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Dati definitivi produzione 2016 Assoenologi 22/11/2016 13.44.01 PREMESSA Nelle pagine che seguono sono
illustrati i dati definitivi sulla produzione 2016 elaborati dall’Associazione
Enologi Enotecnici Italiani - Organizzazione nazionale di categoria dei tecnici
del settore vitivinicolo - Assoenologi. Essi
sostituiscono quelli divulgati il 5 settembre 2016. Le rilevazioni di Assoenologi non sono il risultato di un “giro
di telefonate” ma dell’elaborazione di migliaia di rilievi
ottenuti da fonti diverse. La base è data
dalle valutazioni condotte a livello locale dalle diciassette Sedi periferiche che
coprono l’intero territorio nazionale. Questi dati vengono quindi confrontati
con un’altra moltitudine di informazioni acquisite autonomamente dalla Sede
centrale. Questo modo di operare consente da anni all’Assoenologi di
formulare in modo obiettivo, fra la fine di agosto e l’inizio di settembre, le prime
previsioni sulla vendemmia e, nei primi giorni di novembre, le stime definitive
della produzione, tanto da essere poi confermate, dopo diversi mesi, dall’Istituto
nazionale di statistica (Istat) con piccoli margini di differenza. Il presente dossier è
diviso in tre parti. Nella prima viene fatto un quadro sugli aspetti generali che hanno caratterizzato
la produzione. Nella seconda viene dettagliata
la situazione, regione per regione. La terza parte comprende un giudizio
sulle ultime dieci vendemmie e una serie di tabelle da cui si possono
verificare i dati riportati nel presente dossier o ricavarne di nuovi. Riccardo Cotarella
Presidente Assoenologi
Le previsioni vendemmiali dell’Assoenologi possono
essere scaricate anche dal sito internet: www.assoenologi.it
alla voce “Area stampa > Studi di settore”. Tutte le informazioni, i dati e le
tabelle contenuti in questo dossier non possono essere riportati, utilizzati o
trasmessi in alcun modo o forma senza che venga indicato: fonte Assoenologi.
PRODUZIONE VITIVINICOLA 2016
La vendemmia appena conclusa, rispetto alle prime
valutazioni di Assoenologi sulla produzione fatte il 5 settembre, non ha fatto
registrare sostanziali differenze, sia per quantità che per qualità, ad
eccezione di alcune zone che hanno risentito dell’andamento climatico dei mesi
di settembre e di ottobre. Complessivamente, secondo il centro studi di
Assoenologi, la quantità si attesta tra lo 0 e +2% rispetto alla passata
campagna pari a circa 51.500.000 ettolitri di vino. La qualità rimane
complessivamente eterogenea ma comunque assai interessante, con punte di
maggior interesse per quei vini che hanno potuto beneficiare del positivo
andamento dei mesi di settembre e di ottobre. L'annata 2016 si è
contraddistinta per i livelli contenuti di stress idrico e termico. Un’annata
favorevole a produzioni di qualità per coloro che hanno gestito in modo
efficace la difesa.
Nel periodo vendemmiale l'Italia è risultata spaccata in due. La ridotta piovosità
e la buona escursione termica che hanno caratterizzato il mese di settembre al Centro-Nord
e sulle due isole maggiori hanno favorito il regolare svolgimento delle
operazioni di raccolta. Ciò purtroppo non si può dire per il Meridione peninsulare
che ha invece goduto di una piovosità abbondante e in molti casi sensibilmente
superiore alla norma. Nel complesso si stima una buona annata, con picchi di
eccellenza nelle zone meno colpite dal maltempo e laddove la vite è stata
soccorsa nel migliore dei modi. I cambiamenti climatici che si verificano
sempre più spesso creano delle trasversalità meteorologiche di tipo tropicale
che possono determinare importanti differenze quantitative anche in zone molto
ristrette e di conseguenza anche delle problematiche produttive. Per questo è
sempre più richiesta l’opera dell’enologo che deve intervenire per far fronte a
nuove esigenze che si creano in vigneto e in cantina e anche per prevenire situazioni
che possono influire negativamente sulla qualità del prodotto.
2016: l’influenza
dall’andamento meteorologico sul ciclo vegetativo. L’inverno
2015/2016 è risultato in tutta la penisola piuttosto mite, con temperature al
di sopra della media e poco piovoso nella prima parte (novembre/dicembre sono
risultati quasi del tutto privi di precipitazioni). Basti pensare che nel
periodo settembre 2015/gennaio 2016 sull’intero territorio italiano sono caduti
mediamente 289 mm di precipitazioni contro una media di 436 mm. Ma la carenza
invernale di pioggia non è da considerare siccità in termini agronomici in
quanto la vite è in riposo vegetativo, per cui l’acqua accumulata in autunno,
non essendo consumata dalle piante, si conserva per lo più nel suolo in vista
della ripresa vegetativa. La piovosità abbondante del periodo febbraio/marzo ha
consentito di ripristinare, nella maggioranza dei casi, le riserve idriche dei
suoli. I mesi di aprile e di maggio sono stati caratterizzati da una piovosità
ridotta sulla maggior parte del Paese. Le temperature, superiori alla norma
nelle prime due decadi di aprile, si sono bruscamente portate su valori
inferiori dal 24 aprile, a seguito di un’irruzione di aria artica. Ne sono
conseguite locali gelate che hanno provocato danni alla vite in diverse aree
del Paese, in particolare in Abruzzo e in Campania. Il germogliamento della vite, grazie a un inverno caratterizzato da
temperature particolarmente miti, ha avuto inizio verso la metà di marzo con 5-10
giorni di anticipo rispetto alla norma. In tale periodo si sono registrate in diverse
zone dell’Italia alcune grandinate, specie in Umbria, accompagnate da un
repentino abbassamento delle temperature e successive gelate; tutto questo ha
determinato un calo nel potenziale produttivo, oltre che un recupero di
quell’anticipo vegetativo osservato nei mesi precedenti. Anche la fase della
fioritura è stata accompagnata da numerosi e a volte violenti temporali che
hanno accentuato alcuni fenomeni di colatura dei fiori, contribuendo ad un
ulteriore alleggerimento del grappolo. La piovosità nel mese di giugno è stata
superiore alla media e le temperature sono risultate inferiori alla norma,
specie nei valori massimi. Questo si è tradotto in un rallentamento del ciclo
fisiologico della pianta, in alcune aree, e ad una pressione infettiva fungina
particolarmente elevata (peronospora, oidio) che, nel complesso è stata ben
antagonizzata con mirati e tempestivi trattamenti. A partire dalla fine del
mese di giugno è iniziata finalmente un’estate calda, torrida in alcune aree,
caratterizzata però, già dal mese di agosto, da un’escursio-ne termica
importante e determinante sulla qualità della vendemmia 2016
Settembre e
ottobre hanno condizionato la vendemmia al Centro Sud. I mesi di
settembre e di ottobre decorsi nel modo migliore al Centro Nord e sulle Isole hanno
permesso una ottimale maturazione delle uve che, oltre ad essere state
conferite alle cantine in un ottimo stato sanitario, hanno potuto beneficiare di
importanti escursioni termiche tra il giorno e la notte. Grazie anche a questo
i primi riscontri di cantina evidenziano vini con interessanti corredi aromatici
e per quelli rossi, dotati di un quadro acido e polifenolico importante, si
prospettano prodotti anche da lungo invecchiamento. Purtroppo per le regioni del Centro-Sud Italia le cose non sono andate nello stesso modo. I mesi riguardanti la vendemmia, infatti, sono stati solo parzialmente benevoli dal punto di vista climatico; settembre è stato costellato da numerose precipitazioni ed abbassamenti repentini della temperatura ed anche il mese di ottobre non ha risparmiato giorni di pioggia. Tutto ciò ha influito sulla qualità delle uve, specie per quelle tardive, la raccolta delle quali è stata vincolata dalle condizioni meteorologiche con ripercussioni sulla fase finale di maturazione. Le date della vendemmia 2016. Secondo i dati di Assoenologi, le
prime regioni a tagliare i grappoli delle uve precoci e base spumante (Chardonnay,
Pinot, ecc.) sono state, tra la fine di luglio e i primi giorni di agosto, la
Puglia, In Piemonte i
conferimenti di Barbera sono iniziati nell’ultima settimana di settembre,
mentre quelli di Nebbiolo sono terminati alla fine di ottobre. In Valtellina le
operazioni di raccolta si sono concluse verso il 10 di novembre con ottimi riscontri
sia qualitativi che quantitativi. In Friuli Venezia Giulia le uve a bacca rossa
sono state raccolte a ridosso dell’ultima decade di settembre, lo stesso dicasi
per il Sangiovese in Emilia Romagna. In Toscana la vendemmia si è chiusa
intorno al 20 di ottobre con le ultime uve di Sangiovese e Cabernet sauvignon.
Nelle Marche quella delle uve classiche si è conclusa dopo la seconda decade di
ottobre. La vendemmia in Campania è iniziata nei primi dieci giorni di
settembre con le uve Asprinio e Fiano ed è terminata nella prima decade di
novembre con i conferimenti degli ultimi grappoli di Aglianico. In Sardegna le
uve di Nuragus, Cannonau, Carignano e Vernaccia sono state staccate tra la fine
di settembre e la fine di ottobre. Quantità di poco superiore a quella
del 2015. Al di là delle
percentuali matematiche certe Assoenologi non ritiene di poter dare dei numeri
assoluti, ma stima un quantitativo compreso tra 0 e +2% rispetto allo scorso
anno. L'elaborazione dei dati rilevati dà una produzione di uva oscillante fra
i 68 e i 72 milioni di quintali che, applicando il coefficiente medio di trasformazione
del 73%, danno tra i 50 e i 52 milioni di ettolitri di vino. L’Abruzzo e la
Puglia sono le regioni che hanno fatto registrare i maggiori incrementi di
produzione compresi fra il 10 e il 15%, segue con +7% il Veneto e con +3% il
Piemonte e l’Emilia Romagna. Per contro la Campania ha prodotto ben il 20% in
meno rispetto al 2015, seguita dal Trentino Alto Adige, dal Friuli V.G., dalla
Toscana, dal Lazio/Umbria e dalla Sicilia con decrementi compresi tra il 5 e il
7%. Solo per le Marche e la Sardegna si stima una produzione pressoché uguale a
quella della scorsa campagna. Una situazione, pertanto, piuttosto eterogenea
caratterizzata da alti e bassi a seconda delle zone, influenzate alcune anche
dall’entrata in piena produzione di nuovi vigneti. Un quantitativo che si pone al primo posto nella classifica degli ultimi
dieci anni seguito dal 2015 (50,7) e dal 2006 (49,6). IN PILLOLE
Qualità. Ottima con diverse
punte di eccellente in tutto il Centro Nord e nelle Isole che hanno potuto
beneficiare di un ottimo andamento climatico dei mesi di settembre e ottobre. In
queste zone le premesse per incorniciare il 2016 come un millesimo da ricordare
ci sono tutte. Diverso il discorso per il Centro Sud peninsulare che ha dovuto
fare i conti con un mese di settembre alquanto piovoso, che ha in parte
compromesso la qualità della produzione che, però, rimane complessivamente
buona. Quantità. Assoenologi stima
un quantitativo compreso tra 0 e +2% rispetto allo scorso anno. Si prevede pertanto
una produzione intorno ai 51,5 milioni di ettolitri di vino. Mercato. Le quotazioni risultano
pressoché uguali a quelle dello stesso periodo dello scorso anno. In leggera
crescita solo per alcune tipologie di vini richiesti dal mercato in particolar
modo per quelli a denominazione di origine. Consumi interni. In ribasso.
Secondo Assoenologi a fine 2016 si scenderà sotto i Nella pagina che segue viene riprodotta la tabella riassuntiva sulla situazione, regione per regione, della produzione di mosti e vini. Successivamente vengono illustrate le previsioni riferite alle principali regioni vitivinicole italiane, a cui seguono una serie di tabelle che riassumono i dati di produzione degli ultimi anni. Le previsioni vendemmiali
dell’Assoenologi possono essere scaricate anche dal sito internet:
www.assoenologi.it alla voce “Area stampa > Studi di settore”. Tutte le
informazioni, i dati e le tabelle contenuti in questo dossier non possono
essere riportati, utilizzati o trasmessi in alcun modo o forma senza che venga
indicato: fonte Assoenologi.
I DATI DEFINITIVI ASSOENOLOGI SULLA
PRODUZIONE VITIVINICOLA 2016 REGIONE PER REGIONE CONFRONTO CON
Fonte Associazione Enologi Enotecnici Italiani * In colonna sono indicate le medie produttive arrotondate e ipotizzate per ogni regione ** Valle d'Aosta, Liguria, Molise, Basilicata,
Calabria PIEMONTE Quantità: +3% rispetto vendemmia 2015 L’andamento climatico durante tutto
il periodo vendemmiale è stato caratterizzato da giornate calde e luminose,
spesso anche ventose con poche e sporadiche piogge che hanno aiutato a
completare un’equilibrata maturazione delle uve rosse. Anche nel mese di
settembre si sono registrate grandi escursioni termiche tra il giorno (26-28°)
e la notte (12-14°) che hanno favorito l’asciugatura dei grappoli. Lo stato
sanitario dell’uva è risultato ottimale, caratterizzato da bucce integre,
spesse e resistenti e con dimensioni normale degli acini. I mosti ottenuti hanno manifestato un
elevato contenuto in zuccheri con punte particolarmente elevate nei vitigni a
bacca rossa che, in diversi casi promettono di raggiungere il 16% di alcol. Per i vini aromatici Moscato e
Brachetto si sono registrate gradazioni sopra la media, con aromi difformi ma comunque
sempre interessanti a seconda delle zone, probabilmente a causa di terreni
siccitosi e aree calde. Nella zona del Gavi, le poche piogge di inizio
settembre, anche se un po’ tardive, hanno favorito una buona maturazione delle
uve con un grado medio leggermente inferiore rispetto alla scorsa vendemmia, ma
con buon equilibrio acido. La Barbera d’Asti e il Nizza hanno potuto beneficiare
dell’ottima stagione e, grazie ad una maturazione eccezionale, i primi
riscontri di cantina rilevano un’elevata intensità colorante. I Nebbioli da Barbaresco e Barolo
evidenziano invece grandi profumi e tannini morbidi grazie alla perfetta
maturità fenolica. Complessivamente in tutta la regione si stima una produzione
compresa tra i 2,5 e i 2,6 milioni di ettolitri, mentre la qualità è da
considerare senza alcun dubbio ottima con molte punte di eccellente. Il mercato ha rilevato un aumento
delle quotazioni delle uve rosse (in particolare per il Barbera) a causa delle
giacenze in cantina decisamente contenute, mentre il mercato dei vini risulta
stabile.
LOMBARDIA Quantità: -15% rispetto vendemmia 2015 In generale l’annata in tutta la
Lombardia ha dato delle differenze molto importanti da zona a zona e
all’interno delle stesse aree, sia dal punto di vista quantitativo che
sanitario. È opinione comune, però, che il 2016 sia un'annata di ottima
qualità, superiore sicuramente alla media, con diverse punte di eccellente. La
favorevole escursione termica tra giorno e notte ha fatto diminuire le acidità
in modo molto regolare. Molto interessanti le aromaticità e le maturazioni
fenoliche, tanto che per i vini rossi si prospetta una grande annata. In Oltrepò Pavese si stima una
produzione in calo tra il 15% e il 20%. La resa uva/vino è risultata nella
media, l’andamento fermentativo è stato buono. Anche in Franciacorta il
decremento quantitativo si attesta tra il 15% e il 20%. I primi riscontri di
cantina evidenziano vini base interessanti con acidità stabili. Le aree delle
denominazioni di origine “Valcalepio” e “Scanzo” sono state fortemente
condizionate da eventi meteorologici avversi durante tutta la stagione, tanto
che il calo della produzione si stima superiore al 25% rispetto alla passata
campagna con punte in alcune zone anche del 35%. Grazie al buon andamento del
mese di ottobre i vini rossi del Valcalepio presentano una discreta struttura,
mentre in poche realtà si riusciranno ad appassire le uve per la produzione del
Moscato di Scanzo. Nella zona del Garda si stima invece
un incremento quantitativo tra il 5% e il 10%. La qualità delle uve è risultata
molto interessante, tanto che si prevede una qualità assai interessante per il
Lugana, i chiaretti e i rossi. In Valtellina la raccolta delle uve si è chiusa
intorno al 10 novembre con un incremento intorno al 10%. Ottima la qualità con
diverse punte di eccellente. Complessivamente in Lombardia si
stima un quantitativo inferiore del 15% rispetto a quello dello scorso anno,
pari a circa 1,2 milioni di ettolitri di vino.
TRENTINO ALTO ADIGE Quantità: -
7% rispetto vendemmia 2015 In Trentino Alto Adige la vendemmia,
conclusasi nei primi giorni di novembre con la raccolta degli ultimi grappoli
di Cabernet in provincia di Bolzano, si è distinta per la sua eccezionalità:
uve integre perfettamente sane, ottime gradazioni zuccherine ed equilibrio
acidico dei mosti. Per le varietà rosse colore intenso e tannini morbidi, un
quadro fenolico importante, conseguenza di un andamento climatico favorevole da
grande annata. L’andamento climatico regolare durante tutto il periodo
vendemmiale ha consentito una corretta programmazione della raccolta permettendo
un’efficace e razionale lavoro in cantina. L’eccezionalità della vendemmia 2016,
imputabile alla stabile e duratura area di alta pressione che ha interessato il
Nord Italia, è stata amplificata da un regime di temperature caratterizzato da un’importante
escursione termica con un risvolto molto positivo sulla tenuta dell’acidità dei
mosti. In Trentino la vendemmia delle uve
Chardonnay e Pinot nero base spumante è stata perfetta sia per sanità che per
rapporto zuccheri/acidità, tanto che i vini ottenuti hanno confermato l’alto
livello qualitativo delle basi spumante 2016 per qualità aromatica e struttura.
Le varietà per vini bianchi fermi hanno preso il via con il Pinot grigio nella
prima decade di settembre per concludersi verso il 10 di ottobre con la Nosiola
e il Traminer aromatico. I vini ottenuti
esprimono profumi di interessante complessità e freschezza, ottima la
rispondenza varietale come nel caso del Müller Thurgau che ha dato luogo a vini di grande
equilibrio, strutturati e piacevoli. A fine settembre sono state raccolte le
varietà rosse Merlot, Teroldego, Lagrein e Marzemino con eccellenti livelli di
qualità ed ottima maturazione fenolica. Anche in Alto Adige i primi riscontri
di cantina evidenziano un’ottima qualità sia per il Pinot Bianco, il Sauvignon,
il Gewürztraminer e soprattutto per la Schiava, il Merlot e il Cabernet che
hanno beneficiato di un andamento climatico del mese di ottobre assai
favorevole. Complessivamente in tutta la regione
si stima un quantitativo tra 1,1 e 1.2 milioni di ettolitri di vino. Il mercato
al momento risulta stabile, con qualche leggero aumento per alcune tipologie grazie
all’elevata qualità.
VENETO Quantità: +7%
rispetto vendemmia 2015 In tutto il
Veneto, quantitativamente, si riscontra un aumento di oltre il 5% rispetto al
2015 con una produzione che sfiora i 10,5 milioni di ettolitri. Il 2016 va
sicuramente inserito tra le annate da ricordare grazie ad una maturazione
ottimale accompagnata da una gradazione zuccherina elevata e da un supporto
acido importante. Il ciclo vegetativo è stato caratterizzato da condizioni
ambientali tutto sommato ottimali. L’ultimo periodo della maturazione ha fatto
registrare temperature diurne ottimali con un abbassamento significativo delle
stesse durante la notte che ha permesso di ottenere ottimi profumi primari e un
quadro acido molto interessante. Quest’anno le grandinate sono state limitate in
aree circoscritte. La vendemmia ha avuto inizio verso la fine di agosto per
terminare nella prima decade di novembre con gli ultimi conferimenti dell’uva Raboso. L’andamento
fermentativo si è svolto nella maniera più regolare, aiutato anche dalle
temperature ambientali più basse che hanno garantito una gestione del freddo
ottimale durante le fermentazioni. Qualitativamente
il Prosecco presenta un quadro acido molto equilibrato e un interessante
profilo aromatico. Per il Pinot Grigio la qualità è mediamente buona, mentre
risulta ottima per il Merlot e il Cabernet specialmente per quei vini ottenuti
dalle uve raccolte nell’ultima parte della vendemmia che hanno potuto fruire
del perfetto andamento climatico. Nel veronese
si sono raccolti grappoli sani e giustamente spargoli per le Doc Soave e Valpolicella,
consentendo anche una perfetta cernita per le uve da mettere a riposo per il
Recioto di Soave, ma in particolare per l’Amarone che dalle prime analisi risulta
di una qualità sicuramente superiore a quella già buona dell’annata 2015. Ottima
pure la qualità delle uve precoci da vitigni internazionali Pinot Grigio e
Chardonnay, così come quelle a bacca rossa Cabernet Sauvignon e Merlot. Il mercato sta assorbendo bene tutta la produzione
registrando quotazioni stabili e in alcuni casi in leggero rialzo rispetto allo
stesso periodo del 2015.
FRIULI VENEZIA GIULIA Quantità: -5%
rispetto vendemmia 2015 Un ottimale
andamento climatico per la vite, registrato soprattutto durante il periodo
estivo, ha permesso di ottenere uve perfettamente sane e anche gli insetti più
comuni: tignola, cicalina e ragno rosso, non hanno dato origine a problematiche
particolari. L’epoca di
vendemmia, per le uve destinate alla produzione di vino base spumante, è
iniziata nell’ultima settimana di agosto mentre, per alcune varietà precoci:
Pinot Nero, Traminer Aromatico, Pinot Grigio e Sauvignon, la raccolta è
avvenuta a partire dalla prima settimana di settembre. La quantità di uva è risultata inferiore del 5%
rispetto allo scorso anno a causa di una primavera fredda e piovosa che ha creato
alcuni problemi durante la fioritura generando grappoli spargoli e acini
disformi. Inoltre, alla fine di agosto e durante i primi venti giorni di
settembre, le alte temperature e l’apprezzabile ventilazione hanno contribuito
ulteriormente ad abbassare il quantitativo di uva raccolta. Il calo produttivo
si è registrato soprattutto nelle varietà precoci, quali il Pinot Grigio, Tocai
Friulano e Chardonnay mentre, la Glera (Prosecco) e la Ribolla Gialla, fanno
registrare un incremento produttivo grazie anche ai nuovi vigneti entrati in
piena produzione. I vini ottenuti, grazie anche ad una buona escursione
termica tra il giorno e la notte, fanno registrare delle gradazioni alcoliche
sostenute, un buon corredo acido e un’interessante e complesso quadro aromatico.
Anche le uve a bacca rossa si sono rilevate di ottima qualità. Le operazioni di
raccolta si sono concluse con le varietà tardive quali Verduzzo, Refosco e
Picolit. Per quanto riguarda il mercato un
certo interesse è rivolto alle varietà a bacca bianca tipo Glera e Ribolla
Gialla, mentre per il Pinot Grigio si attendono gli sviluppi della nuova Doc
interregionale. Per le tipologie rosse, purtroppo ridotte a un solo 20% dell’intera produzione viticola regionale, le
contrattazioni riguardano il Refosco, il Merlot e il Cabernet Sauvignon.
EMILIA ROMAGNA Quantità: +3%
rispetto vendemmia 2015 In tutta la regione la campagna
vitivinicola è stata sicuramente positiva e si stima una produzione complessiva
di 7,6 milioni di ettolitri. In Romagna la vendemmia è iniziata a
ridosso di Ferragosto con le basi spumanti mentre per lo Chardonnay destinato
ai vini fermi e per le uve di Sauvignon i conferimenti sono iniziati
nell’ultima settimana di agosto. Le produzioni di queste varietà precoci si sono
rivelate ottime sia dal punto di vista sanitario che da quello qualitativo.
Ottima annata anche per le uve di Grechetto Gentile (Pignoletto); le basi
presentano buone note aromatiche e acidità maliche interessanti. Bene anche le
Albane che hanno però generato prodotti meno strutturati rispetto alle
precedenti vendemmie ma più freschi e fruttati. Per il Trebbiano la vendemmia è
iniziata verso la metà di settembre; le produzioni sono risultate più
abbondanti rispetto allo scorso anno, perfettamente sane e con ottimi pH, presupposti
per una buona produzione di vini base spumante. Bene anche le uve a bacca rossa: il
Merlot presentava contenuti zuccherini inferiori allo scorso anno ma una buona
freschezza aromatica con produzioni pressoché invariate rispetto allo scorso
anno. La vendemmia della Cagnina (vitigno Terrano), primo vino romagnolo ad
essere messo in vendita, risulta essere particolarmente gradevole e profumato.
Ottimi anche i Sangiovesi che quest’anno, nella maggior parte dei casi, non
hanno subito fenomeni di siccità ed evidenziano livelli qualitativi buoni con diverse
punte di eccellenza. Anche in Emilia la vendemmia ha avuto
un decorso positivo con un aumento della produzione rispetto allo scorso anno.
Bene si stanno comportando i vini rossi provenienti dalle uve di Ancellotta come
i rossissimi con tenori di colore e profumi eccellenti. Anche i Lambruschi,
nonostante la maggiore quantità, sono stati caratterizzati da uno stato
sanitario eccellente e da un ottimo grado di maturazione sia per il Salamino, il
Sorbara e il Grasparossa. Molto bene anche le produzioni tipiche del Nord
dell’Emilia; dove le Malvasie presentano aromi e acidità importanti, così come la
Bonarda. Buone le
reazioni dei mercati che, a causa della scarsa produzione mondiale, mostrano
segni di quotazioni in rialzo.
TOSCANA Quantità: -7%
rispetto vendemmia 2015 La campagna 2016 è stata
contraddistinta da un inverno mite e da una primavera con precipitazioni superiori
alla media stagionale, mentre da luglio la situazione si è capovolta con
assenza di piogge. Questo cambiamento ha generato differenziazioni di sviluppo
e stress fisiologico in alcuni areali. La raccolta delle uve è stata dunque
eterogenea e caratterizzata da maturazioni scalari all'interno dello stesso
appezzamento vitato. Tutto ciò ha determinato una vendemmia lunga e mirata ad
ottimizzare le maturazioni polifenoliche. Una giusta ed equilibrata gestione
del vigneto si è rilevata più che mai determinante permettendo di ottenere uve
sane e con parametri analitici eccellenti. La vendemmia è iniziata con la
raccolta delle uve bianche precoci che, favorite da buone e regolari escursioni
termiche, hanno prodotto vini equilibrati, con buone acidità e con un complesso
patrimonio aromatico. A inizio settembre è stata la
volta delle uve a bacca rossa a Bolgheri e nella zona del Morellino di
Scansano. Dal 19 settembre è iniziata la vendemmia delle uve bianche per la
Docg Vernaccia di San Gimignano e, a seguire, quelle di Sangiovese per la
produzione di Chianti, Chianti Classico, Carmignano, Nobile di Montepulciano e
Brunello di Montalcino. Le operazioni vendemmiali si sono concluse intorno al
20 ottobre con gli ultimi conferimenti di Sangiovese e Cabernet Sauvignon. Le
cinetiche fermentative sono decorse in modo regolare e i risultati in termini
qualitativi sono molto interessanti. I primi dati analitici confermano le
attese di annata equilibrata ed elegante, infatti le buone acidità e i pH bassi
sono delle ottime premesse per vini longevi e di personalità. La resa uva/vino è
risultata leggermente inferiore alla norma a causa della morfologia degli acini
e dell'andamento climatico. Si stima una quantità di poco superiore ai 2,6
milioni di ettolitri di vino in calo di oltre il 5% rispetto alla campagna
2015. Per quanto concerne il mercato
si evidenziano quotazioni in leggera flessione rispetto allo stesso periodo
dello scorso anno.
MARCHE Quantità: uguale rispetto vendemmia 2015 Il mese di settembre dal punto di
vista climatico ha avuto un ottimo decorso, con buone escursioni termiche che
si sono ripetute sino alla seconda decade di ottobre consentendo all’uva di
raggiungere il giusto grado di maturazione. Solo dopo metà ottobre si sono
verificati eventi climatici avversi che hanno rallentato la vendemmia. Quest’anno si è rilevata su più
varietà una “acinellatura dolce” dei grappoli, probabilmente causata dalle
continue piogge cadute nella fase di allegagione che hanno contribuito alla
riduzione della produzione. Vitigni come Verdicchio, Pecorino e Sangiovese
hanno raggiunto normalmente il loro grado di maturazione zuccherina e fenolica.
Qualche difficoltà in più, invece, si è riscontrata per i vitigni tardivi, come
Passerina e Montepulciano, i quali hanno subito condizioni climatiche avverse
nel periodo della raccolta. Quest'anno l'epoca di maturazione
delle uve è risultata nella norma rispetto alla media delle ultime 10
vendemmie, ma posticipata, se rapportata alla scorsa campagna, di una settimana
per le varietà a bacca bianca (Trebbiano, Passerina, Pecorino, Verdicchio) e di
dieci giorni per quelle a bacca rossa (Sangiovese, Montepulciano, Merlot e
Cabernet). La raccolta delle uve è iniziata
nell’ultima decade di agosto per le varietà precoci base spumante, Incrocio
Bruni e Chardonnay. Per il Verdicchio e il Sangiovese i conferimenti hanno
avuto il via dalla metà di settembre, mentre alla fine dello stesso mese è
stata la volta del Montepulciano la cui raccolta è proseguita sino al 21
ottobre. Qualitativamente parlando i vini
bianchi (Verdicchio, Pecorino e Passerina) risultano molto equilibrati, ricchi
in aromi primari (tioli) e dotati di notevole freschezza. Anche per i vini
rossi si prospetta un’annata assai interessante con prodotti che evidenziano una
buona dotazione acidica, tenori elevati di antociani e polifenoli, presupposti
ideali per ottenere vini adatti all'invecchiamento. Complessivamente si stima una
quantità in linea con quella dello scorso anno pari a circa 960.000 ettolitri
con punte anche di +15% in alcuni areali mentre in altri , per contro si
registra una diminuzione del 10-15%.
LAZIO
UMBRIA Quantità: -5% rispetto vendemmia 2015 I mesi riguardanti la vendemmia sono
stati solo parzialmente benevoli dal punto di vista climatico; in quanto
settembre è stato costellato da numerose piogge ed abbassamenti repentini della
temperatura ed anche il mese di ottobre non ha risparmiato giorni di pioggia.
Tutto ciò ha notevolmente influito sulla qualità delle uve, specie quelle
tardive, che nel Lazio e in Umbria rappresentano la stragrande maggioranza e,
ovvia-mente, anche sulla quantità che si è ridotta notevolmente. In
particolare, lo stato sanitario, molto buono fino a metà ottobre, è precipitato
in seguito ad attacchi di muffa grigia e marciume acido, determinando in alcuni
mosti bianchi, una difficoltà nelle decantazioni statiche. Di conseguenza la raccolta è
risultata molto lunga intervallata da numerose soste e riprese, con qualità
estremamente eterogenee a seconda delle zone geografiche e del momento della
vendemmia. Pertanto si evidenzia una grande differenza tra i vini bianchi e
rossi ottenuti con varietà precoci, che risultano profumati, strutturati e ben
bilanciati, e quelli provenienti da varietà tardive che appaiono meno
espressivi, sebbene anch’essi di buona struttura e di gradazione alcolica
elevata. Le ultime fermentazioni alcoliche hanno avuto un decorso molto lento
in virtù delle basse temperature iniziali delle uve. Dal punto di vista quantitativo le
due regioni si confermano in controtendenza l’una sull’altra, in quanto nel
Lazio, a parità di superfici vitate vendemmiate, si registra un aumento del 5%
relativamente all’annata precedente, mentre in Umbria si rileva un -10%. Il
riferimento alle superfici vitate è d’obbligo in quanto la regione Lazio
continua a spiantare vigneti a favore di altre coltivazioni e ciò determina lo
spostamento in negativo dei numeri assoluti. Per questo motivo, volendo trarre
un dato definitivo e comprensivo, Lazio e Umbria si attestano ad un -5%,
rispetto alla scorsa stagione con una produzione di circa 2.340.000 ettolitri
di vino.
ABRUZZO Quantità: +12%
rispetto vendemmia 2015 Anche in
Abruzzo le ultime annate sono state caratterizzate da numerose anomalie meteoriche,
a causa del cambiamento climatico in atto già da alcuni anni. Lo stesso si è
verificato anche per la vendemmia 2016. La raccolta
è iniziata intorno al 20 di agosto per le varietà precoci (Chardonnay e Pinot
Grigio), con i vigneti più vicini alla costa e per quelli più giovani, per
proseguire, successivamente, verso l'interno. Nell'ultima settimana di agosto
si sono registrate temperature nella norma del periodo con la presenza di vento
che ha asciugato le abbondanti precipitazioni dei giorni precedenti. Le varietà
Pecorino, Trebbiano, Cococciola, Falanghina, Sangiovese sono state raccolte da
metà settembre in poi, a partire dai vigneti più giovani, fino alla prima
decade di ottobre. I conferimenti delle uve Montepulciano sono iniziati
anch'essi dall'ultima settimana di settembre in anticipo rispetto alla norma a
causa dell'andamento climatico che ha fatto registrare precipitazioni quasi
giornaliere. Ciò ha permesso di portare in cantina grappoli per la maggior
parte sani, più pesanti, ma con una parziale maturità fenolica e quindi con un
grado zuccherino medio di circa 1-2 gradi Babo più basso rispetto allo scorso
anno. Considerando
l'andamento stagionale piuttosto anomalo, la vendemmia 2016 si può
complessivamente considerare di buon livello con diverse punte di ottimo. Il
quantitativo risulta superiore, rispetto al 2015, tra il 10 e il 15%, il che significa
una produzione di vino pari a circa 3.350.000 ettolitri. Per quanto concerne il mercato si è registrato, fin dalla fine della vendemmia
scorsa, un ottimo interessamento sia per le tipologie di vini a Igt autoctoni
che a denominazione di origine. Discorso diverso invece per i vini generici che
risentono della forte concorrenza, al ribasso, dei vini di altri Paesi
comunitari ed extra comunitari per i quali le richieste risultano minime e
soltanto per i prodotti di media-alta qualità.
CAMPANIA Quantità: -20%
rispetto vendemmia 2015 Dalla seconda decade di maggio e per tutto giugno, il manifestarsi di
piogge abbondanti ha determinato un aumento della pressione della peronospora,
che ha reso più difficile e impegnativa la gestione dei vigneti. La fioritura è avvenuta tra la fine di maggio e l’inizio di giugno, in
linea con gli altri anni, ma ha avuto un decorso abbastanza irregolare, con un’allegagione
più prolungata che ha prodotto grappoli più spargoli. Dalla terza decade di giugno le temperature medie sono notevolmente
aumentate e, fino alla fine di agosto, l’estate è trascorsa con una buona
ventilazione, con temperature comunque non eccessive, intervallate da qualche
temporale estivo e con importanti escursioni termiche tra il giorno e la notte.
Pertanto nei vigneti si è avuto un ottimo sviluppo della vegetazione. I tempi di raccolta, rispetto all’anticipo dello scorso anno, si sono
svolti nella media dei periodi classici delle varie zone. Si è iniziato con le
uve per le basi spumante e i vitigni a bacca bianca del Cilento nella prima
decade di settembre. Le piogge cadute nella prima metà di settembre hanno
determinato un’accentuata eterogeneità nella fase finale di maturazione delle
uve, spostando di qualche giorno in avanti l’inizio della raccolta. La
vendemmia delle varietà a bacca bianca è terminata nell’ultima decade di
ottobre e i primi riscontri confermano vini interessanti sotto il profilo
olfattivo, snelli, freschi e sostenuti da elevate acidità. Per l’Aglianico invece i conferimenti sono terminati intorno al 10 di
novembre. Per le uve rosse in generale è stata una vendemmia più difficile; la
selezione dei grappoli in vigna è risultata fondamentale per conseguire buoni risultati;
i vini sono meno concentrati del solito, con maggiori tenori di acidità ma con buone
espressioni olfattive. Si conferma una produzione inferiore allo scorso anno del 20% pari a
circa 1,3 milioni di ettolitri di vino.
PUGLIA Quantità: +12%
rispetto vendemmia 2015 L’andamento
climatico in Puglia è stato caratterizzato da piogge regolari in tutta la regione.
I mesi di giugno e luglio sono stati all’insegna del caldo interrotto da alcuni
periodi più freschi che hanno favorito un’accelerazione della maturazione in
particolare delle varietà precoci soprattutto nel Salento. Rari i focolai di peronospora
e di infezione da oidio tenuti facilmente sotto controllo. Nel mese di
agosto si è registrato un caldo eccessivo intervallato da abbondanti e brevi piogge
che hanno interessato la zona del Tavoliere (Nord Puglia) e del Salento e
ridotto in parte il prodotto finale. Le
operazioni di raccolta sono iniziate già a fine luglio con la vendemmia delle
uve a base spumante per poi proseguire con lo Chardonnay, il Pinot e il
Sauvignon. Per le uve
autoctone bianche come il Bombino Bianco (Tavoliere), la Verdeca e il Bianco
d’Alessano (Valle d’Itria) i primi grappoli sono stati staccati nella prima
decade di settembre, per poi proseguire con gli altri vitigni quali il
Trebbiano e la Malvasia. Per i
vitigni autoctoni a bacca rossa come il Primitivo (Salento e Valle d’Itria) i
conferimenti sono iniziati nella seconda metà di agosto, mentre per il
Negroamaro (Salento) intorno alla seconda decade di settembre. A fine settembre
si è proseguito con il Bombino Nero (Tavoliere) e quindi con il Montepulciano e
il Susumaniello (Alto Salento), mentre a metà dello stesso mese la vendemmia si
è conclusa con il Nero di Troia (Tavoliere). A causa
delle abbondanti piogge di metà settembre, l’uva ha subito danni nella sua
integrità, ma fortunatamente non rilevanti. Dai primi
riscontri di cantina i vini risultano di buona qualità, equilibrati e ben
strutturati. Complessivamente in tutta la regione
si stima un quantitativo superiore allo scorso anno tra il 10 e il 15% a
seconda delle zone, pari ad una produzione di vino di circa 8,9 milioni di
ettolitri.
SICILIA Quantità: -7% rispetto vendemmia 2015 La vendemmia per le varietà bianche precoci è iniziata con il Pinot grigio,
il Sauvignon blanc e lo Chardonnay nella prima settimana di agosto, con un ritardo
di qualche giorno rispetto alla scorsa vendemmia. Nella seconda settimana di agosto si sono raccolti il Viognier e Muller
Thurgau ed il Moscato bianco, mentre nella terza settimana dello stesso mese è
stata la volta delle uve di Catarratto e Grillo basi spumante. La vendemmia delle uve rosse, in particolare per il Merlot, è iniziata
nella terza decade di agosto, a seguire tutte le altre varietà come Syrah, Nero
d’Avola e Frappato, per concludere con il Cabernet sauvignon nella prima settimana
di settembre. Per quanto riguarda le varietà autoctone a bacca bianca i
conferimenti di Grillo e Zibibbo sono iniziati nella terza decade di agosto mentre
per il Catarratto e l’Insolia la raccolta è avvenuta a partire dalla prima
decade di settembre. Nella zona dell’Etna la vendemmia ha preso il via alla
fine di settembre con il Carricante e a seguire con il Nerello Mascalese che si
protratto sino alla fine di ottobre. Complessivamente la sanità delle uve conferite è risultata buona, così
come la resa uva/vino. Durante la raccolta e le vinificazioni non si sono
registrate problematiche particolari e i primi dati analitici evidenziano vini
con una qualità assai interessante con diverse punte di ottimo ed alcune di
eccellente. Quantitativamente parlando nella zona del Moscato di Noto e di Siracusa e
nell’area della Docg Cerasuolo di Vittoria si registra un calo del 10%. Nell’isola
di Pantelleria, a causa delle scarsissime precipitazioni, la produzione dello
Zibibbo ha registrato un decremento di ben il 45%. In tutta l’Isola si stima un
decremento medio di oltre il 5% rispetto alla campagna vitivinicola 2015 dovuto
soprattutto ad un ammanco delle varietà a bacca rossa. Pertanto si stima una
produzione complessiva di vini e mosti di poco superiore ai 5,8 milioni di ettolitri. Per quanto concerne il mercato le contrattazioni evidenziano un leggero
aumento dei prezzi rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
SARDEGNA Quantità: uguale
rispetto vendemmia 2015 Dopo un’estate arida, Giove Pluvio, nella prima
decade di settembre, ha finalmente portato acqua in Sardegna, dando quindi un po’
di sollievo agli “assetati” vigneti isolani. Acqua utile soprattutto per quei
vitigni a maturazione tardiva, in primis Cannonau e Carignano. Si sono poi
alternate giornate soleggiate e mai torride, che hanno permesso alle viti di arricchirsi
di un buon corredo di sostanze aromatiche e polifenoliche. A metà settembre e nel successivo periodo la Sardegna
è stata attraversata da una perturbazione atlantica che ha fatto crollare le
temperature portando altresì copiose piogge. In varie macrozone dell'isola, si
sono abbattute delle vere e proprie bombe d'acqua, che hanno compromesso in
parte la sanità delle uve in fase di raccolta, con qualche accenno di muffa
grigia, che è stata però limitata da tempestive operazioni vendemmiali, che
hanno riportato il tutto alla normalità. Per i vitigni più tardivi invece non si lamentano
problemi sanitari. Infatti, le luminose giornate di fine settembre hanno permesso
un decorso regolare della maturazione. La gradazione delle uve è risultata mediamente
inferiore di un grado alcolico rispetto all'ultima vendemmia. Analizzando le
produzioni dei vitigni per quanto riguarda le uve a bacca bianca (in primis Vermentino,
Nuragus e Vernaccia) i quantitativi risultano in linea con la precedente
vendemmia. Lo stesso dicasi per le varietà a bacca rossa. La chiusura delle
operazioni vendemmiali è avvenuta intorno al 10 di novembre con la raccolta
delle ultime uve di Nasco e Malvasia, base dei vini da dessert. Quantitativamente in tutta la Sardegna si stima una
produzione pressoché simile a quella dello scorso anno pari a poco più di
790.000 ettolitri. Il
mercato risulta stabile senza particolari variazioni rispetto all’ultima
vendemmia.
SINTESI E I DATI DELL ULTIME 10 VENDEMMIELa sintesi di seguito riportata è tratta dai dati ogni anno elaborati su scala nazionale dall’Assoenologi. I riscontri quantitativi sono armonizzati con le risultanze dell’Istituto nazionale di statistica di cui i dati dell’Assoenologi (resi noti già a fine vendemmia) differiscono di solo il 3% rispetto alla media pluriennale parametrata con quella dell’Istat. 2007
qualitativamente. L'andamento
climatico bizzarro ha portato, tra alti e bassi, a una qualità eterogenea ma
complessivamente assai interessante per le varietà precoci. Per le tipologie
vendemmiate dopo la metà di settembre i livelli sono risultati ottimi, con
diverse punte di eccellente. Al Nord i rossi hanno raggiunto i massimi livelli,
con eccellenti profumi e una esuberante carica di tannini morbidi dovuti
all’ottimale maturità fenolica. 2007 quantitativamente. Si
sono prodotti 42.559.000 ettolitri di vino, vale a dire la seconda vendemmia
più scarsa dal 1950 (41 milioni di ettolitri) pari a un decremento di oltre il
14% rispetto alla campagna precedente, che fece registrare 49.631.000
ettolitri. Il decremento produttivo ha evidenziato le sue massime punte nel Sud
Italia e in particolare in Sicilia dove, in certe zone, ha raggiunto punte del
55% rispetto al 2006. 2008 qualitativamente. Le più che positive condizioni climatiche verificatesi in tutt’Italia nei mesi di settembre e di ottobre hanno prolungato il periodo di raccolta e permesso un forte recupero qualitativo al Centro-Nord, in particolar modo per quei vini ottenuti da uve vendemmiate dopo la metà del mese di settembre. Il 2008 sarà ricordata come un’annata eterogenea, ma complessivamente buona con alcune punte di ottimo. 2008 quantitativamente. Si
sono prodotti 46.245.000 di ettolitri di vini e mosti con un aumento di quasi
il 9% rispetto al 2007 e praticamente uguale alla media del triennio 2006/2008.
Gli incrementi produttivi più rilevanti si sono verificati in Abruzzo (+38%),
in Sicilia (+35) e in Puglia (+23%), mentre 2009 qualitativamente. La qualità ha maggiormente premiato il Centro-Nord d’Italia, dove, in molte regioni, è stata ottima con diverse punte di eccellente. Nel Centro-Sud il bizzarro andamento climatico e meteorico, caratterizzato prima da temperature elevate, poi da piogge di durata inconsueta, ha mantenuto l’eterogeneità inizialmente ipotizzata determinando una qualità a macchia di leopardo, dove il mediocre si scontra con l’ottimo e il buono con il discreto. 2009 quantitativamente. Si sono prodotti 45,8 milioni di ettolitri, l'1% in meno della campagna 2008. Il decremento è stato dovuto all’andamento climatico o a quello meteorico che hanno caratterizzato soprattutto, nel mese di settembre, le regioni del Sud d’Italia e in particolar modo: Marche, Abruzzo, Puglia e Sicilia. Il Veneto (8,2 milioni di ettolitri) si conferma, per il terzo anno consecutivo, la regione più produttiva. Veneto, Emilia Romagna, Puglia e Sicilia insieme producono oltre il 50% di tutto il vino italiano. 2010 qualitativamente. L’eterogeneità qualitativa di fine agosto è stata confermata a fine campagna, con un'Italia vinicola a macchia di leopardo, ove in una stessa regione il buono si è scontrato con l’eccellente e l’ottimo con il mediocre. Complessivamente la qualità della produzione 2010 è risultata buona con diverse punte di ottimo, ma con assenza di eccellenze. 2010
quantitativamente. Si sono prodotti 46.737.000 di ettolitri di vino,
circa 1 milione di ettolitri in più rispetto al 2009. Il Veneto si conferma la
regione italiana più produttiva con 8.351.000 di ettolitri, seguita dalla Puglia
(7.169.000 HL), dall'Emilia Romagna (6.601.000 HL) e dalla Sicilia (5.676.000
HL), quest'ultima in calo di mezzo milione di ettolitri di vino rispetto al
2009. 2011 qualitativamente. Poteva essere un'annata abbondante. Purtroppo le ultime due settimane di agosto e il mese di settembre, che per temperature hanno polverizzato tutti i record, hanno lasciato il segno. Complessivamente il 2011 per i vini bianchi è risultato alquanto interessante con punte di ottimo e di eccellente. Meno per quelli rossi. 2011 quantitativamente. A causa del gran caldo la produzione si è sensibilmente ridimensionata, facendo segnare 42,7 milioni di ettolitri di vino e mosti, un quantitativo inferiore dell'8,5% a quello del 2010 (46.737.000 HL dato Istat). La vendemmia 2011 risulta quantitativamente la terza più scarsa degli ultimi sessant'anni preceduta da quelle del 1950 (41.049. 000 HL) e del 2007 (42.514.000 HL). 2012 qualitativamente. L'annata è stata caratterizzata da
una forte eterogeneità. Aspetto ancor più rimarcato in quelle regioni e per
quelle denominazioni in cui l'irrigazione di soccorso non è diffusa o ammessa.
Complessivamente la qualità del vino 2012 è stata buona con qualche punta di
ottimo ma pochissime di eccellente. 2012 quantitativamente. L'annata ha fatto registrare una produzione complessiva di 41,1 milioni di ettolitri di vino e mosti. Il calo è da imputare soprattutto alle regioni del Nord fino alla Toscana, mentre dalle Marche e in tutto il Meridione, Isole comprese, i valori sono stati pressoché uguali o superiori rispetto alla precedente annata. 2013 qualitativamente. La qualità è risultata interessante, grazie ad una
maturazione che, a differenza degli anni precedenti, è stata graduale e distribuita
nel tempo, permettendo l'accumulo di importanti sostanze, tipo quelle
aromatiche nei vini bianchi e fenoliche in quelli rossi. 2013 quantitativamente. L'annata ha fatto registrare una produzione complessiva
di 48,2 milioni di ettolitri di vino e mosto. Un quantitativo superiore a
quanto stimato a fine agosto 2013 (44 milioni di ettolitri). Le regioni più
produttive sono risultate Veneto, Sicilia, Emilia Romagna e Puglia che da sole
hanno prodotto circa 30 milioni di ettolitri, pari al 61% del vino italiano. 2014 qualitativamente. Qualità alquanto eterogenea, complessivamente buona con punte di ottimo, ma anche con diverse criticità. Il positivo andamento dei mesi di settembre e di ottobre hanno migliorato la qualità, senza però riuscire a capovolgere la situazione creatasi precedentemente a causa di un non favorevole andamento meteorologico. 2014 quantitativamente. Si sono prodotti 42,1 milioni di ettolitri di vino e mosto.
Un quantitativo che pone il 2014 al terzo posto tra le annate meno produttive
dal 1950. Le regioni che hanno fatto registrare i maggiori cali rispetto alla
precedente annata sono state: Sicilia (-37%), Campania (-28%), Trentino Alto
Adige (-24%) e Lazio (-20%). 2015 qualitativamente. Ottima/eccellente la qualità. L’andamento della primavera ha favorito le fasi fenologiche, mentre un’estate calda, mitigata nella seconda metà di agosto, ha permesso una positiva maturazione dei grappoli. In particolare ne hanno beneficiato le uve rosse raccolte alla fine di un mese di settembre decorso in modo perfetto che a memoria non se ne ricordano al pari. 2015 quantitativamente. Si sono prodotti 50.726.000
ettolitri di vino, ossia 8,6 milioni di ettolitri in più rispetto al 2014.
Bisogna risalire al 2004 per trovare un’annata con un quantitativo più alto. Il
Veneto, la Puglia, l’Emilia Romagna si confermano le regioni più produttive con
25 milioni di ettolitri pari al 50% di tutto il vino prodotto in Italia. PRODUZIONE VITIVINICOLA ANNUALE ITALIANA DEGLI ULTIMI 20
ANNI
I dati sono espressi in ettolitri Elaborazione
Associazione Enologi Enotecnici Italiani su dati Istat
PRODUZIONE VITIVINICOLA MEDIA ITALIANA DIVISA PER SEGMENTI
DI TEMPO
Elaborazione Associazione Enologi Enotecnici Italiani su dati Istat
LE MIGLIORI ANNATE DEI VINI ROSSI DEGLI ULTIMI 70 ANNI
Fonte Associazione Enologi Enotecnici Italiani
LE ANNATE QUANTITATIVAMENTE PIÙ PRODUTTIVE DAL 1950
Fonte Associazione Enologi Enotecnici Italiani
LE ANNATE QUANTITATIVAMENTE PIÙ SCARSE DAL 1950
Fonte Associazione Enologi Enotecnici Italiani PRODUZIONE VITIVINICOLA
ANNUALE ITALIANA REGIONE PER REGIONE
DAL 2006 AL 2010
Elaborazione Associazione Enologi
Enotecnici Italiani su dati Istat
I dati sono espressi in ettolitri *
Valle d'Aosta, Liguria, Molise, Basilicata, Calabria ********** PRODUZIONE VITIVINICOLA
ANNUALE ITALIANA REGIONE PER REGIONE
DAL 2011 AL 2015
Elaborazione Associazione Enologi
Enotecnici Italiani su dati Istat
I dati sono espressi in ettolitri *
Valle d'Aosta, Liguria, Molise, Basilicata, Calabria PRODUZIONE VITIVINICOLA
MEDIA REGIONALE DIVISA PER SEGMENTI
DI TEMPO
Elaborazione Associazione Enologi
Enotecnici Italiani su dati Istat
I dati sono espressi in ettolitri *Valle d'Aosta, Liguria, Molise, Basilicata, Calabria ASSOCIAZIONE ENOLOGI ENOTECNICI
ITALIANI (ASSOENOLOGI), OVVERO Prima
dell'aprile 1991 il tecnico del vino in Italia era rappresentato dall'enotecnico,
una qualifica professionale conferita da pochi Istituti superiori statali con
ordinamento per la viticoltura e l'enologia. Con la legge 10 aprile 1991 n.129,
voluta caparbiamente dalla nostra Organizzazione nazionale di categoria, il
Parlamento italiano ha riconosciuto il titolo di enologo, fissandone la preparazione
a livello universitario, l'attività professionale e attribuendolo a tutti gli
enotecnici con almeno tre anni continuativi di attività nel settore vitivinicolo. L'enotecnico
e l'enologo sono quindi persone altamente qualificate, tecnicamente e
scientificamente preparate che, dalla coltivazione della vite alla raccolta
dell'uva, dalla vinificazione all'imbottigliamento, curano ogni operazione,
sovrintendendo e determinando tutto quanto serve a garantire, sia pure nei
diversi livelli, la qualità del prodotto. L'Associazione
Enologi Enotecnici Italiani (Assoenologi) è l'Organizzazione di categoria che
nel nostro Paese raggruppa e rappresenta oltre l'85% dei tecnici vitivinicoli
attivamente impegnati nel settore, di cui il 45% ha mansioni direttive in
cantine sociali e private, il 16% svolge l'attività di libero professionista,
mentre la rimanente percentuale è impegnata con incarichi diversi. Essa si
propone la tutela professionale dell'enologo e dell'enotecnico sotto il profilo
sindacale, etico, giuridico ed economico, nonché di rappresentare la categoria
a tutti i livelli e di curarne l'aggiornamento tecnico scientifico. Inoltre garantisce
ai suoi associati una serie di servizi professionali di tutta considerazione. Fondata
nel 1891, è la più antica organizzazione di categoria al mondo del settore
vitivinicolo. Ulteriori più specifiche informazioni possono essere desunte consultando il sito internet: www.assoenologi.it o telefonando alla Sede centrale di Assoenologi 02.99785721 r.a.
Associazione Enologi Enotecnici Italiani Assoenologi Via Privata Vasto, 3 – 20121 Milano Tel: +39. 02. 99785721 servizio a cura di Rocco Lettieri | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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Dati definitivi produzione 2016 Assoenologi....22/11/2016 13.44.01....rocco lettieri |
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