Donnafugata fa FRAGORE sull’Etna

Donnafugata fa FRAGORE sull’Etna

25 Ottobre 2018: Finalmente un comunicato ufficiale per poter parlare della nuova avventura dei fratelli José e Antonio Rallo, con mamma Gabriella che si è immedesimata nel ruolo sacrosanto di Nonna (e che Nonna), dell’azienda Donnafugata di Marsala, che dopo Contessa Entellina, Pantelleria e Vittoria ha raggiunto e aggiunto i vigneti del Vulcano più famoso (e pure fumoso) del mondo. Circa 18 ettari di vigneti in parte già in produzione e in parte di nuovi impianti, tutti in zona Doc, distribuiti in 5 diverse contrade: a Randazzo, a circa quota 750 m. s.l.m., in Contrada Montelaguardia, Campo Re, Calderara e Allegracore ed a Passopisciaro in contrada Marchesa, a quota 730 m. s.l.m. Le uve vengono vinificate nella cantina dell’azienda in contrada Statella, a pochi km dal centro cittadino di Randazzo. Da queste contrade sono già stati prodotti e presentati i primi due vini: Sul Vulcano Bianco Etna Doc 2016 e Sul Vulcano Rosso Etna DOC 2016.

L’annuncio del nuovo vino rosso dell’Etna è stato dato sui social aziendali attraverso le parole di Antonio Rallo che ha dichiarato: “Siamo felici e orgogliosi di presentarvi #Fragore, Etna DOC, cru di Contrada Montelaguardia. Fragore, prodotto nel comune di Randazzo, in contrada Montelaguardia, è un vino icona da accostare al rosso Mille e una Notte di Contessa Entellina e al Passito di Pantelleria Ben Ryé . Sorso dopo sorso, sperimenterete la sua eleganza e la sua personalità vulcanica unica. L’etichetta, nuova straordinaria opera di Stefano Vitale, attraverso una donna fiammeggiante che annuncia l’energia del Vulcano, esprime la metafora dell’azienda, sempre proiettata verso il futuro in moto perpetuo, che dalla Sicilia occidentale è arrivata a Est a Vittoria e infine sull’Etna. In alto i calici, #winelover!

Fragore da novembre sarà nelle enoteche e nei ristoranti d’Italia e forse del Mondo, perché ne sono state prodotte solo 15 mila bottiglie. Per una volta il Fragore dell’Etna non è il rombo che accompagna nuove eruzioni, quelle che da millenni sgorgano dal vulcano più alto e attivo d’Europa, bensì il nome di un vino. Il Fragore, quindi ultimo rosso nato a Donnafugata, è stato ottenuto da uve della vendemmia 2016, selezionando le migliori parcelle di Nerello Mascalese per proporre un cru di eccellenza. Sul vulcano siamo arrivati per poterne esprimerne il potenziale straordinario. Un impegno certosino che questa volta ha interessato le pendici nord del vulcano,  in contrada Montelaguardia, una sotto zona la cui unicità è riconosciuta dalla specifica menzione in etichetta, insieme alla Doc Etna. I vigneti di Donnafugata a Montelaguardia, poco più di 4 ettari, si trovano a 750 metri sul livello del mare, ad est del centro abitato. In questa contrada la composizione del terreno è il frutto delle colate laviche avvenute tra il ‘500 ed il ‘600; l’interazione tra questi terreni, il loro microclima e le vigne anche di 70 e più anni, rendono irripetibili ed eccezionali le caratteristiche dell’uva qui prodotta e del vino che ne deriva.

 

 

Un terroir di particolare fascino e pregio pedo-climatico: da una parte “a Muntagna”, dall’altra i Monti Nebrodi che in parte fanno da barriera alle correnti foriere di pioggia in arrivo da nord; a Randazzo, si crea così una sorta di “sacca climatica” caratterizzata da precipitazioni inferiori rispetto agli altri versanti del vulcano. L’area dove nasce il Fragore gode quindi dei vantaggi dell’altitudine caratterizzata da forti escursioni termiche tra il giorno e la notte, soprattutto in estate. Sono queste le premesse che favoriscono la produzione di uve di grande finezza aromatica. Ed inoltre, le piogge non eccessive, la notevole capacità drenante dei terreni sabbiosi dell’Etna e i frequenti venti di Tramontana, offrono le migliori condizioni per avere uve sane e dalla perfetta maturazione”.

 

Uva Nerello Mascalese di circa 40 anni

 

Uva Minnella

“Nel 2016 il Nerello Mascalese di Montelaguardia lo abbiamo raccolto in pochi giorni; – ha ancora affermato Antonio Rallo –  le uve erano bellissime e sono state vinificate nella nostra cantina di Randazzo, uve ricche di polifenoli ben maturi che hanno dato una struttura di elevata qualità. Infatti, Fragore è un vino che presenta un bouquet ampio e profondo, di eleganza e personalità vulcanica; nitidissime sono le note fruttate così come quelle floreali, speziate e balsamiche, al palato integrate e sorrette da tannini importanti e di notevole persistenza. In poche altre regioni del mondo – ha concluso Antonio Rallo – si può raggiungere una tale complessità, in grado di evolvere nel tempo”.

 

 

 

 

La veste di Fragore richiama l’immaginario di Donnafugata e la forza della natura che crea e trasforma. “Siamo sempre stati proiettati verso il futuro – ha dichiarato la sorella José – sin da quando i nostri genitori Giacomo e Gabriella hanno dato vita all’azienda di famiglia. E l’etichetta di Fragore – che abbiamo voluto anche comunicare attraverso una splendida animazione video – è una metafora del nostro impegno che dalla Sicilia occidentale ci ha portato poi ad est, a Vittoria e sull’Etna; l’illustratore Stefano Vitale cattura questo moto perpetuo come quello di un oggetto nello spazio, attratto da gravità invisibili, e lo restituisce con le sembianze di una donna fiammeggiante, il cui fragore annuncia l’energia del vulcano. Un’etichetta unica, come l’anima di questo vino”.

 

 

 

 

 

“L’Etna, monte e vulcano, – ha ancora dichiarato José Rallo di Donnafugata – è temuto e venerato come una divinità; l’illustrazione d’autore che abbiamo scelto per il nostro vino è carica di energia con colori intensi, quelli di questo territorio: rosso, gialli e neri cangianti. FRAGORE è frutto di un territorio che ci mette in comunicazione con il cuore della terra e in degustazione possiamo sentirne tutta la sua forza attraverso la mineralità e la salinità: mare e montagna di fuoco”.

 

 

 

Durante la mia visita di metà Settembre ho potuto constatare visivamente la spettacolarità di questi terreni e toccare con mano le uve, sanissime, ancora in pianta di Nerello Mascalese e di qualche pianta di uva bianca Carricante. Ad accompagnarmi tra i 18 ettari di proprietà Donnafugata, di cui quindici vitati, 5 di nuovi impianti e per il restante vigneti distribuiti nei cinque appezzamenti, c’erano l’agronomo Salvo Giuffrida, Francesco Ferreri, responsabile commerciale della Sicilia Orientale di Donnafugata (Etna e Acate) ed Ernesto Del Campo, grande conoscitore della zona etnea che mantiene vivi i rapporti tra l’azienda e il territorio. Ho avuto la fortuna e il tempo di degustare almeno 20 vini direttamente dalle barriques dell’annata 2017 e i tre vini da bottiglia: Sul Vulcano bianco 2016 (già esaurito), Sul Vulcano Rosso (ancora poche bottiglie) e il Fragore 2016 in anteprima, in affinamento, senza neanche l’etichetta. Posso assicurare che tutti i vini degustati sono in grado di marcare il territorio. Il bianco offre finezza, eleganza, sentori floreali e delicate nuances di spezie; ben presenti e integrati sono acidità e sapidità con sorprendente mineralità che rimanda alla natura vulcanica dei terreni. Per i due rossi confermo quanto detto sopra da Antonio Rallo: la “elegante” vulcanicità che il vino mette in risalto sia nei profumi che in bocca. Vini da provare. Pranzo e cena al ristorante quasi confinante con la cantina di Donnafugata: Parco Statella Turismo Rurale (www.parcostatella.com).

Alcune foto dell’Etna

 

 

 

 

 

 

a cura di Rocco Lettieri