GAVOI (Nuoro) e l’artista ORAZI – Mostra di quadri e fotografie

Inaugurazione della mostra di quadri e fotografie del pittore Orazio Orazi

L’esposizione si terrà dal 10 dicembre 2005 al giorno 8 gennaio 2006, tutti i giorni, presso Casa Maoddi, in via Eleonora, dalle ore 10:00 alle 13:00 e dalle 16:00 alle 19:00. La mostra comprende 30 quadri del pittore e 100 fotografie di Gavoi, Ollolai e il territorio della Barbagia degli anni cinquanta.

Presentazione dell’Artista

ORAZI (1906-1979), noto con questo nome negli ambienti culturali del suo tempo, s’impone per il suo raro talento creativo, la sua vasta e solida cultura artistica, la sua autentica formazione umanistica radicata nel clima raffinato della cultura europea delle prime generazioni del XX° secolo, così come per le sue conoscenze tecniche nel campo della pittura.
Attivo a Parigi, sin dalla prima giovinezza, questo pittore partecipa alla intensa vita intellettuale che faceva del quartiere di Montparnasse, già dagli anni 1920, il punto di incontro e di partenza delle nuove idee artistiche. Da quegli anni in avanti il suo atelier sarebbe rimasto in una tipica casa di quel quartiere.
Successivamente, durante gli anni 1930 e 1940, egli si avvicina alle esperienze del gruppo dei “Jeunes Peintres de la Traditìon Francaise” e degli artisti che si collegavano a quella che allora veniva chiamata la “Jeune Peinture”. Le opere del periodo 1940-1948 circa, nature morte, paesaggi, ritratti, rivelano chiaramente gli elementi distintivi della sua pittura, caratterizzata non soltanto dal legame con le Avanguardie Storiche francesi, Cubismo e Fauvismo, ma anche da quello con i grandi nomi dell’arte Post- impressionista.
Per la produzione di quel periodo, nel giorno dell’inaugurazione di questa esposizione, viene proposto al pubblico un ritratto della moglie Lydia che, tra l’altro, lo accompagnò durante il suo soggiorno di lavoro pittorico in Barbagia.
A partire dal 1950 il suo percorso artistico conosce uno sviluppo del tutto autonomo e certamente originale. Ne è rilevante testimonianza la sua “Peinture du Mouvement” (anni 1948-1952 circa), che suscitò un notevole interesse presso stampa e critica dell’epoca per i suoi intensi effetti dinamici.
Le sue ricerche successive, in Sardegna e Messico (anni 1953-1956 circa), portano alla creazione di serie di quadri carichi di atmosfere straordinarie, capaci di evocare una natura essenziale con la sua umanità autentica, viva. Notevole fu l’eco dell’esposizione personale dei dipinti sulla Sardegna tenutasi nel 1954 presso la Galerie Marcel Bernheim di Parigi, alcuni dei quali vengono presentati a Gavoi dopo pressoché un cinquantennio da quell’avvenimento.
Sempre in quegli anni egli dipinge Parigi e in particolare la Senna con i suoi bordi costellati di barconi e cantieri che indicano la repentina trasformazione della città nel dopoguerra (1956-1958 circa): è una fase che annuncia già la sua rottura con l’esperienza figurativa classica.
Dalla fine detta decade 1950 la sua pittura si orienta risolutamente verso la dimensione dell’Informale e nel campo complesso della Pittura in Rilevo, che, nella creatività di questo Artista, può essere definita con un termine forte, usato peraltro dai critici del tempo: “Peinture de la Matière”. E’ l’inizio di un periodo di grande intensità intellettuale (1959-1968 circa), che rivela pienamente, nelle ricca produzione di quegli anni, la sorprendente immaginazione dell’Artista, così come la sua formidabile padronanza dei mezzi tecnici.
La sua Pittura in Rilevo testimonia una forte tendenza alla definizione circolare delle forme, che lascia intravedere quella che sarà la sua successiva maniera, chiamata la “Ligne Circulaire”, con i suoi colori ovattati, teneri ma violenti al tempo stesso e dalla quale emergono talvolta inquietanti proiezioni psichiche che si configurano come affascinanti “Teste-Paesaggio”(1969-1976 circa). Il paesaggio ritorna del resto sempre quale protagonista delle tele di questo Pittore, dalla sua giovinezza sino alla sua ultima ricerca (1976-1978) ove la terra viene percepita nell’essenza delle sue forme, dei suoi colori, della sua generosità e tenerezza verso l’uomo.
Questa presentazione, completata da ulteriori informazioni sull’evoluzione pittorica dell’Artista, accompagnate dagli articoli della stampa dell’epoca, nonché dall’elenco delle principali esposizioni delle sue opere, è pubblicata sul sito a lui dedicato:
www.painter-in-paris.com

L’artista ha lasciato una vasta serie di affascinanti fotografie, circa un centinaio, che accompagnano, raccolte in una decina di pannelli, i dipinti presentati in questa esposizione. Esse danno della Barbagia del dopoguerra un’emozionate immagine. Esse rappresentano un vero documento storico, ove molti visitatori potranno ritrovare persone e luoghi a loro cari. Si scorgono villaggi e si seguono attività quotidiane nelle loro strade, si riconosce il ritmo della vita degli abitanti, con i loro gesti e con i loro animali. Dorme, bimbi, pastori, agricoltori, cacciatori e tipici personaggi di quei luoghi sono protagonisti di moltissimi scatti. Si tratta di immagini dal grande effetto poetico, capaci di offrire un quadro commovente di un ambiente naturale e umano oggi quasi totalmente scomparso, talora purtroppo dimenticato dalle generazioni più giovani. Motti di quei luoghi e personaggi servirono da modello all’Artista. Comparando quindi fotografie e dipinti si potrà notare il legame profondo che si era sviluppato tra il mondo della Barbagia e la sensibilità del Pittore. Per questo il Comune di Gavoi ha voluto esporre pannelli fotografici e dipinti come un unicum artistico.

Il soggiorno artistico in Sardegna (1953-1954)

ORAZI nel 1953 lascia Parigi, ove aveva il suo atelier nel quartiere degli artisti di Montparnasse, per compiere un periodo di lavoro in Sardegna, regione che lo affascinava per la sua distanza dall’economicismo che caratterizzava l’Europa del dopoguerra, per i suoi paesaggi talora aspri, ancora incontaminati, per le sue vaste solitudini, per il carattere fiero dei suoi uomini la cui vita era profondamente ancorata a tradizioni secolari. In agosto soggiorna a Cagliari presso un amico e dipinge numerosi paesaggi, oggi conservati in collezioni private. Già a fine mese si reca in Barbagia, a Gavoi, ove viene accolto da una famiglia locale e ove vivrà lavorando tra Gavoi, Ollolai e Oliena, spingendosi tutt’intorno alla ricerca dì soggetti pittorici – natura e uomini – di estremo fascino per la sua sensibilità. In Barbagia si svolge la maggior parte dì quel soggiorno sull’Isola. Egli fotografa – un’altra sua grande passione – e poi dipinge sul posto paesaggi, villaggi e ritratti degli abitanti, cacciatori, anziani nel costume del luogo e durante le loro attività, teste, tra le quali le vigorose rappresentazioni di Giuseppino con il suo fucile e la delicata immagine della nipote Filomena in abito festivo, il volto espressivo e forte di un insegnante e di un ragazzo, infine l’anziana signora dai capelli tirati sotto la sua piccola cuffia tradizionale: un ritratto che avrebbe suscitato al rientro a Parigi un grande interesse presso la critica, tanto da venir pubblicato sul quotidiano L’Humamité con il tìtolo dì “Vietile dame de Gavoi”. Questo ritratto, conservato dalla famiglia con particolare affetto, è oggi esposto a Gavoi dopo pressoché cinquant’anni dall’esposizione di Parigi. Trenta quadri consacrati alla Sardegna, ed essenzialmente alla Barbagia, vennero esposti presso la Galerie Marcel Bernheim a Parigi nel 1954. Di questi rimangono oggi a disposizione, al di fuori di quelli in collezioni private non accessibili, quasi una quindicina: essi vengono presentati al pubblico dell’Isola presso il Comune di Gavoi. Essi sono visibili anche attraverso il sito dedicato all’Artista www.painter-in-paris.com cliccando nella sezione “Chronologie” e poi “Cycle de la Sardigne” .
Questo insieme di quadri è stato esposto recentemente anche in Francia su invito dei locali Circoli Sardi nel giugno e settembre 2003, a Villeneuve d’Ascq, Chàteau de Piers, ed a Parigi, Théàtre du Rond – Point des Champs Elysées. In tali occasioni furono presentate anche alcune opere ispirate dal ricordo della Sardegna ed appartenenti a periodi pittorici successivi -Peìnture de la Matière e L’igne Circulaire-, nelle quali l’Artista torna ai suoi cieli notturni, alle sue terre inondate di luce, ai suoi fondali marini che riflettono le epoche del mondo, ai suoi scorci dì paesaggio dai colori intensi.

La storia di Gavoi:

Ancora incerte le origini e il significato del toponimo Gavoi: comunità, recinto di bestiame, accrescitivo di Gavino, il Santo turritano al quale è intitolata la Chiesa parrocchiale. Gavoi viene citato più volte nell’elenco dei centri abitati sardi che nella metà del secolo XIV versano le decime alle curie di Roma(Diocesi di Santa Giusta).
In soli dieci mesi tra il 1960 e il 1961 in località San Pietro alla stretta di pudagiolu venne costruita una diga. Si formò così il lago artificiale di Gusana che fa parte di un sistema idraulico e idroelettrico completato nel 1962. Questo comprende sul Taloro due sbarramenti: quello di Cucchinadorza e quello di Benzone. La capacità del lago è di circa 60 milioni di metri cubi di acqua e si estende per una superficie di 2,4 di Km quadrati. L’invaso è sito nel territorio di Gavoi nella Barbagia di Ollolai e riceve l’acqua dal versante settentrionale del Gennargentu. I suoi maggiori tributari sono il rio Taloro nella zona di Gusana e il rio Aratu: entrambi scorrono in piccoli altopiani, gole di granito e piccole valli. All’uscita del lago di Gusana, il Taloro segue un percorso Est-Ovest e si versa nel lago Omodeo. Nel bacino del Taloro sono dislocati i paesi di Gavoi, Ovodda, Olzai, Teti e Tiana, Fonni. In questi ultimi anni le acque del Gusana vengono utilizzate anche per integrare l’acquedotto del Govossai che fornisce acqua potabile a Nuoro e ad altri centri del Nuorese.
La Chiesa di San Gavino (XVI sec.), di stile tardo-gotico, ha una interessante torre campanaria alta 30 metri, un bel rosone gotico e all’interno un fonte battesimale in marmo con sormontato un tempietto ligneo poligonale con decorazioni ad intaglio del 1706; tra le opere lignee della stessa epoca: il coro (castagno e noce) ed il pulpito barocco assieme a due confessionali in legno dorato e dipinto di epoca barocca, recentemente restaurate. Le vecchie campane della Chiesa di San Gavino portano le date: 1586 e 1591 e sono conservate all’interno della stessa.
Sul rio Gusana c’è un ponte romano che risale a II-III secolo dopo Cristo e una strada romana che collegava Kalaris-Ulbia. Non distante inoltre c’è un altro ponte romano (Su Vicariu) a circa un chilometro da Fonni. Strade e ponti venivano costruite man mano che avanzava la penetrazione romana. I barbaricini furono sconfitti dopo lunghe battaglie. Gavoi, al centro della Provincia di Nuoro, nella Barbagia di Ollolai, la romana Barbagia abitata dalle fiere popolazioni dell’interno che avevano scelto come rifugio le zone impervie del massiccio del Gennargentu.
Territorio di pastori, che partendo dall’altopiano di Lidana, dai boschi maestosi di Soorenti e Goddoro hanno portato l’allevamento della pecora in tutta l’isola. I pascoli non sono sufficienti ad ospitare le greggi ed il pastore gavoese, è da sempre alla ricerca delle grandi Tanche del Campidano, nella Nurra, nella Giara, nel Marghine. A sud le annose querce di Littoreli, aceri minori, agrifogli e biancospini hanno assistito al passaggio di Don Leonardo Alagon nella primavera del 1473 per spartire tra le ville di Gavoi e Ovodda, i salti di Oleri abbandonati a causa della peste del 1398-1401. Poco distante il roccione di Lopène (luogo di pena), secondo la legenda si consumava l’atroce sacrificio dei vecchi che avevano superato i 70 anni, non più in grado di lavorare. Gli stessi figli li immolavano al Dio Kronos spingendoli dall’alto dirupo, per avere una bocca in meno da sfamare. Nel fondo valle il rio Aratu scorre fiancheggiato da pioppi e ontani. Numerose sorgenti e torrenti hanno alimentato gore e canali d’irrigazione. Sono due i corsi d’acqua più notevoli, il rio Mannu che solca il territorio da Nord-Est fino ad immettessi nel lago di Gusana; il rio Aratu che nasce nel Bruncusoina e scorrendo verso Nord raggiunge la vallata del bacino artificiale del Gusana. Il lago è popolato da trote, persici, tinche e carpe. Boschi ininterrotti di lecci e sughereti nascondevano rocce e cielo e offrivano rifugio agli animali selvatici. Un manto verde cinge il paese, e nel verde, i tetti rossi si confondono e si rincorrono. Case solide di granito scivolano sul pendio fino ad arginarsi in un naturale anfiteatro, ai piedi di Pisanu Mele, Cohoddio, Brundiohone che sbarrano la strada ai venti.
Gavoi è una cittadina con una economia prevalentemente agro-pastorale; negli ultimi anni il turismo sta diventando una risorsa importante e a cui si punta per valorizzare le risorse ambientali presenti, importante anche la nutrita produzione di prodotti tipici e caratteristici, come anche le produzioni artigianali uniche e originali.

Per saperne di più: http://www.gavoi.com/storia.htm

Testi in francesi:
“Horace Orazì (1906-1979) s’impose par son rare talent créatif, sa vaste et solide culture, par son authentique formation humaniste enracinée dans le climat raffiné de la culture européenne du début du XXe siècle, ainsi que par ses connaissances techniques dans le domaine de la peinture.
A Paris dès sa première jeunesse, l’artiste participe à cette intense vie intellectuelle, qui faisait de Montparnasse, depuis les années vingt, le point de rencontre et de départ des nouvelles idées artistiques.
Par la suite, pendant les années quarante, il se rapproche des expériences du groupe des <>,que l’on appelait souvent les <>, tout en restant toujours à l’écart des manifestations officielles de l’art et de ses modes. Les oeuvres de cette période -de 1935 à 1948 environ-, natures mortes, paysages, portraits, font clairement apparaître les éléments distinctifs de sa peinture, caractérisée non seulement par son lien avec les Avant-gardes Historiques, Cubisme et Fauvisme, mais aussi avec les grands noms de l’art Post-impressionniste.
A partir des années cinquante, son parcours artistique connaît un développement autonome et certainement original. En témoigne sa “Peinture du Mouvement” (1948-1952 environ), qui suscite par ses effets dynamiques un remarquable intérêt dans la presse de l’époque. Ses recherches successives sur la Sardaigne et le Mexique (1952-1956 environ) aboutissent à des séries de tableaux chargés d’atmosphères extraordinaires, évoquant une nature essentielle et ses hommes. Il peint enfin Paris (1956-1958 environ) et ses bords de Seine, hérissés de chantiers, annoncent déjà sa rupture avec l’expérience figurative classique.
Dès la fin des années cinquante, la peinture d’Orazì s’oriente résolument vers la dimension de l’Informel et dans le domaine complexe de la Peinture en Relief, qui, dans la créativité de cet Artiste, peut être définie, par un terme fort: Peinture de la Matière ou “Matérique”. C’est le début d’une période de grande intensité intellectuelle (1959-1968 environ), qui révèle pleinement, dans la production picturale très riche de ces années, la surprenante imagination de cet artiste ainsi que sa maîtrise des moyens techniques.
Sa Peinture en Relief témoigne d’une forte tendance à la définition circulaire des formes, qui laisse entrevoir ce que sera sa toute dernière manière, où la “Ligne Circulaire” avec ses couleurs étoffées et tendres, violentes et souples à la fois, fait apparaître d’inquiétantes projections psychiques, qui émergent parfois de saisissantes “Têtes-Paysage”(1969-1976 environ).
Le paysage d’ailleurs revient toujours sur les toiles de ce peintre, de sa jeunesse à sa dernière recherche, où la terre est perçue dans l’essence de ses formes et de ses couleurs, de sa générosité et de sa tendresse.” (Francesco Negri Arnoldi, Historien de l’Art à Rome)
La Galleria
La SARDAIGNE vue par le peintre ORAZI
“Le peintre Orazì montre à la Galerie Marcel Bernheim sa première exposition particulière depuis la guerre; si l’on peut voir des oeuvres sur le thème du cirque ou des corridas, s’échelonnant de 1947 à 1953, près d’une trentaine de tableaux sont des oeuvres récentes , entièrement consacrées à la Sardaigne.Elles constituent une étape importante dans les efforts de ce peintre et traduisent la vie populaire d’une manière plus directe et plus humaine; sans rien céder de ses exigences de rigueur et de discipline, il a su exprimer la vie des habitants de la Sardaigne dans des compositions équilibrées, peintes avec des couleurs mates sans violence. Orazì cherche à donner l’impression du mouvement par l’extrême justesse des distances qui séparent les êtres, les choses…Les portraits de vieilles femmes, d’hommes du peuple, les rencontres de paysans à cheval revenant de la montagne sont particulièrement attachants. Dans cette voie, Orazì ajoute à sa volonté de construction , à son désir d’affronter sans concessions des problèmes difficiles de la peinture, une pudique chaleur humaine.
Pierre Meren (Citation de: L’Humanité, 1er Juin 1954)

” L’ensemble présenté chez Bernheim comprend des peintures remontant à 1947-48, quelques études de têtes de paysans sardes et des toiles récentes axées sur un même thème. Les oeuvres récentes pourraient avoir pour titre général: <>. Deux cavaliers se croisent et échangent une parole, au détour du chemin un chasseur débouche sur un paysage nouveau et s’arrête avant de repartir… Chaque toile dit une ambiance, un instant du jour, un moment de la vie des hommes. Avec la maîtrise des moyens, le sens humain s’affirme et l’art d’Orazì s’épanouit.”
Citation de:Les Lettres Françaises, Mai- Juin 1954 (Jean-Pierre Pietri)

Testi in francesi ripresi dal sito dell’artista:
http://www.painter-in-paris.com/sardinia/index.htm

Buone segnalazioni:
– Ristorante SANTE RUGHE, di Marinella e Franco PODDA
Via Carlo Felice, 2 – 08020 GAVOI
Tel. 078. 453774 – info@santarughe.it

– Az. Zootecnica, Caseificio Gianfranco PODDA (x Fiore Sardo DOP)
Via Marco Polo, 42 – 08020 GAVOI
Tel. 328. 8669596

Per informazioni sulla Mostra di ORAZI:
Gristolu (Christophe Thibaude)
Via Eleonora, Gavoi – Tel 328. 7538165

Articolo a cura di Rocco Lettieri per www.simpatico-melograno.it