Villa d’Este Wine Symposium 2019 – 11th Edition

Villa d’Este Wine Symposium 2019 – 11th Edition

7-10 Novembre 2019

 

Paese d’onore: PORTOGALLO

Tema: IL FUTURO DEI GRANDI VINI
Discussione su alcune questioni chiave e sfide future nel rapporto tra produttori di vino e consumatori

Ospite d’onore: Pau Roca Blasco – Presidente dell’OIV – Organizzazione Internazionale del Vino

VILLA D’ESTE – Cernobbio (Como)

Villa d’Este di Cernobbio, per secoli dimora dell’aristocrazia, dopo principesse, marchesi, sultani e zar, dal 1873 è un elegante resort a cinque stelle, un albergo di charme tra i più celebrati al mondo. Lusso, vista lago e arte del viver bene in un’esperienza suggestiva che riempie gli occhi e ispira la mente. Più che un hotel, una destinazione!! Affacciata su uno dei più romantici laghi del mondo, il lago di Como, Villa d’Este è circondata da un meraviglioso parco privato di 10 ettari. Le camere e le suite, con vista sul lago o sul parco, sono ripartite nei due edifici: l’Edificio del Cardinale e il Padiglione della Regina. Finestre e terrazzi a picco sul lago, sguardo sulla marina, barche che tornano nelle serate silenziose: uno scenario da sogno. Nel Parco di Villa d’Este sono presenti quattro splendide ville, immerse nel parco secolare, che possono essere affittate dagli ospiti che desiderano godere di tutti i servizi dell’Albergo uniti alla privacy e all’esclusività di una villa privata. L’arredamento e il design delle nostre ville è stato progettato rispettando l’atmosfera delle dimore patrizie del Lago di Como e la tradizione di Villa d’Este, rappresentano quindi il luogo ideale per chi vuole fare una vacanza con famiglia e amici alla ricerca del “buen retiro”. Basterebbero queste poche parole di presentazione per capire una affermazione di Herb Caen: “La collocazione del Paradiso terrestre non è mai stata stabilita con certezza ma potrebbe essere davvero da queste parti ”.

Ebbene, proprio qui, anche quest’anno, come sempre a Novembre, si svolgerà, come tradizione, l’Undicesimo anniversario del Villa D’Este – Wine Symposium, una manifestazione voluta da Francois Mauss che si perpetua nel tempo, con sempre più fascino e sempre più personaggi del vino del mondo che non vogliono perdersi quello che è considerato il più fantastico incontro per i più prestigiosi vino del mondo. Poche le indiscrezioni che sono giunte. Vi diamo qui di seguito le prime informazioni ufficiali. 

PROGRAMMA

Giovedì pomeriggio, 7 novembre

ore 15.00: Registrazione degli ospiti partecipanti

ore 17.00: Discorso di benvenuto di Danilo Zucchetti e François Mauss

ore 17.20: Degustazione di vini aperti dai produttori presenti nella Sala Impero

ore 18:00 alle 19:30 Prima degustazione di prestigio – Degustazione semi-cieca di 10 Pinots Noirs da 10 Paesi diversi con Thomas Mauss. Solo su registrazione. Sala veranda.

Ore 20,30 Sala Impero – Opening Paulée dinner a cura dello chef Michele Zambanini. Giacca e cravatta per i signori. Selezionati vini dei produttori presenti.

Ore 23.30 Chiusura prima giornata!

Venerdì mattina, 8 novembre

ore 9.00 alle 10.30: Seminario n. 1: “Lo stato attuale e il futuro della situazione del vino in Portogallo” con André Ribeirinho (Portogallo). Sala Regina.

ore 10.30: Pausa Illy Caffè

ore 10.45: Lezione di cucina sino a mezzogiorno (per gli iscritti).

ore 10,45: Seminario n. 2: “Il vino di Porto e la valle del Duero”. Sala Regina.

ore 12,00 e sino alle 13:00 – Degustazione di vini aperti. Sala Impero.

ore 13:00: Pranzo con vini del Portogallo. Sala Veranda.

Venerdì pomeriggio, 8 novembre

ore 15.00 alle 16.00 – Seminario n. 3: “Cervello e vino” – L’attività cerebrale influenza notevolmente le risposte durante la degustazione di vini. Questa presentazione esplorerà come le informazioni sensoriali che entrano nel cervello durante la degustazione influenzano il gusto e le impressioni del vino in modo inconscio. Di Philip Ente (MD – UCLA). Sala Regina

ore 16.15 sino alle 17.15: Workshop n. 1: “I vini del Portogallo” di André Ribeirinho. Registrazione obbligatoria. Sala Torlonia.

ore 17:30 sino alle 19:00: Degustazione verticale di prestigio: Haut-Brion Blanc di Prince Robert de Luxembourg e Jean Philippe Delmas. Solo su registrazione.

Sala della veranda dalle 19.30 alle 20.30 Degustazione di vini aperti.

Sala Impero dalle 21:00 alle 23:00 Cena con vini della sala Veranda degli sponsor.

Giacca e cravatta per i signori.

Sabato mattina, 9 novembre

Seminario n. 4: «Il futuro della vite: ricerche recenti» di Jean-Marie Guillaume. Sala Regina.

10.15 Pausa Illy Caffè

Dalle 10.45 a mezzogiorno. Seminario n. 5: «Cosa si aspettano i consumatori e cosa offrono effettivamente i produttori» di Axel Marchal. Sala Regina

Dalle 12:00 – Degustazione di vini aperti. Sala Impero

Alle ore 13:00: Pranzo con vini selezionati dell’azienda Colle Massari. Sala Veranda

Sabato pomeriggio, 9 novembre

Dalle 15:00 alle 16:00 Workshop 2: «Crus di Veuve Cliquot». Solo previa registrazione. Sala Torlonia

Dalle 16.15 alle 17.15 Seminario n. 6: «OIV e il futuro» di Pau Roca Blasco. Sala Regina.

Dalle 5. 30 p.m. alle 19.00: Terza degustazione di prestigio: verticale di Château Ausone di Alain Vauthier.  Solo su registrazione. Sala della veranda

Alle 19.30 Concerto Fazioli: di Maurizio Baglini, Silvia Chiesa e Nicolas Dautricourt. A seguire degustazione di vini aperti. Sala Impero

Ore 21.00 Sala da pranzo con veranda. Cena. Giacca e cravatta per i signori.

Domenica mattina, 10 novembre

Ore 10,30: Debriefing informale. Annuncio della XIIesima edizione del VDEWS, che si terrà dal 5 all’8 novembre 2020.

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Si prega di essere consapevoli del fatto che entrambi i seminari e le lezioni di cucina hanno posti limitati e richiedono la registrazione via e-mail all’indirizzo: marite.mauss@dbmail.com

Foto dello scorso anno

Bodega Catena Zapata

Phone. +352 62117 11 88

Email: francoismauss@gmail.com

www.vdews.com

www.villadeste.com

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Notizie sul Portogallo Vitivinicolo

Il Portogallo è un microcosmo del mondo vitivinicolo che raggruppa tutto ciò che si può immaginare in questo campo. In questo Paese si coltivano più di cinquecento diverse varietà autoctone di vitigni, dai quali si ottengono molti vini, alcuni rossi ma anche bianchi di grande personalità. La diversità delle tradizioni vinicole perpetuata fino ai nostri giorni da millenni, non risale di certo alle prime popolazioni Iberiche, ma sappiamo invece con certezza che furono i Fenici, prima dell’era Cristiana, a portare la viticoltura nella penisola Iberica. Incoraggiata poi dai Greci e dai Romani. Il Portogallo è terra di esploratori e occupa un settimo della penisola Iberica; eppure, anche se sulla mappa sembra schiacciato dalla vicina Spagna, ha una tale diversità di vini da fare invidia. Prendete ad esempio un bicchiere di Porto e un bicchiere di Vinho Verde. Il primo è un vino scuro, concentrato, inebriante, mentre il secondo è di colore pallido, leggero, un pétillant. La diversità è data dal ruolo della topografia del Portogallo. Sulla costa, i vini sono plasmati dall’Atlantico, mentre all’interno, dall’altro lato delle montagne, l’effetto regolatore dell’oceano si riduce. La piovosità può variare dai 1500 mm all’anno sulla costa ai 500 mm all’interno. Le vigne sono onnipresenti da nord a sud, eccezion fatta per i picchi più alti, dove il clima è piuttosto ingrato per la viticoltura. Tra il fiume Minho, che fa da frontiera nord con la Spagna e la costa dell’Algarve 560 km più a sud, si contano circa 250mila ettari di terreno vitato. Si distinguono tre grandi regioni (con le loro sottozone) viticole differenti, delimitate da due fiumi.

La prima è il Duero (Douro in portoghese), a nord punteggiato da montagne granitiche che toccano i 2000 m d’altitudine. Da qui provengono molti vini, ma soprattutto è la patria del Porto. Nel Douro non si produce solo Porto ma anche vini rossi da tavola, tra i migliori di tutto il Portogallo. I vitigni impiegati per la loro produzione sono gli stessi utilizzate per il Porto. I vini che se ne ottengono sono robusti e corposi, complessi nell’aroma e nel gusto. Nel Douro si producono anche vini rossi leggeri e fruttati e vini bianchi con le uve Gouveio, Malvasia Fina e Viosinho. E tra i produttori di questo importante vino che è il Porto ne segnaliamo alcuni tra i più conosciuti: Croft, Taylor, Offley Forrester, Noval, Borges, Calem, Churchill, Osborne, Delaforce, Fonseca, Graham, Diez Hermanos, Ferreira, Companhia Velha, Gran Cruz, Niepoort, Martinez Gassiot, Cockburn, Barros, Burmester, Sandeman, Smith Woodhouse, Rozés, Kopke e la Companhia do Comércio do Vinho do Porto (CCVP).

 Poi c’è il Portogallo centrale, situata tra i fiumi Duero e Tago. Si tratta di una vasta zona di produzione, dal clima temperato, conosciuta sotto il nome di Ribatejo, comprende i celebri vigneti del Dão e della Bairrada. A sud del Tago, troviamo invece le immense e calde pianure dell’Alentejo e la regione molto turistica dell’Algarve. Nel visitare questi luoghi, al momento di degustare i vini, ritroviamo nei loro profumi, il contrasto che abbiamo osservato nei paesaggi. Vicino a cantine ultramoderne, ritroviamo quelle piccole, dove la produzione sovente destinata al mercato locale non è per nulla cambiata da secoli e visitando le 40 zone che hanno la DOC il visitatore può rendersene conto. L’adesione alla CEE (1986) da parte del Portogallo ha incoraggiato i viticoltori a fare degli sforzi per migliorare la qualità dei vini, investendo molto sulla tecnologia, al fine di conquistare nuovi mercati, ma le vecchie tradizioni non si possono fare sparire con un tocco di bacchetta magica. Il Portogallo è una nazione indipendente dal XII sec. e già a quell’epoca la costa atlantica della Penisola commerciava in vini.

Il distretto del Minho, dove si produce il Vinho Verde, è la parte più estesa del Portogallo, e i venti che portano la pioggia permettono la coltura intensiva. Il nome Vinho Verde, si presta generalmente a delle confusioni. In effetti, non è un’allusione al colore del vino, che può essere sia rosso sia bianco; proviene invece dal fatto che i vini prodotti in questa zona sono poco alcolici e molto freschi d’acidità, quindi devono essere bevuti giovani e leggermente frizzanti. Tra le uve a bacca bianca citiamo il Loureiro, il Trajadura, il Pedernã e il diffuso Alavarinho; tra quelli a bacca nera il Vinhão e l’Espadeiro. Per molto tempo i vini da tavola della valle del Duero furono trattati come i parenti poveri del Porto e riservati al consumo locale. In questi ultimi anni si producono bottiglie di grandi ed eccellenti vini in cantine ultramoderne. I principali vitigni sono quelli che si utilizzano per la produzione del Porto, i più usati sono Touriga Nacional, Tinta Cão, Tinta Roriz, Tinta Barroca, Touriga Francesa, Tinta Amarela e Souzão per i rossi; Malvasia Fina, Viosinho, e Gouveio per i bianchi. La regione che si estende tra il Duero e il Tago, è la più generosa del Portogallo. In questa regione troviamo infatti una moltitudine di vitigni che danno vini molto differenti tra loro. Le regioni del Dão e del Bairrada invece sono le più famose. Il Baga è il vitigno che sta alla base della quasi totalità dei vini rossi della regione di Bairrada, sono vini rossi con particolare vinificazione e con lunga evoluzione in bottiglia (fino a 15 anni). Nel Dão troviamo vigneti con l’età media più alta: i vitigni elitari sono per i rossi la Touriga Nacional e il Tempranillo, piacevoli bianchi prodotti con il Barcelo e l’Encruzado.

 

Nei pressi di Lisbona, nell’Estremadura, si esprime meglio il raro Ramisco che nella DOC Colares cresce su dune sabbiose e impedisce lo sviluppo della pericolosa fillossera. Un pò più a sud, intorno al fiume Trancio nella regione di Bucelas, troviamo il vitigno Arinto dal quale si ottengono ottimi vini bianchi e spumanti.

La penisola meridionale di Setúbal è famosa per la produzione del suo Moscadel, dolce e fortificato al 17,5 per cento in alcol etilico, con grande potenzialità di affinamento in bottiglia, prodotto con uve Moscatel Roxo, analogo al Moscato d’Alessandria e Moscatel do Douro. Assolutamente da provare con dolci arricchiti da frutta secca e candita. Il Ribatejo, grazie a vitigni come il Cabernet Sauvignon e lo Syrah, ha fatto un bel salto qualitativo: i viticoltori locali hanno infatti saputo sfruttare le doti del Periquita e l’Alfrocheiro Preto, assemblandoli ai primi. All’interno del Paese un pò più a sud, troviamo l’Alentejo, con i vitigni a bacca nera Aragones, Trincadeira e Castelão Francês, mentre per i bianchi l’Aringo e il Rouperio; qui il terreno povero e il clima secco favoriscono la produzione di vini di qualità. In passato l’Algarve era nota per una produzione di vini stile Sherry, premiata da un paesaggio spettacolare: oggi si producono discreti vini da Crato Bianco, Periquita e Tinta Negra Mole, molto apprezzati dai turisti.      (articolo tratto da AZIONE n. 45 a cura di Davide Comoli)

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a cura di Rocco Lettieri