Cantina Monti – Degustazione verticale favolosa

Azienda Ivo Monti – Cademario – Malcantone – Ticino

 Degustazione e omaggio a Sergio Monti

Il Malcantone è una “regione” particolare del Ticino incastonata tra il Monte Ceneri e il Lema sino alla frontiera di Ponte Tresa. Il microclima è particolarmente adatto alla coltivazione della vite e qualcosa ne sanno quei produttori tedeschi che hanno seguito le orme del Consigliere di Stato Giovanni Rossi che agli inizi del secolo scorso mise a dimora le prime barbatelle di Merlot. La Cantina Monti è una piccola azienda a conduzione familiare che ha i propri vigneti sui Ronchi che da Cademario scendono verso Bioggio, suddivisi in diverse parcelle per un totale di 6 ettari, orientati a Sud, Sud-Est e terrazzati a monofilare. Tutte le parcelle vengono vinificate separatamente e poi assemblate per la cuvée definitiva.  Ivo Monti coltiva varietà di uve rosse e bianche di differenti cloni. Nonostante che l’altezza media delle parcelle nei Ronchi di Cademario sia elevata, la particolare esposizione e le forti pendenze permettono un ottimo adattamento alle differenti varietà di vite. La cantina si sviluppa in verticale su tre livelli ed ogni operazione di cantina avviene per caduta, senza pompe. I vigneti sono terrazzati a monofilare con reti antigrandine. Il terreno leggero, sabbioso e profondo, genera uve che danno origine a vini di spiccata identità. Tutta la lavorazione è effettuata manualmente e vengono applicati i metodi della “produzione integrata” per un miglior rispetto dell’ambiente. Fa parte di VINATURA e da due anni certifica BIO i suoi prodotti.

Il vino: IL CANTO DELLA TERRA 2006

 Il Canto della Terra prodotto e vinificato per la prima volta dalla vendemmia del 2000 incantò il Maestro Veronelli e ne ricevette l’esclusivo SOLE che in Ticino fu solo assegnato all’Orizzonte di Zündel ed al Sassi Grossi di Gialdi. Nasce da due parcelle vitate e terrazzate tra le più vecchie dell’azienda Monti sui Ronchi di Cademario. Un vino ottenuto con il massimo dell’attenzione sia in vigna che in cantina. Voluto così importante a significare il cambio del Millennio, il cambio di percorso del vino ticinese, il cambio dell’attenzione che rigorosamente bisogna dare al territorio, al vitigno, al vino. Un Canto fatto di armonia, emozionale come solo una musica può dare, ed ecco quindi “Il Canto della Terra – Das Lied von Der Erde” di Gustav Mahler. Veronelli a Sergio Monti rispose: “Carico di anni attenderò la buona stagione per venire a conoscere te e le tue vigne”. 

 

Scheda del vino:                Monti Il Canto della Terra 2006 (Sole di Veronelli)

Denominazione:                              Merlot del Ticino DOC.

Zona di provenienza:                      Ronchi di Cademario.                                                       Posizione:                                        Alta collina a 500 m slm.

Età media dei ceppi:                       30/35 anni

Vitigno:                                           Merlot 100%

Resa:                                                400 gr al mq.

Vinificazione:                                 Pigiatura con i piedi; fermentazione in barriques aperte.

Maturazione                                    In barriques nuove (da 100  e da 225 litri) per 15 mesi.

Analisi                                             Alcol: 14,1 %vol.

Degustazione:

Il Canto della Terra è la massima espressione del vino Ticinese. Un vino che non va raccontato poiché ognuno (fortunato chi trova una bottiglia) dovrebbe poterne cogliere da solo, in meditazione, le emozioni che solo grandi vini possono dare. Anche solo dicendo che si tratta di un vino complesso, profondo, armonioso, con finale speziato e balsamico si va ad “inquinare” il gusto personale. Lo consiglierei come vino da conversazione accompagnandolo con pane bianco e un pezzetto di formaggio duro. Vino da dimenticare ancora per cinque anni in cantina.

Una domanda sulla vitivinicoltura cantonale l’abbiamo rivolta a IVO MONTI in occasione di un incontro vendemmiale.

Da alcuni anni i vini bianchi e rosati stanno facendo perdere al Ticino la leadership  che sino ad oggi era riservata al Merlot. Cosa ci riserverà il prossimo futuro?

“I rosati dapprima e i bianchi poi hanno contribuito in maniera determinante alla diffusione dei vini ticinesi negli ultimi anni. I bianchi ottenuti con l’uva rossa Merlot hanno permesso al Ticino vitivinicolo di accaparrarsi fette di mercato in precedenza occupate da vini della Svizzera romanda e d’importazione. Nello stesso tempo hanno permesso di aumentare, seppur di poco, lo smercio del vino ticinese in generale. La breccia è stata aperta sul finire degli anni ‘90 con il rosato da Merlot, in breve assurto a prodotto qualitativamente concorrenziale con in più il fascino del vino innovativo rispetto alla nostra tradizionale vitivinicoltura. Dopo un lustro di aumento della richiesta e dunque della produzione, il rosato ticinese è entrato in una fase di stabilizzazione, lasciando spazio all’incremento dei vini bianchi ticinesi, ottenuti anche con altri vitigni nobili oltre al Merlot. Vedo dunque il futuro della vitivinicoltura ticinese rinfrancato da questa nuova tendenza di mercato che richiede innanzitutto vini di alta qualità e tra questi anche vini freschi, fruttati quali i bianchi. Non condivido pienamente l’operazione Merlot in bianco, nato nel 1992, da una vendemmia cattiva che costrinse a vinificare le uve rosse in bianco. Ma che oggi si continua a fare vino bianco da Merlot secondo me è insensato perché le preziose uve rosse ticinesi hanno una loro fascia e un loro mercato che non andrebbe perso a favore della richiesta di bianchi. I bianchi ticinesi dovrebbero essere prodotti ma con uve bianche appositamente impiantate e in zone favorevoli alla produzione, come ad Arzo e Tremona e sulla costa “ferrigna” del Malcantone.

MALCANTONE Bianco dei Ronchi 2001

Bianco del Ticino DOC

Gradazione alcolica: 13,2% vol.

Uvaggio

Chardonnay, Muller Thurgau, Chardonnay, Pinot Grigio e Pinot Nero in bianco; fermentato in barriques francesi di legni diversi per 4 mesi

Nel bicchiere

Colore paglierino carico con riflessi verdognoli, brillante; al naso si presenta complesso con una carica floreale di indicibile piacevolezza, con fruttato esotico (lichee, papaya) e agrumato di cedro; in bocca è caldo, armonico, leggermente astringente, con retrogusto appena tostato con note minerale e di timo fresco.

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La storia del Merlot che dal 1906 ha trasformato il volto della viticoltura ticinese

Intervista a Sergio Monti presidente della Federviti (Aprile 2006)

Nel 2006 ci sono stati i festeggiamenti per il centenario del vitigno Merlot. Questo centenario è stato anche occasione di interrogarsi su quale sia il ruolo della viticoltura ticinese nel contesto economico del Canton Ticino. Sergio Monti, allora Presidente della Federviti, intervistato ci raccontò: “L’introduzione del vitigno Merlot data dal 1906, grazie, come quasi sempre accade, alle energie creatrici di persone che intravedevano in questo vitigno, l’inizio di una nuova cultura viticola qualitativa per il Cantone. Citiamo tra gli altri Luigi Cattori presidente federviti dal ’49 al ’70, Alfonsito Varini (’70-’90), ricordando anche il ruolo fondamentale di Alderige Fantuzzi (che con la sua Cattedra ambulante tenne, all’inizio dello scorso secolo, migliaia di conferenze in Ticino) e di Giovanni Rossi (Consigliere di Stato cui va il merito di aver introdotto il Merlot nel Malcantone). Ma non fu facile per il Merlot imporsi nelle nostre terre. La sua espansione – ci spiega ancora Monti – non è stata rapida, anzi fu ostacolata dalle guerre e dalla situazione economica sino agli anni ‘50, data che coincide con la fondazione della Federviti e con il lento sviluppo educativo e formativo del viticoltore. Dopo gli anni ’50 il settore primario, fu fortemente abbandonato dalle giovani generazioni attratte dalle crescenti possibilità di lavoro nell’industria, commercio, finanza e servizi. Tuttavia, malgrado il citato abbandono, circa 4000 appassionati continuano a mantenere vivo l’attaccamento alle attività umili e alle tradizioni, forse per non sentirsi spaesati di fronte alle molteplici attività evanescenti della società moderna”. Fu negli anni ‘80 che ci fu un vigoroso risveglio culturale viticolo, culminato negli anni ’90 con il raggiungimento di elevati livelli qualitativi dei vini Ticinesi rispetto ai vini d’importazione, proprio grazie al vitigno Merlot. Ma come si giunse a questo risultato? Oltre all’incessante opera di formazione dei soci da parte della Federviti (culminata in un programma completo di formazione continua alla Scuola agraria di Mezzana), mi piace ricordare la limitazione della produzione che 10 anni fa vide la fissazione del limite di un chilo per metro quadrato, pena il declassamento delle uve, nonché l’introduzione nel 1991 delle regole della Produzione Integrata, promossa e gestita dalla nostra associazione; questa disciplina, che garantisce una produzione nel rispetto della natura, è abbracciata ormai da più della metà dei viticoltori Ticinesi. Un ruolo importante, riguarda anche il sostegno alle nostre attività da parte della Ricerca Federale agronomica con una sede in Ticino. Il costante miglioramento genetico della vite occupa uno spazio rilevante nella ricerca scientifica e grandi restano ancora le aspettative rivolte al futuro”.

Ancora una domanda a Sergio Monti: Come possiamo giudicare la situazione economica viticola del Canton Ticino, che rappresenta il 6% rispetto a quella dell’intera Confederazione?  “Possiamo affermare che il nostro Cantone gode di una stabilità ragguardevole rispetto al resto della Svizzera, per aver definitivamente lasciato in tempo l’aspetto negativo della sovrapproduzione a favore di un equilibrio quantità-qualità e prezzo, positivamente accettato dal consumatore. Grazie ad un approccio sempre più scientifico nel modo di produrre, anche le cantine si sono rapidamente aggiornate con l’acquisto di sofisticate attrezzature termo controllabili, e migliorato la selezione delle uve acquistate o prodotte. Una situazione positiva, dunque. Ma come in tutte le attività economiche che sono influenzate da una globalizzazione forse troppo accelerata, per il futuro occorrerà mantenere un’attenta osservazione dei rischi del mercato e preferibilmente puntare sulla qualità superiore. Per mantenere questo obiettivo – continua Sergio Monti – occorre indirizzare gli sforzi su alcune linee direttive. Innanzitutto dobbiamo mantenere e aggiornare nelle sezioni, tramite le 50 riunioni annue, le tecniche di coltivazione che rispettino l’ambiente, programma iniziato nel 1991. Importante poi, diversificare la produzione una volta ottenute le conoscenze delle interazioni tra vitigno, clima e terroir (a questo proposito il “progetto terroir” sta entrando nella fase esecutiva), e raggiungere entro 5 anni, la copertura totale della coltivazione delle viti nel rispetto delle regole della produzione integrata, incentivando, inoltre, la meccanizzazione dei vigneti collinari per ridurre i tempi di lavoro a le fatiche dell’uomo. Altro punto importante è quello di adeguare i prezzi delle uve ai maggior valori ricavati dal commercio, e incentivare la vinificazione in proprio là dove la professionalità e le conoscenze enologiche sono state dimostrate”.

 

 

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Le Guide di Luigi Veronelli in Canton Ticino

Dialettiche, contese, controtendenza

Molte ed importanti le novità, a conferma di un percorso originale che ha insegnato a molti come riscoprire la terra, i suoi prodotti e i suoi artefici.

Ripercorriamo la presentazione della Guida ai Vini di Veronelli – edizione 2012

L’edizione 2012 della Guida Oro “I Vini di Veronelli”, edita dal Seminario Permanente Luigi Veronelli, è stata presentata alla stampa e agli operatori, all’interno della cornice “bykeMerida” dell’Hotel Colorado a Lugano, gentilmente messa a disposizione da Learco Bernasconi. Una edizione speciale poiché si ripercorrevano i momenti salienti della presenza nella Guida Italiana del Canton Ticino vitivinicolo, voluta dal grande Maestro Gino Veronelli che considerava il Ticino un’oasi felice per…camminare la terra… e ultima propaggine dei vini d’Italia prima dei vini del Reno e della Francia. La parola è andata al curatore Gigi Brozzoni e quindi a Rocco Lettieri, che da 20 anni, appunto, si occupa di seguire il Ticino sia per i vini che per ristoranti e hotel, e questi ultimi due anche per l’Engadina. A Rocco Lettieri è spettato il compito di raccontare i 20 anni di presenza in Guida a partire dal quel famoso novembre del 1992, quando egli stesso mise insieme al Parco Saroli di Lugano, con allora i coniugi Vanini, 10 grandi chef ticinesi e dieci grandi vini per un avvenimento unico alla presenza del Maestro Veronelli. Primo incarico a Rocco Lettieri e prima uscita nel 1993 con 34 produttori e 78 vini. Già nel 2000 i produttori erano 45 con 201 vini, nel 2005 i produttori salirono a 51 con 252 vini per chiudere con la Guida ultima del 2012 con 44 produttori e 222 vini. Molte le domande e le risposte sia da parte dei relatori che dal pubblico presente quali: Mirto Ferretti del RAC, Ivo Monti, Riccardo Varini, Cristina Beretta (giornalista di Civiltà del Bere). Alla domanda di quest’ultima su cosa si è notato di cambiato in questi 20 anni, Rocco Lettieri ha confermato che il Ticino vitivinicolo è cambiato in meglio sotto ogni aspetto anche con gli stimoli che arrivano dai punteggi e dai numerosi articoli della stampa nazionale e internazionale.

Gigi Brozzoni ha focalizzato il lavoro svolto dai produttori classificandoli in tre distinte categorie: i tradizionalisti, gli innovatori (molto lavoro in vigna e utilizzo di nuovi strumenti di cantina e lunghi affinamenti in barriques) e gli internazionalisti (vini più potenti, a volte con appassimenti, e anche in mescolanze di diverse uve). Mirto Ferretti ha fatto notare gli sforzi che sono stati fatti in Ticino per quanto riguarda lo studio del “terroir” che è davvero molto diverso pur se solo in una regione di 1050 Ha. Infine Savino Angioletti della ASSP ha lodato gli sforzi che vengono fatti per sostenere una Guida che nel tempo ci conforta per i numerosi confronti che vengono fatti nelle degustazioni comparate da cui il Ticino ne esce sempre a testa alta.

Questa del 2012 è un’edizione che comprende 2.935 aziende, di cui 226 esordienti, con 17.200 vini descritti e fra questi 2.014 al loro esordio in Guida. La novità di questa edizione è l’introduzione dei capitoletti regionali dedicati a “I Luoghi del Buon Bere”, ossia la pubblicazione di una rigorosa selezione dei migliori ristoranti nei quali, oltre alla qualità dei cibi, si possono apprezzare i migliori vini che l’Italia produce. Inoltre si è ritornati a mettere i “capitoletti” anche nelle schede descrittive dei produttori e dei loro vini. I vini premiati con le Super-TreStelle per l’Italia sono 557, selezionati attraverso una strettissima maglia fissata a 93 centesimi. Una soglia altissima dettata dal continuo miglioramento della qualità dei vini italiani di qualsiasi Regione, che pone l’Italia ai vertici della produzione mondiale. Spicca su tutte il Piemonte, seguito dalla Toscana, ma si sono registrate significative crescite da parte di quasi tutte le altre regioni con ottimi riscontri per Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Puglia, Sicilia e Sardegna.

Come sempre completa l’edizione il settore dedicato ai vini del Canton Ticino a cura di Rocco Lettieri, che pone 22 vini ai vertici con le Super-Tre Stelle sui 222 descritti di 44 aziende. Anche quest’anno inoltre figurano 21 vini segnalati con il “Sole”, venti per l’Italia e uno per il Canton Ticino il Rosso del Ticino Riserva Ernesto*** (ex Crespera già presente in guida e dedicato al fondatore Otto Bally) che ha raggiunto in questi ultimi anni l’elite dei vini del Luganese. Merlot 70%, Cabernet Sauvignon 20% e Franc 10% sono davvero ben dosati per poter arrivare ad avere quell’equilibrio non vegetale tipico di queste uve. Questa la presentazione del vino: “Ha colore rosso rubino intenso con riflessi violacei; al naso ha un bouquet ampio con leggero sentore di peperone verde, per poi passare alla frutta rossa matura con finale di rabarbaro fresco misto a profumi speziati di pepe nero e coriandolo. Al palato è piacevolmente sapido, rotondo e vellutato, con tannini dalla trama sottilissima con buona componente acida per un perfetto equilibrio. Nel finale è ancora evidente una presenza erbacea di felci mista a foglie di alloro, di buona persistenza aromatica. Un “SOLE” che va a premiare l’intera azienda per gli sforzi profusi nella ricerca della vitivinicoltura”. Nella Guida 2012, il Ticino figura con 222 vini con 2 spumanti, 3 dessert, 6 rosati, 54 bianchi e 157 rossi di cui 7 con il simbolo del “Fiore”, a significare che sono entrati in guida per la prima volta. Le distinzioni di merito sono in “stellette rosse”, da una a tre (52 di questi vini hanno ricevuto le tre stellelle rosse con punteggi da 90 a 92) e in “Super Tre Stelle Blu” – i Vertici – (22 vini con punteggi da 93 a 96 – uno bianco e 21 rossi). Come si diceva, tra questi, un vino ha preso il “SOLE”.

Alla fine ai presenti è stata offerta la possibilità di degustare, in tutta libertà, ben 36 vini ticinesi, dal 2008 indietro sino al 1989, offerti da Rocco Lettieri e prelevati dalla sua cantina personale. Vini che hanno davvero impressionato per la tenuta nel tempo (finezza, potenza, eleganza, suadenza, tannini morbidi e lunga permanenza nel retro gola) e per la piacevolezza di beva a distanza di tanti anni. Tra quelli da ricordare: Montagna Magica 1992 di Huber, Rovio Riserva 1989 di G. Franco Chiesa, il Rompidée 1991 di Chiodi, il Sassi Grossi 1996 di Gialdi, il Canto della Terra 2000 di Monti, l’Orizzonte 2003 di Zündel, il Castello Luigi Rosso 2004 di Zanini, il Ronco dei Ciliegi 2005 di Mondò e, eccezionale, sui piatti della cena che è seguita, il Riflessi d’Epoca 2004 di Brivio, da doppio magnum. Una degustazione che ancora una volta ha confermato l’alto potenziale dei vini ticinesi, che come diceva il grande enologo Denis Deboudieu, ricercatore universitario e produttore di Sauternes, il Ticino è secondo solo ai grandi vini di Bordeaux.     

La degustazione da Monti

 

 

 

  Degustazione Verticale Monti 08-set-19  
N. Nome del Vino Annata Punti
  BIANCHI    
1 Valle di Bogno Ronchi di Cademario 1982 94
2 Valle di Bogno Ronchi di Cademario 1983 91
3 Valle di Bogno Ronchi di Cademario 1985 89
4 Valle di Bogno Ronchi di Cademario 1986 88??
5 Malcantone Bianco di Cademario 1987 94
6 Malcantone Bianco di Cademario 1989 96
7 Malcantone Bianco di Cademario 1990 95
8 Malcantone Bianco di Cademario 1992 90
9 Malcantone Bianco di Cademario 1993 89
10 Malcantone Bianco di Cademario 1994 93
11 Malcantone Bianco di Cademario 1995 94
12 Malcantone Bianco di Cademario 2001 93
13 Malcantone Bianco di Cademario 2008 Tappo
       
  ROSSI    
14 Bogno Ronco di Cademario 1982 85
15 Valle di Bogno 1984 ???
16 Malcantone Rosso dei Ronchi 1988 89
17 Malcantone Rosso dei Ronchi 2009 94
18 Rovere Merlot del Ticino 1989 Tappo
19 Malcantone Rosso dei Ronchi 1991 91
20 Rovere Merlot del Ticino 1993 94
21 Rovere Merlot del Ticino 1994 95
22 Malcantone Rosso dei Ronchi 1994 93
23 Rovere Merlot del Ticino 1995 94
24 Rovere Merlot del Ticino 1997 95
25 Malcantone Rosso dei Ronchi 1999 96
26 Malcantone Rosso dei Ronchi 2001 97
27 Malcantone Rosso dei Ronchi 2004 92
28 Malcantone Rosso dei Ronchi 2005 97
29 Rovere Merlot del Ticino 2006 93
30 Il Canto della Terra 2011 98
31 Il Canto della Terra 2013 98

 

 

 

Ivo Monti, Sabrina e Sonny Monti

Cantina Monti

Via Ai Ronchi

CH – 6935 Cademario

Tel. +41. 91. 922.98.22

 

A cura di Rocco Lettieri