Derthona Due.Zero. 3 Giorni per conoscere il Timorasso
L’anteprima del Derthona Timorasso si fa in tre
Tre giorni dedicati alla presentazione della nuova annata dello
storico vitigno a bacca bianca dei Colli Tortonesi.
Derthona Due.Zero, l’appuntamento giunto alla sua quinta edizione e organizzato dal Consorzio Tutela Vini Colli Tortonesi per valorizzare e diffondere la conoscenza del vino bianco ottenuto dal vitigno Timorasso. La storica sede del Museo Orsi di Tortona ha ospitato un grande banco di assaggio con più di 50 produttori presenti, dove è stato possibile degustare in anteprima i vini dell’annata 2023, così come anche una selezione di Riserve in grado di mostrare il grande potenziale evolutivo del Derthona.
“La novità di quest’anno è certamente il prolungamento di un giorno – ha commentato Gian Paolo Repetto, presidente del Consorzio Tutela Vini Colli Tortonesi – Si è trattato di uno sforzo importante da parte del Consorzio, ma necessario, visto il grande successo delle passate edizioni. In questo modo speriamo di andare incontro con maggior efficacia alle esigenze di ogni target. La nostra è una storia di rinascita, quella di questa varietà, e di caparbietà, quella dei produttori che hanno deciso di scommettere su un vitigno autoctono, il Timorasso, e un territorio in grado di dare origine a vini sempre molto identitari e di grande carattere”.
Il Timorasso è uno dei vitigni a bacca bianca più affascinanti d’Italia, una varietà che sin dal Medioevo ha trovato dimora sui Colli Tortonesi, un crocevia tra quattro regioni: Lombardia, Piemonte, Liguria ed Emilia-Romagna. Questo territorio è caratterizzato da un paesaggio variegato, ricco di saliscendi impervi e scoscesi, con colline che degradano lungo sei valli – Ossona, Grue, Curone, Scrivia, Borbera e Spinti –, e da suoli argillosi e compatti, costituiti da marne azzurre, le stesse presenti lungo la dorsale che da Barolo arriva fino alla Toscana.
La storia dei COLLI TORTONESI
Circa 1250 ettari collocati all’interno di 46 comuni posizionati nella porta sud-orientale del Piemonte. È in questo territorio, terra di confine e crocevia strategico di antichi popoli, che si trovano i Colli Tortonesi, terre dotate di una predisposizione geologica e climatica ideali per la coltivazione di frutta e uva di grande qualità. Un territorio, il Tortonese, ricco di tipicità e specialità enogastronomiche, tra le quali spicca certamente il vino, che nasce grazie alla presenza di molte varietà che qui hanno trovato un habitat ideale per donare il meglio di sé, a partire dal Barbera e dal Timorasso, ma non solo.
Le peculiarità del territorio dei Colli Tortonesi
Un paesaggio variegato con saliscendi impervi e scoscesi che tanto piacevano a Fausto Coppi, l’indimenticato campione del ciclismo italiano: un pettine di vigneti che dagli Appennini scivola fino alla pianura toccando i confini di tre regioni, Liguria, Emilia e Lombardia. I Colli Tortonesi scendono lungo sei valli, Scrivia, Curone, Ossona, Grue, Borbera e Spinti, e hanno per lo più terreni argillosi, compatti, costituiti da antichi depositi marini. I suoli dei Colli Tortonesi sono composti da marne azzurre del comune di Sant’Agata Fossili e il terreno, detto del periodo “Tortoniano”, è lo stesso presente nella dorsale che da Barolo arriva sino a qui.
L’era geologica del terreno, il clima caratterizzato da inverni freddi, le precipitazioni distribuite durante tutto il corso dell’anno e le forti escursioni termiche durante il periodo di maturazione dell’uva contribuiscono a conferire ai vini della DOC Colli Tortonesi un’originalità distintiva e un carattere che poi ritroviamo nel calice. Questa impronta ha resistito fino ad oggi: i Colli Tortonesi, originariamente estesi per 5000 ettari, erano suddivisi in proprietà contadine generalmente piccole, che generano una grande qualità. Qualità rappresentata oggi da aziende agricole e da vignaioli con i loro vini e dalla arboricoltura specializzata da frutto – pesche e ciliegie soprattutto – che rappresenta un’eccellenza mondiale.
La base ampelografica
Il vitigno più allevato sui Colli Tortonesi è il Barbera su una superficie di circa 600 ettari. A seguire troviamo il Timorasso, con 400 ettari, il Cortese con 100 ettari, il Dolcetto con 50 ettari e la Croatina con 34 ettari. Il territorio, però, ospita anche altri vitigni minori, soprattutto alcune varietà autoctone piemontesi, altrettanto significative: Freisa, Favorita, Cenerina, Bonarda piemontese, Nibiò e Moscato. Una scelta certamente di nicchia, che premia la presenza di una varietà ampelografica indigena straordinaria, coltivata a discapito di vitigni internazionali più blasonati. C’è, nella ricerca e nella custodia di queste produzioni, la volontà di far emergere l’identità inconfondibile del Piemonte e di prendere le distanze da più facili scorciatoie.
La rinascita del Timorasso
Il Timorasso è un vitigno autoctono a bacca bianca coltivato nel comprensorio del Tortonese sin dal Medioevo. Se ne hanno notizie già dalla prima enciclopedia agraria redatta nel XIV secolo. Nel corso dei secoli conferma le proprie attitudini tanto da divenire il più importante vitigno bianco piemontese relativamente alla superficie e alle quantità prodotte. Nel periodo successivo alla Seconda Guerra Mondiale, in concomitanza del boom economico e dello spopolamento delle aree più difficili delle zone agricole, inizia un declino in termini di superficie coltivata che prosegue fino agli anni 90 quando l’impegno di un gruppo di giovani vignaioli tortonesi ne riscopre l’antica tradizione e intraprende la strada del rilancio.
Walter Massa, il pioniere.
Alla fine degli anni ‘80 getta le basi per il Rinascimento di questo grande vino bianco. Nei primi anni ’90 esce ufficialmente la prima bottiglia di Timorasso e insieme ad essa anche un bel fermento intorno al tema: il risultato è fenomenale tanto che altri due produttori tortonesi, Andrea Mutti e Paolo Poggio decidono di seguire le orme di Walter. Il successo è esponenziale e nel 2000 entrano in campo altri produttori tortonesi che si uniscono ai tre pionieri. In questo periodo si comincia ad associare al nome Timorasso l’antico appellativo della città di Tortona, Derthona, per indicare il territorio, il vino e il vitigno che sta diventando il simbolo di Rinascimento nei Colli Tortonesi.
Nel 2011 viene inserita nel disciplinare Timorasso la Sottozona “Terre di Libarna” per valorizzare l’estremo confine dei Colli Tortonesi, la Val Borbera, dove i vigneti sono coltivati in altezza, tra i 400 e i 600 metri di altitudine. Il Timorasso qui ha caratteristiche diverse e straordinarie che si ritrovano nel calice anche in una versione inedita spumante: i terreni sono marne bianche e sassose, il clima è più rigido, le uve hanno un ph più basso, con acidità più marcata e la vendemmia ritarda di circa due settimane rispetto al resto della Denominazione.
Note di degustazione:
La scelta di degustazione nei tre giorni era davvero esclusiva per un vino che fino ad alcuni anni fa se ne conoscevano una ventina di etichette. Qui i produttori presenti erano 59 più un Timorasso dell’Ucraina (anche molto interessante). Pertanto se ne contavano circa 90 etichette. La degustazione, bicchiere alla mano, metteva in mostra le caratteristiche che ci sono sempre state date, un vino che in gioventù risulta leggermente aromatico da giovane con note floreali di erbe di campo e con finali agrumati e speziati; in bocca, in gioventù è piacevole con leggere note di idrocarburi, leggermente minerali e di buona lunghezza nel retrogola; di fronte a vini con almeno 4/5 anni di affinamento in bottiglia emergono le caratteristiche più interessanti di grande interesse e ricercatezza, con equilibrio, potenza, finezza ed intensità. La freschezza e la mineralità ben si integrano nel corpo di buon tenore alcolico. Con l’invecchiamento la nota aromatica aumenta con agrumi piccoli e intensi a cui ben si legano i gusti minerali tipici della Mosella (quasi riesling); ottima sempre la presenza sapida e salina tipica di questo vitigno. Il vino Timorasso, grazie alla sua longevità e capacità di evolvere e migliorare con il passare degli anni, può quindi essere sicuramente considerato un vino “da collezione” che può stare in cantina sino ad una decina di anni senza perdere le caratteristiche sue tipiche. Pochi i campioni che sono stati fermentati o maturati in legno e speriamo che siano sempre così, con alcuni campioni che sono stati allevati in anfore.
Il Progetto Sottozona Derthona
A gennaio del 2020 è stata ufficialmente presentata la sottozona Derthona, che in questo momento è ancora in fase di approvazione, in attesa di concludere il suo iter per poter essere inclusa all’interno del disciplinare di produzione della DOC Colli Tortonesi. Il nome “Derthona”, appellativo della città di Tortona ai tempi della presenza degli antichi romani, ha come obiettivo quello di unificare il territorio, il vino e il vitigno Timorasso, diventato il simbolo del Rinascimento dei Colli Tortonesi. La strada intrapresa con forza dal Consorzio Tutela Vini Colli Tortonesi è, infatti, quella di promuovere e salvaguardare i vini del territorio identificandoli non più con l’omonimo vitigno, ma con il territorio di provenienza. Sono molte le novità che saranno presenti nella nuova futura sottozona, a partire dall’aver introdotto un’altitudine minima differente per la coltivazione del Timorasso all’interno dei vigneti dei Comuni presenti nel disciplinare. Saranno tre le tipologie presenti in commercio: Piccolo Derthona, Derthona e Derthona Riserva.
Produttore dell’Ucraina
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Cantina di Tortona 1931
Il Consorzio Tutela Vini Colli Tortonesi, fino al 1999 denominato Ente Vini Colli Tortonesi, nel 2014 ottiene l’Erga Omnes: è l’ente che rappresenta e tutela gli interessi dei viticoltori tortonesi. In particolare, il Consorzio attua un processo di rilancio, valorizzazione e miglioramento del territorio, della produzione vitivinicola locale e di diffusione della Denominazione di Origine, è impegnato nel coordinamento dei soci per gli adempimenti relativi all’applicazione del disciplinare di produzione, nella tutela e vigilanza della denominazione. I Soci sono attualmente 90, compresa la Cantina Sociale di Tortona che rappresenta a sua volta più di 150 produttori. Il Consorzio, dunque, rappresenta oggi il 98 % della produzione di uva totale del comprensorio.
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Cantina di Tortona
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15057 Tortona (AL)
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La stupenda Basilica/Santuario della Madonna della Guardia in Tortona
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a cura di Rocco Lettieri
in foto con la Master Wine americana ROBIN KICK che vive in Canton Ticino
e si occupa principalmente dei vini della Borgogna