COMUNICATO ASSOENOLOGI x EXPORT DI VINO
ASSOENOLOGI
NEI PRIMI SEI MESI 2012 IL NOSTRO EXPORT DI VINO CRESCE DEL 7% IN VALORE E CALA DEL 10,6% IN VOLUME.
L'EXPORT DEL VINO CRESCE DI PIU' DELL'ESPORTAZIONE COMPLESSIVA DEL MADE IN ITALY.
Quest’anno a livello mondiale, per la prima volta, la produzione vinicola non coprirà , per 18 milioni di ettolitri, il consumo. Queste le conclusioni del Centro studi Assoenologi, dopo l’elaborazione dei più recenti dati di produzione 2012.
“In Italia ci troviamo di fronte alla vendemmia piĂą scarsa dal 1950. Allo stato attuale delle cose, la produzione di vino oscillerĂ intorno ai 40 milioni di ettolitri con tendenza al ribasso e con prezzi all’ingrosso in fibrillazione – afferma Giuseppe Martelli, direttore generale di Assoenologi, che aggiunge – E dire che sarebbe bastata qualche pioggia estiva e meno caldo per siglare un’annata assai degna di considerazione sia quantitativamente che qualitativamente. Ci avrebbe fatto veramente comodo, visto che le nostre esportazioni, nonostante il periodo congiunturale, sono sempre in crescita. Gli ultimi dati disponibili delle vendite di vino italiano all’estero (primo semestre 2012), elaborati da Assoenologi su rilevazioni Istat, confermano infatti un’accelerazione in valore rispetto al giugno 2011 che arriva al 7%, a fronte di una flessione dei volumi del 10,6: il che vuol dire che anche da gennaio a giugno abbiamo mandato all’estero meno prodotto ma, dato che la flessione quantitativa riguardava principalmente lo sfuso e i vini di piĂą bassa fascia, abbiamo guadagnato di più”.
L’elaborazione dell’Associazione Enologi Enotecnici Italiani trova due elementi di fondo caratterizzanti: il primo è la decisa contrazione dei volumi che mostrano una decelerazione brusca da
La crescita del valore dell’export coinvolge tutti i segmenti della produzione. Il dato più elevato è ancora una volta da addebitare allo spumante con +12,5%, seguito dal vino in bottiglia +7,0%. Difficoltà invece sul versante dei volumi: –0,5% per i vini in bottiglia, –24,8% per lo sfuso, –10,3% per lo spumante e –5,5% per i vini frizzanti.
Secondo Assoenologi, l’Unione Europea rimane la destinazione prioritaria per il settore vino con il 53% del valore delle esportazioni, ma il ruolo giocato dai Paesi Terzi ha assunto un peso crescente, sia per l’aspetto demografico e quindi del potenziale consumo, sia per le asincronie della congiuntura internazionale.
“In questa delicata fase l’Estremo Oriente è destinato a giocare un ruolo di crescente importanza – spiega il direttore di Assoenologi -. Nei primi sei mesi dell’anno il flusso export in valore lievita da
Tra i mercati minori in decisa crescita si segnala Hong Kong (+36% valore e +41% volume), Singapore (+33% valore e + 21% volume) che costituiscono hub importanti di comunicazione delle nuove tendenze delle aree d’influenza. I volumi sono in netta contrazione nella maggior parte dei mercati. In Germania le importazioni di vino italiano flettono da
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