COLLISIONI 2022 – Torna ad Alba il festival AGRIROCK

COLLISIONI 2022 – Torna Il festival AGRIROCK

con un’edizione tutta dedicata ai giovani

Giovani da tutta Italia, laboratori, podcast e video-installazioni, per un’edizione che vuole passare la parola alle nuove generazioni

Torna fra meno di un mese Collisioni, il festival Agrirock che, dal 9 al 17 luglio, accoglie in Piemonte il grande pubblico, in Piazza Medford ad Alba, grazie al sostegno dell’amministrazione comunale. Un’edizione speciale, interamente dedicata ai giovani, con oltre cinquantamila ragazzi e ragazze attesi da tutta Italia: dal Lazio al Veneto, fino all’Abruzzo, passando per la Sicilia. Un grande happening musicale, per festeggiare finalmente la prima estate di “normalità” dopo due anni di chiusure di concerti, scuole e attività ricreative e sport. 

Sabato 9 luglio la line up del festival ospita l’unica data estiva in Piemonte dell’attesissimo Blanco, preceduto dal concerto di Gianmaria. Domenica 10 si prosegue con i Pinguini Tattici Nucleari preceduti dal live de La Rappresentante di Lista. Mentre sabato 16 luglio ha luogo la grande giornata di festival dal titolo “Tutto Normale”, il progetto nato da un’idea degli studenti di Alba e organizzato da Collisioni in collaborazione con Banca D’Alba, per consentire a tutti i giovani presenti di assistere a 5 concerti con un solo biglietto: 5 ore non stop di live che vedranno susseguirsi ininterrottamente sul palco Madame, Tananai, sangiovanni, Frah Quintale e Coez. L’edizione 2022 si conclude infine con il concerto-spettacolo del famoso Stand-up Comedian Valerio Lundini accompagnato ad Alba dalla band I Vazzanikki, anche loro amatissimi dai giovani.

È apparso infatti doveroso quest’anno dare un forte segnale di sostegno alla fascia di popolazione che più di altre ha subito le profonde ferite della pandemia: i giovani. Una categoria rimasta per lo più invisibile in TV e sui giornali, poiché non rappresentava un’emergenza sanitaria. Un’intera generazione che è stata privata dei più importanti momenti aggregativi e che ha vissuto il momento critico dell’adolescenza in lock down e in DAD. A tutti questi giovani non è ancora stata riconosciuta la grande prova di maturità che hanno saputo affrontare, dipinti talvolta dagli stessi media come smartphone-dipendenti, o come ragazzi fragili e impauriti dalla vita reale, quasi dei “fantasmi”.  Senza considerare che saranno proprio loro a dover prendere in mano il testimone.  

PROGETTI SPECIALI

L’edizione 2022, grazie anche al sostegno dei partner consolidati di Collisioni, nasce così dall’urgenza di creare un evento in grado di esprimere la cultura dei giovani, ospitando i portavoce di una generazione per trasformare l’evento in una grande cassa di risonanza pensata per dare espressione tramite le installazioni artistiche, le interviste, i podcast e le campagne fotografiche ai giovani da tutta Italia. Una lunga serie di iniziative, nata con lo spirito di dare loro la parola senza troppi filtri, per interrogarci su alcune questioni fondamentali: come siano riusciti a lasciarsi alle spalle la pandemia, quali siano i loro sogni e soprattutto i loro progetti per il futuro, come vedono sé stessi e in cosa si vedano diversi e innovativi rispetto ai loro nonni e genitori. 

Con la collaborazione di Fondazione CRC, che quest’anno compie i suoi trent’anni, è nato il progetto speciale La Generazione delle idee, che ha permesso di coinvolgere nell’ambito del Progetto Giovani di Collisioni migliaia di studenti della provincia di Cuneo, con laboratori e incontri in presenza insieme ai ragazzi a partire dal mese di marzo per la preparazione di videointerviste, workshop di fotografia, Social e radioweb, per rendere protagonisti proprio gli under 30 all’interno delle giornate del festival

Grazie a Banca d’Alba è stato anche possibile realizzare la seconda edizione di Tutto Normale, la giornata di festival di sabato 16 luglio ad Alba che già lo scorso anno, fra mille difficoltà, ha coinvolto numerosi artisti per dare un segnale di normalità. E il cui titolo vuole essere un messaggio di speranza per il ritorno alla normalità della vita dei giovani, dopo anni di chiusura che hanno causato lo sfaldarsi delle reti aggregative.  

Collisioni inoltre non perde nemmeno quest’anno il suo carattere di Festival Agrirock. Ospita infatti le eccellenze del territorio piemontese, dal latte piemontese distribuito in forma di Yogurt da bere a tutti i partecipanti, grazie alla collaborazione con un partner storico di Collisioni come Latterie Inalpi che fa della filiera corta e della rete territoriale uno dei suoi valori, ai prodotti di filiera corta di Confederazione Italiana Agricoltori Cuneo ai vini del Consorzio Asti Docg, bollicina ufficiale di Collisioni.  

I biglietti di Collisioni sono disponibili online su Ticketone e sugli altri circuiti o presso i punti vendita autorizzati. 

“Finalmente dopo un anno torna la rassegna musicale Collisioni, quest’anno interamente dedicata ai giovani verso i quali abbiamo un debito come comunità, essendo stati proprio loro i più frenati nel percorso più delicato della loro formazione durante la pandemia” – sottolineano il Presidente della Regione Piemonte e l’Assessore alla Cultura e al Turismo -. “A loro diciamo grazie, ma grazie lo diciamo anche agli organizzatori, agli sponsor e all’amministrazione per avere mantenuto alta l’asticella della qualità di questa edizione con ospiti che sapranno infiammare l’entusiasmo di un pubblico che arriverà da tutta Italia e non soltanto”.

INFO FESTIVAL:

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Addetto stampa: Veronica Sisinni – +39 347 0681604;

veronica.sisinni@gmail.com

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LA STORIA di COLLISIONI

Quella che state per leggere è una piccola storia italiana scandita in tredici anni che parla di sogni, errori di gioventù, di ambizione, cocciutaggine, successi e fallimenti, di quel momento della vita in cui la mamma vi dice che dovreste cominciare a cercarvi un lavoro serio, ma voi proprio non riuscite a gettare la spugna e abbandonare i sogni del rock ‘n roll. Collisioni è una storia che parla di provincia, nel senso più oscuro del termine, quando all’università, nel weekend, prendi il treno per tornare in campagna, e sai che il sabato sera le strade della città si animeranno  di vita, mentre tu sarai lì ad ascoltare i grilli e a consumare da solo il tuo cd di Bob Dylan. Nessuno poteva immaginarsi allora che Dylan sarebbe stato così folle da venire a suonare nelle piazzette di quella provincia agricola, e che il pubblico di città si sarebbe dovuto spostare in campagna per ascoltarlo. La provincia in questione sono le Langhe piemontesi, terre del Barolo e del tartufo bianco. Posti di campagna di cui i cittadini si limitano a dire sempre “da voi si mangia e si beve bene” come se nella vita non ci fosse altro. Posti dove se hai studiato lettere o filosofia ti senti un fallito, o un emarginato. Uno che non verrà mai preso sul serio e che nella migliore delle ipotesi si trasformerà in un esperto di marketing per scrivere brochure sulla bellezza e la bontà di quei vini. Quello che leggerete qui è la storia di un sogno e di un riscatto, e insieme un appello accorato ai giovani perché non intraprendano mai un’avventura come questa.

2009 – L’anno in cui tutto ebbe inizio

Un gruppetto di giovani non ancora trentenni cominciò a ritrovarsi spontaneamente in un paesino delle Langhe chiamato Novello, rubando le sedie al bar della piazza, e portandole fuori per sedersi in cerchio e discutere un festival che sarebbe nato proprio quell’estate. Chissà per quale motivo pensavano che un festival dovesse essere la risposta a tutti i loro problemi: c’erano i filosofi del rock, che ancora non erano usciti pienamente dal trip dei bagni del licelo, e dalle prime canne fumate ascoltando Roger Walters. C’era chi era stanco di restare confinato nel solito giro di amici, molte ragazze cercavano un fidanzato, o cercavano di mollare il loro e trovarne lì uno nuovo. Un grande evento rock era nell’aria. Con tutti i sogni e le speranze che di solito soffiano sempre con la musica rock. Nessuno sapeva chi lo avrebbe pagato, chi avrebbe montato i palchi. Ma era certo che si sarebbe fatto. Era troppa l’energia, e arrivavano, in quei pomeriggi di domenica, operai e panettieri, estetiste e impiegati, e tutti avevano una loro idea su cosa dovesse diventare quel festival. Idee molto diverse, ma accomunate dalla speranza e dalla certezza che qualcosa sarebbe cambiato. Poi arrivò quel nome. Uno di noi aveva letto ad alta voce una poesia di Cesare Pavese in cui si ripeteva per cinque volte la parola collina. E in un impeto futurista venne fuori la parola COLLISIONI. Un titolo che aveva dentro una vena di ribellione rock, il bisogno di superare gli steccati tra generi diversi, letteratura, cinema, musica, ma anche quei confini di campi, vigne e colline in cui si era forgiata la mentalità arcaica dei nostri nonni. “Quest’estate ci sarà Collisioni” si ripetevano i giovani nelle strade di Alba “Vado su a Novello per organizzare Collisioni”. E non pareva nemmeno più un festival, ma una rivoluzione a chi tutti dovevano prendere parte. I festival del Piemonte avevano tutti nomi seri, compassati, e quella parola, Collisioni, spaventava chi aveva più di 50 anni, come qualcosa di oscuro e minaccioso. Però  parlava al cuore dei più giovani, di chi non si riconosceva negli eventi che organizzavano i cinquantenni, e forse credeva che Collisioni avrebbe dato voce a una nuova generazione.  I vecchi, gli imprenditori del luogo erano preoccupati, dicevano che quei giovani erano pazzi, che qualcuno si sarebbe fatto male. E poi Collisioni arrivò. Migliaia di giovani da tutto il territorio accorsero ad ascoltare gli scrittori, i musicisti, gli attori che parlavano sulle piazzette di Novello. Tutti gli ospiti quell’anno vennero al festival a proprie spese. I volontari che andavano a recuperarli a Torino, a Milano, pagavano la benzina. Chi arrivava da più lontano dormiva nella chiesa di Novello, per terra, col sacco a pelo, e il giorno seguente le ragazze tentavano di lavarsi nelle scuole materne del paese. Fu così che nacque il popolo dell’Agrirock, e le colline vennero invase di giovinezza,  un po’ come doveva essere accaduto durante la resistenza fiorirono di fazzoletti colorati. Al termine del festival, esaltati dal successo trovammo su internet l’email dell’agente europeo di Bob Dylan. Pieni di vanagloria e successo gli mandammo una lettera appassionata, in cui gli parlavamo di Collisioni. Ovviamente nessuno rispose.

2018 – Musica tra le vigne

Ogni giorno continuano i pellegrinaggi dei fan che da tutto il mondo vengono a Barolo  per capire dove ha suonato Dylan o Sting o dove dormiranno i Depeche Mode o Lenny. Non ci resta che sederci con un buon calice di Barolo e ascoltare i meravigliosi brani musicali di questa raccolta, ricordando con un po’ di nostalgia con chi eravamo sotto al palco in quella bella serata d’estate a Barolo. Canzoni e ballate dei tanti artisti che hanno reso celebre nel firmamento del rock un antico borgo di collina che porta il nome di un grandissimo vino. Qualcuno ha scritto che le vacche producono migliore latte se ascoltano la musica di Bach nelle stalle. E non è da escludere che anche le vigne non possano essere aiutate  dai grandi concerti rock, e le tante melodie non aiutino a far maturare meglio i preziosi grappoli d’uva da cui nasce il Barolo. Quando le chitarre si scatenano, e i suoni del basso si perdono nel buio  lungo i filari.  Lo sapremo in futuro, assaggiando le vecchie annate, quando forse il festival non ci sarà più e stappando una vecchia bottiglia, leggeremo l’annata e ci ricorderemo che allora c’era un festival chiamato Collisioni. E le vigne abbarbicate sulle loro colline attenderanno ancora nel loro stupore botanico che una nota rompa il silenzio, per ascoltare le melodie di un nuovo concerto a Collisioni.

Credit foto: day3 jw21-3

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                                            A cura di Rocco Lettieri