con uno spiccato senso dell’ospitalità, anche se la loro lingua, un portoghese strano, è abbastanza difficile da comprendere. Le case più prestigiose di Madeira sono decorate con le “azulejos”, splendide e preziose mattonelle che rappresentano momenti di vita quotidiana: i pescatori, i contadini, i paesaggi e i fiori; sono di ceramica bianca decorate a mano in azzurro. …Azzurro come il cielo, azzurro come l’Oceano, che in questo posto regala, a chi lo sa percepire, un meraviglioso e indimenticabile profumo di mare. Del mare di un tempo.

(Enrica Frigerio)

MADERA un’isola da sognare, un sogno di isola
LA STORIA DELL’ARCIPELAGO DI MADERA

A cura di Rocco Lettieri

La leggenda racconta che l’arcipelago delle Isole di Madera un tempo faceva parte di Atlantide, la verità ci dice che sono isole vulcaniche del periodo terziario. La prima isola scoperta fu quella di Porto Santo nel 1418 da parte di Joao Goncalves Zarco il quale l’anno seguente sbarcò su Madera, disabitata e fitta di boschi da cui il nome, infatti ” Madeira ” sta per legno. L’impenetrabile fitta vegetazione costrinse gli scopritori ad un atto di forza passiva: il fuoco. L’isola, si racconta, bruciò per sette anni. Immediatamente dopo l’incendio si diedero inizio ai lavori di disboscamento e si cominciarono a delineare le famose terrazze, che se osservate dal mare, creano effetti unici riconducibili alle terrazze delle Cinque Terre, in Liguria.

La colonizzazione di Madera cominciò nel 1425 con due capitanerie distinte: la maggior parte del Sud con sede a Funchal che fu affidata appunto a Goncalves Zarco e il resto del territorio fu attribuito a Tristao Vaz con sede a Macicho ( zona attuale dell’aeroporto ). L’isola di Porto Santo costituì la terza capitaneria e fu affidata a Bartalomeo Perestrelo, compagno di viaggi di Goncalves. Nel 1508 Funchal è proclamata città. Nel 1493 viene completamente saccheggiata dai pirati e nel bottino figura anche un veliero carico di legname già pronto per la costruzione della cattedrale. Si impiantarono principalmente canne da zucchero importate dalla Sicilia e vigneti. Lo zucchero a quei tempi proveniva dalla Sicilia, dal Nord Africa e dall’Andalusia. A Madera la canna trovò la giusta acclimatazione ed in pochi anni lo zucchero maderense provocò un vero crollo dei prezzi in tutta l’Europa. Nel 1460 si esportavano grandi quantità di zucchero in Inghilterra e nelle Fiandre e in breve i maderensi fecero concorrenza alle Repubbliche di Genova e di Venezia. Lo zucchero, allora considerato prodotto di lusso riservato esclusivamente alle Corti Reali e ai gran signori, entra in una fase di espansione democratica divenendo accessibile anche alle altre classi popolari. Funchal comincia ad attirare mercanti e genti di altri paesi che in funzione del clima mite si stabilivano definitivamente elevando così il numero degli abitanti. E si può affermare che Funchal fu la prima vera città costruita dagli europei nell’ancora misterioso Atlantico.

Nel XVI° secolo le esportazioni dello zucchero maderense erano regolari con il Portogallo, l’Inghilterra, la Bretagna, l’Italia e Costantinopoli. I benefici degli isolani cominciarono a vedersi con le costruzioni di case lussuose, chiese e cattedrali in ogni angolo dell’isola. Anche altri piccoli posti divennero villaggi quali Machico (1470), Santa Cruz (1515), Punta do Sol (1501) e Calheta (1502). In questo periodo, Cristoforo Colombo, come già detto, soggiornò a Funchal presso Joao Esmeraldo, ricco produttore di zucchero, nella strada che ancora oggi porta il suo nome e a Porto Santo. Sul porto è visitabile la casa dove dimorò prima del suo ultimo viaggio e si può anche ammirare la statua a lui dedicata. Questo commercio obbligò le navi delle rotte europee a deviare per l’isola apportando ancora benessere e sviluppo senonchè le esperienze maderensi furono copiate da altri paesi quali il Brasile e le Antille. Il ricco periodo commerciale cominciò a declinare prima in ragione della concorrenza e poi per una strana malattia che attaccò le canne da zucchero. Le stesse furono immediatamente soppiantate dalle viti come vedremo più avanti. Oggi le coltivazioni principali sono: frutta, ortaggi, cereali e primizie di ogni genere senza dimenticare l’uva. Notevole è anche l’allevamento dei bovini con buona produzione casearia; molta importanza riveste per l’isola la pesca d’altura di tonno e di pesce spada; apprezzati in tutto il mondo sono i ricami fatti ancora a mano cui si dedicano 70 mila donne, le quali per la maggioranza sono anziane.

UNO SGUARDO ALL’ISOLA

Direttamente dal vice presidente dell’isola e Segretario Regionale del Turismo e Cultura, signor Joao Carlos Nunes Abreu, nel suo ufficio in Avenida Arriaga, 18 – a Funchal – abbiamo appreso che:

” …… l’isola attualmente conta circa 287.000 abitanti, dei quali, 120.000 nella sola capitale Funchal. L’affluenza maggiore di turisti è data dagli Inglesi, seguiti dai Tedeschi, poi Scandinavi, Spagnoli, Belgi e Francesi. L’isola dispone di 17.000 posti letto che raggiungeranno i 20.000 entro l’anno duemila e vive di turismo da circa 200 anni e il turista che sceglie Madera non la dimentica più, ritorna sempre e non dimentica che da Natale all’Epifania, Madera, diventa un’esplosione di luci, di folclore, di balli, di spettacoli senza eguali al mondo. Funchal nel periodo natalizio si riempie di magia e di “saudade” – nostalgia, amore, desiderio, rimpianto – tipico dell’animo portoghese. La popolazione maderense è ” calore umano ” che si distribuisce nei turisti. La fiducia nelle persone è sacra e si cerca di viaggiare insieme per poter far vivere l’isola. La delinquenza non esiste anche perchè l’isola è tutta sotto controllo. Unica lamentela o rimpianto: manca il turista italiano e dove manca l’italiano non si crea allegria. Il popolo italiano è come la gente portoghese:
aperto, gioviale, simpatico, allegro e buongustaio “.

Visitiamo l’isola insieme

Tutta l’isola di Madera è un entusiasmante belvedere dove la grandiosità dei luoghi distesi al sole si immedesima con l’aggressività delle vette che rompono le nuvole. Se la coreografia dei fiori porta una nota di sfavillante allegria, le terrazze vitate o coltivate, le “levadas” (condotte d’acqua per l’irrigazione distribuite dappertutto), le strade scavate nel tufo, le chiese disseminate nel verde, conferiscono un contrasto senza eguali. E’ un saliscendi senza fine; per fare un tragitto di pochi Km. in linea d’aria se ne debbono percorrere numerosi su stradine, ben tenute, senza aver la possibilità di fare un centinaio di metri lineari e senza curve. Le strade solcano la terra collegando paesi, parrocchie, quintas, permettendo al turista di conoscere angoli pittoreschi, affascinanti, con maestosi sortilegi tra alba e tramonto, con mescolanze di colori fra il giallo del sole, il verde della vegetazione e l’azzurro del mare.
FUNCHAL

Capoluogo dell’arcipelago, sorge ad anfiteatro sulla costa, circondata da ricca vegetazione subtropicale lungo una catena montuosa che si eleva sino a 1200 metri. Possiede l’unico vero e grande porto. La città è ricca di attrattive turistiche, chiese, musei, giardini e di locali notturni (casinò, cabarets, cinema, teatri, ristoranti e pubs). Le strade sono solitamente ripide e scivolose pertanto si consigliano scarpe adeguate con suola in gomma. Tra le attrattive più significative il “Mercado dos Lavradores”, il mercato dei prodotti della campagna, che si trova vicino al porto in un quartiere pieno di vita e di affari. E’ un edificio diviso in tre sezioni dove è possibile ritrovare tutti i colori e i profumi della frutta e della verdura maderense: banane, ananas, papaja, maracuja, mango, patate dolci, pomodori, peperoni, cipolle, aglio, zucchine, mele, aranci, limoni, melograni, piselli, fagioli, carote ecc. Al venerdì i ristoratori e le massaie si accalcano nella zona bassa riservata al pesce, strillando per acquistare tonni e pesci spada del tipo nero che saranno cucinati in numerose ricette dai fantasiosi chefs locali. Il pesce spada nero, per esempio, è scottato in padella, fritto, coperto con succo d’arancia e ricoperto di banane, quelle piccole, saporitissime. Il tonno è servito a tranci, fritto in padella con olio d’oliva, aglio, vino, spezie, peperoncino, origano e foglie d’alloro. Una delizia per i buongustai da abbinare al famoso rosato “Atlantis” prodotto da uva Negra Mole nella regione del Campanario. Non è possibile andare a Funchal senza visitare il Convento di Santa Clara, del 1492, dove si trova anche la tomba dello scopritore dell’isola: Joao Goncalves Zarco.

Altre visite da non mancare: Il Museo dell’Arte Sacra, il Museo Municipale e il Museo Quintas das Cruzes, con mobili e porcellane ed un ricco giardino botanico. Ancora la Cattedrale (SE’), in stile gotico-manuelino con un bel soffitto in legno di cedro incrostato d’avorio e con fastosi intagli barocchi. Naturalmente le Cantine di Sao Francisco, di cui riferiamo più avanti ed il Museo del Vino, in Via 5 ottobre, dove si trova la sede dell’Istituto del Vino di Madera. (aperto dal lunedì al venerdì, dalle ore 09,30 alle 12 e dalle 14,30 alle 17,00 ). Obbligatoria una visita alla chiesa Notre Dame do Monte, del XVIII° secolo che si innalza a 600 metri al centro di un magnifico parco. Conserva la tomba dell’imperatore Carlo I° d’Austria, esiliato nel 1921 e morto 6 mesi dopo. La Madonna do Monte è anche la protettrice della città. A meno di 500 metri si trova il Giardino Tropicale di Monte Palace ” Fondazione Berardo ” disteso su sette ettari di terreno a sbalze. Uno spettacolo nello spettacolo con vista sul mare e su Funchal. Nelle vicinanze partono le famose slitte in legno e vimini dei “Carreiros do Monte”, singolari e avventurosi mezzi di trasporto lasciati scivolare sulle ripide strade, con due passeggeri, e frenati con corde tenute da due guidatori in abito bianco e cappello di paglia, la tipica paglietta. Un’esperienza traballante e simpatica che permette di scendere il più velocemente possibile nella città bassa.

A circa quattro Km. da Funchal si trova il Giardino Botanico, aperto il 30 aprile 1960, che possiede una flora rara composta da numerose specie indigene di Madera e da altre specie importate da tutte le parti del mondo come pure troviamo piante di frutti tropicali molto rari: aracà, pitanga, goiaba, jambo, papaia, avocado, pera melone. Da Funchal partono numerosi itinerari che si sviluppano all’interno dell’isola; si consiglia un’auto a noleggio sin dal primo giorno che si arriva, all’aeroporto di Santa Cruz; il costo è decisamente contenuto e ne vale la pena.

Descriviamo alcuni itinerari tra i più significativi:

a) FUNCHAL – MONTE – FAIAL ( KM. 35 )

Si sale alla frazione Monte (Santuario); a Terreiro da Luta (monumento alla pace con vista panoramica ) e si prosegue sino al Passo Pico Poiso ( 1412 m.s.m.). Si entra nel ” Parco Naturale ” recentemente creato in una zona di foreste lussureggianti: In zona si consiglia anche la visita al ” Parco Forestale di Ribeiro Frio “, ricco di alberi di alloro, da cui il nome Laurisilva, dove si trovano allevamenti di trote in acqua corrente destinate al ripopolamento dei fiumi e dei torrenti. La località è anche punto adatto per osservare e comprendere il complesso sistema dei ” levadas ” i canali di irrigazione costruiti durante il corso dei secoli e di cui alcuni percorribili a piedi.

b) FUNCHAL – CAMARA DE LOBOS – SAO VICENTE (km. 55)

Strada litorale ricca di bananeti sino a Camara de Lobos, suggestivo porticciolo ai piedi di Cabo Girao, la costa a strapiombo più alta d’Europa (580 metri). Da vedere la prima chiesetta ad essere costruita sull’isola nel calhau (sasso), la Cappella della Madonna della Concezione. Si arriva a Campanario, zona di uve rosse; da vedere la chiesetta di San Benedetto con il dipinto della Madonna del Rosario. Ribeira Brava, bella cittadina di pescatori. La strada prosegue all’interno in un paesaggio incantevole sino al Passo di Encumeada da dove partono numerosi sentieri per le più alte cime dell’Isola. Dal passo si gode la vista delle due sponde. Sao Vicente, incorniciata tra monte e mare. Punto di partenza per gli altri due tratti.

c) SAO VICENTE – SEIXAL – RIBEIRA DA JANELA – PORTO MONIZ – PONTA DO PARGO – CALHETA – RIBEIRA BRAVA ( Km . 92 )

Due Km. prima di Seixal si trova un punto panoramico sulla gola-foce del Ribeiro do Inferno. Su questo tratto di strada costiera si può ammirare uno dei paesaggi più suggestivi dell’Isola con la strada che corre tra mare e cielo, su arditi ponti e tunnel scavati nella roccia che qui cade a strapiombo. Ribeira da Janela, finestra naturale sulla scogliera a mare. Porto Moniz, cittadina di pescatori, con numerose piscine naturali scavate nella lava. Interessanti panorami intorno ai paesini di Achadas da Cruz, Ponta do Pargo e Faja da Ovelha. Prazeres, in splendida posizione su un altopiano boscoso. Estreito da Calheta, da vedere la Cappella dei Re Magi del XVI° secolo. Calheta, cittadina in mezzo a bananeti e vigneti, considerata il granaio dell’isola con coltivazioni di mais, grano, patate, ortaggi. Da vedere la chiesetta del XVI° secolo della Madonna di Loreto. Canhas, da vedere la Chiesa di Santa Teresa del Bambin Gesù, inaugurata il 31 maggio del 1964, uno dei più belli e grandiosi santuari dell’isola. Ponta do Sol, pittoresca cittadina di 6000 abitanti con un paesaggio entusiasmante. Da vedere la Chiesa di “Nossa Senhora da Luz” del XV° secolo.

d) SAO VICENTE – PORTO DA CRUZ – MACHICO – FUNCHAL (90 Km)

Sino a Ponta Delgada (caratteristico luogo di immense bellezze) la strada scorre lungo ripide pareti di roccia. Boaventura, paesino dove si fabbricano cesti di salici. Da vedere il monumento dedicato alla Madonna dos Caminhos, con l’immagine scolpita nella pietra. Santana, cittadina pittoresca con case dal tetto in paglia; la zona è considerata la più fertile dell’Isola. Porto da Cruz, porticciolo alla base della parete rocciosa di Penha de Aguia, no dei pochi paesi con una piccola spiaggia .
Santo da Serra, a 800 metri , noto per il Campo da Golf, inaugurato nel 1937, uno dei più spettacolari ed eccitanti del mondo per gli “handicap” e per le sue meravigliose viste panoramiche. Volendo si può proseguire per Funchal attraverso Camacha, culla del folclore e conosciuta nel mondo per i suoi gruppi danzanti e anche per la lavorazione del vimini. Tra i balli maderensi più famosi ricordiamo: – Ala-Moda – Chamarrita – Baile Corrido – Baile Pesado – Baile dos chanos – Bailinho da Madeira – Viuvinha. Proseguendo per Funchal si trova la Quinta do Palheiro Ferreiro, stupendo parco da visitare, dove l’architetto Cabell Robinson ha creato un campo da golf di 18 buche in mezzo ad alberi di eucalipti e pini marittimi. Machico, 11.000 abitanti, importante centro peschereccio nelle vicinanze dell’aeroporto di Santa Catarina. Si dice che Machico sia un anticipo della visione del Paradiso; qui la natura è grandiosità, entusiasmo, estasi, esaltazione, policromia, magnificenza, turbamento, tenerezza e seduzione.
Che altro per non visitare la Machico di Madera ?

IL VINO DI MADERA E LA SUA STORIA

La totale monocoltura della canna da zucchero che come già sappiamo subì un tracollo per una malattia e per la concorrenza di mercati sud americani, venne sosituita con impianti di vigneti su ogni parte dell’isola. Altre terrazze furono realizzate anche in posti molto impervi visibili ancora oggi. L’area coltivata a vigneti rappresenta appena un terzo della superficie e gran parte è stata strappata alla lava e rotta a colpi di piccone.

La vite per il contadino maderense è un lusso, un suo orgoglio, la sua maggiore gioia. Infatti tutti posseggono la propria vigna e pertanto la vitivinicoltura è molto frazionata e la più grande azienda non raggiunge l’ettaro. Già nel 1455 si segnalavano vini eccellenti maderensi prodotti con la Malvasia di Candia (Creta) e di Cipro; un navigatore veneziano, Luigi da Cadamosto, li ricorda in un suo memoriale. La reputazione del buon vino di Madera era tale che nel 1478 il Duca de Clarence, fratello del Re Edoardo IV° d’Inghilterra, condannato a morte, chiese di poter morire annegato in un tino di Malvasia di Madeira. Pur se già conosciuto come ottimo vino da tavola, la storia del grande vino che è oggi “MADERA” comincia verso la metà del XVI° secolo quando la richiesta estera diventa consistente.

Come per lo zucchero, il vino attira sull’isola numerosi commercianti e allo stesso tempo Madera diventa punto obbligato di sosta per coloro che intendono affrontare l’Atlantico. Infatti durante queste soste si riempiono gli otri di acqua e le stive di vino. In questo modo dopo lo zucchero, il vino, diventa la maggiore risorsa isolana. Dalle nuove americhe (Barbados,Giamaica, ecc) le richieste aumentano ed il vino maderense acquista sempre più notorietà. Arrivano persino richieste dalla Russia Imperiale. Nello stesso periodo bisognerà ricordare che il Portogallo cominciava la colonizzazione delle Azzorre dove per i forti venti non era possibile però coltivare la vite. Allo stesso modo risultava impossibile coltivare la vite sulle Isole di Capo Verde per il troppo caldo. Le uniche isole dove si produceva vino al pari dei maderensi erano le Canarie dove il “Canary sack”, al pari dello sherry e del Malaga, era molto richiesto dagli Inglesi.

Questo vino raggiunse una vasta notorietà intorno al 1650 tanto da essere ancora citato da Shakespeare che lo definisce: “Vino meravigliosamente penetrante che ti profuma il sangue prima che tu possa dire cos’è?”.Nel contempo il vino di Madera, grazie a particolari condizioni, quali ad esempio il clima, il suolo, l’esposizione privilegiata sulle terrazze e soprattutto grazie alla posizione dell’isola sulla rotta delle navi, veniva accolto sempre con maggior entusiasmo e si caricavano intere navi in rotta verso le Indie. Ma la spinta maggiore alla conoscenza e alla diffusione del Madera la diedero gli Inglesi e in primis il re Carlo confermando la Carta di Navigazione di Cromwell che fu concepita per dare agli Inglesi il monopolio per il trasporto delle merci dall’Europa ai paesi colonizzati. In questo modo ogni nave doveva approvvigionarsi di merci in Inghilterra. Fu fatta salva solo l’isola di Madera; così un pò per obbligo, un pò per bisogno di rifornirsi di acqua fresca, tutte le navi che si dirigevano a Ovest, verso le Americhe, facevano scalo a Funchal e caricavano anche vino per la traversata.

L’ECCELLENTE VINO DI MADERA

La storia riferisce che a quei tempi la maggior parte dei vini di Madera erano vini più che normali, bianchi e rossi, secchi, che venivano consumati molto presto, giovani, al massimo entro l’anno successivo alla vendemmia. Per la spedizione si utilizzavano botti o pipe che venivano fatte rotolare dalle cantine, poste a metà collina, sino alla banchina sul molo, dove sostavano anche per lunghe giornate sotto un sole cocente. Si faceva solo un’unica distinzione tra quelli normali e quelli prodotti con uva Malvasia le cui vigne occupavano le zone più alte nelle migliori località del Sud dell’isola.
Infatti i vini vinificati con l’uva Malvasia di Creta (il cui vero luogo di provenienza era Monomvasia, nel Peloponneso, da cui Malmsey) erano vini ricchi, dolci. Gli altri vini venivano prodotti con uve SERCIAL, della stessa famiglia dei Riesling renani, BUAL, VERDELHO (Verdeca toscana) e NEGRA MOLE (varietà di Pinot Nero francese) che dava un vino rosso chiamato “tinta”, estremamente astringente che veniva raccomandato per curare le dissenterie, molto frequenti a quei tempi, specie sulle navi, e da altri vitigni quali TERRANTEZ, BASTARDO, LISTRAO, ALICANTE e MUSCATEL. Tutti questi ultimi vitigni non sono arrivati ai nostri giorni perchè distrutti dalla fillossera, salvo il Terrantez che fu reimpiantato intorno agli anni 1870/1880. Durante il regno della Regina Anna d’Inghilterra, anni di crisi per la corona britannica, le navi in rotta per i Caraibi avevano ordine di non passare più per Madera e quindi sull’isola aumentarono le scorte di vino e i mercanti, per la mancanza di botti, furono costretti a distillare parecchio vino ottenendo alcool. Questo brandy, per puro caso, fu usato per addizionare alcune partite di vino in partenza per l’Inghilterra, come già successe per il fratello Porto e si scoprì che anche questo vino acquistava un gusto più marcato, più forte, con caratteristiche diverse e fu nuovamente un successo per l’isola perchè questo nuovo prodotto veniva ora richiesto non solo dall’Inghilterra ma da tutte le parti del mondo.

L’interesse maggiore fu rivolto al vino ottenuto da uve Malvasia, che aggiunto di brandy e fatto invecchiare di qualche anno, spuntava prezzi incredibilmente elevati. Per la conservazione di questi vini da invecchiare non esistevano cantine sufficienti e le botti erano tenute all’aria aperta o nelle soffitte dei magazzini, calde e soleggiate, dove il vino subiva trasformazioni di colore e di gusto (da cui il termine maderizzazione) e il suo sapore migliorava giorno dopo giorno. Questi vini venivano poi spediti e una volta raggiunta la destinazione erano travasati in damigiane lasciate ancora sotto il sole pungente delle banchine. Una cosa fu accertata: più maltrattamenti subiva il vino, più risultava vellutato e carezzevole. Oltretutto le grandi traversate via mare, con il rullio e il caldo delle stive, rendevano ancora più spiccate e pregevoli le caratteristiche del vino al punto tale da indurre i produttori a far fare al vino un viaggio di andata e ritorno sulle navi.

Questo vino fu chiamato vino da rhoda (vino da girotondo). A questo scopo si costruirono barili più grandi che venivano sistemati nelle stive delle navi al posto della zavorra che restavano così in giro sulle navi da 6 a 8 mesi prima di ritornare a Funchal. Le navi, con il loro tesoro in vino, diventavano oggetto dei pirati che a loro volta venivano derubati da altri predoni del mare alla ricerca specifica del vino di Madera. Si arrivò addirittura a far scortare le navi da altri mercantili armati allo scopo. L’amore per questi vini esercitò grandi passioni al punto da riportare sulle bottiglie, con scritte a mano, il nome della nave che lo aveva sballottato rendendo così ancora più preziosa la bottiglia. Tra le navi utilizzate a questo scopo si ricordano: la COMET, la CONSTITUTION, la HURRICANE e la SUSQUEHANNA del comandante Perry che trasportò botti di Madera sino in Giappone e ancora negli Stati Uniti prima di riportarli a Madera. Questo “vino da rhoda” però subiva cali notevoli, anche per i continui assaggi della ciurma, ed aveva costi non indifferenti per il carico e scarico delle botti. Si pensò quindi di creare le stesse condizioni sulla terra ferma cercando di simulare gli effetti del mare (caldo, rullio, movimento). Nel 1794 nasce per opera di un abate portoghese (ma guarda che combinazione questi frati !!!) la prima estufagem e i vini così ottenuti vennero chiamati “vinho da estufagem”.

Ancora oggi il vino di Madera è ottenuto con lo stesso procedimento in magazzini riscaldati a riciclo d’acqua calda dove la temperatura tocca i 55/60 ° e i fusti vengono spesso agitati. Alcuni noti ” master of wine ” e giornalisti del settore esperti in vini portoghesi hanno messo in discussione questo metodo avendo avuto modo di degustare antiche riserve ottenute senza l’estufagem. I pareri sono discordi in quanto si dice che se non ottenuto con l’estufagem il vino non può essere considerato tipico e non conserva, secondo loro, quella nota aromatica caratteristica di freschezza. In una degustazione alla cieca su BUAL di dieci anni, al primo posto, si classificò un vino de ” canteiro “, cioè non sottoposto al processo di estufagem e passato successivamente in barriques. La polemica è aperta e siamo certi che continuerà a far parlare ancora di questa diatriba degli anni ’90 come siamo certi che continueranno ad essere grandi i vini contenuti nelle favolose bottiglie di 200/220 anni fa ottenuti con il sistema del “vino da rhoda”.

L’ARRIVO DELLE MALATTIE NEI VIGNETI

Nel XIX° secolo, come in tutta Europa, i vigneti maderensi subirono due grosse tragedie. Nel 1865 l’Oidio (Oidium tucheri) decimò le viti. La produzione passò da 50.000 ettolitri a 8.000 ettolitri. Fortunatamente l’Inglese Turcher riuscì a frenare l’infezione, prima della distruzione totale, con polvere di zolfo o solfato di rame. Nel 1872 la fillossera (Phillossera vastatrix) attaccò le radici delle viti sopravvissute all’oidio. L’insetto in grado di riprodursi a milioni di individui in climi normali, col caldo umido dell’isola, continuò a riprodursi con effetti catastrofici. Nel 1880 si contavano solo 12 dei settanta mercanti inglesi.

Fra coloro che non abbandonarono l’isola si trovava un certo signor Thomas Slap Leacock che cominciò a combattere la fillossera con resina e essenza di trementina ottenendo discreti successi. Di circa 2500 ettari coltivati nel 1850, nel 1884 se ne contavano a malapena 520 ettari con una produzione di vino che non superava i 18.000 ettolitri. Numerosi vitigni scomparvero e le bottiglie dei “Vintage prefillossera”, oggi sono ricercatissime come ad esempio il 1846 e il 1862, entrambe prodotte con uve Terrantez, e le ” Soleras ” 1815 (offerto a Napoleone quando passò da Madera per andare in esilio) e 1822.

IL VINO DI MADERA DOPO LA FILLOSSERA

I vitigni principali del dopo fillossera sono rimasti tal quali sino ai nostri giorni e sono: – SERCIAL – VERDHELO – BUAL – MALVASIA detto anche MALMSEY – NEGRA MOLE (unica uva a buccia rossa) e TERRANTEZ.

La maggior parte dei vini riporta il nome del vitigno da cui è prodotto e pertanto troviamo in commercio:
– SERCIAL, vino bianco leggero e secco, da bersi come aperitivo.
– VERDHELO, dal colore dorato, di medio corpo, secco per aperitivi e per accompagnare zuppe.
– BUAL, di colore scuro, di corpo, elegante, dolce; si accompagna bene a formaggi e pasticceria secca.
– MALMSEY, dal colore scuro, sentori di frutta matura, dolce, con l’età tende a divenire secco.

Tutti questi vini sono posti in commercio per classi che sono:

– FINEST, con almeno tre anni di invecchiamento nelle versioni: Dry, Medium dry, Medium rich, Rich.
– RESERVE, con almeno cinque anni di invecchiamento nelle versioni: Sercial dry, Verdelho medium dry, Bual medium rich e Malmsey rich.
– SPECIAL RESERVE, con almeno 10 anni di invecchiamento nelle versioni: Sercial dry, Verdhelo medium rich, Bual medium rich e Malmsey rich.
– EXTRA RESERVE, con almeno 15 anni di invecchiamento nelle versioni: Sercial dry, Verdhelo medium rich, Bual medium rich e Malmsey rich.

I “MADEIRA VINTAGE” possiedono una straordinaria longevità come possono testimonarie alcune bottiglie degustate dopo 150 anni e risultate ancora perfette. Sono prodotti solamente nelle annate eccezionali e debbono essere vinificati con un solo tipo di uva. In annate particolarmente felici si producono ancora poche bottiglie di Terrantez, vitigno come già detto reimpiantato dopo la fillossera, che trova la giusta collocazione tra il Verdelho e il Bual; ha gusto delicato e mediamente dolce. Altri vini prodotti sull’isola di Madera (circa 20% di tutta la produzione) sono:
– TINTA, da uva Negra Mole, a buccia rossa che dà un vino dal colore rosso rubino intenso tendente al rosso cupo. E’ utilizzato principalmente come vino da taglio.
– RAINWATER, dal colore oro scarico, leggero ed elegante, mediamente secco. E’ chiamato anche PALHETE (color paglia). Apprezzato dagli americani che lo battezzarono “acqua piovana”.
– VINO DA CASA, è il vino comune locale ottenuto da vitigni americani per un consumo interno e quasi sempre prodotto in modo artigianale.

Per i suggerimenti delle annate migliori, abbiamo sentito il parere delle signorine Ana Isabel Dantas e Ligdia Saldanha della Madeira Wine Company s.a. di Funchal che per quanto riguarda le bottiglie ancora in vendita presso lo spaccio aziendale consigliano:
– SERCIAL: 1910, 1940 (in assoluto la migliore annata ), 1950, 1963, 1966, 1969, 1971 e la ” Solera 1860 “.
– VERDELHO: 1882, 1909, 1934, 1954, 1968, 1971,1972, 1973 e la ” Solera 1870 “.
– BUAL: 1863, 1908, 1920 ( l’annata migliore ), 1934, 1954, 1958, 1960, 1966, 1968, 1969, 1971 e la ” Solera 1845 “.
– MALMSEY: 1954, 1971, 1972 e la ” Solera 1863 “.
– TERRANTEZ: 1899, 1954, 1960, 1969, 1974.
– BASTARDO: 1954, 1969.

Tutte queste bottiglie, ancora in commercio, possono essere acquistate oppure degustate a bicchierini presso l’ADEGAS DE SAO FRANCISCO della MADEIRA WINE COMPANY con sede a Funchal – in Avenida Arrioga, 28 – dov’è possibile effettuare visite guidate in lingua francese, tedesco, e inglese. La Madeira Wine Company, s.a. è la più antica casa vinicola dei vini di Madera. Si trova nel centro della città vecchia, in un edificio del 1600 facente parte di un monastero francescano. La visita comprende una proiezione video-audiovisiva sulla storia dei vini di Madera. E’ possibile vedere attrezzi per la lavorazione delle botti e fusti contenenti ancora vini di vecchie annate. Il Museo della Compagnia, recentemente restaurato, presenta lettere, documenti, libri, strumenti per la misurazione e macchine d’epoca per la lavorazione del vino. Le visite possono essere programmate tutti i giorni dal lunedì al venerdì, alle ore 10,30 e 15,30. Il sabato alle ore 11. E’ richiesta la prenotazione, anche telefonica. Al termine della visita viene offerta una degustazione comparata di: “MADEIRA BUAL SPECIAL RESERVE (10 anni) delle quattro case più rappresentative del gruppo che sono:
– BLANDY’S MADEIRA, fondata nel 1807.
– LEACOCK’S MADEIRA, fondata nel 1741.
– COSSART GORDON & C., fondata nel 1745 da Francis Newton e William Gordon e trasformata nell’attuale denominazione nel 1808 quando subentrò un irlandese di nome William Cossart.
– MILES MADEIRA, fondata da James Rutherfort & Grant nel 1814. Nel 1863 entrò in società Henry Price Miles e nel 1878 la società prese l’attuale denominazione.

La MADEIRA WINE COMPANY s.a. dal 1991 produce anche un vino rosato “ATLANTIS ROSE’ ” da uve selezionate di Negra Mole, provenienti dalla regione del Campanario. Si accompagna molto bene a pesci, fritti di mare e carni bianche. Una menzione particolare merita il “MADEIRA FRASQUEIRA” che viene prodotto solamente in annate particolari, invecchiato in barriques di media capacità per un periodo minimo di 20 anni seguito da un affinamento in bottiglia di altri dieci anni. In degustazione si presenta con aromi e sapori indescrivibili, con una personalità difficile da raccontare. Il vitigno ideale è il Bual e le annate da suggerire, se le trovate, sono il: 1908, 1910, 1914 e 1954.
La sigla riportata in bottiglia è la seguente: BUAL 1908 AO – S M (naturalmente per l’annata 1908).

I vini della MADEIRA WINE COMPANY s.a. sono distribuiti in Italia da:
– SAGNA spa – 10020 Revigliasco Torinese (Blandy’s e Cossart Gordon).
– UNITED DISTILLERS ITALIA Spa – 16129 Genova (Miles).
– V.E.L.I.E.R. – 16145 Genova (Leacock ).

Le altre case esportatrici di vino di Madera sono:

– H.M. BORGES, SUCRS, Rua 31 de Janeiro, 83
9001 Funchal – tel. 00351.291. 22.32.47 fax. 22.22.81

– HENRIQUES & HENRIQUES s.a., Rua Dr. Joao Brito Camara, 32/a
9053 Funchal- tel. 00351.291. 94.15.52- fax. 94.15.90

Rappresentata in Italia da:
Giuseppe Meregalli Via Visconti 43 –
20062 Monza
tel. 0039 039/ 23.01.98.0 – fax. 0039 039/32.23.13

(prefisso telefonico: 00351.291)

– PEREIRA D’OLIVEIRA VINHOS, Rua dos Ferreiros, 107
9000 Funchal- tel. 22.07.84 – fax. 22.90.81

– VINHOS BARBEITO MADEIRA, Estrada Monumental, 145
9000 Funchal – tel. 76.24.34 – fax. 76.58.32

– VINHOS JUSTINO HENRIQUES, Rua do Carmo, 86
9001 Funchal – tel. 22.33.01 – fax. 23.09.80

– SILVA VINHOS, Sitio da Igreja
9300 Estreito de Camara de Lobos – tel. 94.58.10 – fax. 94.51.99

L’Istituto do Vinho da Madeira si trova a Funchal
in Rua 5 de Outubro, 78 – 9000 Funchal – tel. (00351.291). 22.05.81 – fax. 22.86.85

LA GASTRONOMIA di MADERA

Madera all’epoca dello zucchero prosperava anche per le confetture. Tutti i frutti possibili e immaginabili venivano trasformati in marmellata. Oggi il dolce più tipico dell’isola è il “Bolo del mel”, preparato durante il periodo natalizio. E’ un dolce ricco di numerosi ingredienti legati insieme da miele di canna da zucchero prodotto sull’isola e spezie provenienti dalle Indie. La specialità isolana più pregiata è il pesce spada nero, un pesce dall’aspetto poco invitante ma con un gusto delizioso e con carne delicatissima. Questo pesce vive ad una profondità variabile tra 800 e 1100 metri e lo si trova solo in questo mare e in Giappone. Gli altri piatti tipici non toccano la mezza dozzina e sono piatti di cucina povera. Una citazione a parte merita il merluzzo, chiamato BACALHAU, servito in tutte le ricette e il visitatore non può fare a meno di gustarlo. ” Uno degli aspetti curiosi della cultura di un Paese o di una Regione è la gastronomia ” sono le parole di apertura del segretario regionale del Turismo e Cultura signor Joao Carlos Nunes Abreu nel libro ” Segredos de cozinha de Madeira e Porto Santo “. Riproponiamo le specialità più conosciute e più significative:
– Bolo de caco, pane ottenuto con impasto di farina e patate dolce.
– Milho cozido, pane ottenuto con farina di miglio e fave.
– Sopa de Gofe, zuppa di legumi e cipolle con carne di maiale e di vacca.
– Sopa de tomate e cebola, zuppa di pomodori e cipolla con uova.
– Bacalhau a sancho, merluzzo al forno con patate.
– Bacalhau na cataplana, baccalà in casseruola.
– Acorda alentejana, zuppa di pane con brodo di pesci, coriandolo e aglio.
– Coelho a cacadora, coniglio marinato nel vino con aglio, olio e alloro, quindi stufato con cipolle.
– Coelho a Madeirense, coniglio alla moda di Madera con peperoni, cipolle, vino rosso e olio d’oliva.
– Feijao guisado, fagioli stufati con pancetta e salsa di pomodoro.
– Feijoada à Madeirense, trippa alla moda dell’Isola.
– Espetada, spiedini di carne di manzo con alloro.
– Arroz de lapas, riso con lapas.
– Atum de Escabeche, tonno con aglio.
– Espada com beterraba, pesce spada nero con barbabietole.
– Espetada de cebolada, pesce spada nero con cipolle.
– Espetada em filete com bananas, pesce spada nero con banane.
– Lapas grelhadas, lapas grigliate con limone.
– Caramujos de Escabeche, lumachine di mare con aglio.
– Truta do Seixal à Madeirense, trota alla moda di Seixal.
– Caldeira Madeirense, zuppa di pesce spada o di tonno.

Servizio a cura di Rocco Lettieri

Per informazioni sull’Isola di Madera (parla bene anche l’italiano)

Sig. Bruno Pereira (director regional)
e signorina Nadia Meroni (tecnica superiormarketing)
Segretariato Regionale del Turismo e Cultura – Direzione Regionale del Turismo
Ufficio in Avenida Arriaga, 18
9004 – 519 Funchal – Madeira – Portugal
Tel. 00351. 291. 211.900 oppure Tel. 00351. 291. 229.275 –
fax 00351. 291. 232.151
e-mail: b.pereira@madeiratourism.org

oppure

e-mail: n.meroni@madeiratourism.org