PANE NOSTRUM a SENIGALLIA

Dal 28 al 30 settembre 2001
si terrà a Senigallia PANE NOSTRUM la festa mondiale del pane

RESISTE LA TRADIZIONE DEL PANE ARTIGIANALE. IN ITALIA CI SONO ANCORA OLTRE 25.000 PANETTERIE CHE COPRONO IL 92% DEL MERCATO NAZIONALE. LA PRODUZIONE INDUSTRIALE DI PANE NON VA OLTRE L’8% CONTRO IL 35% DELLA GERMANIA E IL 23% DELLA FRANCIA. PER IL PRESIDENTE DI ASSIPAN, ANTONIO SCLAVI: “ANCHE IL PANE E’ DA CONSIDERARE UN PRODOTTO TIPICO E COME TALE VA PROMOSSO E VALORIZZATO”

In Italia resiste la tradizione del pane artigianale. Sono oltre 25.000 le panetterie (ci supera solo la Francia a quota 34.500) e coprono una quota di mercato pari al 92%, mentre la produzione industriale si arresta all’8% del volume del mercato nazionale, contro l’80% della Gran Bretagna, il 56% dell’Olanda, il 35% della Germania e il 23% della Francia.

“Dobbiamo riconoscere il pane come alimento che identifica la tradizione italiana al pari degli altri prodotti di qualità del made in Italy, come vino e olio extravergine di oliva – dichiara Antonio Sclavi, presidente dell’Associazione Italiana Panificatori (ASSIPAN) aderente a Confcommercio – In tal senso desideriamo lavorare, iniziando una nuova politica di rispetto dei criteri di produzione e commercializzazione del prodotto nella filiera tradizionale. Il nostro impegno deve ricadere anche sulla scelta degli ingredienti, sulle modalità d’impasto, cottura e conservazione sino a rivolgere una particolare cura al consumatore e alla formazione dell’addetto ai lavori”.

E proprio ai 250 pani tipici italiani è dedicata la manifestazione PANE NOSTRUM, festa mondiale dei pani tipici italiani e del Mediterraneo che si terrà a Senigallia (Ancona) dal 28 al 30 settembre 2001.

Per tre giorni, il centro storico di Senigallia (intorno a Piazza del Duca) sarà una vera e propria panetteria a cielo aperto, con forni in produzione, da cui usciranno i pani della tradizione marchigiana, il pane biologico, i pani delle regioni italiane, oltre a quelli delle due città gemellate con Senigallia, che sono Sens (Francia) e Lorrach (Germania).

Il programma di PANE NOSTRUM prevede degustazioni, assaggi, abbinamenti con i prodotti tipici dell’agroalimentare marchigiano, la possibilità di acquistare i pani e – in esclusiva – la possibilità di gustare il primo “pane” della storia, quello dell’antica Mesopotamia, grazie ad un forno ricostruito secondo le tecniche dell’epoca.

Tema centrale di PANE NOSTRUM – manifestazione promossa da Comune di Senigallia, Provincia di Ancona e Camera di Commercio di Ancona, con il patrocinio della Confederazione Italiana Agricoltori e dell’Associazione Italiana Panificatori, ASSIPAN – sarà anche quello della sicurezza alimentare, cui sarà dedicato un convegno nazionale che coinvolgerà tutta la filiera del pane: produttori, molini, panificatori, distribuzione commerciale e consumatori. Lo scopo è quello di valorizzare e difendere il prodotto da forno artigianale, ma anche biologico.

La scelta del tema è sembrata naturale e conseguente ad un rilevamento della situazione del mercato italiano e internazionale che offre interessanti spunti di riflessione e dibattito.

Le tipologie di pane in Italia, come detto, sono oltre 250 (ASSIPAN, Confcommercio 2001). Il primo riconoscimento Igp (Identificazione geografica protetta) arriva al Pane di Genzano nel 1997. Altri aspiranti alla denominazione di origine, fra gli altri, sono la pagnotta di Lariano, il pane di Altamura, il pane toscano, la “coppia” ferrarese, il pane Carasau di Sardegna, la “pizza romana” e il pane nero di Castelvetrano.

Il consumo pro capite di pane in Italia è di 68 kg all’anno (circa 404 900 lire di spesa), quarto posto in Europa dopo Germania, Austria e Danimarca (Aibi – Association internationale de la boulangerie industrielle, 2000).

Circa il 44% degli esercizi sono presenti al Sud, il 24% a Nord-Est, il 17% del Nord Ovest e il 15% nelle regioni del Centro (Infocamere, 1999). Insieme producono circa 3.600.000 tonnellate di pane (il 18% della produzione totale europea). Lo stock di imprese artigiane è aumentato dal 1998 al 1999 di 500 esercizi (+2%) concentrate soprattutto nelle regioni meridionali. Le imprese di tipo industriale sono circa 150 e crescono a ritmi più contenuti

Quindi la situazione italiana è molto differente da quella degli altri paesi europei. Facciamo alcuni esempi: sessantasei imprese panificatrici industriali britanniche coprono circa il 70% della produzione nazionale; in Germania centosettanta imprese producono circa il 35% dell’offerta totale.
Il prodotto surgelato, confezionato, presente nei banchi frigo, che richiede una cottura domestica o da parte del punto vendita della moderna distribuzione, foodservice, è un esempio che ha largo impiego all’estero (es. Inghilterra, Irlanda, Danimarca e Svezia). Il fenomeno è in atto dai primi anni ‘80. Le difficoltà economiche delle famiglie, che ha causato mutamenti profondi della domanda, hanno intaccato gli equilibri del settore per quanto riguarda i canali di vendita tradizionali. La ricerca di standard superiori di efficienza e di organizzazione più moderna hanno rimodellato il territorio e hanno spostato i flussi commerciali dai centri storici alle aree suburbane, dove sono sorti operatori della grande distribuzione. La globalizzazione ha inoltre favorito l’apertura dei mercati a molte imprese dotate di maggiori mezzi economici e di maggiore cultura manageriale. Tecnologia e produttività su larga scala hanno causato la riduzione dei costi del prodotto industriale.

Il mercato italiano è però sensibile al fascino del pane artigianale e cotto al forno tradizionale. La possibilità di poter contare su un vasto assortimento di prodotti di qualità e gusto, alimenta ancora le fantasie gastronomiche popolari.

A testimoniare l’importanza delle giornate del pane a Senigallia interverranno anche le agenzie per lo sviluppo agricolo delle sei regioni italiane coinvolte nell’organizzazione (oltre alle Marche, la Toscana, l’Umbria, il Lazio, l’Abruzzo e il Molise). Esse sono da tempo impegnate nella realizzazione di itinerari turistici del pane e intendono, insieme a parallele richieste di riconoscimento della «Dop» e la «Igp» per i propri prodotti (secondo il Reg. CE 2081 del 1992), difendere i pani artigianali in Italia e mantenerli ad alti livelli di qualità.

Per informazioni: Corymbus srl di Siena tel: 0577/271651

A cura di Rocco Lettieri