IL MERLOT DEL TICINO SOPRA I TETTI DI ROMA

Presentazione di 18 vini del Ticino
all’Hotel Hassler e all’Academy International of Wine di Roma
situati sulla famosa Scalinata di Trinità dei Monti

Ai piedi del prestigioso albergo si ammira tutta la città:
dalla Scalinata di Piazza di Spagna a San Pietro, fino al Pantheon

Nel cuore di Roma, patria riconosciuta della cultura eno-gastronomica, in uno storico palazzetto che risale alla fine del 1800, sorge una vera e propria Accademia Internazionale del Vino, rivolta a tutti gli appassionati di piatti-gourmet e libagioni bacchiche. La prestigiosa sede di Trinità dei Monti, che dialoga a tu per tu con la scalinata, resta miracolosamente sospesa in una pace quasi irreale, e ospita corsi in lingua italiana e inglese e francese, destinati ai residenti e ai visitatori interessati ad un primo approccio con il mondo del vino.

Il palazzetto è di proprietà della famiglia svizzera Wirth – che possiede l’Hotel Hassler-Villa Medici sin dal 1885. È al centro di Roma, accanto alla Chiesa di Trinità dei Monti e domina la Scalinata di Piazza di Spagna.

Attualmente il direttore generale è Roberto Wirth, che con i suoi 25 anni di servizio, è oggi il Direttore d’albergo con maggior esperienza in Italia ed è l’invisibile regista di questa perla a cinque stelle, categoria lusso, affiliato alla “The Leading Small Hotels of the World” e alla “Swiss International Hotels”.

Colonne di marmo, bagni affrescati, candelieri in vetro di Murano dalle luci discrete ma piene di mille bagliori, tappeti antichi, stili classici di arredamento fanno sentire che il fascino della Belle époque non si è spento. Negli appartamenti è naturale trovare pareti impreziosite da dipinti d’epoca, letti da dimora presidenziale con coperte di seta e di broccato, boiseries, ma anche computer, fax e jacuzzi.

I reali di tutto il mondo, presidenti di repubbliche di ogni epoca, scrittori, attori, musicisti e pittori hanno soggiornato all’Hassler. Chiunque di loro abbia voluto concedersi una vacanza romana o abbia soggiornato a Roma per un viaggio d’affari, una visita privata o ufficiale, ha scelto l’atmosfera signorile ed esclusiva, di questo albergo che dall’alto guarda il cuore di Roma: uno dei panorami più suggestivi del mondo.

Dalle sue terrazze e dalle sue finestre si ammira tutta la magnificenza di Roma dall’alto: un panorama unico al mondo, in cui saltano subito all’occhio San Pietro e il Pantheon. Si scorgono le suggestive vie della Città Eterna, in cui vissero in ogni tempo artisti e poeti. Si ammirano le riposanti oasi di pace di Villa Medici e Villa Borghese e spesso si ha l’impressione di poter toccare la Chiesa di Trinità dei Monti con i due campanili svettanti al cielo.

Da tanta bellezza si rimane estasiati, travolti dalla stessa passione che ispirò i versi di Goethe e Byron, Keats e Shelly, Dickens e Ruskin, Gogol e D’Annunzio. Come esclamava Fernand Gregh, da questi luoghi, si “beve” il sole di Roma per tutta la carestia di luce dei futuri inverni.

In quest’ambiente fascinoso, in una due giorni romana che ha avuto dell’incredibile, hanno trovato spazio i “Merlot del Ticino” della Swiss Premium Wine dei produttori Brivio, Delea, Gialdi e Tamborini. L’invito era pervenuto ufficialmente dall’Academy International of Wine a Rocco Lettieri che ha potuto così mettere in atto una prima presentazione ufficiale a Roma. Un’altra e più importante manifestazione, tramite la Ticino Wine sarà tenuta a fine ottobre.

Un primo incontro si è avuto all’Hotel Hassler, dove alla presenza di ben 70 ambasciatrici del mondo, presenti a Roma per un convegno internazionale, sono stati abbinati alla colazione di primavera “Spring Lunch” 4 vini del Ticino del Sopra e Sotto Ceneri.

Nel pomeriggio, presso l’Internation Wine Academy of Rome, in degustazione libera, dalle 16.00 alle 20.00, sono stati serviti i seguenti vini della quattro case ticinesi.

I Vini di Guido Brivio di Mendrisio:
Ronco Bain Bianco del Ticino DOC 2002 (Sauvignon-Semillon)
Dogaia Rosso del Ticino DOC 2002 (Gamaret-Merlot)
Riflessi d’Epoca Merlot del Ticino DOC 2001

Vini Gialdi di Mendrisio
Biancospino Bianco del Ticino DOC 2001 (Pinot Nero in bianco e Chardonnay)
Giornico Oro Merlot del Ticino DOC 2001
Biasca Premium Merlot del Ticino DOC 2001

Vini Tamborini di Lamone
Mosaico Bianco del Ticino DOC 2000 (Chardonnay, Semillon, Sauvignon)
San Zeno Riserva Merlot del Ticino DOC 2002
Vallombrosa Merlot del Ticino DOC 2001

Vini & Distillati Delea di Losone
Castello di Cantone Bianco Ticinese DOC 2001 (Chardonnay, Semillon, Sauvignon)
Carato Merlot del Ticino DOC 2001
Carato Riserva Merlot del Ticino DOC 2000

Quattromani Merlot del Ticino DOC 2000
della SWISS PREMIUM WINE (Brivio, Delea, Gialdi e Tamborini)

Numerosi sono stati coloro che non hanno voluto mancare a questo appuntamento a cui ha dato risalto sia la stampa locale che la RAI Due con Bruno Gambacorta nel suo speciale “Eat Parade”.

Nella stessa serata, sempre all’Academy, nelle sale del WINE BAR/RISTORANTE “IL PALAZZETTO” al secondo piano del palazzo, dove si propone una cucina tradizionale Italiana, particolarmente curata dallo Chef Antonio Martucci, è stata servita una cena per circa 40 persone (la massima capienza) che ha visto la successione dei seguenti piatti e dei vini ticinesi in abbinamento:

Nido di radicchio brasato con perla di ricotta di pecora su crema di patate al finocchietto selvatico.

BIANCO ROVERE, Merlot del Ticino DOC 2002 – Vini Brivio

Raviolini di baccalà con cicoria e pecorino su caponatina di broccoli romani e pomodori secchi.

CASTELLO DI CANTONE, Bianco Ticinese DOC 2001 – Angelo Delea

Filetto di manzo in salsa di acciughe e aglio dolce con battuto d’olive e soufflè di pecorino di fossa.

VIGNA VECCHIA, Merlot del Ticino DOC 2000 – Tamborini Vini

Selezione di formaggi ticinesi d’alpeggio: Piora, Pontino, Bresciana

SASSI GROSSI, Merlot del Ticino DOC 2000 – Gialli

In chiusura di serata:

PLATINUM, Merlot del Ticino DOC 2000 – Vini Brivio
QUATTROMANI, Merlot del Ticino DOC 2000 – Swiss P. W.

Una cena didattica ben illustrata sia per quanto riguarda le notizie del Canton Ticino Vitivinicolo che per quanto riguarda le informazioni sui vini serviti in abbinamento.
Una manifestazione sicuramente da ripetere considerando l’ambiente, l’interesse per i vini e i formaggi, e per la calda accoglienza a noi che siamo stati accolti come ambasciatori del vino del Ticino.

A cura di Rocco Lettieri

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LA DINASTIA ALBERGHIERA BUCHER – WIRTH

Franz-Josef Bucher
Franz-Joseph Bucher, uno dei pionieri dell’industria alberghiera europea, nacque il 17 Gennaio 1834 a Kerns nel cantone di Oberwalden, vicino a Lucerna, in Svizzera. I suoi genitori, Sebastian, agricoltore e consigliere della cittadina, e Theresia Durrer, figlia di un proprietario terriero della zona, lo iscrissero alla scuola comunale di Kerns e successivamente alla scuola reale del collegio di Sarnen. Presto però il giovane Bucher dovette abbandonare gli studi, per aiutare la madre, rimasta vedova, a gestire le proprietà della famiglia. La mancanza di un’approfondita istruzione scolastica non gli impedì tuttavia di diventare poco a poco un grande imprenditore.

Pochi anni dopo conobbe Josef Durrer, con il quale fece amicizia. Insieme i due fondarono la ditta “Bucher & Durrer”, un’impresa di costruzioni, che gestiva segherie e qualche anno dopo, nel 1868, i due soci aprirono a Kagiswil, vicino a Lucerna, una fabbrica di parquet e legname da costruzione.

Bucher che nel frattempo si era sposato due volte ed aveva avuto già 11 dei suoi 16 figli, nel 1871, acquistò la Trittalp, una zona ancora intatta ed inaccessibile sul Burgenberg, in Svizzera, dove vi costruì a sue spese una strada che conduceva alla cima e con il materiale risultante dalla costruzione della strada, costruì il Grand Hotel Bürgenstock, che inaugurò nel 1873. Negli anni a seguire, aggiunse il ParkHotel, il Palace Hotel, la seggiovia dell’Hammetschwand, tuttora la seggiovia più alta d’Europa e la ferrovia del Bürgenstock. Era solo l’inizio dell’attività alberghiera di Franz-Josef Bucher che nel 1879, acquistò una compartecipazione nell’Hotel de la Mediterranée di Pegli, in Liguria, e nel 1883 prese in gestione l’Hotel Europe a Lucerna.

Intanto, la ditta Bucher & Durrer, sotto la direzione di Durrer estese le sue attività di commercio e lavorazione del legno all’Europa Sud orientale, inaugurando una ditta di parquet e mobili in legno in Romania che presto diventerà il fornitore ufficiale di mobili di tutte le più famose famiglie aristocratiche d’Europa.

La Bucher & Durrer inoltre, dette inizio anche alla costruzione di strade, funicolari (la funicolare della Stazione di Lugano), seggiovie (Monte San Salvatore, Stanserhorn e Mont Pelerin) e tram. Nel 1888 i due soci costruirono la prima funicolare elettrica che collegava Kehrsiten alla sommità del Burgenstock e a Genova Franz-Josef Bucher costruì il tunnel che tuttora porta dalla stazione al centro della città, impiantò una funicolare nel porto e costruì il primo sistema tranviario della città. Tuttavia la vera passione di Franz-Josef Bucher erano gli alberghi e quest’uomo così lungimirante prestò capì che gli hotel in città sarebbero stati più redditizi di quelli nei luoghi di villeggiatura, pertanto, nel 1890 inviò il genero Heinrich Wirth, di cui si parlerà più avanti, a Roma per prendere in gestione l’Albergo Minerva. Pochi anni dopo, decise di acquistare l’Hotel Quirinale di Roma (costruito nel 1874) che divenne di sua proprietà nel 1894, dopo lunghe trattative, per 2 milioni di lire. Sempre convinto del maggior valore degli hotel di città, nel 1897 acquistò e ristrutturò un edificio situato vicino alla stazione centrale di Milano, il Grand Hotel Palace e un paio di anni dopo, nel 1899 acquistò una parte dell’Hotel “Du Parc” a Lugano che era in origine un convento di frati minori. Pochi anni dopo l’hotel divenne totalmente di proprietà di Bucher e nel 1903, dopo la ristrutturazione attuata dal figlio Alfred fu riaperto con il nome di Grand Hotel Palace.

Non contento dell’espansione del suo impero in Italia, Bucher decise di acquistare un terreno al Cairo sul quale, nel 1905, eresse l’Hotel Semiramis che fu inaugurato nell’autunno del 1906.

Purtroppo Franz-Josef Bucher non potè godere del successo del suo primo hotel fuori dall’Europa, in quanto morì il 6 Ottobre 1906 al Cairo, proprio a ridosso dell’inaugurazione, per una polmonite forse causata dal clima a lui non confacente.

HEINRICH GOTTLOB WIRTH
Verso il 1883 entrò a far parte del “clan” Bucher un uomo che, seppur membro acquisito della famiglia, giocherà un ruolo di fondamentale importanza nel destino della famiglia: Heinrich Gottlob Wirth. Egli fu considerato da Franz-Josef Bucher come un figlio e fu il solo che veramente ne seguì le orme. Heinrich Wirth nacque a Maulach, nel Wuerttenberg, in Germania, il 6 Settembre del 1858 da Friedrich Heinrich Wirth e Magdalena Hanselmann. Era il secondo di 16 fratelli, e frequentò dapprima una scuola in un paese vicino, poi la scuola media a Crailsheim e infine la secondaria a Kirchfeld. Dopo alcuni anni di apprendistato in varie locande della zona e sul lago di Ginevra, Heinrich, spinto dal padre che temeva che il figlio potesse essere arruolato e mandato in guerra, partì per l’Inghilterra al seguito di due gentildonne che aveva conosciuto sul lago di Ginevra. In Inghilterra lavorò come domestico per le due signore per circa 8 mesi dopodiché accettò altri lavori a Londra, al Midland Hotel e in altri locali. Si fermò nella capitale inglese fino al 1877 quando lasciò l’Inghilterra per tornare in Germania, dove fu assunto come cameriere all’Hotel du Nord a Colonia. L’esperienza però fu pessima: il personale era trattato molto male e costretto a vivere in ambienti malsani e sporchi.

Successivamente, Wirth lavorò per il Baur au Lac a Zurigo e all’inizio del 1879 si recò a Roma dove iniziò a lavorare come cameriere del ristorante dell’Hotel Quirinale. Ancora non sapeva quanto quest’albergo sarebbe stato parte della sua vita. Infatti, all’epoca l’hotel non era ancora dei Bucher che lo avrebbero acquistato nel 1894. Dopo il soggiorno romano, Wirth si trasferì prima a Bologna dove lavorò come maitre d’hotel per l’Hotel Brun e poi a Lucerna presso lo Schweizerhof. Infine nel 1883 iniziò a lavorare presso l’Hotel Méditerranée di Pegli in Liguria intrecciando così il suo destino a quello dei Bucher. Nel 1887 infatti, Heinrich Wirth sposò Cristina Bucher, figlia di Franz-Josef, che aveva conosciuto all’Hotel Mediterranée, dove Cristina lavorava in dispensa. Gli sposi rimasero a Pegli, spostandosi al Burgenstock d’estate, fino al 1890 quando Wirth fu mandato a Roma dal suocero per prendere in gestione l’hotel Minerva. Nel frattempo Heinrich e Cristina avevano avuto i loro primi due figli, Roberto (1888) ed Elsa (1890).

In Italia Wirth gestiva tutto il lavoro per conto del suocero che aveva imparato un’unica parola in italiano, “subito” che ben rappresentava il suo desiderio di agire e ottenere tutto immediatamente: per questo fu chiamato dai suoi dipendenti “Signor Subito”.
Nell’ estate del 1893 nacque a Burgenstock il terzogenito di Heinrich e Cristina Wirth, Oscar.
Lasciata la gestione dell’albergo Minerva nel 1894 la famiglia Wirth si trasferì in autunno a Burgenstock dove Heinrich si occupò dei lavori che dovevano unire il Ristorante con il Park Hotel e pochi mesi più tardi, Wirth rientrò a Roma per assumere la direzione dell’Hotel Quirinale, appena acquistato dal suocero dopo lunghe trattative. L’albergo, situato lungo la Via Nazionale, era un enorme fabbricato diviso in vari piani, composto da 266 stanze e 2 bagni, di cui uno al mezzanino e uno al secondo piano, nei quali si trovavano due enormi vasche da bagno. Sul pavimento di marmo veniva steso un lenzuolo di lino per evitare di far prendere freddo agli ospiti, mentre l’aria veniva riscaldata da caldaie piene di acqua bollente. Il Quirinale fu il primo albergo a Roma ad avere il riscaldamento centralizzato. Sotto la direzione di Wirth l’hotel prosperò e divenne ben presto e per tanti anni uno degli alberghi più prestigiosi della città.

Sfortunatamente, il 28 Gennaio 1905, Cristina Bucher morì a Roma per insufficienza cardiaca. I figli erano ancora adolescenti e furono molto segnati da questo grave lutto. Per Heinrich Wirth fu un duro colpo: oltre al dolore per la perdita della giovane moglie tanto amata, dovette anche cercare di risolvere una serie di problemi di carattere organizzativo: infatti a Burgenstock, la moglie Cristina si occupava del Park Hotel e del Banhofrestaurant, mentre lui gestiva il Palace. Doveva trovare un degno sostituto che lo aiutasse a gestire sia la famiglia che il lavoro. Questa situazione lo spinse a prendere decisione di risposarsi dopo solo due anni con un’insegnante liceale del cantone di Berna, Alberta Waelly, figlia anch’essa di un albergatore, Johann Albert Waelly, di origine romagnola. La coppia ebbe due figli: Albert, nato a Lucerna nel 1910 e Lotty, nata a Roma nel 1916.

Gli anni 20 furono piuttosto difficili per Heinrich Wirth a causa di svariati dissidi con ciò che rimaneva della Bucher-Durrer AG, la società che amministrava i beni lasciati da Franz-Josef, tanto che suggerì ai figli di non legarsi al gruppo di famiglia in quanto non vedeva più alcun futuro per la società. Infatti, nel 1921, fece stipulare dal figlio Oscar, un contratto di società con Franz Nistelweck, un suo amico di lunga data, genero di Alberto Hassler, fondatore dell’Hotel Hassler di cui si parlerà più avanti, per la riattivazione dell’Hotel Eden, situato nell’ immobile di Via Ludovisi, n. 49. Anche gli altri figli avevano seguito le tradizioni di famiglia in campo alberghiero, Roberto nel 1919, prese in gestione l’Hotel Palace di Milano, venduto dalla Bucher-Durrer AG, mentre Elsa, sposò nel 1914 Bernhard Anton Bossi, e insieme a lui dapprima lavorò al Grand Hotel Mediterranée di Pegli fino a quando nel 1917 il padre Heinrich Wirth li aiutò ad acquistare l’Hotel Regina Palace di Stresa, poco prima che il Mediterranée fosse anch’esso venduto.

Nel 1925 fu deciso di vendere anche l’Hotel Quirinale, per ripagare i debiti della Bucher-Durrer AG e inoltre perché il consiglio di amministrazione di detta società temeva che la situazione economica italiana in quel primo dopo guerra fosse tale che la proprietà di un immobile a Roma potesse costituire un problema piuttosto che un valore. L’hotel fu dunque venduto ad un ex deputato parlamentare, Gioacchino Mecheri, con comprensibile dolore di Wirth che lo aveva gestito con tanta cura fino a farlo diventare un punto di riferimento nella Città Eterna. Ma non fu solo la vendita ad addolorare Wirth, bensì tutta la gestione scorretta della questione, che risultò in un’annosa causa contro lo stesso Wirth, mossa dal nuovo proprietario, Gioacchino Mecheri in seguito ad un contratto male interpretato per la gestione dell’albergo.

Nel frattempo, Heinrich Wirth avendo capito che le cose si mettevano molto male per la Bucher-Durrer, aveva acquistato in società con un tedesco che da anni viveva a Roma, l’Hotel Victoria, situato alle porte della Villa Borghese. Egli desiderava assicurare così il futuro suo e della sua seconda famiglia: la moglie Alberta ed i figli Alberto e Lotty. Nel 1949, dieci anni dopo la morte di Heinrich, Alberto Wirth sciolse la società e rimase unico proprietario dell’hotel.
La morte di Heinrich Wirth, nel 1939, giunse improvvisa, anche se non del tutto inaspettata, dato che la causa contro Mecheri gli aveva minato la salute,

OSCAR WIRTH
Il figlio Oscar seguì le orme paterne a Roma lavorando inizialmente all’Hotel Eden e dal 1936 anche all’Hotel Hassler, di cui era diventato co-proprietario e direttore Generale dopo la morte del fondatore, Alberto Hassler, suocero di Nistelweck. L’Hotel situato sulla sommità di Trinità dei Monti sarebbe presto diventato uno dei punti di riferimento dell’ospitalità internazionale ma aveva bisogno di essere ristrutturato. Nel 1939 dunque Oscar Wirth dette inizio all’opera di demolizione e ricostruzione, quasi integrale dell’Hassler che fu terminata solo grazie alla lungimiranza e alla testardaggine di Oscar Wirth che lottò assiduamente contro pezzi grossi del governo di allora che non volevano permettere la ricostruzione dell’immobile. Alla fine della guerra l’hotel fu requisito dagli alleati che vi installarono il comando supremo delle forze aeree e solo nel 1947 l’albergo fu riaperto ai civili, e Oscar Wirth ne iniziò la gestione.

Nel 1949 Oscar Wirth si recò per un viaggio di lavoro a New York dove si innamorò di Carmen Bucher, figlia di Otto, bis-nipote di Franz-Josef. Nell’Agosto dello stesso anno la coppia si sposò unendo quindi per la seconda volta in meno di un secolo i destini di due grandi famiglie di albergatori e nel maggio del 1950 nacque Roberto Wirth, uno dei pochi discendenti della famiglia Bucher Wirth ancora a capo di un’attività alberghiera prestigiosa come l’Hassler. Nel 1964 Oscar Wirth e i discendenti di Franz Nistelweck decisero di separarsi: Oscar Wirth acquistò interamente l’Hassler mentre gli eredi di Nistelweck mantennero la proprietà dell’Eden.
L’Hotel Hassler è ora interamente di proprietà di Roberto Wirth, figlio primogenito di Oscar Wirth e Carmen Bucher Wirth.

HASSLER, IL RIFUGIO ROMANO DEI RE

L’Hotel in cima a Piazza di Spagna, è sinonimo di raffinata eleganza. Luogo sontuoso e scintillante, da sempre il naturale punto di incontro della élite politica, economica e culturale italiana e straniera

Anche Roma, come tutte le metropoli, ha un certo numero di alberghi famosi, ciascuno preferito da una particolare categoria di clienti, uomini d’affari, personaggi dello spettacolo o diplomatici. Oltre a questi alberghi c’è l’Hassler, una categoria a sé, il più speciale e il più riservato Hotel della Capitale. Riservato nello stile e nel servizio ma situato in una posizione centralissima e straordinaria che contribuisce alla sua unicità. L’Hotel Hassler si trova infatti a Trinità dei Monti, ai confini di Villa Borghese, in cima alla Scalinata di Piazza di Spagna, una delle posizioni più belle e famose di Roma. Ma cosa rende l’Hotel Hassler così speciale, a parte la posizione? L’edificio è molto bello, l’arredamento è elegante e lussuoso. Ma quello che si respira non appena varcata la soglia dell’Hotel è l’atmosfera di esclusività signorile, la quiete di casa privata che si ritrova solo nei grandi hôtel.
Anche l’Hassler, come ogni grande albergo, ha i suoi punti di ritrovo. Nessuno sosta mai nella vasta hall con le colonne di marmo e il pavimento scintillante. Si va invece nel grazioso locale del bar, fiancheggiato dal bellissimo “Salone Eva” e qui si può già notare uno dei tanti gesti d’affetto che gli ospiti hanno voluto offrire alla proprietà: una targa che ha suggellato la nascita del Carmen’s Corner, un piccolo angolo dedicato alla madre del Signor Roberto Wirth, proprietario e direttore generale dell’Hassler.

Altro punto di ritrovo è il Ristorante al sesto piano. Sorseggiando un caffè o gustando i più rinomati piatti della cucina italiana, dall’Hassler si può ammirare uno dei panorami più belli del mondo. Ogni sera, quando il tramonto s’infiamma, l’ocra dei palazzi romani risplende ancora di più e il Rooftop Restaurant diventa il luogo preferito per tutti gli ospiti. Mentre Roma si stende placidamente ai piedi dell’Hotel Hassler – da San Pietro al Pantheon – gli ospiti hanno modo di apprezzare tutto ciò che il buon gusto e il lusso possono offrire: dai servizi di cristalleria vergati d’oro alle posaterie d’argento.

E infine c’è, nella bella stagione, il “ritrovo” interno di Palm Court, dove arriva attutita – unico rumore esterno – la voce dei bambini di una scuola privata nell’ora di ricreazione. Un’oasi di tranquillità, con le fioriere, i piccoli tavoli, le tende ampie e discrete che riparano dal sole. Qui è possibile sorseggiare un drink, ricevere ospiti, chiacchierare senza disturbo alcuno, proprio come si farebbe in una qualsiasi casa. Si finisce per dimenticare che si è in un albergo: ed è questo il grande pregio dell’Hotel Hassler.

L’albergo – fondato nel 1885 – appartiene dagli anni Trenta alla famiglia Wirth. Attualmente il direttore generale è Roberto Wirth, che con i suoi 25 anni di servizio, è oggi il Direttore d’albergo con maggior esperienza in Italia ed è l’invisibile regista di questa perla a cinque stelle categoria lusso, affiliato alla “The Leading Small Hotels of the World” e alla “Swiss International Hotels”.

Colonne di marmo, bagni affrescati, candelieri in vetro di Murano dalle luci discrete ma piene di mille bagliori, tappeti antichi, stili classici di arredamento fanno sentire che il fascino della Belle époque non si è spento. Negli appartamenti è naturale trovare pareti impreziosite da dipinti d’epoca, letti da dimora presidenziale con coperte di seta e di broccato, boiseries, ma anche computer, fax e jacuzzi. Di recente è stata ristrutturata un’ala del quinto piano. Lo stile dell’arredamento è moderno e i colori predominanti sono il bianco e il nero.

I reali di tutto il mondo, grandi e piccoli, presidenti di repubbliche di ogni epoca, scrittori, attori, musicisti e pittori hanno soggiornato all’Hassler. Chiunque di loro abbia voluto concedersi una vacanza romana o abbia soggiornato a Roma per un viaggio d’affari, una visita privata o ufficiale, ha scelto l’atmosfera signorile ed esclusiva, di questo albergo che dall’alto guarda il cuore di Roma: uno dei panorami più suggestivi del mondo.

HASSLER: ANCHE LE STELLE STANNO A GUARDARE
Ai piedi del prestigioso albergo si ammira tutta la città
dalla Scalinata di Piazza di Spagna a San Pietro, fino al Pantheon

Ci sono luoghi di assoluto privilegio e l’Hotel Hassler-Villa Medici è indubbiamente uno di questi. È al centro di Roma, accanto alla Chiesa di Trinità dei Monti e domina la Scalinata di Piazza di Spagna. Dalle sue terrazze e dalle sue finestre si ammira tutta la magnificenza di Roma dall’alto: un panorama unico al mondo, in cui saltano subito all’occhio San Pietro e il Pantheon. Si scorgono le suggestive vie della Città Eterna, in cui vissero in ogni tempo artisti e poeti. Si ammirano le riposanti oasi di pace di Villa Medici e Villa Borghese, e, spesso si ha l’impressione di poter toccare la Chiesa di Trinità dei Monti con i due campanili svettanti al cielo. Da tanta bellezza si rimane estasiati, travolti dalla stessa passione che ispirò i versi di Goethe e Byron, Keats e Shelly, Dickens e Ruskin, Gogol e D’Annunzio. Come esclamava Fernand Gregh, da questi luoghi, si “beve” il sole di Roma per tutta la carestia di luce dei futuri inverni.

E allora si comprende che poter godere di quest’angolo di paradiso è un qualcosa di unico, che affascina da sempre personalità d’ogni paese e d’ogni lingua. L’Hotel Hassler però è un luogo di assoluto privilegio non solo per la posizione strategica, per l’affaccio di straordinario fascino ma anche per l’esperienza e la professionalità del proprietario e di tutto il personale: il loro sorriso e il loro calore fanno di questo albergo una “seconda casa”, o meglio, la magica residenza romana dei numerosissimi affezionati clienti.

IL LUSSUOSO RIFUGIO ROMANO DEI VIP
Principi e star del cinema, personaggi “storici” ed esponenti del mondo della cultura: questi gli illustri ospiti del magnifico Hotel Hassler

Tutti altisonanti i nomi delle celebrità che hanno alloggiato all’Hotel Hassler. La lista va dalla famiglia Kennedy a Gabriel García Márquez, da Pablo Picasso fino a Friedrich Duerrenmatt che soleva tenere occupato il ristorante del roof sia di sera che di notte, finché non aveva finito di trasferire su carta le proprie ispirazioni. La riservatezza è una delle caratteristiche peculiari dell’Hotel Hassler. All’arrivo gli ospiti sono accolti dal Signor Wirth e la discrezione della loro presenza è garantita per l’intero soggiorno. Principi e capi di governo in visita non ufficale in Italia sono passati dall’Hotel Hassler che ne ha saputo custodire la presenza dal primo all’ultimo giorno di permanenza. Nelle sale e suite del mitico Hassler hanno vissuto attimi memorabili Chirac, Helmut Kohl, alcuni appartenenti alla dinastia dei Rockefeller e dei Rotschild. La principessa Diana d’Inghilterra era solita prenotare la suite al secondo piano.

Clienti affezionati sono stati il principe Ranieri di Monaco (che vi soggiornò durante il viaggio di nozze con Grace Kelly), Charlie Chaplin, Marlene Dietrich, Humphrey Bogart, Sean Connery, Jane Fonda, Sommerset Maugham, Cronin, John Steinbeck, Herry Kissinger, re Hussein di Giordania e i reali di Danimarca. Si racconta persino che re Gustavo di Svezia invitò a Stoccolma il pasticciere dell’albergo, perché apprezzava in maniera particolare il suo zabaione.
Vezzeggiati e coccolati, gli ospiti abituali compongono un elenco lunghissimo di personaggi della politica, della letteratura e dello spettacolo. Basti pensare che Eisenhower scelse una suite e la trasformò in studio privato, o che il trio Carreras-Pavarotti-Domingo amava rifugiarsi negli appartamenti in cima alla scalinata accanto a Villa Medici, con vista sui tetti di Roma.
Moltissime le firme illustri riportate nel “Libro d’oro”: fra cui quelle dei Presidenti americani Reagan, Bush e Ford ai Premier britannici Thatcher e Major, Re Juan Carlos di Borbone.

La Suite Penthouse ha ospitato anche il re dei computer, Bill Gates. Il motivo? Avere una camera con vista da cui ammirare le mille luci della città e poter contare su un servizio semplicemente perfetto. Molti anche i divi di Hollywood di ieri e di oggi: da Liz Taylor a Robin Williams; da Darryl Hannah, la bionda “sirena di Manhattan” ad Arnold Schwarzenegger; da Brad Pitt ad Audrey Hepburn; da Clint Eastwood a Kevin Costner; da Jack Nicholson fino alla coppia Melanie Griffith-Antonio Banderas. Tra gli ospiti eccellenti anche altri protagonisti del cinema americano: quali, ad esempio, Oliver Stone, il mitico regista di Platoon.

Non rinunciano all’Hassler nemmeno i cantanti: basti pensare alla rockstar Madonna o, andando indietro nel tempo, a Frank Sinatra che, per evitare i fan che lo attendevano all’ingresso, preferiva scavalcare il muretto di cinta del giardino. Diversi anche gli artisti, scrittori, musicisti e direttori d’orchestra di fama internazionale che soggiornano abitualmente all’Hassler fra cui i Maestri Riccardo Muti e Maurizio Pollini ed il Maestro Myung, direttore dell’Accademia Nazionale di S. Cecilia.

Ma qual è il segreto di tanto successo? Eleganza, stile, servizio impeccabile e assoluta discrezione.

CINQUE BALCONI SU ROMA

Trinità dei Monti suite
La Suite Trinità dei Monti è una suite in grande stile, l’unica con cinque grandi finestre per abbracciare tutta Roma. La nuova suite, recentemente ristrutturata si trova al quinto piano dell’Hotel proprio ad angolo, da un lato si può quasi toccare con un dito la chiesa di Trinità dei Monti, mentre dall’altro si domina tutta Roma. La Suite Trinità dei Monti, nasce dal desiderio del Signor Roberto Wirth, Proprietario e Direttore dell’Hotel, di soddisfare numerose e sempre più frequenti richieste da parte dei clienti, di quell’angolo di paradiso. La nuova Suite 503 è molto diversa nello stile dalle altre suite. La Suite Trinità dei Monti é la nuova creazione della Signora Wirth che arreda personalmente tutte le stanze dell’Hotel. L’ultima nata ha una predominanza di bianco e nero con toni sul grigio. I mobili sono laccati neri con inserti in oro. I tessuti sono nei toni del grigio e del bianco. La suite è composta da un’elegante sala da pranzo in cui farsi portare le specialità preparate dal cuoco del Rooftop Restaurant, Francesco Apreda e gustare un pasto di fronte al panorama unico della città eterna che si colora di luci arancio al crepuscolo. I bagni sono due di cui il principale è interamente in marmo nero con la vasca idromassaggio. Due le tv al plasma, una in soggiorno e una in camera da letto. Si può scorgere la vera chicca solo alzando la testa e osservando il soffitto: piccole perle di luce filtrano attraverso minuscole sfere di cristallo Swarovski incastonate nel soffitto bianco. Una stanza attigua offre la possibilità di unirla alla suite per eventuali ospiti o guardie del corpo.

MANGIARE FRA LE STELLE
Il Rooftop Restaurant è semplicemente perfetto:
al rigore culinario si accompagna una “scorpacciata” di architetture

Il Ristorante al sesto piano dell’Hotel Hassler è assolutamente unico: solo da qui si possono ammirare le “mille luci” della Città Eterna. Piazza di Spagna e Trinità dei Monti, San Pietro, il Pantheon, e gli splendidi palazzi romani sono perfettamente incorniciati nella vetrata del Roof. Una coreografia irripetibile, esaltata da un suadente sottofondo musicale.

Il Rooftop Restaurant è il primo ristorante panoramico costruito a Roma – ed è, dagli anni Cinquanta, il tempio della tradizionale cucina italiana, rivisitata con fantasia e raffinatezza. I piatti sono particolarmente curati nella preparazione e nella presentazione, mentre i menù offerti variano a seconda della stagione, secondo l’antica regola del famosissimo Chef Francesco Apreda.

I piatti sono il risultato di una ricerca di sapori veri, italiani, abbinati a profumi ed ingredienti ricchi di cultura e storia del nostro paese. Si va dall’insalatina di carciofi, asparagi e pecorino ai ravioli alla zucca gialla, dalle fettuccine con maggiorana e polipetti alla sogliola con asparagi e cedro.

Il Ristorante – sempre aperto – è in grado di esaudire qualsiasi desiderio del cliente: dal pâté di pavone alla amatriciana. Tutto fatto in casa. Il fornaio dell’Hassler oltre al pane realizza diverse specialità a base di farina e acqua. Baguette, rustici e panini all’olio molto apprezzati da politici e industriali.

Nessuno ricorda quale era il menù preferito da Eisenhower. Di sicuro si sa che le modelle impazziscono per i tramezzini, mentre gli analisti finanziari sono soliti “premiarsi” con 50 grammi di caviale Beluga. Liz Taylor, invece, preferisce i cioccolatini al latte che la cucina dell’albergo produce a forma di tartaruga. Il “corazzato” animale è infatti la passione di Roberto Wirth.

Il Rooftop Restaurant è anche famoso ritrovo per il brunch domenicale: tra le 12.30 e le 14.30 dove poter gustare – a prezzo fisso, bevande escluse – dal salmone alle quiches, dalla spigola in crosta di sale al roast beef, fino agli elaborati dessert. Il tutto in un’atmosfera rilassante e di grande serenità, accompagnati dalle note di un pianista italiano molto noto a livello internazionale.

FORSE NON TUTTI SANNO CHE…
L’Hotel Hassler si prende cura dei propri ospiti:
dalla testa ai piedi, curiosità e spigolature

Lo spazio di Mauro Lulli non è dedicato solo alle donne. Tutti possono entrare in questo tempio della bellezza con la certezza uscire completamente rinnovati nel look. All’interno troverete soluzioni ideali: per chi ha poco tempo, o per chi è di passaggio a Roma per qualche giorno sono stati studiati pacchetti di bellezza con formule abbinate a trattamenti estetici. Parrucchieri, manicure e curatori d’immagine sono a disposizione per cambiare il vostro look. Non c’è limite, dal capello al cappello si può trovare tutto ciò che occorre per rinnovarsi secondo i dettami del made in Italy.

Per gli irriducibili del jogging l’Hotel Hassler mette a disposizione un personal trainer e tre percorsi per ogni esigenza (tre, cinque o sette chilometri) per scoprire le bellezze di Villa Borghese. Una passeggiata romana di 45 minuti: partenza da Trinità dei Monti per poi raggiungere la Casina Valadier, a due passi dalla Terrazza del Pincio. Inoltrarsi per i viali alberati che costeggiano le mura di Villa Medici (dal 1804 sede dell’Accademia di Francia e nei secoli scorsi atelier riservato agli artisti francesi che volevano perfezionarsi a Roma) significa andare alla scoperta della Roma cara ai pittori e agli scrittori romantici (primo fra tutti Stendhal). È prevista la possibilità di fare lo stesso percorso in bicicletta. Dedicato ai clienti Hassler, il Club 303, la piccola e curata palestra dell’albergo che offre attrezzature rinnovate per dedicarsi al fitness e al relax e una splendida vista della Chiesa Trinità dei Monti. Il “Club 303”, è dotato delle più moderne attrezzature per il fitness e sarà potenziato entro il 2004 nelle strutture (sauna, bagno turco e piccola piscina esterna) per offrire agli ospiti ulteriori occasioni per dedicarsi al fitness e al relax. All’interno dell’area wellness il personale altamente qualificato pratica massaggi di ogni tipo, dallo Shiatsu all’antistress. Grazie alla quiete e alla posizione, il Club è un luogo dove potersi rilassare, ventiquattrore su ventiquattro, anche non facendo esercizio fisico: qui si può sostare per leggere un libro, sorseggiare un aperitivo o consumare uno snack. Se lo si desidera è possibile poi organizzare anche una cena privata.

L’Hotel Hassler è stato il primo albergo di lusso a Roma ad offrire il brunch domenicale, questo avveniva all’inizio degli anni ’90 ed oggi il brunch dell’Hotel Hassler è ormai un appuntamento irrinunciabile per i turisti che visitano Roma o per i romani che desiderano regalarsi un momento di magia. La magia di Roma può essere trovata anche in un’altra particolarità, esclusiva dell’Hotel Hassler: AMORVERO, il profumo ideato dalla Signora Astrid Wirth e creato dal celebre maestro profumiere Lorenzo Dante Ferro. AMORVERO è una fragranza di rara intensità che unisce la tradizione romana alla raffinatezza classica e sublime che circonda il prestigioso Hotel Hassler.

Da sempre l’Hotel Hassler di Roma è uno dei luoghi internazionali più amati dagli ambienti culturali e musicali di tutto il mondo, grazie anche alla grande passione per la cultura del Signor Robert Wirth, General Manager dell’Hotel Hassler. Il direttore ha desiderato, insieme ad altri prestigiosi partner, fornire il proprio contributo alla musica sposorizzando un luogo culturale di altissimo livello: l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, che dopo 64 anni ha il suo auditorium.

Fra le curiosità, va ricordato che Roberto Wirth è un appassionato collezionista di tartarughe, di viventi ne possiede ben 13 e si occupa personalmente della registrazione delle nascite. Di tartarughe poi il Sig. Wirth ne custodisce di ogni genere e materiale: legno, marmo, balachite. Ne riceve di continuo da tutto il mondo, a testimonianza dell’affetto che clienti ed amici hanno per lui.

Roberto Wirth, sordo profondo sin dalla nascita, ha creato il Fondo Borse di Studio “Roberto Wirth” con lo scopo di offrire opportunità per la formazione per bambini sordi in età prescolare e di professionisti capaci di formulare programmi mirati al rapporto genitore neonato. Il Fondo opera dal 1993 nell’ambito della prestigiosa Commissione Fulbright, per frequentare la Gallauted University, unica università al mondo per studenti sordi. La speranza di Roberto Wirth è di creare presto a Roma una scuola speciale per aiutare e sostenere i bambini sordi.
Al culto dell’ospitalità, Roberto Wirth unisce anche l’amore per il buon vino ed è per questo che ha deciso, assieme ad un gruppo di amici, di creare l’International Wine Academy, un luogo d’incontro per gli appassionati di vino, quasi un club. Non poteva esserci sede migliore per l’Accademia del Palazzetto di Vicolo del Bottino, nell’antica Roma infatti quest’area fu di proprietà di Lucullo, famoso per la qualità dei suoi banchetti.
Roberto Wirth preferisce i vini rossi italiani che ama degustare chiacchierando con gli amici, ed è questa la filosofia dell’Accademia, una struttura dove è possibile gustare i migliori vini nazionali ed internazionali, partecipare a corsi di degustazione tenuti dai migliori professionisti e, grazie alle sue quattro camere arredate con gusto, stile ed eleganza, soggiornare nel cuore di una delle zone più belle di Roma.

Servizio a cura di Rocco Lettieri in collaborazione con Serena Presutti (Communication and Press Office) e-mail: spresutti@hotelhassler.it

Hotel Hassler – Piazza Trinità dei Monti, 6 – 00187 Roma
Tel 0039.06. 69.93.40 – e-mail: hasslerroma@mclink.it