Castello di Morcote – 10 anni di conduzione Gaby Gianini

Il Castello di Morcote

10 anni di conduzione Gaby Gianini

La “rinascita” del vigneto del Castello di Morcote è da ascrivere all’intraprendenza della famiglia Gianini già dal 1930, in mano oggi alla giovane e dinamica Gaby Gianini, attuale proprietaria del Castello, dei vigneti, con annesso il ristorante Vicania e il nuovo Relais Castello di Morcote.

 

La Tenuta Castello di Morcote è una azienda vitivinicola ristrutturata nel 1988 con la costruzione di un nuovo vigneto sulle spoglie di quello precedente degli anni ‘30. Ora quello del Castello di Morcote, in territorio di Vico Morcote, è il vigneto più esteso (8 ettari vitati + altri due in fase di lavorazione, sul totale di 172 ettari del fondo) del Luganese e senz’altro il più importante e ricco di storia. Ha una parentela strettissima con la storia della moderna vitivinicoltura ticinese in quanto già sede sperimentale nella fase della ricostituzione del vigneto ticinese, distrutto sul finire dello scorso secolo dalla filossera, grazie alla lungimiranza di Giuseppe Paleari, allora direttore dell’istituto agrario di Mezzana e discendente dell’ultimo castellano. La storia del Castello di Morcote risale all’epoca romana. Lo testimonia la presenza dei resti di una massiccia struttura situata praticamente al centro della costruzione, probabilmente una torre di vedetta utilizzata anche in seguito nel periodo longobardo. Data invece intorno al 1100 la costruzione di una prima fortezza, avvenuta in un periodo di guerre tra milanesi e comaschi per il predominio sulla zona attorno al lago Ceresio. Il castello nelle forme attuali è stato edificato da Banca Maria Visconti e Francesco Sforza Duchi di Milano nel 1450 ed è giunto a noi nella sua veste originale non ché unico castello ancora rimasto nel Sottoceneri.

 

La viticoltura è molto accurata, principalmente manuale. La vigna viene lavorata scrupolosamente in gestione biologica con lo scopo di ottenere uve altamente qualitative ed il vigneto del Castello di Morcote è attualmente il più grande in Ticino ad aver ottenuto la certificazione BIO federale. La produzione, sommando anche i 4 ettari di Arzo nel Mendrisiotto, si aggira sulle 60’000 bottiglie di bianchi e rossi pregiati, più alcune migliaia di bottiglie di finissima Grappa e uno strepitoso Olio del Ceresio DOP. La produzione del vigneto è limitata a 500 grammi di uva per ogni metro quadrato, pari a circa 37 ettolitri di vino per ettaro. Questo controllo della resa permette di raggiungere alte concentrazioni di sostanze pregiate e nobili nell’uva.

Ci troviamo in una penisola in pieno Sud-Ovest, dell’Arbostora, con suolo costituito prevalentemente da porfido rosso, roccia di origine vulcanica, un unicum in Ticino, suoli vulcanici e duri, che vengono proprio da terreno a base acida, che danno vini profumati (bouquet complesso), con estrema finezza ed eleganza. Il rosso del Castello di Morcote (anche in versione Riserva), vinificato in stile bordolese, affina circa 18 mesi in legno francese, per smussare gli angoli tannici e per far risaltare la mineralità dei vigneti di questa regione. Ad occuparsi della parte tecnica è Michele Conceprio, che si è occupato della viticoltura a Morcote sin dal 1996 ed in qualità di enologo della Tenuta Castello di Morcote dal 2009.

 

Per festeggiare le ultime dieci vendemmie, da quando Gaby ha preso in mano le redini di tutta l’azienda familiare, domenica 8 settembre, ha invitato una sessantina di persone Sommeliers e amici dell’associazione ASSP per una giornata di “Porte aperte al Castello”, con visita ai vigneti, al Castello e con una degustazione verticale di sei vendemmie del Castello di Morcote rosso (90% di Merlot + 10% di Cabernet Franc) nelle annate: 2009/2011/2012/2013/2015/2016.

La degustazione ha illustrato le caratteristiche di vinificazione e le qualità organolettiche dei vini del terroir straordinario di Morcote. Tutti e sei i vini sono stati apprezzati e lodati dagli ospiti con anche commenti dei numerosi sommelier presenti. La mia scelta personale è andata a tre vini molto qualificati e interessanti da bersi oggi, ma che possono ancora stare ancora per molti anni in cantina: 2013 – 95/100; 2015 – 94/100 (futuribile) e 2009 – 93/100, il più pronto di tutti ma con una carica di emozionanti sensazioni.

 

 

C’è da dire ancora che dalla raccolta della vendemmia 2013 è arrivato al Castello, come consulente esterno, dalla Toscana, Luca D’Attoma, il più grande e stimato enologo e produttore italiano, con specializzazione nel vitigno Cabernet Franc. E già nella vendemmia 2015 abbiamo avvertito la sua mano nel vino Castello di Morcote. Luca è un uomo schivo, positivo, poco social (preferisce lavorare senza essere in prima linea) ma di una caratura che pochi hanno quando prende in mano una cantina da seguire. E pertanto volendo raccontare un solo vino, vi trascrivo le mie impressioni per il rosso della vendemmia 2015: “vino dal colore rosso rubino carico, violaceo intenso, lucido e brillante. Ha profumi eleganti, balsamici e mentolati che ricordano il mirto e l’alloro, con sentori di piccoli frutti neri e rossi (ribes, more, mirtilli) con un tocco di spezie (pepe nero, noce moscata, cannella) e anice stellato nel finale. Fine e “personale”, quasi vinoso, in bocca ha tannini sottili sostenuti da alcol e acidità in ottima armonia. Buona la rispondenza naso bocca, bella la persistenza allo stesso tempo ampia e potente. Vino già pronto da bersi che può anche restare anche ancora quattro/cinque anni in cantina”.

 

A degustazione verticale finita, c’erano da assaggiare anche gli altri vini della Cantina, tre vini bianchi: Bianca Maria Bianco IGT 2018 (90% Merlot e 10% Sauvignon), vinificato in acciaio; Favola Bianco del Ticino DOC 2018 (Chardonnay 60%, Kerner 20% e Sauvignon 2%); Castello di Morcote Bianco Merlot del Ticino DOC 2018 (50% nuove e il restante di secondo passaggio), certificato uve BIO. Quest’ultimo ha ricevuto la medaglia d’oro al Mondial du Merlot.

Tre vini freschi, piacevoli, armonici, estivi, e di buona acidità e “saporosità”.

A seguire quattro vini rossi: Il Moro Merlot della Svizzera Italiana IGT 2017, vinificazione in acciaio. Un vino dal colore accattivante, violaceo, lucido, con archetti distinti; al naso mette in mostra florealità e freschezza con bella frutta rossa (fragola, gelso, amarena) con finale di erbe aromatiche di giardino. In bocca ha immediata piacevolezza malgrado la struttura dei tannini che sono ancora ben evidenti ma non aggressivi. Ben presente la mineralità finale. Si sposa bene con la cucina tipica del Ticino: salametti, costine, carni arrostite e formaggini “büscion” freschi conditi con olio e pepe ed anche formaggi d’alpeggio di media stagionatura. Gli altri tre: Rubino Merlot del Ticino DOC 2017; Castello di Morcote Merlot del Ticino DOC 2017 (Merlot 90% e Cabernet Franc (10%); Castello di Morcote Riserva Merlot del Ticino DOC 2016 – certificati uve BIO. Direi con questo vino una chiusura di grandissimo spessore. Un vino che avrebbe bisogno di almeno ancora 6 mesi per dare il meglio di sé. Noi possiamo aspettare tranquillamente la primavera del 2020.

Per chiudere l’interessantissima giornata (con il sole splendente dopo una notte con diluvio), siamo saliti in auto al Ristorante Vicania dove non è mancato nulla. Bravo lo chef Andrea Bertarini, già chef stellato al Conca Bella di Vacallo, che ha preparato piatti deliziosi di “montagna” che abbiamo abbinato ancora una volta ai vini bianchi e rossi del Castello di Morcote. Bravi anche tutti i sommelier dell’ASSP che hanno fatto il servizio sia al Castello che qui sull’alpe. Gli stessi che in chiusura hanno premiato la produttrice Gaby con una Magnum del Sommelier e il foulard delle Donne del Vino del Ticino.

 

 

 A cura di Rocco Lettieri