10 annate di Petrucci di Podere Forte


 

PODERE FORTE – Benvenuti in Paradiso

Boschi, campi, vigneti e oliveti si estendono sui 168 ettari del Podere Forte, fra le sinuose colline della Val d’Orcia che abbracciano il Monte Amiata a sud di Siena, fra il fiume Orcia e Montalcino. Altri 110 ettari tra seminativi e uliveti si trovano nel comune di San Quirico d’Orcia, terreni dove fu girato il famoso film de Il Gladiatore. Qui, Pasquale Forte ha ricreato il clima genuino ed autentico di una vecchia fattoria, nella quale si producono vini, olio, farina, miele, spezie e salumi in modo naturale. Qui coltiviamo il Sangiovese con una densità d’impianto come solo i Romani sapevano fare, produciamo internamente i nostri fertilizzanti e i nostri “compost” utilizzando la ramaglia di potatura e i legni provenienti dai nostri boschi. Le nostre “Cinte Senesi” mangiano ghiande e castagne nei boschi ove sono libere di scorrazzare, mentre le api impollinano i fiori e le erbe aromatiche del giardino botanico presso il quale abbiamo sistemato le loro arnie. Il pane viene fatto con le farine provenienti dai grani rari e antichi che coltiviamo in maniera naturale e poi viene cotto nel forno a legna. In cantina usiamo strumenti sofisticasti e tecnologia molto avanzata allo scopo d’interpretare e valorizzare al meglio i segnali che ci provengono dalla natura. Tutto il lavoro al podere è condotto seguendo procedimenti rigorosi, analizzando, provando e riprovando. I suoli sono piantati in modo diverso e in piccoli impianti sperimentali utilizziamo anche il franco di piede, per ridare vita a vecchi ceppi preesistenti sui nostri suoli. In laboratorio analizziamo il colore, l’aroma, monitoriamo la maturazione e l’invecchiamento, progettiamo i tini e valutiamo con i nostri strumenti le migliori barriques. Il risultato di tutto questo sono i nostri prodotti naturali, curati e seguiti con vera passione in tutte le fasi di lavorazione, per ritrovare quel gusto e quell’aroma che solo i grandi terroir possono dare: un olio straordinario dal profumo intenso e inconfondibile, un miele dorato che profuma di fiori o di preziosa melata, salumi che sanno delle nocciole e delle castagne di cui si cibano i nostri animali, e i vini, massima rappresentazione del nostro territorio e di tutti i nostri sforzi. Con le radici le nostre viti vanno profonde nel terreno per trarre tutta l’autenticità e la straordinaria energia che vive e pulsa in questi splendidi luoghi, dichiarati dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità: noi la trasformiamo in: Petruccino, Petrucci e Guardiavigna.

10 anni di Petrucci proposti a Milano da Aimo & Nadia

Il 27 Ottobre scorso l’azienda Podere Forte ha voluto offrire ad una trentina di persone. una verticale di 10 vendemmie del vino Petrucci (dalla 2001 alla 2010). L’incontro si è tenuto presso il Ristorante milanese di Aimo & Nadia alla presenza del titolare cav. Pasquale Forte e degli amici consulenti Donato Lanati e Dora Marchi (Enosis di Cuccaro in Piemonte) e Lydia e Claude Bourguignon, famosi esperti del suolo e collaboratori da ben 10 anni per la gestione dei terreni di Podere Forte. 18 i degustatori tra giornalisti e addetti ai lavori che hanno potuto apprezzare la personalità di ognuno dei dieci millesimi del già famoso Petrucci.

La parola di benvenuto e di apertura a Giovanni Mazzoni (Sales and Marketing Director) e quindi al proprietario dell’azienda Castiglionense, Pasquale Forte: Analisi, conoscenza, azione sono da sempre le parole che mi hanno consentito di fare strada nella vita e di dar forza a quel pragmatismo con il quale ho cercato di confrontarmi per realizzare i miei progetti. Parole che spesso si sono aggiunte ad un istinto innato nel comprendere l’evoluzione dei tempi, conducendomi verso nuove e sempre affascinanti direzioni e consentendomi di mettermi in gioco e dare prova del mio saper fare già a 24 anni, aprendo un’attività per piccole radio per poi passare alla componentistica per televisori, fino a farla diventare, in una crescita continua, l’odierna Eldor Corporation di Orsenigo (Como), un’azienda con oltre 2000 dipendenti, punto di riferimento importante a livello mondiale per l’elettronica automobilistica, annoverando tra i clienti industrie come Ferrari, Volkswagen, BMW e tante altre. Nel 1997 l’opportunità di acquistare un podere a Castiglione d’Orcia, in Toscana, con solo boschi, seminativi e un bel caseggiato del ‘700. Si avverava così il sogno di creare un piccolo e nuovo mondo, autosufficiente, pulito, naturalmente agreste, dove poter dare sfogo ai miei desideri di ritornare alla terra, come i miei genitori. Ogni volta che arrivo qui al Podere resto estasiato da questo meraviglioso anfiteatro collinare appoggiato con grazia alle pendici dell’Amiata e digradante verso il fiume Orcia, abbellito da secolari olivi avvolti dall’abbraccio delle ginestre e da campi di grano, sufficienti per farmi apprezzare appieno la stupefacente bellezza di questi luoghi. Ammirando la luce, l’apertura e gli spazi di questo paesaggio, compresi come fosse proprio questo il posto dove avrei potuto accostarmi di nuovo a quella campagna che avevo vissuto da bambino, in un paesino della Calabria, insieme a mio padre Giuseppe, il quale, fino alla fine degli anni Cinquanta, possedeva terre che in seguito dovette abbandonare per emigrare al nord, in provincia di Como. Sempre, negli anni successivi, egli, non avendo mai dimenticato la bellezza del suo antico lavoro, raccontava del vino, dell’olio d’oliva, del frantoio, dei profumi e dei sapori della sua terra che non aveva mai dimenticato. Nei suoi momenti liberi si era messo a imbottigliare vino e io lo aiutavo a lavare le bottiglie e così i profumi intensi di quei vini del Sud mi sono rimasti dentro e li ho risentiti poi di nuovo a Podere Forte, insieme agli altri profumi, quelli delle cose antiche, del miele estratto dalle nostre arnie, dell’olio appena franto, dei salumi di nostri maiali Cinta Senese, delle farine ricavate dalle diverse tipologie di grani che qui mietiamo, delle verdure che coltiviamo e, in primis, dei vini rossi ottenuti dalle nostre uve biologiche: le stesse emozioni che scaturivano dai discorsi di mio padre.

Un progetto che è andato poi evolvendosi, ma alla cui base c’è sempre stata un’attenta analisi, una profonda conoscenza e una precisa azione; parole che ho applicato al vino e al suo mondo, a me quasi del tutto sconosciuto, affrontato attraverso un approfondito periodo di studio, chiedendo consiglio ai massimi luminari della scienza enologica, quali i presenti qui stasera, Donato Lanati e Dora Marchi e avvalendomi di due altri scienziati del suolo, i coniugi Lydia e Claude Bourguignon. Un lavoro che dura da diversi anni, durante i quali abbiamo drenato terreni orientando strade e capezzagne, sistemato fossati, rifatto muretti franati e costruiti di nuovo, organizzato aree per la preparazione di compost per ricostruire l’humus e la vita biologica dei suoli senza l’aiuto della chimica di sintesi, eliminando così erosioni e dilavamenti. Ora Podere Forte, nel cuore del Patrimonio dell’Unesco, ha passato i primi 17 anni. Per ricordare questo ambìto traguardo questa sera ci siamo ritrovati per degustare il nostro vino simbolo, il Petrucci, dal nome di Pandolfo di Bartalomeo Petrucci, detto il Magnifico, che gestiva queste terre sin dal 1400. Il paesaggio della Toscana intreccia la storia quasi a formare un tessuto di forti emozioni. La Toscana non è solo quella che vediamo e viviamo ogni giorno, ma anche quella presente nell’immaginario collettivo grazie alle opere dei grandi artisti. Una Toscana, che, appartiene a tutto il mondo. Il territorio stesso è un vero e proprio percorso artistico attraverso le dolci colline modellate dal tempo e lavorate dall’opera dell’uomo dov’è impossibile non evocare negli sfondi le opere di grandi pittori. Percorrere queste strade rappresenta un continuo incontro con l’arte e con gli artisti che ne hanno raccontato con grande maestrìa il paesaggio. E questo paesaggio così vario e suggestivo, così accogliente e affascinante, affonda le sue radici nella cultura profonda di questa regione e trova realizzazione nella cura dell’uomo verso il suo territorio. La grande tradizione agricola della Toscana ha svolto un ruolo fondamentale nel plasmare il paesaggio e la cultura della gente di questa regione. Nostro compito sarà quello di mantenere e far conoscere la qualità di questo “unicum” che si trasforma anche in prodotti, quali quelli che degusteremo stasera. In chiusura vorrei poter dire che stiamo cercando di portare il “territorio nel bicchiere”, e che territorio! Oggi abbiamo in produzione tre vini tutti e tre rossi che noi continueremo ad elevarli ancora di più, considerando che i vigneti stanno arrivando ad un giusto periodo di invecchiamento. PETRUCCINO, PETRUCCI e GUARDIAVIGNA, questi i nomi dei vini e in loro troviamo il “profumo della memoria” nella sua massima espressione. Un ultimo richiamo va al nostro spumante brut rosé da uve Pinot Nero che presenteremo il prossimo anno dopo 60 mesi sui lieviti”.

La parola è passata quindi a Lydia Bourguignon che con l’ausilio di alcune slides ha presentato i lavori che sono stati realizzati in circa 10 anni. “La natura ha tutto, noi la stiamo distruggendo, ma se sappiano coltivarla, senza forzature, ci dà davvero tutto quello di cui abbiamo bisogno. Equilibrio in un ambiente vergine, questo è quello che cerchiamo di fare; analisi, studio, biodinamica, gestione naturale, niente prodotti di sintesi, niente chimica, riportiamo in equilibrio il sistema. Se la natura non viene aggredita e viene solo lavorata come una volta, si crea da solo quel biosistema capace di ricreare l’ambiente naturale. Siamo qui per capire il territorio, quali sono le parcelle migliori, quei vigneti che, alla francese, noi chiamiamo “Grand Cru”, classificati e selezionati all’interno del Podere in base alle analisi chimico-fisiche e biologiche. Le uve per i vini Petrucci e Guardiavigna provengono dai migliori terreni aziendali, con buona permeabilità e forte presenza di calcoscisti fessurabili che donano mineralità al vino. Poi ci sono i vigneti che classifichiamo “Premier Cru”, dove i suoli si differenziano per essere più leggeri e più profondi, con una presenza media di argilla che dona freschezza e potenza. La differenza tra le varie parcelle sta nello spessore del suolo prima di arrivare alla roccia scistosa. I terreni Grand Cru hanno suolo basso, piccolo, che va dai 25 ai 50 cm prima dello scisto, mentre ai piedi dei pendii, dove c’è stato accumulo da erosione, si possono trovare suoli dai 50 ai 120 cm. Questa differenza permette di organizzare le vigne, i portainnesti, la scelta dei vitigni e ci permette di concentrare tutta l’energia sui grappoli da produrre. Quindi viti equilibrate con qualità di uve superiori, eccellenti. Attraverso questo sviluppo di pratiche scientifiche pensiamo di aver intrapreso la strada giusta per una viticoltura di precisione (estrema). Altre considerazioni sono legate alle stagioni; la vite ha bisogno di riserva idrica. Bisogna quindi lavorare i suoli per far fronte ai caldi eccessivi. Si ha bisogno di avere suoli sciolti. Bisogna operare in modo da non compattare le superfici e quindi utilizziamo anche trattorini estremamente leggeri ed elettrici per non inquinare e a volte si lavora a mano immettendo nei suoli vigore grazie a pratiche biodinamiche. Per questa importante lavorazione, che definiamo fertilizzazione autunnale, ci aiutiamo con prodotti di compostaggio aziendale di due tipologie: il compost di letame bovino da allevamento biologico, seminato con preparati biodinamici e compost di sole ramaglie. Nei suoli secchi e con poco spessore diamo compost bovino, mentre nei suoli profondi e ricchi diamo di preferenza compost di ramaglia. Quest’ultimo ha il compito di sciogliere il suolo perché si combina bene con le argille, così si evita la compattazione e si avvia così il ciclo virtuoso dei suoli viventi, pieni di innumerevoli specie di fauna di superficie e di profondità capace di mantenere i suoli sciolti e ossigenati. La vite in questo modo si nutre di tutti i composti di cui ha bisogno e continua a sviluppare il suo apparato radicale”.

La chiusura al prof. Donato Lanati che con l’ausilio di Dora Marchi, sono consulenti per Podere Forte da ben 17 anni, da quando è iniziata l’avventura di Pasquale Forte. Lanati è titolare dell’Enosis di Cuccaro Monferrato, un laboratorio di analisi e ricerca applicata al campo viticolo ed enologico fondato nel 1991. Lo stesso Lanati è docente incaricato di tecnologia enologica all’Università di Torino ed ha raggiunto traguardi professionali di assoluto prestigio che lo collocano ai vertici nazionali dell’enologia che gli sono valsi meritati riconoscimenti in campo internazionale. Non ultimo, Donato Lanati, considerato uno dei più grandi enologi a livello mondiale, è stato inserito nella rosa dei cinque per il premio Wine Enthusiast’s Star Award 2014 dalla Rivista Wine Enthusiast Magazine. Il laboratorio Enosis è dotato delle più moderne e aggiornate apparecchiature, utilizzate da un gruppo di specialisti in analisi enologiche, chimiche e biologiche. Una presentazione la sua dove non sono mancati momenti intensi sulle sue teorie che oggi vedono nel vino la polimerizzazione quale fattore dominante per ottenere grandi vini. Polifenoli, lunghe macerazioni controllate, maturazioni in legno, tannini dolci sono elementi essenziali per avere vini luminosi, rotondi ed equilibrati con giuste acidità e lunghe balsamicità.

“Il bello di lavorare a Podere Forte – ha commentato Donato Lanati – è quello di trovarsi fianco a fianco con un titolare illuminato, con una forza coinvolgente unica, ricco di motivazioni e con desideri brucianti che con intelligenza ed equilibrio lascia andare la ricerca a briglia sciolta, fattore determinante per noi che viviamo giornalmente di esperienze in ogni settore enologico”.

VERTICALE DI PETRUCCI  (2001 – 2010)

La vigna: luogo fra natura e storia, tra il cielo e l'uomo. (Attilio Scienza)

 

 

10 annate di Petrucci che per volontà degli organizzatori sono stati serviti in tre blocchi così definiti: Vivacità (2001 – 2002 – 2004 – 2005), Setosità (2003 – 2007 – 2009) e Complessità (2006 – 2008 e 2010). Tante espressioni che ognuno ha potuto con tranquillità annotare sui propri taccuini. Qui sotto una breve presentazione del Petrucci e le mie annotazioni di degustazione  volutamente senza punteggi. Tra colleghi non ne sento la necessità.

  

PETRUCCI ORCIA ROSSO D.O.C.

Biologico e Biodinamico

Petrucci nasce nel 2001, è il vino simbolo di Podere Forte ed espressione massima della filosofia aziendale che mira, con amore, passione e cura maniacale, ad una produzione di eccellenza. Sangiovese al 100% e proveniente dalle migliori parcelle, i cui frutti sono sottoposti ad una severa doppia cernita manuale prima di essere avviati ai processi di vinificazione. Petrucci è affinato 16 mesi in barrique di rovere francese ed ulteriori 24 in bottiglia prima di essere messo in commercio il 1 di Marzo di ogni anno. È un rosso di estrema eleganza, complessità e grande longevità. La produzione annua è di 3.000 – 4.000 bottiglie arricchita da un numero limitatissimo di grandi formati numerati ed individualmente confezionati. Note organolettiche: Di colore rosso rubino brillante, quasi impenetrabile, il vino offre al naso profumi intriganti di ciliegia, lampone, rose rosse, glicine, per proseguire con percezioni di vaniglia, pepe nero e cannella e accenni di cuoio; la bocca è complessa ed ampia, con tannini fini ed equilibrati; succoso, sapido e minerale, chiude lungo e persistente con nuances di liquirizia e buona mineralità. Il nome Petrucci deriva dal nome dell’antico podere presente in azienda. Antonio Galloni (“Vinousmedia”) ha premiato l’annata 2010 con un rating eccezionale: 97 punti. Certificato Biodinamico “Demeter” dall’annata 2011.

La degustazione

 

VIVACITÁ (2001 – 2002 – 2004 – 2005)

PETRUCCI 2001

Rosso rubino con riflessi granati; archetti ben saldi sulle pareti del bicchiere con unghia ben staccata. Al naso è intenso di frutta rossa (prugna, gelso, amarena) e anche di sottobosco (ribes nero, mora, mirtillo) con finale fresco di liquirizia e di cioccolato. In bocca è caldo, armonico, quasi vellutato. I tannini si avvertono e riempiono il palato ma non coprono la parte fruttata; ha una bella piacevolezza e una rotondità ben decisa che prosegue ampia sino al retrogusto presente con note speziate di ginepro, chiodi di garofano e liquirizia. Buona anche la mineralità che è ben accentuata. Sangiovese di carattere per che ama forti sensazioni.

PETRUCCI 2002

A causa dell’annata piovosa, le uve per questo vino sono state vendemmiate oltre il 15 ottobre, con perdite quantitative facilmente immaginabili, ma i grappoli che hanno superato la rigorosa doppia selezione manuale sui tavoli di cernita erano fenologicamente maturi e sani. Colore rosso rubino carico tendente al granato porpora. Il naso è tipico del sangiovese con spiccata freschezza, floreale di rosa, frutta scura matura, chinotto, carruba, cacao e pepe nero. Al palato è di un equilibrio stupefacente con la nota tannica ancora ben viva che sostiene un’armoniosa base acida perfettamente dosata, si direbbe vibrante e setosa allo stesso tempo. Il finale ci regala il gusto del cioccolato, della foglia di tabacco, del caffè. Un vino che ci ha raccontato la sua storia ma da degustare con “delicatezza” com’è esso stesso.

PETRUCCI 2004

Colore rosso rubino scuro (macchiante) con riflessi viola/melanzana. Al naso è immediato, espressivo, fine e potente allo stesso tempo; si avvertono sentori di fiori (rosa e viola), di frutta piccola di bosco (fragoline, ribes nero, mirtillo) con finale di lavanda e speziatura “boisé” con nocciole tostate, liquirizia e finale di caffè. In bocca ha trama tannica armonica, rotonda, con gustosità fruttata, speziata e balsamica; la nota minerale è ben presente e si riavverte nel retrogusto dove troviamo una base di china calissaya e di tabacco dolce da pipa.

PETRUCCI 2005

Classico vino in grado di spaccare la critica tra entusiasti e scettici. Colore rubino/porpora intenso, fitto e concentrato, gioca sulla potenza e dolcezza del frutto, sulle note del legno e le sfumature di cioccolato e tabacco. Oggi si presenta straordinariamente completo e perfettamente bilanciato. Rosso rubino carico con tonalità intense e profonde che ricordano la melanzana; glicerina visibile che resta a lungo sulle pareti del bicchiere. Ha naso etereo, espressivo, pulito. Complessa è la frutta rossa matura (gelso, susina, prugna) con delicate sfumature di vaniglia dolce e leggera tostatura di nocciole. Il finale ha note mentolate. In bocca ha attacco ampio, di bella profondità, piacevolmente tannico, armonico e vellutato. L’elegante freschezza e pulizia è confermata anche nel retrogusto che si sofferma a lungo con la deglutizione, sulle note speziate di pepe bianco, cioccolato amaro e caffè. Buona presenza minerale di pietra focaia.

 

SETOSITÁ (2003 – 2007 – 2009 )

PETRUCCI 2003

Inconfondibile il marchio dell’annata caldissima, con un floreale che regredisce rispetto alle note fruttate. Colore rosso rubino intenso con riflessi violacei. Naso molto presente sulle note fresche che ricordano confetture di frutta (mora, prugna, fichi neri), con finale di anice stellato e noce moscata. Al gusto il vino presenta una maturità fenolica compiuta, i tannini sono morbidi ma non cotti. Un cedimento tattile passeggero, insieme al finale marcato da intriganti sentori terziari (caffè e cioccolato amaro) a confermare che questo vino sta meglio a tavola che in cantina.

PETRUCCI 2007

Un vino che possiede sufficiente vitalità per continuare a svilupparsi in bottiglia nel corso del prossimi anni. Il colore è rosso rubino violaceo con tonalità intense; grande glicerina che resta a lungo sul bicchiere. Al naso ha una stratificazione aromatica molto complessa che si apre con profumi di lamponi, glicine, piccoli frutti neri di sottobosco, con finale potente su note fragranti e minerali con spunti cioccolatosi e vanigliati. In bocca ha calda armonia che si distende sulla suadenza vellutata e carezzevole del rovere, con presenza fruttata di ribes nero e rabarbaro. Buona la presenza di pepe rosa. Il retrogusto è lungo, ben fermo sulla mineralità silicea con punte di tabacco da pipa. Un vino da lunga meditazione.

PETRUCCI 2009

Caratterizzato da un’ottima maturazione delle uve; si presenta di un colore rosso violaceo intenso; grande consistenza con archetti ben fermi sulle pareti del bicchiere. Al naso è fresco, elegante, avvolgente, fruttato di ciliegia, susina viola, gelso, melograno e ribes; buona presenza di spezie dolci e con note di nocciole tostate. Nel riassaggio di naso si avverte una speziatura di pepe fresco a cui fanno seguito note balsamiche di eucalipto. In bocca abbiamo sensazioni armoniche, dolci e fruttate già avvertite al naso con tannini eleganti, sostenuti da un’ottima acidità. Il retrogusto è persistente sulle note speziate di cannella e di chiodi di garofano con finale di cioccolato amaro. Grande vino che può essere dimenticato in cantina ma che sorprende già adesso per la sua beviblità.


COMPLESSITÁ (2006 – 2008 – 2010 )

PETRUCCI 2006

Questo Petrucci possiede tannini eleganti che incorniciano il frutto in tutto il suo percorso. Ha colore rosso rubino violaceo, archetti abbastanza scivolosi. Naso intenso di amarena e lampone, con sfumature floreali di violetta e rosa canina, con finale balsamico di after eight ed eucalipto.In bocca colpisce per l’equilibrata armonia tra tannicità e acidità con presenza fruttata di ribes nero; finale speziato con note di ginepro e liquirizia. Il retrogusto è lungo e ben fermo sulle note speziate che ricordano la nocciola tostata e il sigaro toscano.

PETRUCCI 2008

Sintesi del Sangiovese in purezza, ritroviamo frutto, eleganza: e “terroir”. Sono queste alcune sfumature che emergono da questo vino rosso che presenta complessità ed equilibrio. Ha colore rosso rubino carico, violaceo, scuro; fitto, limpido. Ha archetti vividi e stretti. Naso intenso floreale di rosa e viola mammola a cui fanno seguito sentori di piccoli frutti rossi (lampone, ciliegia, cassis) sino alla confettura di fragola. Nel finale nasale si avverte una fine speziatura di pepe fresco a cui fanno seguito note balsamiche di eucalipto. Al palato abbiamo sensazioni di leggera “vivacità” di magnesio, tannini eleganti, sostenuti da un’ottima acidità. Un morbido impeccabile arrotonda la suadenza di questo gioioso vino ricco di tamarindo, china, ginepro e menta. Il finale è persistente e minerale. Notevolmente migliorato grazie a un pò d’aria, possiede sufficiente vitalità per svilupparsi splendidamente in bottiglia nel corso dei prossimi 10 anni.

PETRUCCI 2010

Siamo all’apice qualitativo della produzione vinicola di Podere Forte. Questo vino si presenta con una veste brillante color rubino violaceo/melanzana. La prima sensazione olfattiva è di una pulizia estrema e di una grande complessità. Siamo letteralmente inondati da sentori di rosa antica, di aromi intensi di frutti e foglie di ribes nero e da un fondo speziato di liquirizia e anice stellato. Il suo palato rotondo, quasi cremoso, crea associazioni con il suo colore, ricordandoci il velluto damascato dei grandi teatri. Il tannino è serrato, vivo ma ben levigato. Il finale ci dona un ritorno del ribes nero insieme ad un potpourri di spezie scure, ginepro, rabarbaro, corteccia di china, senza pecca alcuna. Elegante e potente insieme invia un messaggio “borgognone” da non disperdere. La suadenza tannica ha una complessità non avvertita nei vini degustati sino a quest’ultimo. Presenta una trama fitta e raffinata che unito al suo equilibrio si traduce in sublime eleganza.Sicuro di se può restare tranquillamente ad affinarsi in bottiglia.

A fine degustazione è seguita una cena preparata dagli chef Alessandro Negrini e Fabio Pisani, sotto lo sguardo attento del patron Aimo. In abbinamento Champagne Jacquesson Cuvée e gli altri due rossi di Podere Forte: Petruccino 2012 Orcia Rosso DOC e Guardavigna Toscana IGT 2011.

 

  

Podere Forte

Località Petrucci, 13

53023 Castiglione d’Orcia

Tel. 0039. 0577. 88 85 100

podereforte@podereforte.it

www.podereforte.it

 

 

Servizio e foto di Rocco Lettieri

 


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