Benvenuto BRUNELLO a Zurigo

Storia e geografia di Montalcino

Il Consorzio del Vino Brunello di Montalcino è una libera associazione tra produttori nata nel 1967 con l’obiettivo di promuovere e tutelare il vino del loro territorio: il Brunello.

Lo stesso nome: “Brunello”, oggi così famoso e riconoscibile, era probabilmente l’appellativo usato in quest’area per chiamare il vitigno Sangiovese. Le prime vinificazioni, in realtà, risalgono alla metà del XIX° secolo ma sono gli anni ’50, con la ripresa dell’attività da parte di quei viticultori che resistevano al richiamo della città e dell’industria, a vedere la nascita del fenomeno Montalcino e del Brunello. Era una scommessa e furono davvero pochi quelli che decisero di investirci: solo 25 produttori, i fondatori del Consorzio.

Oggi, tra aziende vecchie e nuove, piccole e grandi, i soci sono circa 230, insieme coltivano quei 1700 ettari di vigneti impiantati a Sangiovese, iscritti all’albo del Brunello, che si trovano in un’area più ampia di circa 24.000 ettari a Sud di Siena, tra i fiumi Ombrone ed Asso, che costituisce il comune di Montalcino.

Ma torniamo alla storia: nel 1980 il Brunello di Montalcino è il primo vino italiano ad ottenere la DOCG e nello stesso decennio anche l’arte del vino inizia a fare veri passi da gigante sia in vigna che in cantina. È in questo periodo che il Consorzio del Vino Brunello di Montalcino si fa strumento di scrupolosa e responsabile autodisciplina, accompagnando il Brunello a quella continua ricerca di qualità che oggi lo contraddistingue.

Negli anni novanta l’evoluzione continua: è il decennio dei grandi investimenti, gli anni delle ristrutturazioni in vigna. Con le nuove conoscenze enologiche che prendono piede, anche le tradizioni si rinnovano e proprio in quegli anni molti produttori iniziarono a reimpiantare con l’obiettivo di ottenere maggiore densità (dalle storiche 2.200 viti per ettaro alle “nuove” 4.500/5.500 viti per ettaro), maggiore selezione e maggiore identità territoriale.

Il prezzo di questa ristrutturazione, che va avanti anche adesso, è stato pagato in termini finanziari, ma anche di pazienza e di minore produzione…. ma il risultato ripaga di tutti i sacrifici passati. Infatti dalle 100.000 bottiglie iniziali prodotte nel 1967, la produzione del 1999 sfiora i 6.000.000 di bottiglie e con una qualità sempre in crescendo. In questa ottica anche il mercato ha avuto nuovi slanci e con esso l’esportazione di cui il Brunello può vantare una vera diffusione internazionale con percentuali di vendita all’estero del 65%.

Oggi la realtà di Montalcino è quella di una zona baciata dalla natura che ne ha fatto terra privilegiata per la produzione enologica e nobile meta turistica. Una realtà fatta di sensazioni, sapori, emozioni e profumi che con il Consorzio riesce anche viaggiare lontano.

Brunello di Montalcino DOCG 1999 a 4 stelle

Il Brunello del 1999, quotato con quattro stelle, si pone in linea con l’alta qualità delle ultime annate. Sia il 1997 che il 1998, infatti, sono state annate giudicate qualitativamente “storiche” e premiate dalla critica e soprattutto dai consumatori.

Non tutto il merito però è da ricercare solo nel clima: molto importanti sono stati anche l’impegno costante in vigna e la cura quotidiana dei produttori (sempre teso alla resa qualitativa dei loro impianti), oltre che uno scrupoloso lavoro in cantina. Tutti questi fattori, insieme all’aiuto del clima, hanno contribuito a conseguire i risultati che apprezziamo finalmente oggi dopo 5 anni!

L’andamento climatico del 1999, comunque, è stato sostanzialmente molto equilibrato e regolare, con precipitazioni concentrate nella primavera e un’ottima alternanza di alte temperature a brevi acquazzoni in estate. Circostanze queste che si sono rivelate ideali per la vite: la maturazione infatti è stata precoce e la vendemmia, conseguentemente, anticipata: in alcune aziende, per esempio, le operazioni sono iniziate addirittura intorno al 10 settembre (contro un abituale 20/25 settembre).

Tale tempestività nella vendemmia, ultimata per lo più entro i primi di ottobre, ha permesso la raccolta di acini sani ed ad un giusto livello di maturazione, condizioni ideali per una resa ottimale. Si riscontrano valori medi come: ph. 3,3; grado alcolico 13,5/14,0 e acidità 5,4/5,5. Da segnalare inoltre la straordinaria ricchezza di polifenoli non molto aggressivi, che rendono questo vino adatto per l’affinamento e la presenza degli antociani che gli attribuiscono tonalità molto vivaci.

Il Brunello di Montalcino 1999 è ben strutturato, equilibrato, dalle profumazioni intense fruttate e del sottobosco tipiche del Sangiovese. Ottimo per i classici abbinamenti e anche semplicemente per “meditare” …

Giugiaro intrepreta l’annata 1999

Con un rito annuale, che si celebra puntualmente ogni anno a Montalcino intorno alla metà di febbraio per festeggiare l’arrivo del “nuovo” Brunello sul mercato, una commissione composta da 18 esperti, dopo un’attenta analisi chimica ed organolettica e dopo una serie di degustazioni, attribuisce all’annata le “stelle” (da una a cinque) che ne sintetizzano l’andamento.

Ma l’annata viene rappresentata altrettanto sinteticamente anche da un altro punto di vista: squisitamente artistico e tipicamente toscano: una ceramica! Infatti, nella stessa occasione il Consorzio presenta e appende (a circa 1.5 m. di altezza) alla facciata del Palazzo del Comune di Montalcino dove ha anche la sua sede, una piastrella di circa 30 centimetri dipinta, dal 1992 ad oggi da famosa firma di designer, sportivi, artisti o stilisti!

Si possono ammirare le piastrelle della campionessa di sci Deborah Compagnoni, della stilista Mietta Prada o di Ottavio Missoni, del fotografo Oliviero Toscani o del pittore Sandro Chia in un alternarsi di stili, di colori e di codici espressivi tanto diversi e personali quanto è individuale il rapporto di ogni artista con il Brunello.

Per il 1999 l’artista chiamato a interpretare l’annata è il famoso designer italiano Giorgetto Giugiaro che ha rappresentato il Brunello 1999 come uno scattante coupé! segno – forse inconsapevole, forse no – dello spirito libero e contemporaneo di questo “Classico sempre di moda” chiamato Brunello!

Gennaio 2004, a Zurigo, Hotel Carlton, l’anteprima del Brunello 1999

Il Consorzio del Brunello di Montalcino che oggi riunisce 230 produttori (il 99% dei viticoltori della zona), ha scelto Zurigo per presentare in anteprima il 14 gennaio 2004 la nuova annata del Brunello di Montalcino: il 1999.

Alla degustazione orizzontale hanno partecipato personalmente 37 produttori per un totale di 50 etichette. Aziende storiche e produttori emergenti hanno presentato insieme al Brunello 1999, annata classificata con quattro stelle, anche il Rosso di Montalcino DOC 2002 disponibile sul mercato a partire dall’inizio dell’anno.

Per il Brunello di Montalcino il mercato Svizzero è da sempre stato uno di quelli più importanti e storici. Da sempre, infatti, i rapporti sono stati ottimi ed è anche grazie alla stima che il pubblico svizzero ha dimostrato verso i prodotti di Montalcino che oggi il Brunello è uno dei miti della tavola.

Filippo Fanti, il Presidente del Consorzio, anticipa: “Oggi dopo cinque anni, i produttori sono tutti molto soddisfatti dei risultati ottenuti da questa annata e si augurano che anche il mercato svizzero confermi il nostro giudizio”. “Naturalmente” – ha aggiunto il Direttore del Consorzio Stefano Campatelli – “sarà la prova al palato da parte dei consumatori a dire l’ultima parola sulla qualità ed apprezzabilità di questa annata. Siamo tuttavia convinti che un pubblico qualificato come quello svizzero saprà apprezzare questi vini in tutte le loro sfumature”.

E proprio per questo, a 5 anni di distanza dalla prima visita, il Consorzio è ritornato a Zurigo, per operatori, tecnici, neofiti ed appassionati!

Disciplinare di produzione del Brunello di Montalcino DOCG

· Zona di produzione: Comune di Montalcino
· Vitigno: Sangiovese (denominato a Montalcino: “Brunello”)
· Resa max dell’uva: 80 q per ettaro
· Resa dell’uva in vino: 68 % (54 hl per ettaro)
· Permanenza in legno obbligatorio: due anni in rovere
· Affinamento in bottiglia obbligatorio: 4 mesi (6 mesi per il tipo Riserva)
· Colore: rosso rubino intenso tendente al granato
· Odore: profumo caratteristico ed intenso
· Sapore: asciutto, caldo, un po’ tannico, robusto ed armonico
· Gradazione alcolica minima: 12,5% vol.
· Acidità totale minimo: 5 g/l
· Estratto secco netto minimo: 24 g/l
· Imbottigliamento: può essere effettuato solo nella zona di produzione
· Confezionamento: il Brunello di Montalcino può essere commercializzato solo in bottiglie
forma bordolese.
· Immissione sul mercato: non prima del 1° gennaio al termine di cinque anni compreso
quello di vendemmia per il Brunello annata, 6 anni per la Riserva.

Produttori presenti a Zurigo:

Agostina Pieri
Agricola Centolani
Altesino
Canalicchio di Sopra
Capanna
Casanova di Neri
Casanuova delle Cerbaie
Castello di Camigliano
Ciacci Piccolomini d’Aragona
Donatella Cinelli Colombini
Fanti
Fastelli
Fuligni
Gorelli-Le Potazzine
Il Paradiso di Frassina
Il Poggiolo
La Togata
Le Gode
Le Macioche
Mocali
Pertimali
Piancornello
Podere La Vigna
Poggio Antico
Poggio di Sotto
Poggio San Polo
San Giuseppe
Santa Giulia
Siro Pacenti
Solaria
Talenti
Tenimenti Angelini
Tenuta Caparzo
Tenute Silvio Nardi
Tornesi
Uccelliera
Valdicava

Produttori non presenti con degustazione consortile:

Banfi
Campogiovanni
Col d’Orcia
Costanti
Gianni Brunelli
Il Forteto
Il Poggiolo
Innocenti
La Pescaia
La Poderina
Mastrojanni
Podere Brizio
Tenuta La Fuga

Considerazioni di Rocco Lettieri: La degustazione di circa 40 Brunello dei 48 presenti ha messo in evidenza una linearità/monotonia di buon livello qualitativo. In particolare si sono potuti notare notevoli progressi in particolare nel dosaggio del legno che non appesantivano il naso, anzi lasciavano spazio a note fruttate/marmellatose con poco spazio alle note tostate e speziate. Per il colore si potrebbe affermare che era predominante il viola cupo ma non scuro/pece, che salvo il fatto che in quella sala la luce non è mai stata amica del vino, si poteva anche passar sopra a colori un pochino più ambrati di altre annate. In bocca molti di questi vini sembravano gemelli, stesso calore, stessa struttura, stessa tannicità, molti pronti di beva, con incertezze sulla tenuta futura. Fin troppo pronti da bere ma senza una persistenza dichiarata di lunga conservazione nel tempo.
Per un giudizio personale, direi che, tra i consortili, dove si è potuto degustare in tutta tranquillità, ho apprezzato (in ordine di presentazione) il Brunello di Campogiovanni (92/100), il Col D’Orcia (90/100), Costanti (92/100), il Poggiolo (89/100), Podere Brizio (bel colore, fruttato, equilibrato, ampio, con tannini dolci – 92/100) e Le Due Sorelle della Tenuta La Fuga (89/100).

Ritornando ai Brunello, raccontati e suggeriti dai produttori, a me personalmente hanno impressionato (sempre in ordine alfabetico di presentazione): Altesino (90/100), Capanna (91/100), Casanova di Neri (91/100), Casanova delle Cerbaie di Maurizio Grasso (89/100), Prime Donne di Donatella Cinelli Colombini (90/100), Fanti (con troppo legno evidente ma il resto davvero molto espressivo – 92/100), Fuligni (93/100), Gorelli Le Potazzine (91/100), La Togata Brunello “CRU” (grande finezza e armonia – 92/100), Pertimali (89/100), Podere La Vigna (90/100), Altero di Poggio Antico (92/100) (interessante anche l’assaggio di MADRE Toscana IGT 2001), Siro Pacenti (grande impatto nasale e stupenda armonia con dolci tannini – 94/100), e davvero interessante, pulito, grasso, consistente il Brunello di Solaria di Patrizia Cencioni (93/100). In chiusura ancora due buoni assaggi a bocca stanca: Tenuta Caparzo (90/100) e il Brunello dell’Uccelliera, ancora duro ma di bella potenza (89/100).

Anticipazioni sulla vendemmia 2003, quando il sole la fa da padrone…

La vendemmia 2003 nel territorio di Montalcino potrebbe essere una annata di quelle da ricordare: soprattutto per il grande anticipo con cui, a causa delle condizioni climatiche dell’anno, si è svolta la vendemmia (inizio della seconda decade di settembre) e per la grande qualità delle uve.

Durante tutto il ciclo vegetativo della vite fino alla vendemmia, infatti, il territorio di Montalcino (e più in generale anche l’Italia e l’Europa) ha vissuto un periodo caldo e secco praticamente costante che ha permesso all’uva di arrivare a settembre in condizioni davvero ottimali. Fortunatamente i vigneti hanno sopportato molto bene la siccità, grazie alle piogge di fine inverno e di inizio primavera che hanno permesso un buon accumulo di acqua al livello degli apparati radicali.

Gli acini si sono presentati alla vendemmia con parametri ottimali sia per gli zuccheri che per i polifenoli, utili per la migliore evoluzione dei vini da invecchiamento.

La vendemmia è avvenuta con tempo buono e si è protratta per tutta la seconda e terza decade del mese di settembre. Con la fine di settembre la vendemmia si è praticamente conclusa e solo pochi appezzamenti sono siti raccolti nei primissimi giorni di ottobre.

Il caldo estivo ha inciso sulle quantità delle uve, che si è assestata a valori inferiori rispetto alla media riscontrata in questi ultimi anni di almeno 10%.

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A cura di Rocco Lettieri per : www.simpatico-melograno.it