BENVENUTO ORVIETO diVINO – Le Velette

BENVENUTO ORVIETO diVINO – Le Velette

Tenuta Le Velette ad Orvieto

Il 9, il 10 e l’11 Giugno si è tenuto Benvenuto Orvieto diVino, al terzo anno, voluto dal Consorzio Tutela Vini di Orvieto e che quest’anno ha proposto interessanti novità. A iniziare dal fatto che si è svolto nella settimana più importante per la città di Orvieto, quella in cui si celebra il Corpus Domini. Due gli appuntamenti entrambi nella giornata di sabato 10 giugno, quando, nella mattinata, si è tenuta una Masterclass unica per la denominazione del territorio e protagoniste sono state “Le grandi annate dell’Orvieto” con due relatori di eccezione: Riccardo Cotarella e la giornalista Kerin O’Keefe.

Protagonista indiscusso della degustazione verticale è stato la longevità dell’Orvieto DOC e la capacità di invecchiamento. Nel pomeriggio si è il convegno “Vino, Mercati ed Educazione alimentare: nuove strategie di marketing e comunicazione”. Una tavola rotonda che ha visto i massimi esperti del settore che hanno discusso e approfondito temi di grande attualità come vino e salute e si sono analizzati nuove strategie di crescita e sviluppo. I relatori sono stati:

Attilio Scienza – Presidente del Comitato nazionale vini Dop e Igp.

Denis Pantini – Responsabile Agroalimentare Nomisma.

Giorgio Calabrese – Docente Universitario in Scienza dell’Alimentazione.

Massimo Marchino – Dirigente medico Serd (Servizio Dipendenze).

Francesco Lollobrigida – Ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare.

 

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La domenica, dopo la processione del Corpus Domini, che una volta nella vita va vista, sono stato in visita all’azienda Tenute Le Velette di cui racconto la visita e la degustazione.

La Storia

Presentare e descrivere la Tenuta Le Velette è raccontare la storia di un luogo in cui l’uomo ha vissuto e lasciato le sue testimonianze per secoli, ha coltivato la vite e prodotto vino. Le tappe che si possono raccontare, riferendosi alla tenuta, hanno la particolarità di essere tutte perfettamente ancora oggi leggibili nei luoghi, negli oggetti, nelle strutture che possiamo quasi definire la scenografia di una storia lunga 3000 anni in cui il vino ha assolto ad un ruolo alimentare, culturale, religioso, ludico e economico. Il territorio della Tenuta Le Velette faceva parte della regione in cui gli Etruschi svilupparono il loro sapere, il loro benessere, le loro competenze e con esse la loro capacità di utilizzare il terreno vulcanico per realizzare profonde cantine con temperature perfettamente adatte alla fermentazione ed alla conservazione dei vini bianchi. Questa opportunità è stata l’unica tecnica utilizzata fino a 70 anni fa, quando è stata progressivamente supportata da tecnologie sempre più moderne per perfezionare una condizione che comunque era disponibile già 2500 anni fa. Molte delle cantine di affinamento, che ancora oggi sono utilizzate nella tenuta hanno questa antica origine.

Con il medioevo e nel periodo ad esso successivo, la proprietà entrò a far parte dei possedimenti di famiglie nobili che, come allora era in uso, vivevano nelle città o borghi da cui esercitavano il controllo sulle proprietà di campagna, base del loro benessere. Nel 1766 la tenuta diventò di proprietà dei conti Negroni i quali poi intorno al 1815 la trasferirono nel patrimonio dell’ordine dei gesuiti a seguito dell’adesione a questo di un membro della loro famiglia. Risalgono a questo periodo l’ampliamento della struttura, con l’aggiunta delle due ali laterali, e la costruzione di annessi adiacenti. A metà dell’ottocento i beni dei gesuiti furono confiscati a favore del patrimonio della città di Orvieto e per alcuni decenni fu il comune stesso ad essere proprietario della tenuta. Nel 1877 il comune decise di vendere la Tenuta le Velette, con asta pubblica, ai fratelli Sante e Luigi Felici. In quest’anno inizia la storia di una proprietà che, in varie forme, è sempre rimasta da allora nel patrimonio della stessa famiglia, la famiglia Felici prima, poi Muzi ed infine della famiglia Bottai.

Negli anni successivi si susseguirono due generazioni che dovettero sperimentare eventi tragici e di grande impatto e non poterono dedicare quindi grandi energie allo sviluppo della tenuta durante la prima metà del novecento. Nuove energie si resero nuovamente disponibili con l’ingresso nella famiglia di Marcello Bottai, agronomo fiorentino che iniziò la rivoluzione agricola e viticola della Tenuta Le Velette. Negli anni ’50, i vigneti iniziarono a sostituire i filari di vite, la struttura in poderi venne abbandonata e cominciò un’organizzazione unitaria più adatta a programmare e realizzare investimenti importanti. In questi anni la Tenuta partecipa attivamente alla fondazione del Consorzio nel 1958, antesignano dell’attuale consorzio di tutela. Nel 1967 furono realizzate cantine moderne in grado di trasformare la produzione dei nuovi vigneti in vini che cominciarono ad essere imbottigliati e spediti su mercati sempre più lontani. Negli ultimi cinquanta anni l’attività della Tenuta le Velette è riassumibile nell’impegno di vivere una testimonianza ed un percorso di curiosità che facciano percepire quanto una storia così lunga possa arricchire il patrimonio di sensazioni, di emozioni e di curiosità per ciò che un luogo, i suoi vini e gli altri suoi prodotti possono offrire.

 

La Tenuta Le Velette di oggi

Le Velette con la sua storia è il risultato di intrecci, passioni e territorio legate da sempre alla vite. Qui terra, lavoro dell’uomo e il vino (ma anche l’olio) si sono fusi insieme raggiungendo un armonioso equilibrio tra semplicità, gusto e rispetto della natura. Visitando la Tenuta Le Velette ci si rende conto di essere in un luogo che racconta una lunghissima storia a partire dalle grotte e cantine etrusche, forse un tempo tombe, oggi visitabili perché in esse riposa il vino in affinamento in piccole botti di rovere. Le tracce di vecchie strutture romane, le spesse mura della parte centrale della villa, i cabrei che fanno riferimento a famiglie nobili che un tempo controllavano questi territori, la chiesa già presente nelle mappe del ‘700 sono le tappe di una storia che qui ha sempre lasciato testimonianze concrete e visibili.

Nei vini della Tenuta Le Velette c’è la storia di un mondo, quello del vino che comincia dal 1870 e prosegue fino ad oggi. Vini che attraversando generazioni di uomini e donne, hanno raccontato la grande trasformazione di un prodotto, che oggi è una eccellenza riconosciuta in tutto il mondo. Dal 2018 Tenuta Le Velette sta collaborando con l’organizzazione milanese Deafal per portare in azienda l’Agricoltura Organica e Rigenerativa. L’Agricoltura Organica e Rigenerativa (www.agricolturaorganica.org) è un approccio alle produzioni vegetali e animali che massimizza le risorse aziendali e locali, e fa del recupero della fertilità del suolo la chiave della qualità e della produttività. Infatti si stanno introducendo le colture di copertura (sovesci) per arricchire di sostanza organica e migliorare la struttura dei suoli; le vigne vengono nutrite con corroboranti fermentati prodotti in azienda; si è iniziato a trasformare gli scarti legnosi e della cantina in compost che andrà a nutrire le vigne.

La Mattonella 2023

 

La degustazione di 6 vini in Villa, con assaggi di prodotti del territorio e visita alle cantine di tufo.

BERGANORIO ORVIETO CLASSICO DOC 2022

Vitigni: Procanico (30%), Grechetto (30%), Malvasia (20%), Verdello (15%), Drupeggio (5%). Varietà storiche autoctone che grazie ad una vinificazione attenta, esprimono la freschezza, la mineralità, la ricchezza che il terreno vulcanico ed il sole caldo di queste colline che si sviluppano in una sintesi di morbida ed equilibrata varietà di sensazioni floreali. Il colore tipicamente giallo paglierino con riflessi verdastri. Al anso si avvertono delicati aromi floreali che poi si fondono in bocca con una vivace acidità che li sostiene e con il tipico retrogusto amarognolo che lo caratterizza. Un vino gioioso, amichevole, integro nella sua semplicità che non tradisce, che accompagna sempre bene.

 

 

 

BERGANORIO ORVIETO CLASSICO DOC 2022

Vitigni: Procanico (30%), Grechetto (30%), Malvasia (20%), Verdello (15%), Drupeggio (5%). Varietà storiche autoctone che grazie ad una vinificazione attenta, esprimono la freschezza, la mineralità, la ricchezza che il terreno vulcanico ed il sole caldo di queste colline che si sviluppano in una sintesi di morbida ed equilibrata varietà di sensazioni floreali. Il colore tipicamente giallo paglierino con riflessi verdastri. Al anso si avvertono delicati aromi floreali che poi si fondono in bocca con una vivace acidità che li sostiene e con il tipico retrogusto amarognolo che lo caratterizza. Un vino gioioso, amichevole, integro nella sua semplicità che non tradisce, che accompagna sempre bene.

LUNATO ORVIETO CLASSICO DOC SUPERIORE 2021

Dai vigneti più vecchi della Tenuta producono le uve destinate al Lunato che sono: Procanico (20%), Grechetto (40%), Malvasia (20%), Verdello (15%), Drupeggio (5%). La produzione per ceppo più bassa e l’importanza degli estratti di questo vino portano ad un risultato di grande espressività e persistenza che rende al meglio quello che il termine superiore vuole descrivere. Ha colore giallo paglierino con riflessi dorati, lucido e brillante; al naso ha sentori floreali di acacia e di ginestra a cui fanno seguito sensazioni di frutta gialla e matura, melone, albicocca, litchi con sensazioni agrumate che si riavvertono in bocca, che allo stesso tempo si presenta acidulo, avvolgente, caldo in un perfetto equilibrio di sensazioni. Piacevole il retrogusto con punta minerale.

SOLE UVE GRECHETTO UMBRIA IGT 2020

Sole uve di Grechetto con circa 25 anni dità; vitigno tra i più antichi del territorio, da sempre coltivato in queste zone, principe tra le uve che compongono l’Orvieto D.O.C. Il vino che ne deriva ha colore giallo oro intenso, luminoso e brillante; al naso si presenta con note speziate dolci, con sentori anche mielati e vanigliati; in bocca è morbido, ricco, pieno, di grande struttura alcolica e corpo che chiudono il sorso con freschezza balsamica di elicriso. Lunga la permanenza che ne assicura la longevità. Infatti Sole Uve non teme il tempo anzi ne trae vantaggio, maturando ed evolvendosi sfidando il tempo. Frutto della curiosità di capire le vere potenzialità di uno dei vitigni più interessanti e particolari della zona, Sole Uve è il nuovo che nasce dal passato, la fantasia che nasce dall’esperienza.

ACCORDO SANGIOVESE UMBRIA IGT 2019

Prodotto da uve Sangiovese 100%. Vino di carattere e di multiforme personalità di uno dei vini più legati alla tradizione dell’enologia italiana. Ha colore rosso rubino con riflessi granata; ha sentori floreali di violetta e di iris, con profumi di frutta rossa piccola (amarena, mora, mirtillo, ribes) con finale leggermente balsamico di alloro e mirto. In bocca ha base acidula che ben si lega alla spalla tannica ma in equilibrio con la sua buona morbidezza. Finale cacaoso e buone spezie dolci: chiodi di garofano e anice stellato. Lunga la persistenza nel retrogola.

CALANCO UMBRIA IGT 2018

Uve Sangiovese 60% e Cabernet Sauvignon 40%. La forza e la ruvidezza del Sangiovese, imbrigliato dalla profonda capacità di definire uno stile, tipica del Cabernet Sauvignon. Calanco è un vino in cui trovato l’equilibrio tra questi due opposti vitigni si ha un risultato profondo che a chi lo sorseggia permette di scoprire grandi sensazioni di beva con il desiderio istintivo di continuare a scoprire, sorso dopo sorso, la sua ricchezza organolettica. Di colore rosso rubino profondo con riflessi violacei purpurei; ha profumi di frutti rossi: ciliegia nera, prugne, mirtillo uniti a note speziate di buon legno che si aprono anche a buon balsamo di eucalipto. Il gusto è intenso, caldo, profondo, con leggera punta erbacea di peperone rosso. Al riassaggio ha tannini morbidi, levigati, suadenti, che portano ad un finale di cioccolato mentolato.

 GAUDIO MERLOT UMBRIA IGT 2017

Vitigno Merlot 100% di circa 30 anni. Gaudio rappresenta un bel risultato di sinergia fra vitigni non autoctoni e potenzialità del territorio. Si ottiene un vino in grado di racchiudere la potenza del territorio in un calice ricco, morbido e avvolgente. Vino dal colore rosso rubino intenso, violaceo, brillante, luminoso. Un ampio bouquet floreale di giaggiolo e di iris portano ai sentori fruttati di ciliegia amarena, gelso rosso, per chiudere su spezie di buon legno con finale di tabacco. In bocca è caldo, possente, rotondo e avvolgente, con tannini levigati in buon equilibrio con le note speziate già avvertite al naso. Vino in grado di competere con altri merlot della costa maremmana.  

 

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Tenuta Le Velette

Località Le Velette
05018 Orvieto – Umbria (TR)
Tel. +39 0763 29090
info@tenutalevelette.com –  www.tenutalevelette.com

a cura di Rocco Lettieri