Podere Forte al Cavalieri Hilton di Roma

Podere Forte, una giovane azienda vitivinicola di Castiglione d’Orcia, si è presentato il 14 maggio 2009 ai sommelier della capitale con due miniverticali dei suoi vini rossi portabandiera, Petrucci e Guardiavigna.

Alla degustazione, guidata da Daniela Scrobogna dell’AIS, hanno assistito il fondatore del Podere Pasquale Forte, l’enologo Donato Lanati, Dora Marchi, l’enologo aziendale Cristian Cattaneo ed il giornalista enogastronomico Rocco Lettieri, PR del Podere.

La volontà di incontrare e confrontarsi con una rappresentanza qualificata della propria clientela è emblematica per la filosofia aziendale. Infatti, Pasquale Forte non ha mai voluto fare un qualunque, ennesimo vino toscano, ma un vino che meriti un posto tra i “top one hundred” del mondo. Un’impresa difficile, affrontata sin dall’inizio con il massimo impegno, vale a dire, acquisizione di terreni altamente vocati alla viticoltura nella Val d’Orcia, a due passi da Montalcino, e conduzione dell’azienda secondo le norme rigorose della biodinamica. Il criterio per la scelta dei collaboratori, dei mezzi e dei procedimenti di lavoro è sempre lo stesso: la qualità assoluta.

Pasquale Forte racconta in modo appassionato della sistematica zonazione dei terreni, della scelta dei vitigni e dei cloni più adatti ai suoli molto diversi tra loro anche nei singoli vigneti, del difficile governo delle acque piovane che qui arrivano ora copiosissime, ora si fanno attendere per mesi. Saranno queste prime annate dal 2004 al 2008 a dirci se è stato raggiunto l’obiettivo di produrre dei vini unici, capaci di esprimere il loro terroir così straordinario.

Cominciamo dal Petrucci DOC Orcia, un Sangiovese in purezza, che nasce da viti figlie di una pianta quasi centenaria ritrovata nel Podere dopo anni di oblìo.

Petrucci 2004 – L’annata è stata molto fresca, caratterizzata da parecchie piogge anche nel periodo di vendemmia. Una parte delle uve è stata attaccata dalle muffe per cui è stata necessaria la selezione manuale degli acini sani. Dopo avere macerato per 18 giorni e fermentato in tini di rovere francese, il vino è stato affinato in barriques nuove per 15 mesi. L’imbottigliamento è avvenuto senza alcun filtraggio, seguito da un ulteriore affinamento di 16 mesi in bottiglia. La veste è di un rosso rubino luminoso, il naso elegante e avvolgente è segnato da note di frutta rossa matura, come la ciliegia durona croccante, insieme ad un sospetto di speziato di carrube e liquirizia. In sottofondo un cenno di vaniglia, ricordo della barrique, ancora da digerire. Al palato si confermano i sentori fruttati del bouquet, il vino è rotondo, morbido, i suoi 14° di alcol sono ben fusi insieme al giusto tasso di acidità e di tannino.

Petrucci 2005 – Una buona piovosità ha consentito un ottimo raccolto nonostante l’estate fosse molto calda. Il vino è di un vivace colore rubino carico che macchia il bicchiere, al naso si avverte un’impostazione floreale (rosa, glicine), seguono sensazioni olfattive di terriccio umido e di piccoli frutti del sottobosco (fragolina, lampone) con sottili tostature. In bocca il vino è caldo, succulento, con nerbo pur dotato di una freschezza decisa e di un tannino fitto. L’insieme appare più armonioso rispetto al 2004, non c’è traccia della sosta nelle barriques, sebbene fossero nuove al 90%. L’impressione è quella di un vino più maturo e austero, complesso e potente, con sensazioni inaspettate da un’annata così recente.

Petrucci 2006 – Annata molto calda anche questa, ma completamente diversa dalla precedente visto che dopo una primavera asciutta sono arrivate le piogge proprio al momento giusto: in giugno e settembre. Le uve vendemmiate erano sane e perfettamente mature. Il colore è il tipico rubino violaceo precursore di inattese note olfattive prima floreali, poi fumé, quasi di idrocarburi, indici di una spiccata mineralità ed espressione dei terreni scistosi. La personalità del territorio è stata catturata con mano felice e grazie ad un sapiente dosaggio del legno ci troviamo ad assaporare un grande Sangiovese di straordinaria eleganza ed armonia, con bella profondità e accenti dolci da ciliegia morella con finale appena mandorlato lungo e persistente.

Petrucci 2008 – Donato Lanati riferisce che di recente, durante gli assaggi periodici dalle botti, è rimasto letteralmente folgorato dalle qualità di questo 2008, tanto da decidere di portarlo in degustazione al posto del più “regolare” 2007. Il colore è un porpora appena opaco, ma il vino sprigiona dei profumi fruttati e floreali (rosa, viola mammola) nonché una evidente balsamicità. Una bella rotondità carezza il palato, il gusto di vaniglia e di cioccolato bianco è bilanciato da una freschezza persistente di mirtillo e di mora. Prospettive splendide per questo campione che vorremmo riassaggiare tra qualche tempo, ad ogni modo, non sarà in commercio prima della metà del 2011.

Passiamo ora al Guardiavigna, che nasce come blend di uve Sangiovese, Cabernet Sauvignon, Merlot, Petit Verdot e piccole percentuali di Cabernet Franc. Da amante e collezionista di grandi vini bordolesi, Pasquale Forte ne ha voluto dare una sua interpretazione toscana che nel tempo ha dato diversi connotati.

Dal 2001, primo anno di produzione, ad oggi, la formula dell’uvaggio è stata più volte modificata. Nato come Orcia DOC con minimo di 60% di Sangiovese e 40% di altre uve bordolesi ha avuto nel Cabernet Sauvignon la percentuale più “critica” che è stata gradualmente ridotta fino ad arrivare alla sua completa eliminazione nel 2008 a favore del più adatto Cabernet Franc, in grado di maturare nel microclima di Castiglione d’Orcia senza le difficoltà che spesso incontra altrove.

Guardiavigna DOC Orcia 2004 – Prevale ancora la presenza del Sangiovese (minimo 60%). Il colore e la fragranza sono quelli classici del Sangiovese con in aggiunta i sentori mentolati e coccolatosi del Merlot e del Cabernet. Il gusto vellutato è segnato da note scure (liquirizia, corteccia di china) veicolate da una buona alcolicità, il tannino si muove con difficoltà tra ricordi speziati e note balsamiche. Nel finale prevale la sensazione di grande potenza che permane durante a lungo con mineralità decisa.

Guardiavigna IGT Toscana 2005 – È l’anno della svolta; il Sangiovese ora presente solo con un 5% viene sostituito dal Cabernet Sauvignon 65% con altri 25% di Petit Verdot e 5% di Merlot. Un vino dal colore intenso, tendente al melanzana viola cupa. Un accattivante sentore di piccoli frutti rossi (ribes nero, cassis, mirtillo e more) con dolci sfumature di rovere invita all’assaggio che ci fa scoprire una bella complessità, con tocchi di cioccolato fondente alla menta ed un che di resinoso simile al sapore dei pinoli freschi. Un tannino esplosivo fa da contrappunto ad un’acidità moderata. Il finale incredibilmente lungo è incentrato ancora sul cassis, ma si avverte anche una balsamicità quasi pungente, insieme a note di liquirizia e ginepro.

Guardiavigna IGT Toscana 2006 – Il gran contegno iniziale di questo vino è probabilmente dovuto all’aumento della percentuale di Cabernet Franc che sale dal 5 al 26%. Il Cabernet Sauvignon scende a 33% come pure il Merlot. Il Petit Verdot fa una discesa sino all’8% in quest’annata. Dopo qualche girata nel bicchiere il vino sprigiona ricchi sentori di frutta senza alcuna traccia di toni verdi, acerbi, mentre al palato cogliamo soprattutto l’aromaticità di erbe della macchia mediterranea (rosmarino, elicriso, cardo) supportata da una mineralità intensa di grafite. Questo vino ha una marcia in più, sapidità, equilibrio, persistenza e fragranza con una progressione incredibile di sensazioni retrolfattive.

Guardiavigna IGT Toscana 2008 – Siamo alla prima annata senza Cabernet Sauvignon, con il 10% di Petit Verdot, il 20% di Merlot ed il Cabernet Franc che con il 70% fa la parte del leone. E ne ha tutta la grinta, questo campione spillato dalla botte appena qualche ora prima. Dall’aspetto porpora luminoso nonostante l’assenza di filtraggio, si presenta con inebrianti profumi floreali (rose, viole, iris). Al gusto ci impartisce una bella lezione di equilibrio, è rotondo, con un tannino giovane ma non verde, per nulla sgraziato, con un ritorno di fiori e primi accenni ad un frutto succoso. Prodotto in quantità limitata, bottiglie che usciranno verso la fine del 2011, sarà meglio prenotarne qualcuna per tempo.

a cura di Elke Schmettow