I presepi nella tradizione salentina

I presepi nella tradizione salentina

Centri storici, masserie, grotte! Gesù nasce nel Salento e viene accolto con l’entusiasmo e l’originalità di sempre da centinaia di volontari del luogo che organizzano i presepi viventi. Siamo nella settimana dedicata al Natale e non a caso abbiamo avuto modo di vedere in anteprima il 14 dicembre il Presepe, tra i più antichi della zona, quello di San Donato di Vignacastrisi, frazione di Ortelle,  organizzato da don Donato (dondonatomission@tiscali.it) e dai volontari della cooperativa “Parabola a Sud”, che ogni anno attrae migliaia di visitatori.

 

La località si trova nella parte sud orientale del Salento tra Castro Marina e Santa Cesarea Terme e vede la sua storia feudale legata a quella della cittadina di Castro. Una delle scene più significative del presepe vivente è la rappresentazione della Natività, collocato  in   un frantoio ipogeo che viene aperto nell’occasione. Si inizia la sera del 24 con una scena molto significativa: una coppia di sposi del paese, che attendono realmente un bimbo, bussano alle case di Vignacastrisi per cercare alloggio, dove vengono cacciati, proprio come accadde duemila anni fa a Maria e Giuseppe.  Ad interpretare la suggestiva scena è tradizione che sia una giovane famiglia che ha da poco avuto un bimbo. Altre scene sono interpretate dagli abitanti del luogo che nel presepe ritrovano le antiche botteghe di un tempo, dal vasaro, al fabbro, al casaro, alle ricamatrici, lavandaie. Fanno da location infatti le antiche case a corte del centro storico. Per l’occasione viene riaperto il forno del paese, da dove escono calde pagnotte fragranti e pittule, mentre i visitatori attraversano il museo della civiltà contadina, che si trova in pieno centro storico. Luogo ideale per aprire il cammino del presepe vivente è il palazzo antico “Guglielmo”, per decenni abbandonato e da poco ristrutturato dai nuovi proprietari,  che in parte l’ utilizzano come struttura ricettiva.

 

Il Sindaco di Ortelle, Francesco Massimiliano Rausa, entra nel merito della storia della città, legata alle distruzioni saracene di Vaste e Castro, anche se le sue origini risalirebbero ad epoche ben più remote, che si sono potute riscontrare nei menhir (dal bretone men e hir “lunga pietra”) sono dei megaliti monolitici, di cui purtroppo non c’è più traccia. Una visita è d’obbligo all’antichissima chiesa rupestre “Madonna delle Grotte”, che dopo cinquanta anni di abbandono è stata restaurata. «Sono stati recuperati i dipinti – ci ha spiegato lo studioso Sergio Ortese, che ha curato e rivisitato la ristampa del libro dello scrittore Giorgio Cretì “Poppidi”, al di fuori del vallo messapico – che erano collocati spesso al di sotto di una stratificazione pittorica dell’Ottocento. Gli altari esistenti sono tre: nell’abside centrale vi è quello dedicato alla Madonna delle Grazie, in quella di sinistra è ospitato l’altare di Sant’Eligio e a destra quello dei Santi Medici, ridipinto nel Settecento e che raffigura   i Santi Cosma e Damiano, affiancati da San Nicola e da San Liborio. Un altro affresco interessante  è la santissima Trinità dove appare l’Eterno Padre tra due angeli, che protegge due figure femminili che mantengono un drappo, raffigurante la Flagellazione, la Crocifissione, e la Resurrezione di Cristo, che potrebbe significare un “velo quaresimale”.  Una delle figure ai lati si riteneva rappresentasse Santa Caterina d’Alessandria, mentre è in realtà la Vergine Maria, che porta sul capo 12 stelle e ai piedi il sole e la luna». È l’Associazione Operatori Turistici di Vignacastrisi che promuove il territorio dal punto di vista turistico attraverso i propri bed & breakfast e proprio dall’etimologia del nome della cittadina “Vigna – Castrisi”, che sarebbe poi “campagna fortificata”,si può tranquillamente risalire agli abitanti che per molti decenni nelle case del borgo lavoravano  come braccianti o “massari”. All’epoca appunto dei nobili di un tempo l’economia del Casale si basava sui possedimenti di queste famiglie e sui loro raccolti.

 

Ma a tutt’oggi l’associazione (www.vignacastrisi.it) guarda con interesse al prodotto turistico, forti di una cortesia innata negli abitanti e quindi nei soci che possono contare su tanta genuinità dei prodotti locali e tanta tranquillità a cui purtroppo nelle grandi città non siamo più abituati a trovare. Per non dimenticare queste peculiarità ci hanno pensato Vito de “Le Chianchie – Casa Vacanze”(www.lechianchie.org) e AnnaPina de “ Il Corallo del Salento” (www.ilcorallo1.com). Si tratta di strutture a gestione familiare  dove i prezzi sono molto interessanti  e l’accoglienza è sempre delle migliori  per l’innata passione che i padroni di casa trasfondono al fine di far apprezzare meglio tutto quello che può offrire di bello il territorio.

 

Ed è sul mare Adriatico che si affaccia la città di Ortelle, divenuta famosa per il maialino, che, allevato secondo disciplinari tradizionali, viene servito arrosto durante la Fiera di San Vito, la terza domenica di ottobre. Da non dimenticare di visitare, a pochi chilometri da Ortelle, il dolmen più grande della Puglia, dopo quello di Bisceglie. Siamo a Minervino, nel parco della preistoria. Il nome ricorda l'esistenza delle vinee castrensis, le fortificazioni in forma di fossati e trincee che difendevano la vicina rocca di Castro.  L’area costituisce una delle ultime presenze di vegetazione naturale in loco, dove, accanto al leccio si trovano altri elementi quali il carrubo e l'olivastro. Il sito è in stretto rapporto con il bosco delle Querce di Castro insieme al quale collabora a formare un unico corridoio ecologico che dal mare si spinge verso l'entroterra. Sono questi i punti di forza di un nuovo pacchetto turistico, che è stato presentato nel Salento nel corso di un incontro con la stampa, che si è svolto a dicembre per promuovere il turismo anche in pieno inverno. L’obiettivo è di destagionalizzare il turismo e promuovere il territorio in tutte le stagioni, proponendo esperienze ed emozioni.

 

La Regione Puglia  attraverso l’Assessore al turismo, Silvia Godelli, ha promosso un pacchetto turistico insieme all’agenzia Pugliapromozione, presieduta da Giancarlo Piccirillo e dai sindaci Francesco Maria Rausa (Ortelle, comune capofila), Cosimo Pomarico (Oria), Salvatore Albano con l’assessore Pietro Falli (Porto Cesareo), Oscar Marzo Vetrugno (Novoli), Fernando Leone (Guagnano), dall’Associazione degli operatori turistici di Vignacastrisi (www.vignacastrisi.it), presieduta da Sergio Positano e dalla rivista di turismo e cultura del Salento, “Spiagge”, diretta da Carmen Mancarella.

 

A seguire l’evento è stato l’Ufficio turismo della Regione pugliese con Tonia Riccio, collaborata da Antonella Pische, Egidia Grieco, Annamaria Maiellaro e Antonio Marani. Non a caso la prima tappa dell’educational è stata Oria, in provincia di Brindisi. Sulla sua rocca si eleva il castello ampliato nel ‘200 da Federico II, che domina lo Jonio e l’Adriatico, da cui Oria è equidistante. Ai suoi piedi si snoda un centro storico di incomparabile bellezza con il caratteristico quartiere ebraico dove visse Donnolo, un famoso medico farmacista al quale, peraltro, è dedicato l’ospedale di Tel Aviv. Tutti gli anni, nella prima decade di agosto, per ricordare l’arrivo di Federico II in città, la Pro Loco organizza il Torneo dei rioni, che coinvolge più di ottocento personaggi. «Quest’anno – ha detto Pino Malva, già assessore al Turismo del Comune di Oria – si svolgerà l’importante iniziativa “Oritani nel mondo”, che mira a fare degli emigrati di Oria i primi ambasciatori della bellezza della città nei luoghi in cui vivono».

 

Ma non finisce qui l’impegno del Comune che attraverso il meticoloso lavoro del Sindaco, Cosimo Pomarico, porta avanti anche iniziative di interscambio con altri comuni del Salento, in questo caso con Novoli, in nome della Dieta Mediterranea. E a proposito di Novoli ben nota è la Focara, un falò gigante alto 25 metri e con un diametro di 20, che viene acceso la sera del 16 gennaio, in onore di Sant’Antonio Abate, con spettacolari fuochi d’artificio. La sua costruzione inizia un mese prima, il 15 dicembre, con la tradizionale sfilata dei carretti carichi di tralci di vite accompagnati dagli sbandieratori dei quattro rioni di Oria che saranno presenti anche il 16 gennaio per il tanto atteso evento. A partecipare a questa anteprima di sfilata sono stati i sindaci di Oria e Novoli ed il vicesindaco di Castellana Grotte, Giovanni Bianco, invitato nell’occasione insieme all’assessore al turismo, Maurizio Tommaso Pace.

 

Anche a Castellana Grotte c’è la tradizione del “sacro” fuoco de “Le Fanove” che si ripete ogni 11 gennaio. A Novoli sono migliaia le fascine costruite con i tralci della vite potata, che vengono utilizzate per costruire la grande pira. Si balla tutta la notte a ritmo di suoni del Mediterraneo e di pizzica. Ad interpretare quest’anno la focara sarà l’artista cosmopolita Hidetoshi Nagasawa, mentre il Premio fotografia andrà a Peppe Avallone. Il cuore della focara risiede nelle vaste distese di vigneti di negroamaro, che caratterizzano soprattutto il territorio di Guagnano, un centro a pochi chilometri da Novoli, dove l’attività principale è la viticoltura. Ci sono sei grandi cantine che esportano vino di Negroamaro in tutto il mondo e tra i pionieri l’Azienda Leone de Castris di Salice Salentino. Quest’anno il Comune di Guagnano con il suo sindaco, Fernando Leone, ha deciso di conferire un meritato riconoscimento a Piernicola Leone De Castris, per i primi 70 anni del “Five Roses”, il primo vino del Salento che venne esportato negli Stati Uniti.  

 

Guarda con interesse ai gemellaggi con le città europee  a vocazione mediterranea l’assessore al turismo del Comune di Porto Cesareo, Pietro Falli. Le sue meravigliose spiagge sono belle da vivere anche in inverno. Tra Puntaprosciutto dalle alte dune e Torre Lapillo, fino ad arrivare al lungomare di Porto Cesareo, c’è solo l’imbarazzo della scelta. «In pieno inverno poi – ci dice il Sindaco Salvatore Albano – non c’è niente di meglio che fare una passeggiata lungo la via delle pescherie, unica al mondo per la varietà di pesce che viene offerto direttamente dagli oltre 100 pescatori artigianali, che formano tutti assieme la più grande marineria d’Italia».

 

Non mancheranno le tappe golose nelle città salentine dal ristorante Mustafà,  all’Azienda Agrituristica L’Aia(www.agriturismolaia.it),

dall’Agriturismo Le More, all’Agriturismo Montenachiro(www.agriturismomontenachiro.it), tutti situati in Vignacastrisi all’Orecchietta di Guagnano (www.lorecchietta.com), al ristorante Grand’Italia di Porto Cesareo.  Il Salento, conosciuto per le sue stupende spiagge non è solo mare ma tradizioni da vivere e gustare tutto l’anno. I borghi antichi delle cittadine di Ortelle, Vignacastrisi, Oria, Porto Cesareo, Novoli, Guagnano sono rimasti intatti per trascorrere una vacanza in completo relax a prezzi davvero competitivi.

a cura di Harry di Prisco: harrydiprisco@libero.it