Presentazione alla stampa Ristorante Hotel Al Cacciatore di Soazza

Una Locanda e una Castellana

Un tempo la valle dei Grigioni, feudo dei Trivulzio, era italiana, e si congiungeva con la Val Chiavenna. Gli spagnoli nel ‘600 erano arrivati su queste montagne (di loro restano case patrizie), stemmi gentilizi, portoni istoriati, il senso della storia scritto sui resti che testimoniano un passato di potenza. Chiese affrescate, conventi, cinte murarie, castelli, poi boschi, torrenti e il rumore delle acque scroscianti che domina su ogni altro suono. I boschi sono vivi, curati, conservati con l’amore che distingue i grigionesi verso la propria terra, le proprie radici, fieri di questa antica identità; dicevo che i boschi sono – vivi- infatti non è raro veder passeggiare cervi maestosi che cercano i sapori degli orti e scendono fino ai centri abitati, più in alto sono il camoscio e lo stambecco a dominare la scena, insieme alle marmotte, e, nel cielo, il falco pellegrino e le aquile.

Soazza è uno dei tanti paesini arroccati sui fianchi di queste ripidissime montagne, le rovine del castello dei Trivulzio racconta una storia antica di ribellione ai soprusi e al malgoverno, mura possenti e i resti di una torre poi la strada raggiunge il centro abitato, e un cartello invita a raggiungere la Locanda-Hotel Ristorante Al Cacciatore-. Intorno le abitazioni sono baite di montagna di incredibile garbo e gusto, tutto, nella valle, è garbato, tutto risente dell’armonia antica che i suoi abitanti hanno saputo conservare e trasmettere.

Qui inizia la vera storia di Pia Cafiero-Ullmann, bionda bellezza un pò italiana, un pò svizzera, che, attraverso gli incredibili percorsi del destino, si è trovata a gestire la Locanda con lo stesso gusto e garbo che metteva nel ricevere i suoi ospiti nella sua bella casa di Milano. Pia è stata una giocatrice di golf, e tutto ciò che ha fatto nella vita è contraddistinto dalla sua ricerca della perfezione, vuole e sa dare sempre di più.

Adesso Pia si è trasferita a Soazza, sembrava fosse uno spostamento momentaneo, giusto per avviare questa locanda, voluta con gusto e con amore dalla sua mamma, e passata a lei, per gli inevitabili percorsi della vita, poi è rimasta, e la valle come d’incanto si è animata, nella locanda arrivano ospiti da vicino e da lontano, perché lei è riuscita ad inventare l’isola felice che tutti cerchiamo e qualcuno talvolta trova.

La Locanda è una tipica casa di paese, conservata nella sua struttura originale, arricchita all’interno da arredi antichi, basso rilievi in legno, statue di marmo, quadri d’autore. Inoltre, annesso a pochi passi c’è l’albergo, vero “Hotel de charme”, per ospitare di notte, e ogni stanza ha arredi d’epoca, è ricca di oggetti antichi e confort modernissimi: gli ospiti si fermano per fare colazione, attratti dalla fama della cucina del cuoco, italiano, Stefano Caccia; poi non vogliono più partire.
Una ricca biblioteca, annessa al corpo principale della locanda, offre piacevoli scoperte, letture in italiano, inglese, francese e tedesco, così da poter affrontare le giornate di pioggia, rarissime. Nell’Hotel ci si ritrova per un corso di pittura, ed i clienti trovano veramente tutto ciò che può rendere migliore la vita. Ma la ricerca della perfezione ha spinto Pia a creare una stagione di musica e di arte, incoraggiata dalle autorità locali, entusiaste della sua presenza che ha regalato a Soazza una insperata identità. Il luogo prescelto per radunare gli appassionati è il convento che domina il paese, completamente restaurato e agibile; nelle sue sale si terranno le mostre, è in programma una personale di Spoerri (Il giardino di Spoerri a Seggiano – Grosseto) e una mostra “à deux” del maestro Galimberti e di Carla Tolomeo, nei suoi cortili i concerti, che avranno inizio in luglio e dureranno fino a ottobre.
E Pia, come un’antica castellana, si muove con incredibile grazia tra le strade e stradine di paese, tra le cascate dei ruscelli e i giardini fioriti, e sorride, perché sa che questa è la sua strada, e nessuno, neppure lei avrebbe mai immaginato questa svolta del suo Destino.

(testi a cura di Carla Tolomeo – Rivista “Incontri di Civiltà – n. 49 – gennaio 2007).

Storia di Soazza

L’insediamento umano a Soazza risale alla preistoria, come attestano tre macigni che presentano quelle incisioni note con il nome di cuppelle. Il primo si trova poco sopra il villaggio; il secondo a Promestìv a 1300 m s/m ed il terzo nella valle della Forcola, , a Solìva (970 m s/m). Quest’ultimo masso presenta oltre alle cuppelle, canaletti e croci incise, la particolarità di avere un incavo naturale nella parte inferiore, dove il raggio solare entra solamente nella fase del solstizio d’inverno.

Del periodo romano è una fibula di bronzo ritrovata a Soazza nel 1917, conservata la Museo nazionale. Mentre risalgono all’Alto Medioevo una fibula e una lastra bronzee ritrovate in una tomba longobarda nel 1916. Nel Basso Medioevo Soazza, con il resto della Mesolcina e Calanca, fu un feudo della nobile famiglia dei de Sacco abitanti nel castello di Mesocco che mantennero la loro Signorìa fino al 1480, anno in cui vendettero tutti i diritti che avevano in Mesolcina e Calanca al grande condottiero milanese Gian Giacomo Trivulzio.

La dominazione trivulziana durò fino al 1549; prima del citato Gian Giacomo fino al 1518 e poi con il suo erede universale, l’abiatico Gian Francesco Trivulzio. Già nel 1480 Soazza, assieme a Mesocco, di propria iniziativa chiese ed ottenne di entrare a far parte a pieno diritto della Lega Grigia o Superiore. La ricorrenza del mezzo millennio di appartenenza di Soazza e Mesocco alla Lega Grigia venne festeggiata nel 1980 con diverse manifestazioni. Il resto del Moesano entrò poi a far parte della Lega Grigia nel 1496.

Nel 1499 a difesa della comune indipendenza delle Tre Leghe, anche alcuni soldati di Soazza parteciparono, con la potente artiglieria del castello di Mesocco, alla vittoriosa battaglia di Calven contro le truppe dell’Imperatore Massimiliano I d’Austria. Nel 1549 la Mesolcina ottenne la completa libertà dai Trivulzio, pagando un enorme somma di denaro, stabilita in 24’500 scudi d’oro. Il danaro lo si ottenne in prestito da vari Cantoni della vecchia Confederazione.

La firma del contratto avvenne a Mendrisio il 2 ottobre 1549. In tale occasione i procuratori che rappresentarono la Mesolcina e che apposero le loro firme e sigilli assieme alla controparte, ossia a Francesco Trivulzio, furono il Capitano Pietro de Sacco di Grono e il Soazzone Antonio Imini. Durante la terribile Guerra dei Trent’anni (1618-1648) furono parecchi i Soazzoni che prestarono servizio militare, in Valle, a Chiavenna, al Sankt Luzisteig. Dopo il 1480 le sorti di Soazza furono sempre indissolubilmente legate a quelle della Repubblica delle Tre Leghe prima, e in seguito al Cantone dei Grigioni.

Durante il periodo della dominazione delle Tre Leghe in Valtellina e nei Contadi di Chiavenna e Bormio (1512-1797) furono parecchie le personalità di Soazza che rivestirono le alte cariche nei citati paesi “sudditi”. Furono Vicari a Sondrio (cioè diretti sostituti del Governatore della Valtellina) Giovanni Pietro Sonico nel 1567-1569; Antonio Sonvico nel 1591-1593; il Dottor Rodolfo Antonini nel 1647-1649. Rivestirono la carica di Commissario a Chiavenna: Giovanni Pietro Sonvico nel 1561-1563; il Dottor Giovanni Pietro Ferrari nel 1681-1683; Giuseppe Maria Ferrari nel 1735-1737. Esercitarono l’ufficio di Podestà a Tirano il Dottor Giovanni Pietro Antonini nel biennio 1651-1653 e a Teglio Rodolfo Ferrari nel 1703-1705. Inoltre Clemente Maria a Marca, di Mesocco, figlio di madre soazzona e che aveva sposato Giovanna Ferrari di Soazza ed ottenuto nel 1789 il Vicinato soazzone, cioè la cittadinanza, fu Podestà a Teglio nel 1793-1795 e ultimo Governatore grigione della Valtellina nel 1797. Egli abitava a Soazza e quando morì, nel 1819, fu sepolto nella Chiesa parrocchiale di San Martino a Soazza. Assieme a Mesocco e a Lostallo, Soazza formava nel campo della Giustizia civile e penale il Vicariato dall’Alto, con diritto a 4 Giudici su 30, mentre amministrativamente costituiva la cosiddetta Squadra di mezzo con i comuni di Lostallo, Cama, Leggia e Verdabbio. In base ad una precisa e determinata chiave di rotazione, molti Soazzoni rivestirono le massime cariche nel Vicariato dall’Alto (Landamano, Luogotenente, Fiscale, Cancelliere).

Soazza si trova nell’alta Valle Mesolcina, sul versante destro della Moesa. Sua caratteristica preponderante è quelle di trovarsi in posizione discosta dalle principale vie di comunicazione, e di godere quindi di molta tranquillità. Maggiore attrattiva da offrire al visitatore è indubbiamente la bellissima Chiesa di San Martino posta su di un promontorio che domina il villaggio. All’interno della stessa, oltre che a diverse pregevoli opere artistiche, è da segnalare l’organo “Vedani”, reso assai famoso dal noto organista Hannes Mayer.
Ai piedi della imponente scalinata vi è poi la Cappella dell’Addolorata, che completa questo bellissimo quadro d’assieme. Altri edifici di interesse architettonico sono l’antico Ospizio, un tempo dei frati cappuccini, restaurato completamente due anni fa, la Chiesa di San Rocco, la Casa a Marca, ove si organizzano interessanti corsi di pittura, ed il nucleo storico del paese che è stato designato d’interesse nazionale. Per gli appassionati di escursioni in montagna non mancano possibilità di svago lungo i vari sentieri che conducono sugli alpi e che ci collegano da un lato con l’Italia, attraverso il Passo della Forcola, e dall’altro con la Valle Calanca, con accesso alla Strada alta.

Soazza (poesia di Peppino Santi)

Mia Soazza, paese natale,
io di te sono fiero e felice,
il mio cuor ti ringrazia e ti dice,
un pensiero gentile e leal.

Di te amo le umili strade,
fatte a ciòttoli, ròsi dal tempo,
e le siepi odorose di fiori,
coi cespugli cullati dal vento.

Le rondini amiche ti sfioran,
dai mattini ai tramonti d’estate,
tu racchiudi le tue culle beate
dei tuoi figli, tuo vanto doman.

Il tuo sol, che riscalda le piode dei tetti,
ombreggianti le case,
a noi dica un ricordo e una lode,
pei tuoi figli, che dormono in pace..!

Incontro con la stampa

Dalla cucina di Stefano Caccia (collaboaratore Roberto Sciubba) de “Al Cacciatore” di Soazza

Menù

Salmone marinato con salsa di aneto, blinis di grano saraceno e finocchi croccanti

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Tagliolini al nero di seppia con ragù di scampi e zucchine, con maggiorana fresca

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Lombata d’agnello (AU) alla provenzale con perle di patate e carciofi gratinati

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Tortino di cioccolato cremoso con gelato allo zenzero e crema alla menta

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Dalla cantina

Aperitivo: Prosecco di Valdobbiadene, Marsuret

Vino Bianco: Bianco Rovere 2006, Guido Brivio

Vini Rossi: Biasca Premium 2005, Gialdi e Riflessi d’Epoca 2004, Guido Brivio

Vini da dessert: Ammentu 2005. Masone Mannu e Mino 2002, Gialdi

Hanno coollaborato in sala: Filippo Ris, Ursula Paggi e Giancarlo Cielo.
Note sullo chef:

Nato a Novara nel 1970; due anni di scuola alberghiera e quindi esperienze in giro a partire dall’Hotel Cristallo di Cervinia; Golf Hotel di Punta Ala; Hotel Cala di Volpe; Ristorante Miramonti Majestic a Cortina; Ristorante Italiano a Dusseldorf; Hotel Edlweiss a St. Moritz; Hotel Splendido di Portofino; Golf Hotel di Madonna di Campiglio; Hotel Aurora a Bolzano, ecc.
E’ esperto in sculture di ghiaccio; intaglio di verdure; pasticceria moderna.

La signora Marianne Burri ha presentato: LE SERATE CONCERTISTICHE di SOAZZA 2007.
Per conoscere il programma completo: www.concertisoazza.com

HOTEL RISTORANTE AL CACCIATORE
(Pia Cafiero-Ullmann – 079. 3054066)
Via Cantonale
6562 Soazza
Tel. 0041.+91. 8311820 – 0041.+91 8311979
www.hotel-cacciatore.com
alcacciatore@bluewin.ch

a cura di Rocco Lettieri