FINAL PARTY WITH GRANDES TABLES SUISSES

HOTEL SPLENDID ROYAL LUGANO

 FINAL PARTY WITH GRANDES TABLES SUISSES

 

Domenica 12 Novembre scorso presso l’HOTEL SPLENDID ROYAL di Lugano si è chiusa la 17esima edizione di S.Pellegrino Sapori Ticino, la grande manifestazione gastronomica iniziata il 17 Settembre al Castello di Morcote, poi il 21 Settembre con il Gala Diner a Parigi e con il Grand Opening il 24 Settembre all’Hotel Splendid, dove appunto si è tenuto l’incontro di chiusura con 150 ospiti e con in cucina 4 chef del Canton Ticino: Lorenzo Albrici (Locanda Orico), Domenico Ruberto (Hotel Splendid), Ambrogio Stefanetti – (La Vecchia Osteria di Seseglio) e Frank Oerthle (Ristorante Artè/Villa Castagnola).

Un tour de force iniziato il 1 di Ottobre all’Eden Roc di Ascona e continuato per ben altre 16 serate in Ticino e toccando anche Zurigo e Losanna. Dalla Francia si sono avvicendati famosi chef che hanno illuminato le tavole per circa 40 serate con 2 ristoratori tristellati, 7 a due stelle e 3 a una stella, più altri due stellati del Canton Ticino (Lorenzo Albrici e Domenico Ruberto).

Il successo della manifestazione è stato raccontato da Dany Stauffacher, patron indiscusso sin dalla nascita di Sapori Ticino. Dei vini in abbinamento ne hanno parlato i produttori: Claudio Tamborini e Feliciano Gialdi.  

Nel menù in visione trovate i piatti e i vini che hanno deliziato quest’ultimo incontro che è stato dedicato al Grande Maestro Ticinese Angelo Conti Rossini, di cui quest’anno ricorrono i cento anni dalla nascita (1923-1993), primo chef bistellato Michelin del Ticino già alla fine degli anni ’60, e indiscusso “anarchico” cuoco e maestro di piatti creati con maestrìa, fantasia e libertà anche molto territoriale.

 

Ed pertanto vorrei parlarvi proprio dell’Angelo di Brissago che ho avuto fortuna di conoscere e di sedermi nel suo ristorante “Giardino” (poi diventato Agorà) sin dal settembre 1972 (ben 51 anni fa), per la mia cena di addio giovinezza (mi sposavo il mese dopo). Ne nacque un’amicizia che è durata sino alla sua dipartita (21 Marzo 1993). Sulla mia rivista IL SIMPATICO ne ho scritto ogni volta che andavo a Brissago (anche per fare corsi di cucina) e dopo la sua morte (in bicicletta), il collega CARLITO FERRARI, alias GRIMOD, ne scrisse anche lui un lungo resoconto per ricordarlo per i primi 10 anni unitamente ad Alberto Dell’Acqua della Rivista Gastronomie&Tourisme. Il Titolo: ANGELO CONTI ROSSINI, dieci anni dopo, edito da Salvioni Edizioni e presentato a Zurigo.

Molte copie sono state omaggiate da Alberto Dell’Acqua in ricordo di un Grande del Canton Ticino.

Riporto pari pari il pezzo che Carlito Ferrari mi mandò da pubblicare.  

“Zurigo, 23 marzo 2003, ore 19.00, Hotel Savoy Baur en Ville, circa 80 gli ospiti chiamati a ricordare, a 10 anni dalla scomparsa, il compianto Angelo Conti Rossini, chef di Brissago, da cui abbiamo tutti appreso lezioni di vita e di “cultura gastronomica: “Care Monica e Fernanda, parenti, estimatori e amici. Angelo indimenticabile! Nel tuo spirito di grande altruismo, di voglia di comunicare, di praticare e insegnare la comprensione e l’amore, potrebbe rientrare l’idea di questa serata festosa? Diceva giorni fa il tuo carissimo amico Manfred Hörger: «ovunque egli sia, speriamo che non ci critichi troppo!» Sottintendeva: per l’organizzazione della Sua commemorazione odierna. Che tutto sia perfetto penso sia qui da vedere, da condividere. Che l’odierna testimonianza di stima e di affetto perduri, immagino anche per voi, sia un voto da pronunziare. Riprenderei quanto diceva Manfred per dire che un ricordo di Angelo Conti Rossini può essere riassunto, alla fine, in questo dicton:

«Wenn es dir möglich ist, auch mit

nur einem kleinen Funken

die Liebe in der Welt zu bereichern,

dann hast du nicht umsonst gelebt».

È deceduto in bicicletta, vittima del suo cuore “un pò troppo turbolento”. Lo scrisse Cyril Nicod dieci anni fa in G&T: «J’ai eu le privilège de le côtoyer longuement dans une clinique où nous étions tous deux victimes d’un cœur un peu trop turbulent». Ed aveva premesso che una persona eccezionale, con un percorso di vita come quello di Angelo, «n’économise pas son homme».

Grazie mille, Angelo! è il titolo di Peter Suter nella NZZ del 23 marzo 1993. «…Der Tessiner war Sozialist, Kommunist und so etwas wie ein Anarchist, aber in späteren Zeiten musste da wohl weitgehend von Tempi passati und von einer überzeugenden liberalen Haltung gesprochen werden. Angelo war ein Philosoph. Während sich andere Restaurateure über Hürden und Bürden beschwerten, meinte er: “Haben wir nicht einen schönen Beruf?Die Gäste kommen freiwillig zu uns, sie bestellen in der Regel das, was wir ihnen empfehlen, dann bezahlen sie alles, und am Schluss sagen sie noch Grazie mille!». 

Tra le altre testimonianze di 10 anni or sono i due ultimi capoversi del pezzo di Frédy Girardet, in Gastronomie & Tourisme, racchiudono l’uomo e il professionista d’alto valore. «On ne pouvait qu’être l’ami de Angelo, qui savait faire de chaque rencontre un moment privilégié. Il y a quelques années lorsqu’il fut hospitalisé à Lausanne, c’était lui le battant et l’optimiste qui me racontait le tour du lac à vélo et les paysages de son cher Tessin. Et n’oublions qu’avant tous et le premier en Suisse, Angelo Conti Rossini s’est fait connaître au-delà des frontières régionales et nationales. On venait de loin découvrir son “Giardino”, sa cuisine et son hospitalité. On en repartait riche d’une nouvelle amitié».

Ne IL MIO LIBRO (1986) Angelo Conti Rossini fornì una sua lunga confessione in pubblico, raccontando tutta la sua carriera: una sorta di slow motion in cui è possibile cogliere le sue emozioni, le sue gioie, i suoi riconoscenti omaggi alle persone cui si riteneva in debito di gratitudine. «Un lungo periodo durato trentacinque anni, un apprendistato di vita, dove il sole si alternava alle nuvole, dove le bufere hanno lasciato il loro segno, ma se certe cose non sono state fatte come Dio comanda, è sempre stato per debolezza umana, mai per cattiva volontà o per calcolo». A fine giugno del 1983 s’inaugurò il Giardino di Ascona. Nella mia nota settimanale (3 luglio), se ne ricorderà il qui presente direttore di allora, riferii esordendo che Hans Leu aprì la cerimonia felicemente, dicendo: «Ora due parole in lingua tedesca, che sarà sempre la seconda lingua, perché la prima di tutte sarà l’italiano».  Continuai l’articolo con una bastonata all’imprenditore, iniziatore-proprietario-promotore del nuovo complesso (Hans Kündig, poi sparito nell’oblìo), per non essersi nemmeno degnato di pronunziare un “buona sera”. E, montanellianamente, descrissi con pungente caricatura il tipo di realizzazione attuata da persona forse dotata di milioni, ma di scarsa, inesistente, educazione.

Negli altri tre quarti del pezzo, come giusto fosse, dedicai simpatia ed elogi ad Angelo Conti Rossini, ad Alois Brünner e Hans Leu. La mattina stessa della pubblicazione, Angelo mi telefonò, arrabbiato, dicendosi meravigliato, perché si sentiva “distrutto e tradito” da uno dei suoi migliori amici. Lasciai sbollire la sua ira, anche perché mi disse che «vedendo paragonato il nuovo complesso alle terme di Montecatini, non ho più voluto andare avanti». Gli raccomandai di leggersi tutto l’articolo, di giudicare poi. Accettò e l’indomani mi richiamò per dirmi: «ti devèt vignii giù». Così feci, ci sedemmo e, davanti ad una flûte, chiarimmo; tutto ridiventò come prima. La sua evoluzione politica è stata continua: comunista, socialista, anarchico, liberale.

Nel febbraio 1981 fu alle esequie di un suo amico coetaneo, l’artista Guido Bagutti massone, deceduto improvvisamente a 58 anni. Angelo ne rimase colpito. Mi domandò qualche cosa sui principi della Massoneria. Qualche anno dopo, avendo maturato l’idea lungamente (1985), chiese di esservi ammesso. Cosa che avvenne l’anno dopo. Trovò di che appassionarsi. Studiò accanitamente, da lettore ghiotto e intelligente. Si fece una sua nuova cultura. Tra i suoi lavori ve ne sono parecchi che meriterebbero citazioni. Noto solo come si avvicinò alla fede e alla ricerca della verità: «Sant’Agostino – il filosofo nato pagano in Africa (Tagaste, 354-Ippona, 430) battezzato a Milano da Ambrogio. Non vedeva alcun conflitto tra la ragione e la fede. Infatti, la fede è un impegno preliminare ad ogni ricerca di verità. Come si può cercare la verità senza aver preliminarmente fede nella sua esistenza? Perciò la fede non costituisce un ostacolo né un limite all’uso della ragione; essa (la fede), anzi, ha valore di stimolo e di guida alla ricerca razionale». 

Per questa sua immediatezza si è sempre guadagnato simpatie e amicizie. Lunga, incrollabile, quella con i nostri ospiti di questa sera: Manfred e Christina Hörger. Risale agli inizi degli anni ottanta. Insieme a lui, insieme a Marco Solari, curarono il diner di gala al Monte Verità per i reali di Svezia in visita ufficiale in Ticino. Da allora, non fece che consolidarsi. Credo che Angelo, persa la sua adorata Miriam, trovò qui una seconda casa famiglia. Per questa ragione Manfred, memore della gran festa che organizzò in questa stessa sala per festeggiare i 50 anni di professione di Angelo (ottobre 1988), ricordandoci un mese fa del 21 marzo del 1993, disse: «Lo dobbiamo onorare, ci penso io!».

Quattro settimane dopo sboccia l’idea di scrivere una monografia in ricordo. Coinvolgo Alberto Dell’acqua che ben lo conobbe e che, nella sua prestigiosa rivista G & T ne parlò spesso. Allacciate le cinture, si parte. Con ottima collaborazione siamo riusciti a compilare lo ZIP alla casa editrice. Nel contempo ho trovati gli sponsor: con immediatezza hanno garantito la copertura dei costi. Grazie a tutti!! Nasce il volumetto: ANGELO CONTI ROSSINI. 10 ANNI DOPO. A voi, cari ospiti del Savoy e amici, di giudicare se il lavoro sia riuscito. Ce l’abbiamo messa tutta. Un capitolo della stessa credo sia riuscito: quello intitolato “Senza parole”, ovvero Angelo raccontato dalle fotografie inedite di Alfonso Zirpoli. Lorenzo Albrici, il talento della cucina ticinese che con Angelo ha lavorato qui al Savoy, dalla sera alla mattina ha eseguito e fatto fotografare i piatti “tre ricette di Angelo.”  Se qualche stecca, alcune omissioni sono state commesse, chiediamo venia.  Soprattutto, chiediamo venia a quell’illustre figlio del Ticino che si chiamava Angelo!”

Un diner voluto dai coniugi Cristina e Manfred Hörger, che è stato realizzato dagli chef Alois Brünner, Rolf Laible e Lorenzo Albrici.

Trascriviamo per un perenne ricordo il menu di Angelo Conti Rossini:

> Aperitivi diversi dalla cucina del Savoy

> Terrina di anatra classica con cespuglio di insalate primaverili, vinaigrette al vecchio balsamico tradizionale e brioche tiepida

> Trancio di trota salmonata alla moda di Angelo con vellutata al vino rosso, porri e sfogliata al rosmarino

> Sella di agnello in abito verde (roulade), patatine e primizie leggermente trifolate, glassate al fondo bruno

> Assaggio di formaggio “Bedretto” di Diego Orelli

> La “scodela Dimitri” e assaggio di mousse al cioccolato Stella

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Molti i contributi nel volume: Angelo Conti Rossini, 10 anni dopo.

Questo il pezzo di Enrica Frigerio e del sottoscritto: In memoria di Angelo Conti Rossini, pubblicato anche sulla Rivista Il Simpatico: “La fortuna ha voluto che già negli anni ‘70, giovanissimo, sentivo in me il piacere della buona tavola e del buon vino. Correva l’anno 1972, mancavano pochi giorni al mio matrimonio, e per l’addio giovinezza, scelsi di andare con gli amici Sergio e Severino a cena da Angelo Conti Rossini di Brissago. Era da poco uscito un articolo su Epoca che lo elogiava come uno dei più bravi del Ticino. Ho ricordi nitidi del menù: mousse di pernice, salade de coquilles St. Jacques, oxtail clair, patè de saumon + scampi, croquette de ris de veau, le sorbet, ballottine de canard, le fromage, la scodela Dimitri. Vini : Champagne L. Roederer, Aigle Les Murailles e Beaune Clos de Mouches di Drouhin. Una cena indimenticabile che segnò l’inizio della conoscenza con Angelo che da allora si consolidò e sino alla dipartita di dieci anni fa.

Lo ricordo, sempre di sabato, quando con il suo amico Max veniva a Cantù, nel mio panificio a comperare il pane con l’uvetta e quello con le noci e sempre, si mangiava, in piedi, calda, una bella baguette ripiena di mortadella di Bologna tagliata fine fine con un bicchiere di vino che ogni volta cambiavo e che apprezzava anche come conoscenza di vini italiani, Cà del Bosco in primis, che poi ha sempre tenuto in carta. Tra i miei ricordi più belli, la sua scuola di cucina.

Eravamo negli anni ‘90. Ricevo la sua raccomandata: “Caro Rocco, la mia Agorà è aperta. Che ne pensi di una serata gastronomica come ai bei tempi + scuola? Se sei interessato metti 5 amici + te in macchina e vieni a Brissago, parteciperete dalle 16.00 in avanti alla preparazione della cena, da noi scelta. Ciao, vedrai che sarà bello. Angelo”. Numerosi gli articoli pubblicati sul Simpatico, sempre con titolo: Agorà, sotto il segno del successo. Le lezioni, sempre di sabato, si sono susseguite con tanto entusiasmo, tra un carosello di ricette di alta professionalità e lo stupore per la semplicità con la quale lui le insegnava con “diabolica abilità e disarmante rapidità”. Un giorno chiesi, Angelo come posso definire la tua cucina: “La mia è una mescolanza di gastronomia regionale, ispirata agli insegnamenti francesi, ma con molta libertà e fantasia…”.

Non poteva essere diversa, da anarchico convinto qual’era. Da lui si poteva davvero scoprire il grandissimo amore che aveva per la cucina, bastava andare una sola volta nella sua Agorà, vederlo cucinare, stare insieme, per rendersi conto che per lui “creare in cucina” era una cosa innata, una gioia. Tanti i ricordi e i momenti, tante le ricette che ci ha lasciato: tra le più emozionanti, la minestra di lenticchie, la crema di legumi, il fegato d’oca in stampo, il rombo al Barbera, gli scampi in gelatina, l’insalata gourmet, la mousline di luccio, il sorbetto al the, il gelato vaniglia…. In chiusura un pensiero di Angelo: “Nessun luogo e nessun tempo sanno unire le genti quanto la tavola”. Grazie Angelo di esserci stato amico, la tua parte migliore ci è rimasta, e per sempre.

Potete leggere qualcosa in più su Angelo Conti Rossini su questo link: http://simpatico-melograno.it/?p=2174

a cura di Rocco Lettieri