VINOSOFIA di Roberto Cipresso e Giovanni Negri

VINOSOFIA
Una dichiarazione d’amore in 38 bicchieri

Un libro da leggere tutto d’un fiato, come un bel giallo.

Ci sono molti libri che si propongono di abbinare un vino a un piatto, ma questo vuole abbinare il vino alla vita, tutta intera. Non solo racconta di ogni vino che storia ha, da dove viene — e spesso sono racconti e aneddoti tanto straordinari da sembrare impossibili, epici o drammatici, romantici e guerreschi, erotici ed eroici — ma soprattutto che sensazioni offre, cosa dice a tutti noi oggi, mentre lo beviamo, e in quale momento dell’esistenza ci può accompagnare.

“Perché la terra conosce profondità che l’uomo non immagina”.

È una parte della prefazione che accompagna «Vinosofia» (Piemme editore, 19,50 euro) libro scritto a due mani da Giovanni Negri e Roberto Cipresso. Un libro in cui il vino diventa anche pretesto letterario per raccontare, per abbinare a quella bottiglia o a quel bicchiere una sensazione, una emozione che fa pensare o correre via con l’immaginazione. Giovanni Negri lo racconta con lo stile asciutto e nervoso di chi è cresciuto nel mondo del giornalismo, Roberto Cipresso, uno dei più apprezzati winemaker del mondo ci mette la sua arte e la sua sapienza.

Grandi rossi, bianchi da amare, perfette bollicine. Trentotto indimenticabili bicchieri, dal Brunello di Montalcino alla Falanghina, dal Pinot Nero al Franciacorta, dal Cabernet all’Aglianico, dal Syrah all’Amarone, dal Barbaresco al Primitivo di Mandria, dallo Champagne al Tokaji e via ancora attraverso il Tempranillo, lo Zifandel, il Madera, il Pinotage, il Porto scendendo per i vini sfusi e i vini del proibizionismo.

Nella prefazione James Molesworth in chiusura dice che questo libro…racconta ciò che sta dietro ad alcuni vini più importanti del mondo. In parte fantasia e in parte storia, ci stimola a pensare al significato di un vino, e a come ci lega alle altre persone che l’hanno bevuto…

L’itinerario dei “bicchieri” inizia con un vino di galanteria cavalleresca, non erotica ma distaccata. Vino di carattere terroso, animale. Vino toro, solenne come un toro al centro dell’arena o come Zorro che irrompendo in uno stucchevole salone delle feste, può stupire, lasciare interdetti, persino intimorire….una bella bottiglia di Tempranillo, due stecche di cannella, un baccello di vaniglia, due pesche sode, un’arancia, un limone, dieci chiodi di garofano e un pò di Cognac. Ah, il Tempranillo che si fa Sangria! Non sarà ecologicamente corretto…Ma che Fiesta!!!

E via a raccontare il quarto bicchiere…il Syrah…un vino senza dogmi, un vino a tutto tondo mai arrendevole sia che si tratti di un Hermitage francese o di un Shiraz australiano. Un vino mito che cambia d’abito a tutte le latitudini, vino morbido e dai tannini vellutati.

E non meravigliatevi se a pagina 65 (settimo bicchiere) vi troverete faccia a faccia con…Non me la scoperò mai. Mi fa diventare pazzo…con quella maledetta gonna che è risalita sino a svelare l’impensabile ed io completamente perso. E la stronza ci marcia. Eccome se ci marcia…E io vado, vengo, scodinzolo, aspetto. Cosa fare per non essere uno zerbino??? Champagne, solo lui. Quello che per il mio grande amico Luigi Veronelli, il grande Champagne sapeva di sperma. Si Champagne perché è strabiliante nell’allontanare inibizioni ed incertezze. Il vino più usato per andare oltre, respingere, trascendere la solitudine. E che della solitudine è invece, forse, lo specchio più drammatico.
E si potrebbe continuare all’infinito tra un bicchiere e l’altro sino all’ultimo, il trentottesimo, dedicato al vino più difficile e più caro del mondo, il Pinot nero… quel vino della Borgogna con vigne che risalgono all’epoca romana, come ad esempio (banale!!!!) il Romanée Conti di cui per il 2005 si è scritto: “…che la mano dell’artista qui è la natura, l’opera d’arte il vino…e che in bocca è la quintessenza dell’eleganza e dell’equilibrio tra potenza e femminilità”. Qui si fa Vinosofia. Perciò diremo attenzione a non sbagliare Pinot, a non sbagliare bicchiere. Perché se sbagliate si rompe l’incantesimo.

Un libro da leggere e gustare. Utile e seducente al tempo stesso, un nuovo viaggio nella filosofia (vinosofia) del vino, della vite, della vita, dedicato a quanti hanno compreso che non si beve per dimenticare, ma per ricordare. VINOSOFIA. La giusta temperatura della vita. Il giusto frutto, nella giusta occasione.

Chissà che non sia proprio questa la più autentica e appropriata Guida dei Vini.

Commenti dal sito di Roberto Cipresso: http://www.robertocipresso.it

Ho avuto il piacere di assistere alla presentazione del libro a Bassano. Complimenti per l’ottimo abbinamento vino musica! Io coltivo e produco per hobby il 10′ e 19′ bicchiere in una collina asolana e ultimamente sono riuscita a cogliere i messaggi che un vigneto ed un vino se li sai ascoltare in silenzio ti danno. Ha tutta la mia ammirazione!
Buon lavoro e … al prossimo libro !
Beatrice

Ho trovato il primo romanzo veramente affascinante (Il Romanzo del vino – ndr), utile, diverso per approccio al mondo del vino e spesso mi rileggo dei passi. Ciò premesso la prima cosa che mi ha colpito del nuovo è il PREZZO: 20% in più!! Dopo 1 o 2 anni !!!! Complimenti, ma vi siete accorti dei tempi che viviamo!!! non lo compro, mi dispiace ma è veramente disdicevole. Rifletteteci Autori ed Editore.
Alessandro.

Conoscete la vinosofia?
Eccoci con VINOSOFIA al Museo Agricolo e del Vino Ricci Curbastro per una delle prime presentazioni del volume.

Sabato 11 Ottobre 2008, ore 18.00 presentazione del libro “Vinosofia” di Roberto Cipresso e Giovanni Negri. Dibattito pubblico con gli autori moderato da Gigi Brozzoni, Direttore del Seminario Permanente Luigi Veronelli. Il loro primo libro “IL ROMANZO DEL VINO” ebbe uno straordinario successo di critica e di pubblico, apprezzato soprattutto per l’accostamento continuo tra la storia dell’uomo e quella del vino. Restando ai grandi temi questa è la volta della filosofia e con “VINOSOFIA” gli autori Roberto Cipresso- uno dei più conosciuti enologi del mondo- e Giovanni Negri –giornalista. scrittore e vignaiolo – seguono la strada dell’accostamento di un vino storico con i diversi momenti della vita di ognuno di noi. Abbinare il vino con la vita, una rivoluzione copernicana delle tradizionali guide dei vini compiuta attraverso 38 indimenticabili bicchieri: dal Brunello di Montalcino alla Falangina, dal Sirah all’Amarone, dal Pinot Nero al Franciacorta. E proprio in Franciacorta gli autori presenteranno al pubblico VINOSOFIA, in libreria nei prossimi giorni per le Edizioni Piemme, in un pubblico dibattito animato proprio da uno dei più conosciuti critici enologici ed autore di guide, Gigi Brozzoni, Direttore del Seminario Permanente Luigi Veronelli.

NOTE BIOGRAFICHE

Roberto Cipresso
È uno dei più apprezzati winemaker del mondo. Artefice di vini pluripremiati e protagonisti delle più importanti aste di vini pregiati a Londra, Parigi e New York, dal 2004 collabora al programma di Rai Radio 2 Decanter. Nel 2005 Wine Spectator ha premiato con 96/100 il suo Malbec Finca Altamira Achaval Ferrer 2003, assegnandogli il titolo di miglior vino del Sudamerica. È stato insignito dell’Oscar del Vino 2006 come miglior enologo italiano. È promotore e presidente del progetto “Le stazioni di Montalcino 1865”. Quando non gira l’Italia e il mondo per vigneti, vive a Montalcino. Per Piemme ha pubblicato Il romanzo del vino, con Giovanni Negri e Stefano Milioni.
www.robertocipresso.it
www.winemaking.it

Giovanni Negri
Torinese, vive fra Roma e le Langhe. Giornalista e scrittore (ha collaborato con Panorama, L’Indipendente, Il Foglio, Il Tempo ed è autore de I Senzapatria e L’Italia del Non Fare) è stato giovanissimo segretario del Partito Radicale ai tempi del caso Tortora e fondatore dell’osservatorio laico. Con Roberto Cipresso e Stefano Milioni pubblica “Il Romanzo del Vino” (2006) con la prefazione di Robert Parker. “Vino e storia, vino ed eros, vino e religione, vino e musica… Il vino è un archetipo della nostra civiltà, romanzarlo è un affresco originale sull’umanità”.
Dal 2002 conduce Serradenari, dedicandosi come imprenditore alla produzione dei vini. “Mi piace scrivere, viaggiare, curiosare fra storia e futuro – racconta – perciò amo il mondo del vino almeno quanto la politica o il giornalismo: sono grandi porti di mare, veri crocevia della vita”. L’obiettivo per Serradenari: “Costruire con mia figlia Giulia un’azienda solida ma capace di sognare. Cioè fare un ottimo Barolo, ma tentare un Pinot nero tale da sfidare la Borgogna. Cavour ci provò vicino a Serradenari con l’enologo Oudart, a 300 metri di altezza, su vigneti a sud. Riorganizzata da Giovanni Negri, oggi la tenuta Serradenari produce circa 30.000 bottiglie l’anno, espressione di un lungo lavoro di analisi, sperimentazione, artigianato del vino. Estesa su 13 ettari, Serradenari è per 7,5 ettari coperta da bosco. I rimanenti 5, 5 ettari rappresentano la superficie vitata, con vigneti tutti vocati alla produzione di qualità, ma diversi in altezza, esposizione, composizione dei terreni. Gli impianti, i vigneti e i vini sono curati da Roberto Cipresso. Barbatelle e portainnesti di Serradenari sono selezionati dal vivaista Erhardt Tutzer. La vinificazione e l’invecchiamento dei vini avvengono nella cantina realizzata all’interno dell’antica stalla della cascina. Potature, trattamenti, diradamenti, vendemmia e cantina sono coordinati da Domenica Corrado e Livio Cavalotti.
In Toscana ha ideato il Treno del Vino e animato il progetto della Stazione di Montalcino.
www.serradenari.com
www.winestation.it

Edizioni Piemme (www.edizpiemme.it
Collana Saggistica
Rilegatura con sovraccoperta
Formato 13×21 cm
Pagine 400
Data di pubblicazione ottobre 2008
Prezzo €19,50
ISBN 978-88-566-0203-6

A cura di Rocco Lettieri