MERANO WINEFESTIVAL 2013 – Seconda parte

UN’EDIZIONE TUTTA DA SCOPRIRE

Il Merano WineFestival ideato e curato da Helmuth Köcher, è uno degli eventi più esclusivi del mondo del vino: una celebrazione del meglio della produzione enologica nazionale ed internazionale nelle maestose sale del Kurhaus, elegante edificio storico nel pieno centro della città.

Il frutto di un lavoro intenso di 9 commissioni d’assaggio che selezionano i migliori vini di oltre 300 aziende vitivinicole italiane e di oltre 120 aziende vitivinicole della Bulgaria, Germania, Francia, Croazia, Nuova Zelanda, Austria, Slovenia, Spagna, Sudafrica e Stati Uniti, insieme alle migliori produzioni di oltre 100 maestri artigiani.

 

Il Merano WineFestival è anche:

> bio&dynamica, che celebra l’eccellenza del vino biologico, biodinamico e naturale;
> Culinaria, che è la rassegna di Artigiani del Gusto che propongono le migliori materie prime del loro territorio;
> BeerPassion, che si dedica ai particolari sapori della birra artigianale.
> GourmetArena, che offre un momento di confronto ed esibizione di talento per importanti chef, un “ring” riservato alla cucina di altissimo livello.

 

Il Merano WineFestival è la gioia e il piacere di girare il mondo del vino con il proprio calice, conoscendo tra l’altro i produttori dell’Union des Grands Crus de Bordeaux, assaggiando storiche annate di vini italiani, scoprendo giovani realtà vitivinicole in ascesa e territori poco noti dei cinque continenti e assaporando gli aromi e i sapori delle prelibatezze più particolari. Il Merano WineFestival 2012 ha visto la presenza di 6.000 partecipanti registrati, più di 600 aziende tra vitivinicole e produttori di Culinaria, e 300 giornalisti accreditati pronti a degustare oltre 1200 vini diversi e 500 prelibatezze.

 

La Storia

Helmuth Köcher, meranese di nascita, dopo un viaggio a Bordeaux nel 1989, si innamora dei vini francesi. Da quel momento decide di dedicarsi all’organizzazione di degustazioni di vini nei ristoranti più quotati dell’Alto Adige, diventando un punto di riferimento nel settore enogastronomico. Nel 1992 insieme a due amici, accomunati dalla medesima passione, fonda ilGourmetClub Alto Adige e organizza il Merano WineFestival, prima manifestazione in Italia ad offrire al pubblico solo produttori vitivinicoli selezionati sulla base dell’alto livello dei loro prodotti. Dal marzo 2000 Helmuth Köcher è a tempo pieno amministratore unico della società organizzatrice dell’evento, divenuta Gourmet’s International e Presidente del Festival. Il Merano WineFestival ha festeggiato nel 2011 il Ventennale. Vent’anni di amore e passione per vini e cibi di qualità sopraffina. Vent’anni di instancabile ricerca dell’unicità con l’obiettivo di proporre raffinati piaceri al palato degli appassionati del gusto. Vent’anni di impegno a delineare un percorso che punta all’eccellenza in ogni sua forma e vede nell’amore per la terra e per i suoi frutti migliori l’elemento che accomuna organizzatori, espositori e visitatori.

 

Merano International WineMasterClasses 2013

Le grandi degustazioni guidate del Merano WineFestival

Grazie alla collaborazione tra il presidente e fondatore del Merano WineFestivalHelmut Köcher, e uno dei massimi esperti italiani di vino Ian D’Agata, da tre anni l’evento MWF si è arricchito con il “Merano International WineMasterClasses 2013”, un programma di 15 degustazioni verticali guidate di altissimo livello e contenuto.

Queste le degustazioni già programmate.

A breve saranno pubblicate online le ultime degustazioni.

DOMAINE WEINBACH, Gewürztraminer Grand Cru, 1980 – 2010

LE MACCHIOLE, Messorio, 1998 – 2009

EMMERICH KNOLL, Grüner Veltliner, 1970 – 2009

CHÂTEAU GRAND-PUY-LACOSTE, Pauillac Grand Cru, 1978 – 2008

SELECTED SWEET WINES, 1990 – 2010

KELLEREI CANTINA TERLAN, Pinot Bianco, 1950 – 2010

DOMAINE DE CHEVALIER BLANC, Bordeaux Blanc, 1970 – 2010

MAS AMIEL, Maury Vintage, 1969 – 2008

MARCHESI DI BAROLO, Barolo, 1953 – 2008

BARBEITO, Madeira, 1912 – 2000

GRANDI VINI FRANCE, ITALIA, ALSACE, 1990 – 2010

DOMAINE GEORGES VERNAY, Cote-Rotie and Saint-Joseph, 1990 – 2011

FRESCOBALDI & LUCE, Brunello di Montalcino Castelgiocondo & Luce, 1990 – 2008

 

 

Gourmet Arena

Nello spazio GourmetArena è tempo di confronti più serrati. Quasi un gioco, quasi una sfida vera, Chef Challenge immette nuova adrenalina negli show-cooking. Cucina di alto livello che si esprime nei gesti sicuri dei cuochi stellati, nelle scelte ponderate delle ricette, nel dosaggio e nel mix sapiente dei colori e dei sapori degli ingredienti. Si tratta quindi della realizzazione del piatto dei piatti, la ricetta che fa dell’incontro-scontro tra i migliori cuochi italiani un evento da ricordare. Un premio, un primo posto sarà assegnato ma – quasi un gioco, quasi una sfida – tutti i piatti saranno da incorniciare, proprio per l’alto valore dei protagonisti e l’alta competenza professionale.

 

MWF DIALOGUES 2013

Merano WineFestival inaugura un percorso nuovo.

Se con il festival confermiamo di anno in anno il nostro impegno nel campo delle eccellenze, con Dialogues abbiamo pensato di interrogarci più in profondità sul futuro incerto dei nostri mercati di riferimento: i vini e la gastronomia. La crisi dei mercati ci impone un ritmo nuovo, numeri e grafici diventano elementi da consultare e aggiornare con attenzione. Per questo, forti di una rete professionale creata negli anni, pensiamo ad un confronto tra addetti ai lavori per produrre idee versus la crisi, provando cioè a ragionare con quali modalità affrontare una sfida che ha ridisegnato lo skyline delle nostre attività. Dialogues è porsi delle domande sulla crisi e tentare di trovare le risposte adeguate per condividerle e proseguire, unendo le forze, più consapevoli la nostra attività. Dialogues, grazie al contributo di esperti, produrrà delle riflessioni che presenteremo e dibatteremo nel corso della prossima edizione del Merano WineFestival (dall’8 all’11 novembre 2013). Dialogues è la prima edizione di un luogo di confronto, un laboratorio aperto, al quale potranno partecipare tutti coloro che avranno la voglia e il tempo di ragionare sulle soluzioni da opporre a una crisi che si dimostra dura e complessa da affrontare. MWF Dialogues 2013 produrrà il Manifesto 2014, un decalogo che si proporrà come guida per le successive riflessioni e nuove introduzioni di temi che avverranno il prossimo anno.

 

MERANO WINE & CULINARIA AWARD

Per definire la qualità ed il valore di un prodotto è necessario che questi vengano certificati. Lo staff del Merano WineFestival e gli esperti dei quali si circonda sono la migliore garanzia per l’attestazione di un bollino di qualità, che meglio definiamo Merano Wine & Culinaria Award nelle sue tipologie Rosso e Oro. Rispetto al tema dei marchi di qualità siamo coscienti che in Italia mancano marchi forti e che lavorare sul marchio significa lavorare sul valore che i consumatori percepiscono del prodotto. Poiché il consumo di vino è ormai oggi spostato dal concetto di quantità a quello di qualità i nostri Award sono la conferma che desideriamo intercettare e curare un settore di mercato sensibile ed esigente.

Bio&dynamica

Il venerdì, primo giorno del Merano WineFestivall, è dedicato come tradizione a bio&dynamica, ovvero la selezionata rassegna di cantine che praticano viticoltura biologica, biodinamica e/o naturale. La rassegna, nata nel 2005, è giunta quest’anno alla nona edizione, presenta al pubblico ben 60 vignaioli, italiani ed europei, che hanno scelto di coltivare le loro vigne e produrre i loro vini lavorando “secondo natura”, o seguendo la filosofia steineriana, ma sempre con l’obiettivo primo di salvaguardare e valorizzare il territorio attraverso l’adozione di una viticoltura sostenibile e rispettosa della natura. Rudolf Steiner fu l’ispiratore dell’agricoltura biodinamica che si propone di produrre in modo sostenibile e nel rispetto dell’ecosistema terrestre. Questi vini, i sistemi della cura dei terreni, della vite e della lavorazione dell’uva sono una risposta importante per tutti coloro che oggi chiedono sempre maggiore rispetto della natura e della cura in tutti i passaggi della lavorazione delle uve. Bio&dynamica è infatti uno spazio che cresce insieme a tutto il Merano WineFestival, coinvolgendo nel ragionamento su questo particolare settore sempre più addetti ai lavori e proponendo sempre ulteriori riflessioni, sia sui prodotti sia sugli sbocchi che si aprono con costante aumento nei vari mercati.

 

Helmut Köcher in Georgia

Per un “operatore del vino”, un viaggio nella Georgia ex URSS è un pò come un viaggio alla Mecca per un musulmano. Helmut Köcher, titolare di Gourmet’s International e patron del Merano Winefestival, ha visitato questa repubblica ex sovietica lo scorso marzo e non nasconde l’entusiasmo e l’interesse per questa terra (tra il Caucaso, la Turchia Orientale e i Monti Zagros è stata scoperta la cantina più antica, 4100 a. C.) così ricca di vigneti e di storia, situata in un crocevia dove popolazioni e culture hanno depositato sapienza e tracce tangibili di una conoscenza legata alla terra e alla sua coltivazione. Il vino ne è certamente il frutto e la presenza più rappresentativa.

Questa l’intervista presente nel sito ufficiale del Gourmet’s Festival:

 

Cosa significa la Georgia per un appassionato di vino?

 

Moltissimo, senza dubbio – esordisce Helmut Köcher – perché è una sorta di nuova frontiera per chi si occupa di vino. La Georgia è la culla del vino, impossibile prescindere da essa. Laggiù la vinificazione esiste da almeno 7000 anni. Nel museo di Tblisi, ad esempio, è custodito il chicco d’uva di antico al mondo. In questi millenni è accaduto che il vino diventasse tratto essenziale della cultura e delle genti georgiane e  ne diventasse nello stesso tempo la forza.  Certo, la Georgia è terra nota agli enologi, ma poco ancora si è fatto per acquisire e diffondere quella conoscenza e quella pratica di vinificazione che laggiù si praticano. E per quei vini ne vale davvero la pena.

 

Cosa la colpisce in particolare di quella terra?

 

La storia del vino che si intreccia con quella dei georgiani in modo così intimo e profondo, quasi da farne emergere un tratto mistico e religioso. Ad esempio, il simbolo del cristianesimo georgiano è la croce fatta con i tralci di vite. In quel paese il vino è davvero fatto in casa, praticamente ogni famiglia provvede per se stessa al suo consumo. La Georgia fu la “cantina dell’URSS” e ne subì indubbiamente l’influenza, tra cui l’embargo del 2006 che costrinse i georgiani ad aumentare la qualità dei loro vini e a inventarsi nuovi mercati…. inoltre l’URSS estirpò la gran parte di quei vigneti, quindi oggi in Georgia vi sono solo vigne giovani. Sono dieci anni che mi occupo di vini georgiani e dal 2007, dall’interno del MeranoWineFestival, ho cercato di costruire un ponte con quelle produzioni. Sono vini diversi, pensati e prodotti con sistemi in parte ancora arcaici, ma anche moderni, ma che risultano complessi all’approccio. Non sono immediati al palato di noi occidentali, devono essere capiti e interpretati.

 

Il gusto occidentale è banalizzato dal mercato e dalle globalizzazioni?

 

Mercato e globalizzazione non sono di per sé un male, anzi, se bene interpretati sono un valore aggiunto, basta applicare buon senso e lavorare con mente aperta al nuovo. Certo, i guasti ci sono, a partire dal pericolo, molto concreto, dell’appiattimento del gusto, dall’emergere di un’omologazione che diventa pensiero unico e allora sono dolori. In questo senso, i vini georgiani sfuggono di lato e vanno, per così dire, rincorsi e comunicati. Il vino che matura in anfore sotto terra, dette kvevri, non può che essere un prodotto diverso dagli altri. Vino come tratto di identità, come frutto di una cultura popolare che riesce a proporsi solo rispettando le sue specificità territoriali. Se volessero, i georgiani potrebbero adeguarsi ai nostri mercati, ma per ora non lo fanno. Hanno a disposizione la forza di oltre 500 vitigni autoctoni, un’immensa miniera enologica. La Georgia fa grandi vini, non c’è dubbio…. sono assaggi piacevoli, ottimi, maturi per chi è abituato ad approcciare vini nuovi. Diverso, e qui ci vuole del lavoro, è tradurli in prodotti che entrano nelle grandi distribuzioni, ad esempio o nella grande cucina. Neppure nelle degustazioni più attente è dato per scontato che non sollevino discussioni e approfondimenti.

 

Dedicherà uno spazio particolare ai vini georgiani nelle prossime edizioni del Merano WineFestival?

 

Sicuramente. Abbiamo bisogno di novità, specie se queste sono di qualità e i vini della Georgia lo sono. Io non tralascio mai l’aspetto culturale che va oltre il vino in sé, quindi penso alla storia di quella terra e agli stimoli profondi che da laggiù vengono. Se pensiamo ad esempio, come ho già detto, al rapporto con la religione e la mistica i vini georgiani hanno una marcia in più, nel senso che in quella terra ad esempio il vino lo si fa in casa, ogni famiglia ha per così dire la sua cantina e la sua produzione per il consumo privato. Uomo, vino, religione sono un’entità comune, diffusa, radicata. In questo senso la cultura enologica georgiana è un universo a sé stante, tutto da esplorare.

 

Manifestazione collaterale: VINOCULTI

 

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a cura di Rocco Lettieri