Az, Agr. Giovanni Gabaglio – Cantina Carbonera

Azienda Agricola Giovanni Gabaglio – Cantina Carbonera – San Fermo della Battaglia (Como)

Cavallasca sorge nel mezzo di un sistema collinare tra Como e Varese, attorno ai 400 m. d’altezza rispetto al livello del mare e che ha il suo picco nei 614 m. della vetta del Monte Sasso, situato sul confine italo-svizzero. I rilievi su cui sorge il paese risultano essere gli ultimi verso la vallata del Po. Il sistema collinare è costituito da rocce sedimentarie che hanno avuto origine in un accumulo di detriti di natura e dimensioni diverse, soprattutto gonfolite (pietra che risale ai tempi in cui il terreno era bagnato dal mare). Dal momento che tali elementi rocciosi sono tenuti insieme da una sorta di cemento naturale calcareo-ferrifero o siliceo, il terreno è caratterizzato dall’infiltrazione di falde acquifere, prevalentemente di origine sorgiva. Sul territorio sono note due sorgenti. La prima di esse nasce all’Olcellera ed è ricca di calcare contenente ferro e magnesio. La seconda, situata in localitĂ  Colombirolino sul pendio meridionale del Monte Sasso, dĂ  origine al fiume Seveso che da piccolo ruscello si trasforma, a poca distanza dalla chiesa parrocchiale, in un torrente che attraversa la strada provinciale e tutto il paese. Da Cavallasca, il Seveso prosegue poi in direzione sud-est verso il nuovo Ospedale Sant’Anna, per poi dirigersi verso la Brianza ove diventa un vero e proprio fiume che, nella zona nord di Milano (che in ogni temporale forte fuoriesce creando grossi problemi alla circolazione in zona Niguarda) e poi confluisce nel Naviglio della Martesana.

Alle pendici del Monte Sasso «sgorga» il Vino di Cavallasca. Vino quindi che affonda i suoi vigneti in un terreno ideale per produrre vini di qualità. Camminare la vigna della famiglia Gabaglio, in località Carbonera, è un piccolo mondo antico che si schiude improvvisamente. Testimonia radici antiche e racconta passione coinvolgente  per la coltivazione della vite. Alla mente tornano le immagini di vecchie stampe in bianco e nero, di quel  tempo in cui Cavallasca era tutta un’alternanza di balze e filari.

Infatti, viene citata come zona vocata  per la coltivazione della vite e la produzione della bevanda di Bacco anche nel libro «CiviltĂ  del vino sul Lago di Como – Origini, esperienze e prospettive» (Cinquesensi Editore) dal professor Leo Miglio, ordinario di fisica all’universitĂ  di Milano Bicocca e produttore di vino in quel di Domaso, ancora prima con il padre, il professor Miglio, ideatore dell’attuale Lega. Via via, la fillossera e l’industria modificarono abitudini e ritmi.

Non per la famiglia Gabaglio, però: oggi attiva con papà Giovanni, 65 anni, e i figli Luca, 39 anni, e Fabio, 33 anni. Il legame con la terra, infatti, non si è spezzato. E dalle vendemmie a uso e consumo personale, tra divertimento e fatica, annata dopo annata è  nato il desiderio di produrre vino non solo …per il piacere proprio e degli amici…, come tuttora indica l’etichetta disegnata dalla designer Elena Zuccon, ma anche per  alzare l’asticella di una sfida coraggiosa.

Con la collaborazione dell’enologo olgiatese di adozione (veneto di nascita) Alberto Smorgon, 41 anni, il tiro è stato affinato, ampliando la superficie vitata (poco meno di mezzo ettaro, 3.000 piante – un altro mezzo ettaro è in procinto di essere vitato), dando vita a due vini che, con l’annata 2019 imbottigliata alcune settimane fa, hanno debuttato in commercio: il Castanèll (Merlot in purezza, sei mesi di acciaio e altrettanti in barrique di legno di castagno di primo passaggio) e il Carletto (70% Merlot e 30% Corvina veronese, con sei mesi in barrique di castagno solo per la componente Merlot). Le circa 1.200 bottiglie, nella piccola e  suggestiva cantina, raccontano emozione e orgoglio.

“La mia famiglia – riavvolge il nastro dei ricordi Giovanni Gabaglioè nata e cresciuta qui. La terra era coltivata dai miei nonni, poi dai miei genitori. Erano mezzadri per conto del proprietario. Si faceva il vino in proprio, sia bianco che rosso. Arrivava gente anche da fuori per usare il torchio attivo nella cantina: tutti avevano il vigneto, ma non il torchio”.

Sotto la volta  seicentesca resistono le vecchie grandi botti di castagno, una “massiccia” brenta e una diraspatrice: chicche museali (da vedere!), un piccolo “archivio” con le prime annate e lo scaffale con l’annata all’esordio in commercio. Ecco la novità: il vino di Cavallasca è sul mercato, suscitando già l’interesse dell’esperto giornalista veronelliano Rocco Lettieri che con alcuni wine lovers della zona era presente al battesimo in privato nella storica cantina.

Durante le fasi di preparazione alla degustazione, l’enologo Alberto Smorgon aggiunse: “Quando sono arrivato qui, chiamato da Giovanni Gabaglio, ho assaggiato il vino: non era male, ho intravisto un potenziale. Quindi ho dato un protocollo di vinificazione adeguato, con dritte semplici. Studiando il terreno (di origine morenica, sabbioso, ricco di detriti marini, ben drenato in caso di piogge), ho suggerito di insistere con il vitigno Merlot (già famoso a pochi chilometri nella vicina zona di Pedrinate, nel Canton Ticino) ed ho suggerito di piantare un nuovo vitigno: la Corvina veronese, una novità per questa zona ma non per me che conosco bene essendo veneto della zona della Valpolicella”.

Dalla prima annata (2016) a oggi, con l’obiettivo della messa in commercio del prodotto, di uva ne è stata pigiata. “Dedichiamo tutto il nostro tempo libero  – ha precisato LucaL’obiettivo è ampliare la vigna, aggiungendo qualche balza vitata. La vendemmia è una festa, una liturgia, però poi il lavoro è tanto”.

Fabio, il fratello, trasmette determinazione: “Vogliamo migliorarci sempre più, tutti gli anni cambiamo qualcosa: cresciamo imparando”. La chiosa spetta a papà Giovanni: “Vedere il vino imbottigliato è una soddisfazione, ci ripaga della fatica. Tutta la famiglia è impegnata nei lavori agricoli ma la parte vitivinicola è affidata alla mia passione che condivido con Fabio e Luca che hanno sposato la vigna con la mia stessa determinazione”.

La giornata è stata chiusa con una degustazione di tre vini, tutti della vendemmia 2019, imbottigliata da poche settimane, e raccontata nei particolari di vinificazione da Alberto. Primo vino: CARLETTO – Merlot e Corvina – 600 bottiglie, gradi 13°C (vendita diretta in cantina 9 euro): colore rosso rubino violaceo; naso vinoso, floreale di iris e viola, fruttato di amarena, prugna e gelso rosso; in bocca è acidulo, ancora tannico di gioventù, con finale che ricorda il vino di una volta, ma con buona persistenza finale appena balsamica.

Secondo vino: CASTANELL, Merlot 100%, gradi 13°C (vendita diretta in cantina 11 euro); colore rosso rubino violaceo intenso; naso fruttato di mora, ribes, ciliegia, cassis nero con finale appena balsamico di lauro; ingresso acidulo, di buona struttura, tannini presenti ma non ruvidi, buona la persistenza finale con leggera speziatura di pepe nero macinato fresco. Vino giovane che darà ancor più piacevolezza dopo alcuni anni in bottiglia.

Terzo vino (prelevato da vasca): CORVINA in purezza (secondo raccolto), vinificato in acciaio con sosta in cemento: vino rosso rubino; ha profumo vinoso con sentori fruttati di prugna e susina; gusto asciutto, sapido, tannico ma non ruvido, con finale leggermente amarognolo. Da farsi con almeno un anno di affinamento.

Di questa azienda ne sentiremo parlare. Troppo è l’entusiasmo che ci mettono nella conduzione dei lavori, manco a dirlo, in conduzione biologica dalla vite al vino.

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Testi di Nicola Gini (giornalista di Olgiate)

Foto di Rocco Lettieri

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Azienda Agricola Giovanni Gabaglio

Cantina Carbonera

Via Carbonera, 11

22042 San Fermo della Battaglia (Como)

Cell: (Fabio) +39. 344 23 28 989

Email: agricola.gabaglio@gmail.com

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