Anteprima di Benvenuto Brunello di Montalcino 2013

Anteprima di Benvenuto Brunello di Montalcino 2013

Un vino sempre più internazionale

 

A cura di Rocco Lettieri

 

Il 22 Febbraio scorso Montalcino sarà ricordato per una mattinata fredda, nebbiosa con umidità e pioggia. Ultimo degli incontri previsti per le Anteprime dei vini toscani. Giornalisti stanchi e infreddoliti che abbiamo trovato la forza di continuare grazie agli organizzatori che ci hanno messo al caldo e comodamente seduti per essere serviti da valenti e servizievoli sommelier. Davvero bravi. E veniamo alle prime parole del Presidente Fabrizio Bindocci: “Vendiamo in tutto il mondo perché il Brunello è un vino unico, immediatamente riconoscibile. In controtendenza rispetto agli altri mercati, il nostro grande rosso toscano non conosce crisi e l’export fa da traino all’economia del territorio. Gli USA sempre in testa nella lista dei paesi esteri per le esportazioni, dove in 5 anni è raddoppiato il numero di bottiglie vendute. È un vino che non conosce crisi, soprattutto all’estero, quello che viene oggi viene presentato a Benvenuto Brunello”. La manifestazione ogni anno riunisce nel Chiostro del Museo di Montalcino i produttori (135 in questa edizione) che presentano le annate appena lanciate sul mercato (Brunello DOCG 2008, Brunello Riserva DOCG 2007, Rosso DOC 2011, Moscadello DOC e Sant’Antimo DOC) e quella appena vendemmiata (2012), fregiata con 5 Stelle a ben 117 giornalisti italiani e 99 dai paesi esteri. Un vero record di presenze.

 

Dalle parole del Presidente Fabrizio Bindocci sappiamo che: “…il Rosso di Montalcino 2011 ha caratteristiche che si esprimono con grande struttura, con frutti intensi e molto caldi e piacevoli. I produttori del Consorzio si stanno impegnando sempre più nella produzione di questo vino, che sta conquistando una propria identità, per proporsi quale valido prodotto in una fascia di mercato dove è importante il rapporto qualità/prezzo. La vendemmia del 2008 si era svolta in condizioni ottimali e i vini presentavano una buona acidità, con strutture morbide e tannini non troppo aggressivi. Il risultato lo vedremo nei vini che sono affascinanti per la loro intensità aromatica e per le caratteristiche di morbidezza. Un Brunello equilibrato e piacevole, godibile da subito e che merita appieno le quattro stelle che avevamo conferito cinque anni fa. Per quanto riguarda la vendemmia 2012 – ha proseguito Bindocci – la forza del territorio, l’esperienza e la capacità dei produttori hanno saputo trasformare un periodo  potenzialmente critico e difficile in un anno che riteniamo potrà dare grandi soddisfazioni a livello nazionale ed internazionale”. Altre informazioni sempre dal presidente Bindocci: “Per quanto riguarda la produzione, i numeri di Brunello e Rosso sono stabili rispetto al 2011, con rispettivamente 9.200.000 e 4.500.000 bottiglie prodotte. Leggeri aumenti per il Moscadello (40.000 bottiglie nel 2012 contro le 30.000 del 2011) e per il Sant’Antimo (360.000 nel 2012 contro le 340.000 del 2011). Ottima anche la tendenza sul mercato estero: a partire dal 2007, quando era al 60%, la quota di export è progressivamente aumentata, attestandosi oggi al 65% del totale prodotto. Tale aumento è particolarmente significativo se analizzato in termini assoluti: nel 2007 le bottiglie di Brunello prodotte erano circa 6.000.000, con un export di 3.600.000 bottiglie, mentre oggi l’export riguarda circa 5.800.000 bottiglie (65% delle 9 milioni prodotte). In soli 5 anni quindi l’esportazione è aumentata di oltre 2 milioni di bottiglie. Gli USA continuano ad essere un punto di riferimento e il primo mercato straniero, rappresentando il 25% del totale prodotto e quindi raddoppiando quasi le vendite rispetto a 5 anni fa. All’incirca sono quindi 2.250.000 le bottiglie che nel 2012 hanno lasciato Montalcino alla volta degli Stati Uniti. Significativi anche i dati sul giro d’affari delle aziende produttrici, in aumento rispetto al 2011: 167.000.000 euro nel 2012 contro i 163.000.000 del 2011. Anche le altre realtà del settore enoturistico a Montalcino (ristoranti, alberghi, enoteche, ecc.) hanno chiuso il 2012 con il segno positivo: 29.700.000 euro contro i 27.500.000 dell’anno scorso (+ 8%). Per i produttori del Brunello – ha concluso Fabrizio Bindocci – l’essere vincenti sui mercati internazionali è legato principalmente a 2 motivi: investire nei mercati ad alto potenziale di spesa e proporre un prodotto riconoscibile, sia per l’alto valore qualitativo sia per l’unicità dell’offerta”.

 

Ma non è soltanto il Brunello ad andare all’estero: dopo il “boom” degli anni ’80, che ha portato a Montalcino investitori d’oltre oceano come i fratelli John ed Harry Mariani e la creazione di Castello Banfi, gli ultimi anni hanno conosciuto un nuovo impulso all’“importazione” di capitali provenienti dall’estero. Casi ne sono quelli della tenuta Argiano, acquistata solo poche settimane fa da investitori brasiliani, o di Richard Parsons, ex presidente di Citi e Time Warner, oggi nel collegio della commissione bipartisan sui dibattiti presidenziali USA, che nel 2000 ha acquistato la tenuta “Il Palazzone”, o ancora quello dell’industriale svizzero Ernesto Bertarelli, vincitore della Coppa America nel 2003 e nel 2007 con il veliero Alinghi, che ha comprato nel 2011 la tenuta Poggio di Sotto. Oltre che per gli stranieri, Montalcino è un’attrazione anche per grandi investitori italiani: ne è un esempio quello di Riccardo Illy, ex governatore del Friuli Venezia Giulia nonché presidente del Gruppo Illy, che nel 2008 ha rilevato l’Azienda Mastrojanni.

 

La mattonella 2012 disegnata da Cruciani

Sabato mattina, con un freddo davvero invernale, con il Teatro degli Astrusi strapieno come non mai (forse anche per il freddo fuori, ma io non ci credo!!) alla presenza delle massime autorità locali, è stata presentata la “mattonella 2012 – 5 Stelle” realizzata da una grande griffe della moda italiana: il marchio Cruciani, del gruppo tessile Arnaldo Caprai, diventato celebre con la linea dei braccialetti macramè Cruciani C, oggi un vero “must-have” in Italia e nel mondo. “Cruciani ed il Brunello di Montalcino sono legati dall’amore per il territorio, la tradizione e la cultura, uniti al savoir-faire tutto italiano – ha dichiarato Luca Caprai, patron del marchio Cruciani. È questo il segno distintivo dei nostri prodotti e del successo che li contraddistingue in tutto il mondo. Il made in Italy è, infatti, qualità, ricerca, eccellenza e volontà di produrre al meglio che si possa fare ed il Brunello di Montalcino e Cruciani sono proprio questo”. Il disegno della piastrella è costituito da una sequenza di bracciali verticali paralleli dalla tipica forma a quadrifoglio che, differenziandosi per colore, vanno a formare l’immagine di un grappolo d’uva. Il disegno è stato concepito su una matrice geometrica in analogia con il rigore meticoloso e “scientifico” sotteso al raggiungimento della perfezione dei prodotti di grande qualità, mentre la varietà dei colori che compongono il grappolo rappresenta la ricchezza di contenuti del Brunello: intensità, gioia e fragranze inaspettate, mai scontate. Un segno grafico sinuoso ed armonico sovrapposto al grappolo rappresenta e completa il tralcio di vite, rompendo lo schema geometrico e richiamando la natura e le sue forme, l'armonia e la creatività. La preziosa collaborazione con il celebre marchio umbro non si esaurisce però con la formella celebrativa, che va ad arricchire come da tradizione, il “calendario del Brunello” apposto sul muro esterno del Palazzo Pubblico di Montalcino. Per l’edizione 2013 di Benvenuto Brunello il gruppo ha, infatti, creato un bracciale ad hoc per l’evento, ispirato al vino e ribattezzato “Montalcino nel cuore”. Il bracciale, in macramè nel puro stile Cruciani, raffigura 6 piccoli grappoli d’uva con al centro un cuore. Il bracciale è stato donato a tutti gli ospiti che hanno preso parte alla manifestazione. Il marchio Cruciani nasce nel 1992 per volere di Luca Caprai, con l’intento di trasmettere i propri valori e la propria cultura familiare attraverso un messaggio dell’eccellenza.

 

I premi Brunello Leccio d’Oro 2013

Per quanto riguarda l’assegnazione dei premi Brunello Leccio d’Oro 2013, conferiti dal Consorzio ai locali che hanno la Carta dei Vini con una gamma ampia e rappresentativa di vino Brunello e degli altri vini di Montalcino, quest’anno il riconoscimento è andato all’OSTERIA MOZZA di Los Angeles per la categoria ristoranti, all’ENOTECA CORTINA di Cortina D’Ampezzo per quella enoteche e all’OSTERIA BRUNELLO di Milano per la categoria osterie.

L’Osteria Mozza di Los Angeles (www.osteriamozza.com/LA/home.cfm), che fa parte del Mozza Restaurant Group e conta locali in tutto il mondo, è stata creata da Nancy Silverton, Joe Bastianich e Mario Batali, quest’ultimo già premiato con il Leccio nel 2000 per l'osteria Babbo di New York. Al centro del raffinato ed elegante ristorante losangelino si trova il bar “Mozzarella”, in cui una vasta gamma di prodotti freschi come mozzarella, burrata e stracciatella sono preparati e serviti ogni giorno.

L’Enoteca Cortina (www.enotecacortina.com) nasce a Cortina d’Ampezzo nel 1965 ed è gestita da Rita e Gerolamo (Gerry) Gaspari. Offre un'accurata selezione dei migliori vini italiani e stranieri ed è diventata nel tempo una tappa obbligata dei visitatori della località.

L’Osteria Brunello (www.osteriabrunello.it) sorge nel cuore della movida milanese, nella zona pedonale di corso Garibaldi. I piatti offrono il meglio della cucina toscana tradizionale, di impronta tipicamente senese, con qualche piatto lombardo come “ospite d'onore”. La carta dei vini è molto ampia e offre una panoramica nazionale, con particolare attenzione ai grandi rossi toscani e ai “brunello”.

La giuria che ha scelto i locali è composta, come di consueto, dal Presidente del Consorzio Fabrizio Bindocci e dai componenti del Comitato di presidenza Donatella Cinelli Colombini, Marco Cortonesi, Giancarlo Pacenti, e dagli esperti Allan Bay, illustre giornalista nel settore enogastronomico e collaboratore del Corriere della Sera per cui cura la rubriche “Vivi Milano”; l’enogastronoma e scrittrice di libri sul cibo per il mercato USA Faith Willinger; il Presidente dell’Associazione Italiana Sommelier (AIS) Antonello Maietta e il presidente del Gruppo del Gusto della Stampa Estera in Italia Alfredo Tesio.

 

Presentazione dell’annata 2012

Con la tradizionale cerimonia al Teatro degli Astrusi e la presentazione da parte dell’enologo Vittorio Fiore, membro della Commissione di Appello per i vini a DOC e a DOCG dell’Italia Centrale presso il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali nonché docente presso la Facoltà di Agraria dell’Università di Pisa, sono state conferite le 5 stelle alla vendemmia 2012 che uscirà sul mercato solo nel 2017.I vini dell’annata 2012 – ha commentato l’enologo Fiore – hanno una notevole struttura, livelli di polifenoli molto alti e un’intensità colorante molto elevata. I terreni di Montalcino, profondi e dotati di buona componente argillosa, hanno permesso di gestire al meglio la vegetazione e mantenerne il necessario equilibrio in un’annata molto siccitosa e calda. La qualità dei vini del 2012 sarà di elevatissimo livello con caratteristiche ideali per il lungo affinamento previsto per il Brunello”. Dal punto di vista della vendemmia, l’inizio della fase vegetativa si è sviluppato con un leggero ritardo nella seconda parte del mese di aprile, probabilmente a causa del freddo invernale. Anche la fioritura e l’allegagione sono arrivate con un pò di ritardo nella prima parte del mese di Giugno. L’invaiatura si è svolta in un periodo di tempo abbastanza lungo, tra la seconda metà di Luglio e la prima decade di Agosto e la maturazione è arrivata con un certo anticipo. La raccolta, iniziata il 17 Settembre è terminata nella prima decade di Ottobre, si è svolta nelle condizioni ideali. Il clima è stato caratterizzato da forte instabilità, con un inverno estremamente rigido e nevoso, un’estate molta caldo e secca nella prima parte e piovosa a fine stagione, il livello di acidità delle uve è buono, ben al di sopra dei limiti del Disciplinare, e la qualità dei vini sarà di livello altissimo. Per quanto riguarda la quantità, la diminuzione rispetto al 2011 si attesta sul 14%, caratterizzandola come la vendemmia dalle quantità più ridotte degli ultimi 10 anni. Per quanto riguarda il Moscadello, la raccolta delle uve è avvenuta al giusto grado di appassimento e con ottimale gradazione zuccherina, elemento essenziale per questo vino dolce da dessert. Data l’annata, le uve moscato – notoriamente delicate – hanno potuto maturare bene e senza problematiche, spesso dovute ad annate più piovose. Anche per il Sant’Antimo quella del 2012 è stata un’ottima vendemmia, con vini concentrati e un buon potenziale di affinamento. Per questa DOC il disciplinare prevede la possibilità di utilizzo di vitigni sia rossi che bianchi. Le uve bianche sono state raccolte molto presto ad inizio Settembre, con buona maturazione ed equilibrio. Per le uve rosse precoci si è iniziato nella prima decade di Settembre.

 

La degustazione dei vini

Montalcino ha proposto in anteprima i vini che stanno per essere lanciati sul mercato: l’annata 2008 per il Brunello, la 2007 per la Riserva e l’annata 2011 per il Rosso. I numeri, innanzitutto: 135 i “Brunello di Montalcino DOCG 2008” + altri 9 campioni “Preferenze”; 12 le “Selezioni 2008; 19 le “Riserve di varie annate”; 127 i “Rosso di Montalcino 2011” e 36 i “Rosso di Montalcino 2009”; 7 i vini dolci “Moscadello” e 2 “Vin Santo” e, infine, 13 rosso di Sant’Antimo DOC.

 

Partiamo dagli assaggi dei Rosso di Montalcino 2011 per ribadire come lo scorso anno, che finalmente i colori sono quelli giusti, ricercati, del Sangiovese vero: tonalità rosso/rubino con riflessi appena aranciati. Al naso interessanti note floreali, sentori fruttati sempre presenti con una scala che partiva dal frutto fresco al frutto più maturo, mai troppo spinti verso sentori cotti, con finali balsamici (liquirizia, menta, lippia, eucalipto) con punte di legno solo appena marcate. In bocca partenza acidula contenuta con giusto equilibrio con i tannini, non ruvidi, né spigolosi; la piacevolezza si soffermava in gola con buona persistenza di tostature appena “boisé”. Buoni gli spunti minerali. Su 127 campioni ne ho degustato solo un terzo e di questi mi hanno fatto ottima impressione quasi tutti. Segnalare le migliori “memorie degustative” è un’arroganza che non ci dovrebbe competere (un’offesa a chi non appare in questo elenco, ma fors’anche perché non degustato): Agostina Pieri; Campogiovanni; Citille di Sopra; Collelceto; Fattoi; Gianni Brunelli; La Fortuna; La Gerla; La Poderina; Le Potazzine; La Rasina; Paradiso di Manfredi; Le Ragnaie; Lisini; Loacher; Mastrojanni; Pacenti Canalicchio; Poggio Antico; Salvioni; Sesti di Sopra; Siro Pacenti; Solaria; Talenti; Tenuta di Sesta e Uccelliera.

 

La degustazione dei “Brunello 2008”:

L’annata 2008 presentata come ottima annata (4 stelle) non è stata così facile da degustare. Certamente la finezza e l’ampiezza aromatica al naso potevano rispecchiare un grande prodotto con piccola frutta rossa matura e speziature decisamente dolci con finali balsamici. In bocca molti vini si presentavano ancora spigolosi, con acidità accentuate e con tannini slegati, non di certo armonici. Ma come sempre su 135 campioni di cui più della metà degustati, alcuni fuoriclasse ne sono usciti a testa alta confermando che se si opera ben in vigna è indispensabile operare bene anche in cantina. E dove la mano felice dell’uomo ha fatto la sua parte abbiamo trovato grande armonia e tannini quasi vellutati con una piacevolezza di beva che ci si chiedeva se non fosse un altro vino. Riuscire ad fare grandi vini in annate più scarse è il lavoro dei maestri francesi, e qui ne sono certo, in molti sanno fare il loro lavoro. Per quel che mi pare di aver intuito l’annata ha manifestato le straordinarie caratteristiche del Sangiovese, sia sotto il profilo organolettico sia sotto quello dei parametri compositivi, e i vini, oltre ad avere una gradazione alcolica di ottimo livello e in alcuni casi anche piuttosto alta, presentavano valori di polifenoli e di antociani molto elevati e raramente riscontrabili in questo vitigno. Infine, le mie preferenze de gustative sono andate a: Campogiovanni; Capanna; Caprili; Castello Romitorio; Cupano; Gianni Brunelli; Il Marroneto; Il Palazzone; Il Poggione; La Fiorita; La Fortuna; La Gerla; La Rasina; La Togata; Lisini; Molino di Sant’Antimo; Pian delle Querci; Poggio Antico e Altero di Poggio Antico; Salvioni; San Polo; Scopone; Siro Pacenti; Solaria; Talenti; Tassi e Villa I Cipressi. Poche le Riserve 2007 presentate ma quelle che ho ritenuto interessanti sono di grande livello: Ugolaia di Mastrojanni; Phenomena di Sesti; Vigna Soccorso di Tiezzi; Zebras di Villa I Cipressi e Spuntali di Val di Suga.

 

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