MATTANZA O MAGGIANZA n. tre e GIROTONNO

Monitoraggio dell’impatto ambientale dell’impianto di allevamento di tonno rosso nel Golfo di Castellammare del Golfo (Trapani)

Intervista a Andrea Piccione realizzata in giugno del 2002 in occasione dell’arrivo del pescato da porre nelle vasche e pubblicata, solo oggi, per motivi tecnici dovuti al computer.

(Ci scusiamo con i lettori).

D: Cosa possiamo raccontare di questa prima esperienza sugli impianti di stabulazione: dal Vostro punto di vista e dal punto di vista di chi ha accettato di avere queste vasche a Castellammare.

R) Questa è la prima esperienza che abbiamo avuto modo di analizzare lo scorso anno in Sicilia, con il primo impianto, altre ne sono state fatte in Croazia, Spagna, e Australia. È stato un bilancio positivo dal punto di vista qualitativo con tonni tra i migliori, mai visto tonni così grassi e sani; abbiamo individuato, con esperienza, un giusto habitat per il pesce, soprattutto per quanto riguarda l’ossigeno; vi è stata una buona crescita del prodotto in particolar modo per quanto riguarda il colore, il grasso e la “sostanza” del tonno. Questo “programma di mantenimento a breve termine” aveva, infatti, lo scopo di aggiungere valore ai tonni rossi catturati, migliorandone la qualità delle carni, facendo riacquistare loro i grassi persi durante la riproduzione. Per la commercializzazione un elevato contenuto lipidico delle carni rappresenta il principale parametro di qualità richiesto dal mercato nipponico. E in questi impianti i tonni, alimentati per 4-6 mesi con pesce fresco ad elevato contenuto lipidico, ripristano le riserve che si erano ridotte con il viaggio per la riproduzione. Inoltre l’impatto ambientale studiato in collaborazione con l’Università di Trapani è stato molto positivo.

D: Quindi tutte le paure che c’erano da parte degli abitanti e dei Mass-Media sono state smentite?

R: Direi di sì; l’impatto pulito c’è stato poiché era stata studiata bene la posizione, perché è una componente fondamentale. Ciò è stato possibile grazie all’esperienza della FUENTES che da molti anni studia soprattutto l’alimentazione del pesce, che deve essere lenta per non far andare il pesce sui fondali; è stata inoltre smentita la paura, che aleggiava negli animi dei cittadini di Castellammare, di attirare pescecani attorno alle vasche. Vi è, inoltre, una differenza tra le nostre vasche e quelle in Croazia, infatti, essendo quelle croate riparate dai venti (in Croazia sono vicino a delle piccole isolette) permettono al pesce di resistere in condizioni ambientali favorevoli per molti mesi senza danneggiare la qualità. Quindi in Croazia è possibile effettuare la mattanza in quasi tutti i periodi dell’anno mentre da noi è necessario effettuarla entro dicembre, prima che il clima provochi dei danni. Nonostante questa paura possiamo dire che la produzione dell’anno passato è stata comunque ottima, pur considerando l’impatto ambientale e la possibilità di lasciare spazio anche ai bagnanti, che si sono anche divertiti a visitare le sei vasche.

D: Quante tonnellate di pesce pensare di ricevere entro il 30 giugno?

R: Considerando tutto il pesce pescato finora e quello che si pescherà nei prossimi giorni avremo sei gabbie con circa novecento tonnellate di tonno.

D: Dopo aver inquadrato l’aspetto generale di questa nuova produzione, vorrei porre delle brevi domande, ad esempio: come la gente del luogo come ha reagito a questa iniziativa?

R: All’inizio la gente era scettica e titubante, ferma alle vecchie tradizioni delle tonnare in cui il tonno veniva pescato e poi ucciso in modo crudele e violento, ora invece si è ricreduta. La popolazione è contenta anche dal punto di vista commerciale, tant’è che altri comuni, in particolar modo quello di Favignana, hanno richiesto alle autorità di poter fare altrettanto. Ora sono sorti, in Sicilia, altri due vivai, uno nella zona di Milazzo e uno a Pozzallo, inoltre ve ne sono altri due più piccoli vicino a Napoli.

D: I Media che vi hanno seguito sin dall’inizio (televisioni, giornali, radio) come hanno visto questa operazione?

R: In Sicilia c’è molta “ignoranza” da un punto di vista conoscitivo, per cui l’opinione pubblica non si è mai schierata a nostro favore, senza sapere che a livello mondiale vi è un sempre maggior interesse per questo tipo di produzione poiché coinvolge e dà lavoro ad un numero ingente di persone che si occupano di tutto ciò che ruota attorno alla produzione in sé (trasporto, sicurezza, manutenzione, ecc..).

D: Quindi i Media dovrebbero conoscere prima di parlare o di scrivere?

R: Sì. Ci si dovrebbe documentare prima di criticare, per evitare di creare problemi ed ostacoli come quelli che noi abbiamo dovuto superare.

D: Che cosa mi può dire della concorrenza, intesa come opinione degli altri operatori della zona, se ne è al corrente?

R: La concorrenza, l’anno scorso, nel nostro specifico campo del tonno non era locale ma estera, si trattava di un coreano che opera nell’isola di Malta, il quale acquistava anche molto pesce da imbarcazioni italiane e di due spagnoli che operano anch’essi in quelle zone, i quali esportavano in Spagna il pesce delle isole Eolie. Quest’anno oltre a loro vi è anche qualche concorrente italiano di cui abbiamo parlato anche in precedenza.

D: All’inizio mi risulta che gli operatori locali osteggiarono molto il progetto, ma poi molti guadagni sono rimasti nelle loro tasche, poiché voi avete dato loro l’opportunità di pescare nei dintorni delle vasche. Cosa mi può dire di tutto ciò?

R: Noi abbiamo dato loro questa opportunità per fare in modo di guadagnarci entrambi; abbiamo fatto in modo di dare un contributo ai pescherecci che, nei periodi di fermo biologico (nei periodi in cui i fondali ricreano il giusto habitat) avrebbero fatto molta fatica a riempire le reti in mare aperto, facendo sì che i fondali si ripopolassero in maniera più consistente l’anno successivo. Inoltre le reti hanno attirato altro pesce che da molti anni non si vedeva. Abbiamo creato un indotto economico indiretto che ha portato beneficio a tutti gli operatori locali. Dai magazzinieri, ai trasportatori, al turismo, ecc.

D: Forse non tutti gli abitanti di Castellammare si rendono conto di quanto il nome della città sia diventato famoso a livello mondiale?

R: Certo. Possiamo dire che il nome di Castellammare sta diventando importante agli occhi del mondo, anche grazie a questa produzione. Sono arrivati Giapponesi e Americani per esportare il nostro pesce nel loro paese e rivenderlo.

D: Quindi Castellammare diventerà il paese del tonno?

R: Di sicuro. Andando avanti di questo passo e mantenendo questa qualità sicuramente il nome della città sarà famoso in tutto il mondo. In Giappone e Spagna è già conosciutissimo.

D: L’operazione c’è stata, sappiamo come sono andate le cose, quali sono stati i benefici della NEW EUROFISH che ha sponsorizzato il tutto e quali i commenti da parte dei Giapponesi.

R: Non tutti sanno che questo tipo di tonno rosso in altri luoghi si sofferma, ma nel mediterraneo, a sud di Malta, trova il suo habitat naturale per crescere bene e dare ottimi risultati in tavola; quindi il tonno pescato in quella zona trova in Castellammare il luogo più vicino per poter crescere bene nei vivai, poiché se dovesse essere trasportato ad esempio in Spagna, arriverebbe dopo parecchio tempo in vasca con del pesce stressato e molto magro. Castellammare è quindi un punto strategico per i Giapponesi ed il tonno che arriva nelle nostre vasche viene di solito pescato da barche francesi e spagnole. I giapponesi hanno creato quindi un’azienda in Spagna dove il tonno viene trasformato in sushi e commercializzato in tutta Europa. Tutto ciò viene fatto da una grande azienda a livello mondiale che si chiama TUNA GRASO e ha sede a CARTAGENA.

D: Quindi i giapponesi hanno un doppio vantaggio. Pesce più grasso come piace a loro e notevoli benefici economici e di tempo grazie all’azienda in Europa?
R: Sì, il pesce più piccolo viene mandato in Spagna nell’unico stabilimento europeo di produzione del sushi, mentre il pesce più grosso viene spedito in Giappone per la distribuzione nel paese.

D: Avete avuto degli aiuti statali a livello finanziario?

R: Assolutamente no. Tutti i costi sono stati sostenuti da queste due grandi ditte: NEW EUROFISH e TUNA GRASO, proprietari dei vivai di Castellammare. L’unico finanziamento chiesto l’anno scorso, a tutt’oggi ancora in attesa, riguarda le ultime quattro gabbie.

D: Progetti per il futuro. Sappiamo che ci saranno sei vasche e 900 tonnellate di tonno in allevamento, nutriti con aringhe e sardine. Dove vengono pescati?

R: Vengono pescati quasi tutti in Marocco, o in mare zone limitrofi, per ridurre i costi. Per il futuro noi siamo preoccupati per la salvaguardia dei fondali, poiché in Liguria, ad esempio dove vi sono tonni rossi tra i migliori al mondo, esiste una pesca selvaggia, da agosto ad ottobre, senza regolamentazione. Ciò fa in modo che non vi sia il giusto spazio di tempo per ricreare l’habitat naturale e la normale riproduzione di questi pesci. La pesca dovrebbe essere effettuata invece, per legge, dal primo di maggio al trenta di giugno.

D: Negli ultimi dieci anni sono nate le bandiere blu ed i potenziamenti per la salvaguardia degli scarichi a mare. Voi avete notato notevoli sforzi per queste migliorie o è tutto sulla carta?

R: Nelle zone ove non vi sono spinte politiche o interessi di varia natura non vi sono state modifiche, mentre nelle zone molto frequentate, ad esempio S. Vito Lo Capo e nella stessa Trapani, si sono visti notevoli lavori e migliorie.

INTERVISTA A GUIDO MAGGIO
(legale rappresentante della New Eurofish)

D: Guida Maggio, a distanza di un anno da questa operazione voluta da NEW EUROFISH a Castellammare del Golfo, cosa possiamo raccontare a chi non sa nulla?

R: Per quanto riguarda tutta l’organizzazione e l’attività svolta, possiamo dire che in Italia è il primo esempio di questo tipo, finanziata interamente da consociate spagnole e giapponesi, sia economicamente che a livello di esperienza; noi qui a Castellammare lavoriamo dalla prima fase di pesca in alto mare sino al trasferimento in vasca del pescato.

D: Come avviene la pesca in alto mare?

R: Vi sono in alto mare gruppi di pescatori, di solito cooperative, che hanno nazionalità diverse: italiane, spagnole, francesi, ecc. La pesca viene detta a “circuizione”. Il pesce viene circondato e catturato con delle reti e trasferito in apposite gabbie rimorchiate da pescherecci e portate a Castellammare. Il pesce viene pescato a sud di Malta, dalla parte di Tunisi, e si impiegano circa 20-25 giorni, alla velocità max. di un miglio l’ora, per arrivare a Castellammare. Una volta messo il pesce nelle vasche fisse, inizia la nostra attività vera e propria che consiste nel dare ai tonni del cibo, poco per volta, composto da aringhe e sardine; vi sono sommozzatori che regolano il flusso e controllano se il cibo viene mangiato regolarmente e che non si disperda sui fondali marini, evitando sprechi economici e rifiuti organici; vi è molta manodopera che lavora attorno alla nostra attività, dalle navi predisposte al carico delle aringhe, alle navi atte al trasporto dei tonni, al personale di controllo e manutenzione delle vasche.

D: Una volta che i tonni si sono abituati a vivere in cattività, quanto tempo rimangono in vasca in attesa di essere pescati?

R: Non meno di quattro mesi e comunque al massimo sei mesi, compatibilmente con le esigenze di mercato.

D: Quindi se il mercato lo richiede si pescano i tonni e si inviano ai mercati. Considerando la richiesta giapponese di tonno molto grasso, avete potuto constatare quanto aumenta in percentuale la quantità di massa grassa in cattività nelle vasche e quale sia il loro tornaconto?

R: Da una statistica sui dati dell’anno precedente abbiamo rilevato un incremento pari al 15-18 %. Il pesce di Castellammare arrivato a Tokio lo scorso anno, è stato il migliore in assoluto tra tutti gli impianti di saturazione sparsi per il mondo.

D: A cosa si può imputare questa alta qualità?

R: Al grado di grasso, alla qualità delle carni, al colore, alla compattezza, alla salinità del luogo dove viene cresciuto il tonno.

D: Sono solo i giapponesi che gradiscono questo tipo di tonno molto grasso o vi sono altre richieste?

R: In Giappone il tonno e molto richiesto e consumato, ma vi sono anche altri mercati minori tipo Spagna, America ed altri paesi.

D: Di tutta questa operazione la stampa è stata informata, o si è preferito evitare; quali sono stati i vostri rapporti con i Mass-Media?

R: All’inizio, poiché vi era disinformazione totale riguardo al nostro impianto, la stampa ci è stata ostile con critiche del tipo inquinamento, malnutrizione dei tonni, ed altri problemi del genere. Ora, dopo un anno di lavoro è cambiata completamente l’opinione di tutti: dei Media, ma anche della popolazione locale. Vi sono anche molte implicazioni a livello turistico ed indotti economici non indifferenti. Ad esempio molte scolaresche vengono a vedere la pesca dei tonni che viene fatta in maniera molto diversa rispetto alle tradizionali mattanze dei tonni molto cruente di una volta.

D: Abbiamo saputo e letto che l’impatto ambientale che si riteneva negativo non c’è stato, poiché quei pochi materiali depositati sul fondo marino, durante i sei mesi di stop biologico (da dicembre a giugno), si sono completamente mineralizzati e reintegrati in mare; quindi possiamo assicurare tutti riguardo al beneficio che queste vasche hanno apportato?

R: Certo. Poiché anche riguardo a questo tipo di discorso vi era disinformazione. Inoltre noi abbiamo costantemente monitorato tutta l’operazione assieme ai ricercatori dell’Università di Trapani, i quali con documenti alla mano, hanno smentito qualsiasi tipo di inquinamento.

D: Una volta la mattanza veniva effettuata nel giro di due mesi con l’uccisione di tonni di tutte le dimensioni; tutto ciò andava a discapito della riproduzione dei tonni stessi, poiché venivano catturati anche tonni di piccole dimensioni tarpando loro la crescita e la riproduzione. Con questo tipo di produzione tutto ciò viene evitato ed inoltre viene migliorata di molto la qualità del pesce. Lo possiamo affermare con veemenza anche se poi sappiamo che il tonno verrà comunque ucciso.

R: La vera realtà è che ogni tipo di animale che viene destinato all’alimentazione umana viene ucciso e pertanto noi facciamo il nostro lavoro. Però ci teniamo a precisare che così facendo, tenendo ancora il pesce in vita, oltre a portare lavoro, occupazione e prestigio in queste zone, l’uccisione del tonno non è più “incivile” come una volta. Ora la gente comincia a capire che noi, abitanti di queste zone, siamo i primi a volere acque e coste pulite, per la popolazione ma anche per l’economia, poiché il pesce, in un mare sporco, non vive. Noi abbiamo progetti enormi per il futuro.

D: Quest’anno siete passati da quattro a sei vasche. Si spera in una produzione di più ampio respiro?

R: Certamente, considerando il buon inizio, abbiamo ampliato il progetto dando lavoro ad un maggior numero di abitanti della zona sperando in una produzione sempre crescente.

INTERVISTA A GIUSEPPE STABILE
Responsabile tecnico della New Eurofish

D: Cosa possiamo raccontare ai lettori riguardo l’operazione di Castellammare?

R: Sempre e comunque la verità. Per quanto riguarda il nostro impianto possiamo dire che ha apportato soltanto benefici, smentendo tutte le voci, polemiche e paure che sono state espresse all’inizio del progetto. Non esistono quindi problemi di inquinamento, non esistono problemi riguardanti l’avvicinamento di pescecani, non esistono tutte le menzogne riportate dai Media sull’impianto. Esiste solo il fatto che, tutto ciò, sta dando lavoro a più di trenta persone della zona, più altre quindici di Marsala, più un indotto economico che mostreremo con dati alla mano nel prossimo convegno con il nuovo programma. Il secondo anno non ha ancora tolto tutte le paure e i dubbi, ma cercheremo di farlo nel corso degli anni a venire.

D: La stampa quindi vi è contro perché ignora tutto ciò o cerca di portar discredito in qualche modo?

R: Io credo entrambe le ipotesi, a seconda degli interessi del momento. Ad esempio, i primi di luglio dello scorso anno, quando i primi tonni entrarono in vasca, uscì un articolo su un giornale locale in cui si affermava che gli scarti di cibo dati ai tonni avrebbero distrutto il golfo di Castellammare, mentre non avevamo ancora iniziato l’alimentazione dei tonni.

D: Possiamo anche dire che questa cittadina diverrà molto famosa a livello mondiale grazie all’esportazione dei tonni cresciuti nelle vostre vasche?

R: Certamente. Ho ribadito questo concetto anche durante l’ultimo convegno in cui feci capire come i tonni commercializzati in Giappone e America hanno contribuito e contribuiranno a diffondere il buon nome di Castellammare al di fuori dei confini nazionali, tant’è vero che molti turisti giapponesi in visita in Italia, sono venuti in paese a visitare i vivai, portando benefici per tutta l’economia della zona e riportando nelle loro terre e nelle loro case un ricordo di Castellammare molto ampio che comprende sia i nostri vivai, ma soprattutto la bellezza della nostra terra e la nostra ospitalità; ad esempio, qualche mese fa, mi ha particolarmente colpito un articolo di giornale il cui titolo citava: “Castellammare, città dei tonni”.

D: Sicuramente voi avete scelto Castellammare per tutta una serie di fattori climatici e ambientali favorevoli alla crescita dei tonni rossi, per cui dovreste essere anche i primi a pensare di preservare intatte queste caratteristiche, giusto?

R: Con questa domanda avete fatto centro! Infatti il miglior capitale per chi lavora in acquicoltura è il mare, poiché se il mare è inquinato o se la zona perde le caratteristiche necessarie, chi investe sa di perdere il proprio capitale; Noi abbiamo scelto Castellammare perché storicamente questo golfo è stato il luogo in cui per millenni i nostri antenati pescarono tonni nelle loro piccole tonnare e tutto ciò andò avanti fino a circa cento anni fa quando i pescatori di allora spostarono al largo la loro pesca. Praticamente questa nuova attività altro non è se non la trasformazione in chiave moderna dell’antica tonnara in cui le nuove tecnologie hanno reso meno cruenta e violenta la mattanza dei tonni.

D: Accontentando gli ambientalisti?

R: Non soltanto loro poiché il tonno deve subire per esigenze di mercato una morte istantanea per non alterare le carni. Poiché pescare tonni in maniera tradizionale come si faceva una volta o come si fa tuttora, ad esempio ancora nella tonnara di Favignana, (che viene fatta per i turisti n.d.r.) si ricava un pesce talmente alterato, che risulta avere alcun valore per le esigenze del mercato giapponese, che sono i più critici ma sono quelli che pagano molto di più degli altri i nostri tonni.

FINE

A cura di Rocco Lettieri

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Anche di questo articolo sul tonno, di cui volevamo dare notizia, ci scusiamo se non è stato possibile pubblicarlo prima.

Lo pubblichiamo ora, in coda, in quanto riteniamo interessante l’iniziativa, che si è svolta ed ha avuto un grande richiamo e successo.

Complimenti a Sergio Grasso e Stefania Lupi.

GASTROCULTURA A GIROTONNO 2003

Carloforte – Isola di San Pietro (CA) dal 29 maggio al 1 giugno 2003

Un programma ricco di eventi quello di Girotonno 2003, la manifestazione ideata dal Gastrosofo Sergio Grasso, dedicata al Tonno Rosso di Qualità, che si svolgerà dal 29 maggio al 1 giugno a Carloforte, nell’Isola di San Pietro (CA).

La Via Principale di Carloforte, Via XX Settembre, sarà trasformata in una vera e propria Contrada del Gusto: dalle 18.00 apertura degli stand per le degustazioni di delizie gastronomiche e saporiti prelibatezze, mentre nella zona riservata al Tonno degli Altri si potranno scoprire le tradizioni e le diverse interpretazioni dei prodotti di tonnara dei Paesi del Bacino del Mediterraneo: Sicilia, Spagna, Liguria e Tunisia
Il Lungomare sarà il regno del Tonno Subito: il meraviglioso Tonno di Qualità di Carloforte presentato al pubblico da Chef Carlofortini, secondo le più gustose e sapo-rite preparazioni tradizionali.

Ogni giorno, a partire da venerdì 30 maggio si potrà partecipare ad un vero e proprio Viaggio nel mondo degli ”Archeosapori di Sardegna” : un percorso gastronomico guidato, in compagnia di Sergio Grasso e del giornalista Gilberto Arru.Ricette e pro-dotti dell’antica tradizione gastronomica sarda: sa merca di Cabras, callu ‘e cabrittu, porceddu a carraxiu, sa fruhe, pan ‘ispeli, casu becciu, resgottu affumau e tante altre antiche delizie, di cui si racconterà l’origine e il significato storico e rituale.

Per gli amanti dell’esotico saranno aperte le Officine Gastronomiche: lezioni e di-mostrazioni di cucina etnica in una tipica casa carlofortina. Chef Kumalè, interpreterà e svelerà tutti i segreti delle ricette internazionali legate al tonno. Ogni lezione si chiuderà con la preparazione in diretta del piatto proposto. I vini di Sardegna saranno protagonisti di due Wine Tasting al giorno, per conoscere e degustare le migliori produzioni enologiche sarde, sotto l’esperta guida di Gilberto Arru.

Venerdì 30 maggio un Convegno Internazionale sulla storia, lo stato dell’arte e le acquisizioni scientifiche e commerciali legate al Tonno di Tonnara. I maggiori esperti provenienti dalle Università di tutto il mondo (Italia, Stati Uniti, Giappone, Spagna e Tunisia) si riuniranno e si confronteranno in un Convegno – Tavola Rotonda dal tito-lo: Tonno Mediterraneo tra memoria e innovazione.

Sul Lungomare sarà allestito il Tunnel, enorme tenso-struttura che ospiterà
un laboratorio di cultura permanente per la valorizzazione e la riscoperta delle antiche arti e dei ”mestieri delle mani” di Carloforte e del Basso Sulcis.

E ancora Sa Musciara: la tipica barca del Rais adoperata per la pesca dei tonni, ospi-terà tutti i prodotti della Tonnara di Carloforte. Per finire in bellezza Sulcis in fundo: ciccioneddas, pani e saba, bianchittusu, gattò, pabassinus, tilicas, berchidda, ama-retti, seadas, miele, pasticcini alle mandorle, mirto, per una dolcissima degustazione di tutte le delizie della pasticceria sarda.

Gli appuntamenti di Girotonno continuano anche di sera: Mediterraneo, che passio-ne!… musica e spettacolo, rappresentazioni artistiche e culturali, una festa di canti, balli e sorprese rigorosamente nel segno dell’unico mare che unisce anziché dividere.
Un fitto programma di esibizioni e concerti all’insegna dei ritmi e delle sonorità medi-terranee ed interessanti Talk show sul tonno, animeranno le serate del Girotonno.

Ulteriori informazioni sul sito internet : www.girotonno.it

Ufficio Stampa:
Stefania Lupi 339.3686682
Tel/fax 06.5690645
stefanialupi@hotmail.com

a cura di Rocco Lettieri

29 agosto 2003.