Dominga Cotarella ospite a Lugano della Bindella Vini

Il Ventennale di Montiano: un brindisi alla Grande Bellezza di Falesco

Degustazione e cena con Dominga Cotarella

Lo scorso ottobre l’ASSP (Associazione Suisse des Sommeliers Professionels)- Sezione Ticino in collaborazione con l’azienda Bindella, distribuita in Canton Ticino dalla Bindella Commercio Vini di Pambio-Noranco, hanno organizzato una degustazione pomeridiana e una cena nella Villa Principe Leopolda di Lugano. Un centinaio gli pomeridiani, una trentina i presenti a cena. L’azienda FALESCO, fondata dai famosi fratelli enologi Renzo e Riccardo Cotarella (*) a Montefiascone nel Lazio, ha forti origini nel campo del vino già dagli anni ‘60, quando Antonio e Domenico Cotarella, viticoltori in Monterubiaglio, realizzarono la prima cantina per la produzione di vini con le proprie uve provenienti dai vigneti di proprietà. I fratelli Renzo e Riccardo, spinti dalla passione del padre, nel 1979 realizzarono la nuova cantina che prese il nome di Falesco trasformando quella che era una piccola azienda familiare in un’impresa di successo da lasciare alle generazioni successive. Gli investimenti effettuati da allora sono stati indubbiamente di grande entità, ma oggi, a distanza di oltre trent’anni, possono considerarsi ampiamente ripagati, soprattutto in termini affettivi. Nell’azienda di famiglia, infatti, lavorano attualmente le figlie Dominga, Marta ed Enrica, riversandovi lo stesso entusiasmo e coinvolgimento dei loro padri. La quarta generazione di nipoti, poi, lascia intravedere un futuro altrettanto importante per il marchio Falesco.








Nell’azienda Falesco di Montefiascone, a cavallo tra Lazio e Umbria, il primo obiettivo fu quello di recuperare gli antichi vitigni della zona. Il territorio, infatti, aveva goduto nei secoli addietro di una fama che gli derivava dalle produzioni di vini straordinari, esclusivi delle mense papali e dell’antica nobiltà ma, da innumerevoli decenni, versava in una preoccupante situazione di abbandono. Iniziavano così lunghi anni di ricerche e di selezioni con lo scopo di isolare antichi cloni, ormai considerati estinti, e delicate micro varietà, ma d’ineguagliabile valore aromatico e organolettico, che nei vigneti specializzati degli anni Sessanta erano quasi del tutto scomparse. Accanto a questa operazione di recupero, si cercò di identificare le aree viticole dove l’esposizione e la particolarità dei terreni potessero garantire vini di altissima qualità. Qui erano sopravvissute le più antiche e rare varietà locali a bacca bianca, tra cui il Roscetto che, come da studi sul DNA effettuati dal Prof. Attilio Scienza, deriva dalla famiglia delle uve Greco. Solo dieci anni dopo, con il 1989, fu prodotto il Poggio dei Gelsi: un EST! EST!! EST!!!  che è riuscito in poco tempo a ridare lustro ad un territorio e ad un vino che era stato ingiustamente dimenticato. A partire dalla vendemmia 1998, dopo quindi molti anni di esperienza e di studi intorno all’affascinante varietà di uva Roscetto, è stato prodotto il Ferentano, vino che esprime appieno la potenzialità e la ricchezza di queste uve. Poi è stata la volta di un particolare clone di Merlot che ha dimostrato ancora una volta la vocazione alla qualità delle terre laziali: il Montiano. Nato con l’annata 1993, sin dall’inizio è stato acclamato come uno dei più grandi e innovativi rossi italiani, distinguendosi per la notevole eleganza, per il prezioso patrimonio aromatico e per la grande concentrazione e struttura. Con la vendemmia 2001 è stato successivamente intrapreso il processo di valorizzazione di un altro vitigno storicamente legato all’area intorno al Lago di Bolsena: l’Aleatico. Dall’altra azienda agricola di proprietà, Pomele, infatti, si ricavano le uve dalle quali nasce un vino, denominato appunto il vino passito Pomele, che spicca per le note aromatiche tipiche di questa varietà, per la sua freschezza e piacevolezza. Nel 1999 Falesco ha arricchito il proprio patrimonio acquistando l’Azienda Agricola Marciliano, di circa 260 ettari, posta sulla stupenda collina a sud di Orvieto, nei comuni di Montecchio e Baschi. Da questi vigneti provengono le uve Merlot, Cabernet e Sangiovese destinate alla produzione del Vitiano Rosso e del Merlot dell’Umbria, nonché uve Vermentino e Verdicchio per il Vitiano Bianco. Dal miglior vigneto dell’azienda si producono meravigliosi grappoli di Cabernet Sauvignon per la realizzazione di un vino che prende il nome stesso dell’azienda, Marciliano, e che esprime appieno la personalità di queste uve coltivate in questa terra. In collaborazione con l’Università della Tuscia di Viterbo, nella medesima area sono state inoltre impiantate oltre 25 varietà diverse in un vigneto sperimentale, che vanno dal Nero d’Avola al Primitivo, dal Malbech al Tannat, via via passando per il Carmènere, il Montepulciano e il Teroldego. Dopo diversi anni di sperimentazione, dall’annata 2006 è in produzione un RC² Sagrantino di Montefalco, un vino che vuole esprimere il forte legame della Famiglia Cotarella con la regione Umbria. Due importanti eventi hanno, infine, segnato la storia più recente delle etichette. Nel 2009 è stata avviata la produzione del nuovo Tellus Syrah e di Trentanni, un Rosso dell’Umbria dedicato al 30° Anniversario dell’Azienda Vinicola; mentre nel 2011, in occasione dei 150 Anni dell’Unità d’Italia, sono stati presentati il vino spumante Anita, ottenuto da uve Aleatico, e Soente: bianco laziale nato dall’incontro tra Viognier e vitigni sperimentali. Una gamma di vini e di etichette che sono distribuiti in ogni parte del mondo.





Il territori dell’azienda Falesco

I territori di produzione sono concentrati in un’area collinare situata tra Umbria e Lazio, che si estende dal Lago di Bolsena sino alle colline che circondano Orvieto. Le caratteristiche climatiche e pedologiche di questo territorio sono similari. L’area collinare compresa tra la città umbra e Montefiascone ha infatti un’origine in parte vulcanica e in parte sedimentaria, particolarmente adatta alla coltivazione della vite, come la secolare tradizione vinicola di questi luoghi testimonia. Nel comune di Montecchio, sulla stupenda collina a sud di Orvieto, è situata la Cantina circondata da circa 260 ettari piantati a Merlot, Cabernet, Sangiovese, Verdicchio e Vermentino, e su cui sono state impiantate numerose varietà sperimentali che vanno dal Nero d’Avola al Primitivo, dal Malbech al Tannat fino al Montepulciano e al Teroldego. La zona compresa tra Montefiascone e il Lago di Bolsena, in provincia di Viterbo, accoglie invece i vigneti storici dell’azienda su cui si coltivano i vitigni autoctoni Roscetto, Aleatico, Trebbiano e Malvasia, e alcune varietà internazionali, come Merlot, Syrah e Viognier, che dimostrano la vocazione alla qualità delle terre laziali. Come infatti afferma il Mondini nel suo libro I vitigni stranieri da vino coltivati in Italia, già nell’Ottocento:  “ […] nel Lazio si coltivano numerosi vitigni stranieri, alcuni dei quali in proporzioni abbastanza notevoli e specializzati nei vigneti […] Cabernet, Carignane, Gamay, Grenache, Merlot, Malbeck, Pinot, Sauvignon, Syrah […] Il Lazio si dimostra, nel complesso, una regione nella quale possano ottenersi notevoli vantaggi dalla coltivazione dei vitigni stranieri e specialmente da quelli di provenienza della Francia […] Nei circondari di Roma, di Frosinone e di Viterbo […] su di essi è unanime il giudizio che contribuiscono in modo notevole al miglioramento della produzione vinicola locale…”.



Tutti i prodotti dell’azienda Falesco

La produzione è diretta da Riccardo Cotarella con il coordinamento di Pier Paolo Chiasso e dello Staff Tecnico. Si struttura in cinque famiglie di prodotti: Le Tradizioni, Vitiano, I Nuovi Classici, I Cru e Le Specialità. Cinque linee che sono espressione di due territori, quello dell’Alto Lazio e quello della zona di Montecchio e Orvieto in Umbria, e che dimostrano la grande attenzione rivolta da Falesco ai vitigni sia autoctoni sia internazionali. Fanno parte della linea base Le Tradizioni le etichette Est! Est!! Est!!! – primo vino prodotto da Falesco – ed Et Me!. La famiglia Vitiano è composta da Vitiano Bianco, Vitiano Rosato e Vitiano Rosso, mentre ne I Nuovi Classici sono inclusi Poggio dei Gelsi, Soente e Tellus. La famiglia de I Cru, eccellenza della produzione Falesco, comprende Ferentano, Montiano, Marciliano, Trentanni e RC2. Nella linea Le Specialità sono riuniti gli spumanti Metodo Classico Brut, Metodo Classico Brut Rosé e Anita, i passiti Pomele e Passirò, e la Grappa di Montiano.






La degustazione al Principe Leopoldo

Il saluto di benvenuto è stato dato da Savino Angioletti, presidente dell’ASSP Ticino. Quindi la parola è passata alla signora Dominga Cotarella che in circa mezz’ora ha presentato con l’ausilio di alcune slide i trent’anni e passa dell’azienda familiare Falesco con annesse le altre cantina di proprietà. Una vera signora del vino che ha affascinato la platea per la “sua” loquacità e bravura nel raccontare la storia dei nonni, del proprio papà Riccardo e dello zio Renzo, i famosi enologi conosciuti in tutto il mondo anche per le alte cariche ricoperte in Italia e all’estero. Si è quindi passati alla vera degustazione, bicchieri alla mano, con i vini serviti dai bravi ed esperti sommeliers coordinati da Gabriele Speziale. Inizio con:

Tellus Oro, IGP, 2015, (chardonnay 80% e pinot bianco 20%, età media delle viti 5 anni); vino dal colore giallo carico; sentori agrumati e di cedro candito che si fondono a sentori freschi di pesca bianca e mela verde; bocca sapida, fresca, finale quasi burroso, grasso e persistente.

Tellus Syrah, IGP, 2015, (syrah 100%, età media delle viti 15 anni); colore violaceo cupo; profumo intenso di ciliegia, amarena, gelso, prugna con finale tipico speziato di pepe nero che risentiamo tutto nel gusto con bocca avvolgente, calda, armonica, con finale persistente.

Vitiano Cabernet, IGP, 2013, (cabernet sauvignon 100%, età media delle viti 10 anni); colore rosso violaceo intenso; naso varietale di frutti rossi piccoli e speziatura di buon legno; in bocca è caldo, rotondo, con tannini ancora ben presenti e con finale balsamico di resina.

Trentanni, IGP, 2013, (merlot 50% e sangiovese 50%; età media delle viti 12 anni); prima annata prodotta nel 2009; colore rosso rubino intenso, lucido; al naso ha grande fruttuosità e speziatura finale nobile di chiodi di garofano e cannella; in bocca ha grande finezza ed equilibrio tannico, con finale cacaoso e balsamico.

Marciliano, IGP, 2012, (cabernet sauvignon 70% e cabernet franc 30%; età media delle vite 12 anni); rosso rubino violaceo intenso; naso fruttato di ciliegie, more, mirtillo, ribes rosso e finale leggermente boisè; in bocca si presenta caldo, rotondo, avvolgente, tannini decisi ma non ruvidi; finale di lunga permanenza e buona mineralità.

RC2 Sagrantino di Montefalco DOCG, 2011; (sagrantino 100%; età media delle viti 15 anni); rosso rubino intenso brillante; all’olfatto si presentano frutti piccoli rossi, mora, ribes, mirtillo, prugna matura con sentori di china calissaja e speziatura di buon legno e sigaro da pipa; bocca ampia di fruttuosità e tannini ancora ben presenti, non ancora levigati ma di grande complessità; finale persistente sulle note di cioccolato.

Montiano, IGP, 2013, (merlot 100%; età media delle viti 15 anni); colore rosso rubino profondo; lucido e brillante; al naso è complesso di note fruttate e di speziatura dolce (vaniglia e cannella); il palato è da subito aristocratico, piacevole, avvolgente, morbidezza ed eleganza lo portano ad un retrogusto che permane a lungo con le note di pepe nero e pepe rosa.                                                                      94/100

Montiano, IGP, 2010, (merlot 100%; età media delle viti 12 anni); magnifico colore rosso rubino intenso con riflessi violacei; al naso ha uno spettro di profumi che vanno mora al ribes, dalla prugna al gelso rosso, con sentori di spezie nobili e balsamiche; in bocca è da subito rotondo, avvolgente, con tannini suadenti, di grande complessità anche nel finale.                                                                             96/100 

Montiano, IGP, 2007, (merlot 100%; età media delle viti 9 anni); colore rosso rubino granato; naso che riporta a note di ciliegia matura sotto spirito, prugna secca, tabacco e lieve balsamicità di eucalipto. In bocca si conferma che siamo di fronte ad un vino più evoluto rispetto agli altri due millesimi; i tannini sono morbidi ma ancora rustici; nel finale cede qualcosa sia in lunghezza che in profondità.       91/100







L’interessante giornata, come detto, si è conclusa con una cena preparata dallo chef Dario Ranza con abbinamenti di 5 vini presentati da Dominga Cotarella. Questa la sequenza dei piatti e dei vini: 

Crema di cavolfiore con uova di salmerino e erba cipollina




a seguire Insalatina di astice e verdure profumata al curry

Vino: Tellus Oro 2015. 




Dorso di Black Cod tipo “Cassoëla”. Vino: Ferentano 2013.


 


Lombata di giovane cervo arrosto con  piccole verdure. Vino: Montiano 2013. 




Cinque Formaggi dal carrello. Vino: Marciliano 2012. 




Dessert: Variazione sul tema castagne. Vino: Pomele passito 2011.




Lo chef Dario Ranza



Saluto di chiusura da parte di Geri Theiler e di Luigi Romeo in rappresentanza dell’azienda Bindella e di Piero Tenca presidente dell’ASSP della Svizzera.


(*) L’Azienda Vinicola Falesco è stata fondata nel 1979 a Montefiascone dai fratelli Riccardo e Renzo Cotarella: due enologi, profondamente radicati in questa terra a cavallo tra Lazio e Umbria, che nel corso degli anni hanno ricoperto importanti cariche nel settore del vino, ottenendo significativi riconoscimenti. Renzo Cotarella, oltre ad essere co-titolare di Falesco, è infatti Amministratore Delegato ed Enologo per le Tenute Marchesi Antinori, mentre Riccardo Cotarella, Presidente ed Enologo di Falesco, è Presidente e Direttore della Riccardo Cotarella Winemaking Consultancy, Professore di Viticoltura ed Enologia all’Università di Viterbo, consulente per oltre 60 cantine in Italia e nel Mondo, Presidente dell’Associazione Industriali di Terni e Presidente di Assoenologi – Sezione Umbria e Lazio.  Numerosi sono, inoltre, i premi ricevuti nell’arco della sua carriera, tra cui: Business and Culture Award 2001 (Camera di Commercio degli Stati Uniti d’America di New York), Miglior Enologo Italiano 2001 (Gambero Rosso), Winemaker of the Year 2001 (Wine Enthusiast), Miglior Enologo Italiano 2002 (AIS), International Award 2007 (Verona Fiere Vinitaly), Cavaliere dell’Ordine Al Merito della Repubblica Italiana 2008 (Presidenza del Consiglio dei Ministri), Laurea Honoris Causa in Scienze Agronomiche 2011 (Università di Viterbo). Attualmente Riccardo Cotarella ricopre la carica di presidente dell’Union Internationale des Œnologues di Parigi, la Federazione che raggruppa e rappresenta a livello mondiale le Associazioni nazionali professionali dei tecnici del settore vitivinicolo. Cotarella succede a Serge Dubois, ed è il secondo italiano dopo Ezio Rivella a coprire la prestigiosa carica, mentre al francese va il ruolo di vice presidente. 

L’Union Internationale des Oenologues è nata nel 1965. Ne fanno parte 20.000 tecnici del vino di tutto il mondo. Una presentazione di Riccardo Cotarella di Donatella Cinelli Colombini: http://www.cinellicolombini.it/blog/forum/w-riccardo-cotarella-presidente-mondiale-degli-enologi




Servizio e foto di Rocco Lettieri