ANTEPRIMA DI CHIANTI DOCG 2005

Anteprima Chianti Classico 2005

I vini del Gallo Nero in scena alla Stazione Leopolda di Firenze

Martedì 21 a Firenze si è tenuta la due giorni della ormai nota manifestazione dedicata alla stampa e al trade. Primo appuntamento importante organizzato sul territorio nazionale dal Consorzio Vino Chianti Classico dopo la sua fusione con il Consorzio del Gallo Nero. Oltre 120 aziende produttrici hanno presentato alla stampa e agli operatori del settore le loro novità. Per la prima volta, nella stessa cornice, anche un banco di assaggio degli oli DOP Chianti Classico. L’evento, realizzato grazie al contributo della Regione Toscana, ha aperto come di consuetudine una settimana di degustazioni riservate alle DOCG più prestigiose della Toscana (Chianti Classico, Nobile di Montepulciano e Brunello di Montalcino). La manifestazione fiorentina si è articolata su due giornate di dibattiti, degustazioni, seminari, aperte da una conferenza stampa in cui il presidente del Consorzio Vino Chianti Classico, Vittorio Pozzesi, nel presentare l’iniziativa, ha fatto il punto sull’attuale situazione del mercato enologico mondiale e in particolare del vino Chianti Classico.
“Nell’ultimo decennio il mercato mondiale del vino ha attraversato una fase di profonda ristrutturazione – ha affermato Vittorio Pozzesi -; la configurazione che il mercato internazionale sta progressivamente assumendo impone alla denominazione del Chianti Classico l’obbligo di elaborare nuove strategie. I nostri programmi attuali si propongono di accrescere la capacità competitiva della nostra denominazione puntando soprattutto su due fattori: la coesione del sistema consortile, che si è consolidata dopo la fusione dei due consorzi, e la valorizzazione del contenuto distintivo dei nostri prodotti, ovvero della loro tipicità. Altro elemento importante sarà la riconoscibilità del prodotto, che finalmente dopo tanti anni, potrà contare su un marchio forte, quello del Gallo Nero, su tutta la produzione. Il marchio del Gallo Nero è infatti diventato simbolo della DOCG ed da quest’anno si troverà su ogni bottiglia di Chianti Classico, obbligatoriamente inserito nella fascetta di stato e, su scelta aziendale, come “bollino” aggiuntivo. Per poter comunicare questa importante novità, il Consorzio ha pianificato una campagna stampa, con la firma creativa di Saatchi & Saatchi, che vedrà il suo debutto nei prossimi mesi”.

A conferma del successo dell’iniziativa e dell’aspettativa che essa ha creato nella stampa mondiale, il numero dei giornalisti è anche quest’anno continuato a crescere. Alla manifestazione sono stati invitati giornalisti provenienti da tutto il mondo, con molte nuove presenze dall’estremo oriente e dai paesi dell’Europa dell’est, a testimonianza del crescente interesse da parte di questi mercati emergenti. Entrando nel cuore della manifestazione, ecco alcuni numeri: 351 i vini in degustazione di 121 aziende agricole, a partire dalla vendemmia 2005 in anteprima (campioni dalla botte), all’imbottigliato delle ultime annate dal 2004 al 2000 Riserva, che potranno essere degustati sia con modalità libera che con servizio di sommelier. 33 sono invece gli oli Chianti Classico DOP in assaggio. Un panorama pressoché completo della produzione a denominazione di origine della zona del Chianti.

Il testo di Vittorio Pozzesi

A nome di tutti i produttori del Chianti Classico voglio innanzitutto esprimervi il più sentito ringraziamento per essere intervenuti al nostro annuale appuntamento, nella speranza che il soggiorno sia piacevole e che i prodotti si rivelino all’altezza delle vostre aspettative. Oltre che per presentare i prodotti del Chianti Classico alla stampa, è diventata ormai consuetudine che si colga l’occasione di questo incontro per esporre le nostre strategie e tentare un piccolo bilancio sull’andamento del mercato. Un mercato che, diversamente dagli scorsi anni, sembra oggi mostrare alcuni segnali di ripresa, dopo un periodo difficile contraddistinto da una crisi che ha costretto gran parte delle imprese vitivinicole a ridefinire posizionamento e strategie produttive. Nell’ultimo decennio la globalizzazione ha accresciuto la concorrenza tra gli operatori – soprattutto nei Paesi più remunerativi come gli Stai Uniti, la Germania e l’Inghilterra – innescando un inevitabile quanto rapido processo di ristrutturazione della filiera, soprattutto in quella europea. In pochi anni abbiamo assistito ad un grande incremento delle fusioni e delle acquisizioni di imprese che hanno modificato alla radice il settore, sia aumentando enormemente la concentrazione, sia, al contempo, ampliando la polarizzazione dell’offerta tra poche multinazionali e la moltitudine di piccole e piccolissime imprese che formano ancora l’ossatura della produzione europea. L’affermarsi delle grandi imprese del vino riflette a sua volta il cambiamento da tempo in atto nella distribuzione, anche questa sempre più dominata dai grandi gruppi che privilegiano i volumi, la continuità delle forniture ed i bassi prezzi. Uno scenario che dunque si presenta problematico per gran parte dei produttori delle denominazioni di origine italiane, troppo piccoli per stare efficacemente sul mercato mondiale.
Fortunatamente l’evoluzione del mercato non presenta solo difficoltà ma anche notevoli opportunità. Infatti, in tutto il mondo quote crescenti di consumatori si orientano verso prodotti con una più marcata identità territoriale; una tendenza che senza dubbio favorisce i vini a denominazione di origine. In Italia, per esempio, il consumo domestico di vini da tavola è sceso dai 29,8 milioni di ettolitri del 1991 ai 19,8 milioni di ettolitri del 2003, con una contrazione di quasi il 34%. Viceversa, nello stesso periodo il consumo di vini DOC e DOCG è salito da 5,3 a 9,6 milioni di ettolitri, con una crescita di ben l’81%! L’incremento è stato particolarmente sostenuto negli ultimi anni, visto che nel solo biennio 2001 – 2003 si è registrato uno sviluppo del 45%. In un decennio la quota del mercato italiano coperto dai vini DOC e DOCG è così passata dal 18% al 33%, e siamo convinti che in pochi anni possa superare il 40%. Una performance della quale ha beneficiato anche il Chianti Classico che, come vedremo, negli ultimi anni ha rafforzato le sue posizioni in Italia.

A livello internazionale con il passaggio al nuovo millennio i consumi di vino hanno mostrato una generale ripresa, con un progressivo spostamento del baricentro dai paesi produttori a quelli unicamente consumatori. Recenti stime dell’OIV hanno fissato per il 2004 un consumo globale pari a 236 milioni di ettolitri, in crescita di due milioni rispetto al 2003 (+ 0.85%) e di 11 milioni di ettolitri rispetto alla fine degli anni ’90 (+ 4.98%). Non si tratta di una crescita tale da provocare grandi entusiasmi: a nostro avviso abbiamo piuttosto raggiunto un nuovo equilibrio globale, tra un’Europa che tende ancora a ridurre i consumi interni ed altri mercati che tendono ad aumentarli. In effetti la ripartizione dei consumi vede ancora uno schiacciante predominio europeo, con la UE che assorbe il 55% dei consumi totali. In Nord America si registra un altro 11%, contro l’8% del Sud America e il 7% registrato sia dal continente asiatico che dai paesi dell’Europa centro-orientale.
Ancora oggi i maggiori consumi pro-capite si riscontrano nell’Unione Europea, dove il primato è detenuto dal Lussemburgo con 61,2 litri a testa, seguito dalla Francia, con 53,1 litri, e dall’Italia con 48,5 litri. Se però consideriamo il lungo periodo ci accorgiamo che negli ultimi 30 anni in Europa il consumo è stato costantemente declinante, con una riduzione che ha superato il 50% in Francia e Italia. Nel continente americano il consumo è sostanzialmente stabile. La crescita di Stati Uniti (+8% in 15 anni) e Brasile (+11%), compensa le flessioni in Cile (-34%) e Argentina (-33%). L’unica area che presenta tassi di crescita interessanti è senza dubbio quella asiatica: qui il consumo è più che triplicato negli ultimi quindici anni, grazie soprattutto ai forti incrementi osservati in Cina e Giappone, e non è un caso che proprio in quei Paesi tutti gli operatori del mondo abbiano potenziato gli investimenti promozionali.

Per quanto riguarda la denominazione del Chianti Classico il 2005 si è chiuso con un bilancio molto positivo: le vendite hanno superato i 256 mila ettolitri, con un incremento del 14% rispetto al 2004 e del 5% sul 2003. Infine, nello scorso mese di gennaio abbiamo registrato un aumento delle vendite di quasi il 29% sullo stesso mese del 2005, un dato che conferma e rafforza la positiva tendenza registrata negli ultimi 18 mesi. Lo diciamo con una certa prudenza, ma l’impressione è che il Chianti Classico abbia superato il momento di mercato peggiore dell’ultimo decennio, probabilmente anche grazie ad un assestamento dei prezzi che ci ha consentito di trovare un nuovo equilibrio sul mercato.

Interessanti sono anche i dati sui mercati di riferimento del Chianti Classico: nel 2005 l’Italia ha assorbito il 44% della sua produzione totale contro il 34% del 2002, mentre la quota di esportazioni si è attestata al 56%. Lo sviluppo di ben 10 punti in soli 4 anni evidenzia chiaramente come il Chianti Classico abbia saputo cogliere la positiva evoluzione del mercato interno Italiano, all’interno del quale, come abbiamo già sottolineato, uno spazio crescente lo stanno conquistando i vini a Denominazione di Origine. Sul versante estero i dati disponibili confermano una certa stabilità nella ridistribuzione tra i vari Paesi delle quote di esportazioni: ancora una volta il nostro mercato più importante si confermano gli Stati Uniti con il 30% del totale, seguito a ruota dalla Germania con il 24%, dall’Inghilterra con il 13%, dalla Svizzera con il 12% e dal Giappone con il 7%. Grazie un rapporto di cambio più favorevole, rispetto al 2004 le esportazioni verso gli Stati Uniti hanno fatto registrare un balzo del 3%, approfittando appieno della congiuntura che in quel Paese ha favorito tutta la produzione italiana. Si pensi che proprio in questi mesi, con circa 33 milioni di ettolitri, gli USA sono diventati il primo Paese consumatore al mondo, superando lo storico primato francese. Nel 2005 l’Italia ha rafforzato la sua leadership come maggior esportatore negli USA con un milione e 823 mila ettolitri per un controvalore di 887 milioni di dollari, con un incremento sul 2004, rispettivamente del 10,5% in volume e del 13,6% in valore. Infine, sullo stesso mercato nel 2005 è aumentato il vantaggio italiano sui concorrenti australiani e, ancor di più, su quelli francesi.

Nel complesso per il Chianti Classico il 2005 si è concluso con un bilancio favorevole: abbiamo invertito la tendenza negativa degli ultimi anni e le prospettive di breve periodo appaiono incoraggianti. Inoltre, sempre nel corso del 2005 abbiamo realizzato un importante obiettivo di politica interna che ci consentirà di affrontare con maggiori chance la ristrutturazione del mercato: nel giugno 2005 i due Consorzi che da 18 anni gestivano la denominazione con diverse competenze si sono definitivamente riunificati, ed il Consorzio Vino Chianti Classico, titolare delle funzioni di controllo e tutela, ha definitivamente incorporato il Consorzio del Marchio Storico Chianti Classico, meglio noto come Consorzio del Gallo Nero, che si è sempre occupato di comunicazione e marketing. Dopo quasi vent’anni i viticultori del Chianti sono dunque tornati ad avere un’unica, solida, struttura di rappresentanza dei propri interessi. Teniamo a ribadire che attraverso questa operazione abbiamo voluto dare al mercato un duplice segnale: il primo è di aver ricostituito l’unità strategica della nostra compagine associativa; il secondo è di determinazione, di fermezza nel perseguire l’obiettivo di fornire ai consumatori garanzie assolute di qualità e tracciabilità dei nostri prodotti. Una fermezza che abbiamo mostrato in una recente vicenda giudiziaria che ha riguardato alcuni operatori che trattano Chianti Classico, nella quale il Consorzio ha stigmatizzato gli eventuali comportamenti illeciti riservandosi di esercitare tutte le iniziative legali a tutela e salvaguardia della denominazione.

Oltre a ciò, il risultato più importante ottenuto attraverso la fusione è di aver semplificato la comunicazione verso il mercato, attribuendo a tutta la produzione di Chianti Classico un unico marchio distintivo. Il brand del Gallo Nero è quindi diventato definitivamente il brand di tutta la denominazione ed è stato inserito all’interno della Fascetta di Stato che distingue i vini a DOCG. Proprio in questi giorni stanno uscendo le prime bottiglie di Chianti Classico con il nuovo contrassegno che – come potete vedere un po’ dappertutto in questa sala – ha subito un parziale restyling. Dal marchio originario sono scomparsi i riferimenti al Consorzio del Marchio Storico mentre è stato aggiunto il riferimento al 1716, anno nel quale il Granduca di Toscana, Cosimo III de’ Medici, emise il bando con il quale circoscriveva esattamente il territorio di produzione del vino Chianti e che ancora coincide con l’attuale denominazione del Chianti Classico. Ovviamente il restyling del marchio è stato affiancato anche dall’elaborazione di una nuova immagine coordinata che accompagnerà tutta la nostra comunicazione.

In definitiva, attraverso la fusione nel 2005 abbiamo posto le basi per un rafforzamento della nostra denominazione, riunificando i Consorzi in modo da ottimizzare le risorse e trasformando il nostro Gallo Nero da marchio privato in uso soltanto ad una parte dei produttori, a marchio che contraddistingue tutta la denominazione, con immediati benefici per la nostra comunicazione. Nel recente passato sul mercato erano presenti prodotti afferenti al Chianti, al Chianti Classico ed al Chianti Classico Gallo Nero, con l’ovvia difficoltà di spiegare quale fosse la funzione distintiva del Gallo Nero all’interno di una denominazione già regolata da un preciso disciplinare di produzione. Oggi le scelta dei consumatori si limita a prodotti di due distinte denominazioni: quella del Chianti Classico, marcata da un brand, il Gallo Nero, che identifica i vini provenienti dal territorio di produzione originario – per l’appunto il Chianti – e regolati da un autonomo disciplinare, e tutti gli altri vini che con questo non hanno nulla a che vedere, anche se si chiamano Chianti.

Tra circa un mese partirà la nuova campagna pubblicitaria del Chianti Classico preparata da Saatchi & Saatchi che si pone proprio l’obiettivo di rafforzare la visibilità sul mercato del nostro nuovo marchio. Nelle nostre intenzioni la campagna dovrebbe avere una durata triennale e coprire i principali quotidiani e magazine italiani.

Vorrei concludere questo intervento ricordando ai nostri ospiti che quest’anno, per la prima volta, ospitiamo una vasta rappresentanza di aziende che producono Olio DOP Chianti Classico. Anche se con quantità davvero limitate il nostro Olio DOP rappresenta una delle eccellenze qualitative di tutto l’agroalimentare italiano ed in pochi anni è diventato un patrimonio essenziale del nostro territorio. Non so quanti di voi siano a conoscenza del tempo, degli sforzi e delle risorse che abbiamo speso, così come delle difficoltà politiche e degli ostracismi che abbiamo dovuto superare per ottenere il riconoscimento di una DOP. Non è stato facile, ma dobbiamo tuttavia aggiungere che il giudizio del mercato ci ha ampiamente compensato. Nei prossimi mesi avrete altre occasioni per pestare i nostri oli: il 3 e 4 marzo si terrà in Chianti, a Mercatale Val di Pesa, la seconda edizione di “Mercantolio”, una mostra – mercato della DOP Chianti Classico, che verrà preceduta da un interessante convegno sul tema olio DOP e salute, guidato da illustri scienziati del settore, che si terrà il prossimo lunedì 27 febbraio, a partire dalle 09.45, presso l’auditorium Machiavelli della BCF di San Casciano Val di Pesa; mentre il 19 e 20 maggio a Firenze sarà organizzato dal nostro Consorzio di Tutela il secondo “Banco di Assaggio”, dove verranno presentate al pubblico, agli operatori e alla stampa tutte le DOP dell’olio presenti nel panorama italiano.

CHIANTI CLASSICO VENDEMMIA 2005 (Le previsioni)

Similmente all’annata 2004, anche l’andamento climatico del 2005 è stato responsabile di un’epoca di vendemmia tardiva, seppure significative sono state le differenze tra le due annate per quanto riguarda la tempistica delle varie fasi fenologiche. La stagione invernale è stata caratterizzata da temperature rigide, come non si riscontravano da alcuni anni, con abbondanti nevicate anche a quote collinari, che si sono protratte anche alla fine di febbraio – inizio marzo. Il germogliamento si è manifestato regolarmente nel mese di aprile, accompagnato da precipitazioni piovose caratteristiche del regime pluviometrico sub-appenninico del Chianti nel periodo di inizio primavera. Le successive fasi di accrescimento dei germogli e della fioritura non hanno presentato alcuna irregolarità, agevolate inoltre dalla ridottissima insistenza delle principali infezioni fungine della vite. All’inizio di giugno, durante le fasi di fioritura e allegagione, si è potuto constatare la presenza di una produzione di grappoli per pianta molto ben equilibrata al punto da poter prevedere un’ottima annata soprattutto dal punto di vista qualitativo, ma con una diminuzione quantitativa del 10-15% rispetto alla vendemmia precedente. Il mese di giugno ha presentato, analogamente a quanto avvenuto spesso nelle ultime annate, temperature elevate al di sopra della media, a dimostrare una certa tendenza ad anticipare il decorso della stagione estiva. Sfortunatamente le previsioni non sono state rispettate, in quanto a partire dalla fine di luglio e per tutto il mese di agosto sono state registrate temperature inferiori alla media del periodo con alcune piogge ad intervalli regolari. Tutto ciò ha causato un inizio ed un decorso della maturazione delle uve ritardato, pur procedendo in modo regolare senza fattori di stress che ne avrebbero potuto causare dannosi arresti. Durante il mese di settembre le operazioni colturali di gestione del vigneto (sfogliature in particolare) hanno permesso di sfruttare al massimo le giornate di sole per aumentare la concentrazione degli zuccheri e dei principali costituenti nobili (antociani, polifenoli ed aromi) nell’acino; inoltre, la buona escursione termica mantenutasi per tutto il mese (con giornate ancora molto calde e notti fresche) ha assicurato la salvaguardia e il mantenimento delle componenti aromatiche presenti nelle uve. Anche il mese di ottobre ha presentato un’alternanza climatologica con riflessi sull’epoca di vendemmia: il principale vitigno del Chianti Classico, il Sangiovese, è stato raccolto a partire dalla fine di settembre nelle zone più precoci fino al 20 ottobre circa. Alla vendemmia lo stato sanitario delle uve è risultato soddisfacente, nonostante i periodi di pioggia che in certe situazioni hanno provocato l’insorgenza di muffe. In questi casi, fondamentali sono state tutte quelle tecniche colturali compiute nei mesi precedenti rivolte al contenimento dello sviluppo vegetativo; a ciò si deve aggiungere la rigorosa selezione delle uve effettuata alla raccolta e al momento della pigio-diraspatura. Le vinificazioni hanno presentato decorsi fermentativi regolari e senza particolari difficoltà. Dopo il primo travaso, avvenuto al termine della fermentazione malolattica, mediamente ci troviamo di fronte a vini con una notevole ricchezza nel corredo aromatico, con un corretto assetto polifenolico e con media struttura, in cui si evidenzia un ottimale bilanciamento tra concentrazione alcolica e quadro acido.

Dott. Daniele Rosellini (Direttore Tecnico)

La DEGUSTAZIONE di Rocco Lettieri

L’offerta era davvero interessante:

Chianti Classico 2005 in anteprima 64 campioni
Chianti Classico 2004 83 campioni
Chianti Classico 2003 85 campioni
Chianti Classico 2002 4 campioni
Chianti Classico 2001 5 campioni
Chianti Classico Riserva 2004 1 campione
Chianti Classico Riserva 2003 47 campioni
Chianti Classico Riserva 2002 2 campioni
Chianti Classico Riserva 2001 46 campioni
Chianti Classico Riserva 2000 10 campioni per un totale di 348 campioni

Personalmente mi sono impegnato a degustare una quindicina di vini 2005 in anteprima, tutti i campioni del 2003, i 47 campioni della riserva 2003 e alcuni campioni della riserva 2001.

Il Chianti Classico 2005, anteprima, mi ha positivamente impressionato per un ritorno ad un colore violaceo (e non nero), per una fruttuosità pulita, per una buona presenza di alcool, per tannini ancora aggressivi ma non amari e per una buona profondità. Non ci si poteva aspettare grande finezza dall’annata 2003 (anche dalle riserve), considerando l’annata caldissima e siccitosa; nel complesso non si può dire che non ci siano state belle sorprese ma vini uguali sia nel colore che nei profumi (molti con sentori di fieno cotto ed altri con sentori troppo vegetali). Anche in bocca c’è stato poco miglioramento dallo scorso anno. Chi ha saputo domare i tannini ha portato in bottiglia anche armonia, persistenza, e piacevolezza. La degustazione delle Riserve 2001 ha dato notevoli soddisfazioni. In molti vini il colore marcava verso l’aranciato ma in sostanza una buona tenuta di colore. Al naso ancora troppo legno, frutta e spezie che si assommavano senza una netta distinzione; in bocca le cose andavano meglio con vini armonici, spezie presenti ma discrete, non coprenti la frutta e la freschezza. Una bella esperienza. Qui di seguito le “mie” impressioni sopra il punteggio di 88/100.

Anteprima Chianti Classico DOCG 2005

91 Carobbio
90 Castello di Ama
89 Castagnoli
89 Castello di Fonterutoli
89 Fontodi
89 Rocca delle Macìe
89 S. Giusto a Rentennano
89 Vignamaggio
89 Villa Cafaggio
88 Castello di Selvole
88 Dievole
88 Villa Calcinaia

Chianti Classico DOCG 2003

92 Rocca di Castagnoli
92 Il Colombaio di Cencio I Massi
92 Castello di Bossi
91 Castello di Ama
91 Isole e Olena
90 Fattoria Nittardi Casanuova di Nittardi
90 I Sodi
90 Rocca di Montegrossi
89 Cantalici
89 Castello di Meleto
89 Fontodi
89 Riecine
89 Vignamaggio
89 Villa a Sesta Il Palei
88 Casa Sola
88 Casaloste
88 Castello di Selvole Ponte Rosso
88 Castello di Tornano
88 Concadoro Vigna di Gaversa
88 La Marcellina Comignole
88 Le Fonti
88 Panzanello
88 Poggio Bonelli
88 Querciavalle
88 Villa Branca Bellarco

Chianti Classico RISERVA DOCG 2003

92 Castello Vicchiomaggio La Prima
92 Castello Vicchiomaggio Petri
91 San Fabiano Calcinaia Cellole
90 Il Colombaio di Cencio I Massi
90 Villa Calcinaia
89 Castellare di Castellina
88 Fattoria Ispoli
88 Fattoria Le Fonti
88 Fattoria Viticcio Beatrice
88 Panzanello

Chianti Classico RISERVA DOCG 2001

93 Ormanni Boro del Diavolo
92 Casaloste Don Vincenzo
91 Castello di Monsanto Il Poggio
91 Dievole
91 Fattoria La Loggia Terra dei Cavalieri
91 I Sodi
91 San Felice Poggio Rosso
90 Machiavelli Vigna di Fontalle
90 Ruffino Riserva Ducale
89 Casa Sola
89 Castello di Querceto Il Picchio
89 Melini La Selvanella
89 Villa Sesta
88 Castello di Monastero
88 Le Cinciole Petresco
88 Villa Cafaggio

PRODUTTORI Chianti DOCG presenti

Agricoltori del Chianti Geografico
Antico Borgo di Sugame
Badia a Coltibuono
Barone Ricasoli
Bibbiano
Borgo Scopeto
Cantalici
Caparsa
Carobbio
Carpineto
Casa Sola
Casale dello Sparviere
Casaloste
Casina di Cornia
Castagnoli
Castellare di Castellina
Castelli del Gravepesa
Castello d‘Albola
Castello di Ama
Castello di Bossi
Castello di Cacchiano
Castello di Fonterutoli
Castello di Lucignano
Castello di Meleto
Castello di Monastero
Castello di Monsanto
Castello di Monterinaldi
Castello di Querceto
Castello di San Donato in Perano
Castello di San Sano
Castello di Selvole
Castello di Tizzano
Castello di Tornano
Castello di Verrazzano
Castello La Leccia
Castello Vicchiomaggio
Cecchi
Cerbaia
Colle Bereto
Collelungo
Concadoro
Dievole
Fattoria delle Fornacelle
Fattoria di Cinciano
Fattoria di Corsignano
Fattoria di Petroio
Fattoria Ispoli
Fattoria La Loggia
Fattoria La Ripa
Fattoria Le Fonti
Fattoria Montemaggio
Fattoria Nittardi
Fattoria San Giusto a Rentennano
Fattoria San Michele a Torri
Fattoria Valtellina
Fattoria Viticcio
Fontodi
I Sodi
Il Colombaio di Cencio
Il Molino di Grace
Il Poggiolino
Isole e Olena
La Casaccia
La Madonnina
La Marcellina
La Mirandola
La Sala
Le Cinciole
Le Corti Corsini
Le Fonti
Le Miccine
Lornano
Luiano
Machiavelli
Mannucci Droandi
Massanera
Melini
Monte Bernardi
Montecalvi
Monteraponi
Ormanni
Panzanello
Piccini
Podere Terreno alla Via della Volpaia
Poggio Amorelli
Poggio Bonelli
Poggio Torselli
Poggiopiano
Quercia al Poggio
Querciabella
Querciavalle
Riecine
Rocca delle Macìe
Rocca di Castagnoli
Rocca di Montegrossi
Rodano
Ruffino
San Fabiano Calcinaia
San Felice
San Martino
San Martino a Cecione
Santo Stefano
Spadaio e Piecorto
Tenimenti Angelini – San Leonino
Tenuta di Arceno
Tenuta di Lilliano
Tenuta di Nozzole
Tenuta di Riseccoli
Tenuta Villa Trasqua
Terrabianca
Torraccia di Presura
Val delle Corti
Valiano
Vescine
Vignamaggio
Vignole
Villa a Sesta
Villa Branca
Villa Cafaggio
Villa Calcinaia
Villa Cerna
Villa Mangiacane
Villa Sant’Andrea

(chiedo scusa a qualche Casa, se errata nella trascrizione, per il correttore automatico del PC).

OLIO CHIANTI CLASSICO DOP 2005

In concomitanza dell’anteprima del Chianti sono stati presentati gli oli Chianti Classico DOP del 2005. 33 campioni, le cui caratteristiche sono state brillantemente presentate (anche con degustazione pilotata) da Fiammetta Nizzi Grifi. Queste le “sue” parole sulle caratteristiche DELLA PRODUZIONE OLIO CHIANTI CLASSICO DOP 2005

“Con la produzione 2004 i nostri agricoltori avevano incontrato alcune difficoltà legate alla tanta produzione che ha ritardato i processi di maturazione delle olive a causa dell’andamento stagionale non regolare rispetto al territorio. Si erano infatti registrate precipitazioni superiori alla media annuale, temperature generalmente più basse della media stagionale un autunno particolarmente caldo. La temperatura media del 2004 non era stata particolarmente calda sia in primavera che in estate e questo aveva favorito la crescita dell’olivo ma anche ritardato la maturazione delle olive fino a 10-15 giorni. Le olive quindi erano particolarmente ricche di zuccheri e quindi difficili da lavorare perché immediatamente fermentescibili.
La campagna 2005 ha invece presentato un’altra tipologia di problematiche, sempre di natura climatica. La ripresa vegetativa è stata particolarmente ritardata ed in alcune aree del territorio (soprattutto nel senese) è avvenuta quasi contemporaneamente alla mignolatura. Questo ha determinato alcuni problemi di allegagione a cui si sono aggiunti quelli gravi portati da abbassamenti termici nel mese di aprile (gelate primaverili) che hanno “bruciato” le gemme a fiore che già si erano mosse. Il risultato in generale è stato quello di avere perdita di produzione “a macchia di leopardo”, con aziende nelle quali le perdite sono state tali da non rendere conveniente la raccolta ed altre in cui si è registrato un incremento di produzione rispetto allo scorso anno.
Mediamente comunque la produzione del Chianti Classico ha avuto una diminuzione di olio prodotto interno al 15-20%. Le maggiori difficoltà si sono rilevate nei tentativi di mantenere alto i livello della qualità degli oli che del Chianti Classico, oli che si sono formati in frutti particolarmente ricchi di acqua. La stagione estiva e soprattutto quella autunnale è infatti stata segnata da abbondanti piogge che hanno prodotto oli dai profumi mediamente leggeri, poco intensi e caratterizzati da fruttati decisamente maturi. Le note amare sono poco presenti mentre si trovano quelle piccanti di gola, non tardive né persistenti, unite a note mandorlate poco usuali per gli oli “nuovi” del Chianti Classico. A causa dell’alto tenore di acqua nei frutti, i nostri agricoltori hanno imparato a loro spese che soltanto tempi di stoccaggio particolarmente corti (1-2 giorni) permettono di ottenere prodotti corretti, anche se mediamente meno intensi di quelli a cui eravamo abituati.

Fiammetta Nizzi Grifi (Consulente Consorzio Olio Chianti Classico DOP)

In collaborazione con il:
Consorzio del Marchio Storico Chianti Classico
Via Scopeti, 155
50026 San Casciano V. di Pesa
Tel. 0039. 055. 8228522
marketing@chianticlassico.comhe
www.chianticlassico.com

Spigolature personali e appunti di viaggio durante il soggiorno a Firenze:

Come lo scorso anno, con 3 amici (Gigi Brozzoni, Rancho Asenjo Acosta e Franzo Ziliani), ho (abbiamo) potuto apprezzare la cucina (ottima) del Ristorante OLIVIERO (via delle Terme 51/r – tel. 055. 287643) proposta da Francesco Altomare, personaggio mitico, con in cucina lo chef Antonio Pelosi coadiuvato da Tommaso Freschi. Il Menu recita: “Il mondo cominciò con un peccato di gola…” ed anche noi abbiamo iniziato con peccatucci quali …crema di patate con code di gamberi e olio alla cannella e Champagne Jacquart. A seguire…Zuppa di cicerchie con mazzancolle all’olio “novo” e…Pasta, ceci e baccalà, accompagnati da Cerviolo Bianco 2002 di San Fabiano Calcinaia (proprietario Guido Serio). Spettacolare il ritorno della …FIORENTINA di razza Chianina alla brace di rovere, con cannellini all’olio di casa. IN abbinamento il rosso Cellole 2002 in magnum, sempre di San Fabiano Calcinaia (si gioca novo di casa) per finire con un assaggio di GUTTUS, formaggio erborinato della Parrina. Dessert di chiusura: Millefoglie al cacao con spuma di pere e caprino.
Indirizzo da suggerire unitamente a quello de La Collegiata – Albergo Ristorante Enoteca – Relais & Chateaux in San Gimignano. Tel. 0577. 943201 – www.lacollegiata.it.

A cura di Rocco Lettieri