Anteprima Chianti Classico Gallo Nero 2014 – l’originale

Anteprima Chianti Classico Gallo Nero – l’originale

 

A cura di Rocco Lettieri

 

Lunedì sera di ritorno da San Gimignano, la solita organizzazione di Toscana Promozione, non calcolando bene i tempi, ha costretto tutti noi giornalisti a partecipare a Palazzo Vecchio, nella famosa sala dei 500 (bellissima e unica al mondo), non come da programma in abito nero (anche per il Gala diner…), ma…vestiti come siete anche con il fango sotto le scarpe. Gran brutta figura che noi non volevamo fare. Presentazione quindi della “novità 2014” il Chianti Classico Gran Selezione, illustrato in pompa magna e con video da validissimi relatori. Chiusura da parte del presidente del Consorzio Sergio Zingarelli. Poi a piedi con poche indicazioni sino a Palazzo Corsini, ma non quello indicato di Santo Stefano al Ponte, ma in quello poco distante, sul Lungarno. Aperitivo con acqua e bibite al prosecco e menta (sic)!!! Appetizer da dimenticare (frittura di palline di semolino al sentore di olio di tartufo) e altre cose frivole e inutili. Fortunatamente la cena, nella sala del Trono, (tre piatti tre) ben fatti e con in abbinamento i 33 vini del Chianti Classico Gran Selezione. Degustarne 4/5 è stata già un’impresa sia per noi seduti a tavola che per chi doveva servirci i vini.

Questi i vini GRAN SELEZIONE proposti per l’occasione: Badia a Passignano 2009 (Antinori nel Chianti Classico), Castello di Brolio 2011 (Barone Ricasoli), Vigna del Capannino 2010 (Bibbiano), Mocenni Particella 89 2010 (Bindi Sergardi), Don Vincenzo 2009 (Casaloste), Il Solatio 2010 (Castello d'Albola), Castello di Ama 2010 (Castello di Ama), Castello Fonterutoli 2010 (Castello di Fonterutoli), Bellezza 2010 (Castello di Gabbiano), Castello di Meleto 2010 (Castello di Meleto), Il Puro 2010 (Castello di Volpaia), Bruciagna 2010 (Castello La Leccia), Vigna La Prima 2010 (Castello Vicchiomaggio), Colle Bereto 2010 (Colle Bereto), L'Imperatrice 2010 (Fattoria di Corsignano), Lama della Villa 2010 (Fattoria di Lamole), Montemaggio 2009 (Fattoria di Montemaggio), Beatrice 2011 (Fattoria Viticcio), Vigna del Sorbo 2010 (Fontodi), I Fabbri 2011 (I Fabbri), Il Margone 2010 (Il Molino di Grace), Lornano 2010 (Lornano), Losi Millennium 2007 (Losi Querciavalle), Ottantuno 2010 (Luiano), Sergio Zingarelli 2010 (Rocca delle Macìe), Riserva Ducale Oro 2010 (Ruffino), Cellole 2010 (San Fabiano Calcinaia), Il Grigio da San Felice 2010 (San Felice), Tenuta San Vincenti 2011 (San Vincenti), Lilliano 2010 (Tenuta di Lilliano), La Forra 2011 (Tenuta di Nozzole), Vignole 2009 (Vignole), Vigna Bastignano 2010 (Villa Calcinaia).


La tipologia “Gran Selezione”, come ampiamente spiegato, va a collocarsi in cima alla piramide qualitativa della DOCG, sopra il Chianti Classico Riserva e il Chianti Classico Annata: una top edition che declina con eleganza la migliore espressione dei vigneti aziendali. Il valore di questo prodotto andrà a consolidare sempre di più, in Italia e oltre i confini nazionali, la notorietà e il prestigio di quello che è considerato ormai un vero e proprio brand d’eccellenza, contraddistinto dal marchio Gallo Nero: un gioiello del Made in Italy e un capitale da tutelare nella sua unicità e nella sua specificità territoriale non ripetibile altrove. Le etichette della Gran Selezione si caratterizzeranno per il perfetto equilibrio tra eleganza e potenza, la grande struttura e l’importante capacità di invecchiamento, e grazie alla grande versatilità – che contraddistingue tutti i vini a denominazione Chianti Classico – garantiranno anche gli abbinamenti più audaci con piatti di diverse cucine internazionali. La Gran Selezione, secondo le stime del Consorzio, rappresenta circa il 10% della produzione del Chianti Classico, destinata a volare nel tempo per un valore complessivo che si aggira tra i 70 e i 100 milioni di euro. Sono 35 milioni le bottiglie di Chianti Classico DOCG prodotte annualmente ed esportate in oltre 50 paesi in tutto il mondo, dalla vecchia Europa a Stati Uniti, Russia, Cina e Brasile.

La storia (da capire)

Esiste da tempo una confusione idiomatico-geografica tra due diverse DOCG: Chianti Classico e Chianti. Se, infatti, in campo enologico convivono i due termini “Chianti Classico” e “Chianti”, da un punto di vista storico-geografico esiste invece solo il termine “Chianti”. Nel consumatore, ma anche negli addetti ai lavori, il confine tra questi due ambiti si perde e il risultato è che troppo spesso il suffisso “Classico” viene tralasciato riferendosi a un Chianti Classico. In realtà, quel suffisso è veramente importante, perché distingue il vino Chianti Classico dal vino Chianti: due DOCG differenti tra loro, con un disciplinare, una zona di produzione e un Consorzio di tutela diversi. Era il 1716 quando il Granduca di Toscana Cosimo III° fissò in un bando i confini della zona di produzione del Chianti, area compresa tra le città di Firenze e Siena in cui nasceva l’omonimo vino, che già allora riscuoteva grande successo. Allora nel territorio chiamato “Chianti” si produceva il vino “Chianti”. All’inizio del XX° secolo, quando la notorietà del vino Chianti aumentava di anno in anno e il territorio di produzione non riusciva più a soddisfare la crescente richiesta nazionale e internazionale, si iniziò a produrre vino al di fuori della zona del Chianti delimitata nel 1716, chiamandolo ugualmente “Chianti” o “vino prodotto all’uso del Chianti”. Fu così che nel 1924, i suoi produttori fondarono il “Consorzio per la difesa del vino tipico del Chianti e della sua marca d’origine” per tutelarne la produzione. Il simbolo scelto fin da subito fu il Gallo Nero, storico emblema dell’antica Lega Militare del Chianti, riprodotto fra l’altro dal pittore Giorgio Vasari nella sua “Allegoria del Chianti” sul soffitto del Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio a Firenze. Nel 1932, attraverso uno specifico decreto ministeriale, fu aggiunto il suffisso “Classico” per distinguere il Chianti prodotto nella zona di origine. Da allora il vino Chianti è quello prodotto al di fuori dell’area geografica chiamata “Chianti” (in diverse zone che si aggiungono spesso al nome: Chianti Rùfina, Chianti Colli Senesi, Chianti Colli Aretini, Chianti Colli Pisani), mentre il Chianti Classico è il vino prodotto nella zona di origine chiamata “Chianti”.

 

Chianti Classico: il consorzio

Dalla sua fondazione il Consorzio Vino Chianti Classico si occupa della tutela, della vigilanza e della valorizzazione della denominazione Chianti Classico. Dal Consorzio per la difesa del vino Chianti e della sua marca d’origine del 1924 al Consorzio Vino Chianti Classico di oggi, l’organismo consortile ha cambiato nomi e stili grafici del suo marchio dove da sempre, però, campeggia lo storico simbolo del Gallo Nero. Oggi il Consorzio rappresenta circa il 96% dei produttori della DOCG e si conferma uno dei principali referenti delle istituzioni nazionali e comunitarie per il settore vitivinicolo. La sua organizzazione interna prevede strutture dedicate ad assolvere i suoi compiti istituzionali: dal fronte della salvaguardia e dei servizi, che vede impegnato l’ufficio legale, a quello della valorizzazione, affidato all’ufficio marketing e comunicazione. L’intera filiera, dalla produzione delle uve all’imbottigliamento del prodotto, è sottoposta ad un sistema di tracciabilità, i cui dati vengono inseriti in un database informatizzato di pubblica fruibilità. Un sistema che permette ai consumatori di tutto il mondo di verificare la provenienza della bottiglia che hanno acquistato attraverso il sito web www.chianticlassico.com.

Il Consorzio attua, inoltre, un severo controllo sul prodotto confezionato già presente nei canali di vendita.

Anteprima Chianti Classico Collection DOCG 2014

L’anteprima si è tenuta come al solito nel suggestivo scenario della Stazione Leopolda di Firenze, ormai consueta location della manifestazione. Chianti Classico Collection DOCG, ha presentato: 142 aziende con 769 etichette in degustazione per un totale di 7988 bottiglie a disposizione di una squadra di 50 sommelier. Oltre 200 giornalisti provenienti da 30 diversi paesi del mondo e più di 1300 operatori. 20 i campioni da botte 2013 in anteprima e ben 33 etichette di Gran Selezione. Come da tradizione il primo giorno, 18 febbraio, è stato dedicato esclusivamente alla stampa nazionale e internazionale, mentre il 19 febbraio, dalle 13.00 in poi ha visto la partecipazione anche degli operatori del settore per incontrare i produttori e testare le diverse etichette in degustazione.

Partner della manifestazione sono stati anche quest’anno importanti nomi dell’enogastronomia e dell’industria a questa legata, come alcuni dei migliori prodotti DOP italiani che, sotto il cappello istituzionale di AICIG (l’Associazione Italiana Consorzi Indicazioni Geografiche), si presentano al pubblico della Collection attraverso incontri e degustazioni a cura dei responsabili del Consorzio del Prosciutto di San Daniele, Consorzio Tutela Grana Padano, Consorzio Tutela Mozzarella di Bufala Campana Dop, Consorzio per la tutela e la valorizzazione del Pane di Altamura Dop, Consorzio del Prosciutto Toscano, Consorzio Tutela Pecorino Toscano Dop, Consorzio di tutela oliva da mensa D.O.P – La Bella della Daunia – cultivar La Bella di Cerignola, Consorzio Prosciutto di Parma Dop, Consorzio del Formaggio Parmigiano-Reggiano, Consorzio per la Tutela del Formaggio Gorgonzola Dop, Consorzio Mortadella Bologna. Tra i partner storici della “Collection” anche RCR, Firenze Parcheggi, l’Acqua di Toscana® San Felice e Pulltex.

La presentazione dell’annata del Chianti Classico DOCG 2013

Equilibrio ed armonia, le principali caratteristiche dell’ultima annata del Gallo Nero. Come per il resto della regione Toscana, il 2013 ha presentato un’epoca di vendemmia del Sangiovese in ritardo di una decina di giorni rispetto a quanto si è verificato nelle ultime annate. Siamo tornati in linea con i tempi di raccolta tradizionali nel terroir del Gallo Nero, con il Sangiovese che ha raggiunto la piena maturazione delle uve all’inizio del mese di ottobre, in conseguenza di un periodo di fioritura decisamente tardivo. L’andamento climatico. Da un punto di vista strettamente meteorologico il 2013 ha registrato nel primo semestre un’elevata piovosità con una tendenza a temperature che spesso si sono stabilizzate sotto le medie dei periodi di riferimento: a un inverno vero, che quest’anno ha riportato spesso in Chianti temperature vicine allo 0, ha fatto seguito una primavera che ha tardato a invertire una tendenza prettamente invernale causando una fioritura tardiva. Il caldo arrivato veramente intorno alla metà di luglio ha accelerato i processi di maturazione delle uve, che ha proseguito con regolarità durante un’estate dalle temperature tipiche della stagione e da un settembre perfetto che ha accentuato le escursioni termiche già registrate in estate e ha permesso una maturazione delle uve decisamente equilibrata. Il lavoro dei tecnici e dei vignaioli portato avanti nei mesi precedenti la vendemmia ha determinato un sicuro successo nel raggiungimento di standard qualitativi di un 2013 figlio di una stagione come quelle di qualche anno fa.  Se i primi campionamenti delle uve Sangiovese, vera anima del Chianti Classico, avevano già evidenziato un buon livello di zuccheri con la giusta acidità, a giochi fatti possiamo constatare che nelle zone del Gallo Nero ci siamo trovati con una qualità delle uve al di sopra della media, con livelli di maturità dei polifenoli ottimale ed in perfetto equilibrio con la struttura acida delle uve. Questi parametri, insieme alla concentrazione zuccherina dei mosti non eccessivamente elevata, come spesso accade nelle annate molto calde e siccitose, hanno permesso di condurre i processi di vinificazione esaltando le potenzialità delle uve. Le fermentazioni alcoliche prima e malolattiche dopo, hanno mostrato avvii repentini e decorsi regolari senza problematiche particolari, a dimostrazione della sanità delle uve e dell’ottimale bilanciamento dei suoi principali componenti nobili. Nella fase di invecchiamento attuale, cioè dopo il primo travaso, possiamo sicuramente affermare che i nuovi vini atti a divenire Chianti Classico 2013 risultano molto equilibrati, fra profumi e sapori e soprattutto i sapori sono molto ben dosati: sono equilibrati i polifenoli, l’estratto, i tannini, la glicerina, in modo da armonizzarsi senza che nessun elemento prevalga sull’altro, grazie anche alle non eccessive gradazioni alcoliche che si sono sviluppate in seguito all’andamento climatico della stagione.  Con queste premesse, è possibile sbilanciarsi su un’altra ottima annata per il Gallo Nero sul filotto delle ultime vendemmie che il Chianti Classico ha collezionato in questi anni.

 

Chianti Classico Gran Selezione: Carta d’identità

Con le modifiche al disciplinare di produzione approvate dall’Assemblea dei Soci del Consorzio Vino Chianti Classico, nel gennaio 2013 è stato dato il definitivo avvio ad un radicale processo di rinnovamento della storica DOCG toscana, definito dalla critica e dagli addetti ai lavori come un vero e proprio “riassetto” della denominazione. “Il Chianti Classico è la prima denominazione al mondo ad aver introdotto una nuova tipologia di eccellenza nella propria piramide qualitativa” afferma Sergio Zingarelli, Presidente del Consorzio Vino Chianti Classico. “Un caso unico, una sfida che il Gallo Nero lancia al mondo enologico nella convinzione che per rinnovare una storia di 300 anni caratterizzata da grandi passioni e grandi successi, per valorizzare ulteriormente il territorio e affermarsi sui mercati internazionali, sia necessario continuare a credere ed investire sulla qualità del prodotto”.

Una scelta storica

Ě la prima volta che nella legislazione vitivinicola italiana viene introdotta una nuova tipologia di vino posta al vertice della piramide qualitativa di una denominazione, ed è anche la prima volta che una rivoluzione normativa di così ampia portata viene conseguita grazie alle decisione degli stessi produttori, ovvero i circa 600 soci del Consorzio. Il Chianti Classico è la prima denominazione in Italia a puntare verso l’alto, a decidere di valorizzare il tutto partendo dalle sue eccellenze qualitative. Una decisione in controtendenza con quanto avviene nel resto del mondo, con l’obiettivo di stratificare verso l’alto l’offerta enologica del territorio.

Vini di Vigna

La Gran Selezione è un vino prodotto da uve di esclusiva pertinenza aziendale, coltivate nei vigneti più vocati e con regole severe che lo rendono un vino di grande pregio, un nuovo punto di riferimento nel panorama enologico internazionale. Oltre a prevedere caratteristiche chimiche e organolettiche idonee a vini di elevata qualità, la Gran Selezione potrà essere commercializzata solo dopo un invecchiamento minimo di 30 mesi ed un periodo obbligatorio di affinamento in bottiglia. La Gran Selezione ha anche il merito di esaltare i diversi caratteri di un territorio ampio e poliforme, diviso in nove comuni e in zone climaticamente e pedologicamente differenti, ma unite dall’inconfondibile “firma” del Sangiovese. Dal punto di vista organolettico, la Gran Selezione è un vino di struttura importante, che grazie alla selezione delle uve e al lungo affinamento consegue equilibrio ed armonia superiori, profondità gustativa e complessità aromatica. Al palato abbina immediatezza di frutto unitamente alle affascinanti nuance tipiche dei vini capaci di una lunga evoluzione.

Come nasce la Gran Selezione

Il percorso che ha portato al varo della Gran Selezione è iniziato circa tre anni fa: prima con un’ampia discussione all’interno del corpo sociale sulle modifiche da apportare al disciplinare, e successivamente con l’assolvimento delle formali procedure di approvazione all’interno del Consiglio di Amministrazione e in sede Assembleare. Il passo ulteriore è consistito nella presentazione della nuova disciplina alla Regione Toscana e successivamente al MiPAAF, per concludere l’iter con la definitiva approvazione da parte del Comitato Nazionale Vini (lo scorso settembre) e infine con la notifica del disciplinare alla Commissione Europea. In attesa che la Commissione recepisca le nuove regole, il disciplinare del Chianti Classico gode oggi della Protezione Nazionale Transitoria ed è quindi pienamente operativo come previsto dal regolamento UE n.607/2009.

La Gran Selezione nel Mondo

Il Chianti Classico Gran Selezione è pronto per essere presentato al mondo. Dopo la grande Anteprima di Firenze, il Consorzio ha programmato un road show che toccherà tutti i principali mercati del Gallo Nero, sia in Europa che oltre-oceano, a partire da Germania (marzo, ProWein) Stati Uniti (maggio) e Canada (giugno), per concludersi in autunno con le tappe sui principali mercati asiatici (Cina, Corea, Giappone).



La mia personale degustazione

Come sempre l’Anteprima del Chianti Classico si è tenuta alla Stazione Leopolda: location affascinante per noi, un pò meno per gli “stranieri”. Basterebbero alcune informazioni in tutte le lingue per spiegarne la storia della Stazione e del suo recupero (oltremodo bellissimo). Comunque gli spazi sono larghi, i tavoli ben distanziati, il servizio dei sommelier ordinato e veloce. Bravi davvero. I numeri: 142 i produttori. 270 i vini in degustazione: 48 per la vendemmia 2012; 76 dell’annata 2011; 25 del 2010; 5 del 2009; 30 le riserve dell’annata 2011; 49 le riserve 2010; 31 le riserve del 2009; 4 le riserve del 2008 e, infine, 2 le riserve del 2007 + le 33 bottiglie di Chianti Classico DOCG Gran Selezione.

Come al solito si parte da più giovani ed io ho personalmente degustato tutti i 48 vini del 2012; 28 erano “prova di botte”. Mi continuo a chiedere che senso ha fare questi assaggi che si potrebbero fare, volendo, bicchiere alla mano presso i produttori. Comunque non tutto il male viene per nuocere perché anche tra questi vini qualcuno ne esce e a testa alta. Ricordiamo che l’annata è stata una delle più calde degli ultimi anni e quindi alcolicità alta, estrazioni abbastanza cariche che però non hanno fortunatamente influito sui colori (molta intelligenza in cantina) e acidità vivide e nervose, non sempre adeguate ad un buon equilibrio acido/tannico. Profumi netti, puliti, intensi e balsamici; bocca calda ma pochi i segni di vini “prugna”. Tra i miei preferiti: Badia a Coltibuono; Bibbiano; Castellare di Castellina; Castello di Fonterutoli; Castello di San Donato in Perano; Castello di Vicchiomaggio; Fattoria Le Fonti; Fattoria San Giusto a Rentennano; Fèlsina; Monteraponi; Monsanto; Querciabella; Rocca di Castagnoli; Rocca di Montegrossi e Ruffino-Santedame.

Tra i 76 vini Chianti Classico DOCG 2011 le preferenze sono andate a: Casale dello Sparviere; Castello di Ama; Castello di Radda; Castello di Volpaia; Fietri; Isole & Olena; La Porta di Vertine; Le Cinciole; Nittardi; Panzanello; Podere la Cappella; Poggerino; Riecine; San Fabiano Calcinaia; Tenuta di Nozzole; Tenuta San Vincenti; Terrabianca-Scassino; Villa Calcinaia e Villa Le Corti/Corsini. Già sapevamo dell’annata 2011 dove il caldo di fine Agosto e Settembre ha creato non pochi problemi ai viticoltori. Vendemmie precoci per non portare in casa vino marmellatosi. I vini pertanto, risultano ben equilibrati, con buona acidità e tannini che difficilmente lo avevano ricevuto dall’uva. Forse qualcuno ha esagerato con il legno e con estrazioni troppo lunghe. In considerazione di ciò si può dire che i vini degustati si possono davvero dimenticare per qualche anno in cantina, che potrà solo affinarli per quello che manca degustandoli oggi..

Impossibile degustare tutti i vini e pertanto ho dato spazio alle 33 “news” DOCG Gran Selezione. Poco da dire per non dire tutto. Critiche a questa nuova iniziativa non sono mancate ma diamo tempo al tempo e chiudiamo qui il discorso. 5 erano i vini dell’annata Gran Selezione 2011 e su tutti un breve commento: Fattoria di Lamole – Vigna Grospoli (profumato, bocca calda e finale con punta amarognola). Fattoria Viticcio – Beatrice (fruttato intenso con balsamicità; buona l’acidità con tannini ancora ruvidi). I Fabbri (naso intenso di profumi di sottobosco; in bocca un bel velluto, piacevole e lungo nel retrogola). San Vincenti – Tenuta San Vincenti (una bella novità: piacevole per intensità e freschezza; in bocca grande armonia e legno appena accennato). Tenuta di Nozzole – La Forra 2011 (naso boisè, spezie pesanti; in bocca i tannini sono ancora astringenti, da farsi).

Le mie preferenze tra gli altri in degustazione e solo tra quelli dell’annata 2010 sono andate a: Barone Ricasoli – Colledilà; Bibbiano – Vigna del Capannino; Bindi Serigardi – Mocenni Particella 89; Castello d’Albola – Il Solatio; Castello di Fonterutoli; Castello di Meleto; Castello di Volpaia – Il Puro; Castello Vicchiomaggio – Vigna la Prima; Fattoria di Corsignano – L’Imperatrice; Fattoria di Montemaggio; Fontodi – Vigna del Sorbo; Lornano; Luiano – Ottantuno; Rocca delle Macie – Sergio Zingarelli; San Fabiano Calcinaia – Cellole e Tenuta di Lilliano.

 

I NUMERI DEL GALLO NERO

Nel 2013 le vendite complessive del Gallo Nero salgono dello 0,5% sul 2012 con l’export ancora a farla da padrone con oltre l’80% del Chianti Classico che esce dai confini nazionali per approdare sui mercati enoici più importanti del mondo. Ma il dato più rilevante è quello del prezzo dello sfuso: nel 2013 un ettolitro di Chianti Classico vale in media 185 euro, con ulteriore tendenza al rialzo, ovvero oltre il 27% in più di quanto valeva nel 2012 (145 euro all’ettolitro). Questa in sintesi la fotografia del Consorzio Vino Chianti Classico. Non era semplice, specialmente in un periodo come quello attuale in cui la crisi economica mondiale non è ancora del tutto sconfitta, ripetere l’exploit del 2012, quando le vendite di Chianti Classico hanno segnato un +10% (a 251.500 ettolitri). È per questo che il dato delle vendite 2013 (+0,5% a 252.800 ettolitri di venduto) è da considerarsi egualmente confortante, anche perché è da leggersi in un contesto più allargato. Il forte incremento del prezzo dello sfuso a 185 euro all’ettolitro (+27,4% sul 2012 quando in media un ettolitro di Chianti Classico valeva 145 euro all’ettolitro) ne è una plastica dimostrazione, accanto alla progressiva riduzione delle giacenze. “Prima di tutto va segnalato – spiega il direttore del Consorzio Giuseppe Liberatore – che le vendite nel 2013 hanno sostanzialmente tenuto con il prezzo dello sfuso che ha fatto un bel salto in avanti. In più, il Consorzio con la presentazione della “Gran Selezione” sta dando un segnale forte dal lato qualitativo. Certo questa nuova tipologia, come da prime stime del Consorzio, per ora si attesta sull’8-9% della produzione complessiva della denominazione, ma darà un impulso fondamentale. Si tratta – prosegue il direttore – di una tipologia che abbiamo voluto fortemente e che “stratifica” ulteriormente e meglio la nostra offerta verso l’alto. Per la prima volta in Italia una denominazione crea una nuova tipologia di fascia alta. È una vera e propria inversione di tendenza – conclude Liberatore – una scommessa importante con la quale un vino va a posizionarsi in uno spazio ben definito del mercato”. Sul fronte della penetrazione commerciale del Chianti Classico, lo scenario vede il Gallo Nero “presidiare” le piazze più importanti del mondo, senza peraltro pericolose derive “orientali”, ma concentrandosi soprattutto sui mercati più maturi che, anche in un periodo di crisi come quello attuale, si sono dimostrati i più generosi. L’export rappresenta l’80% dello sbocco commerciale del Chianti Classico, mentre il mercato interno assorbe stabilmente il 20% delle vendite. Gli Stati Uniti si confermano al primo posto, al 31%, seguiti da Canada e Germania al 10%, Regno Unito con il 6%, Svizzera 5%, Giappone e Paesi Scandinavi al 4%, Benelux, Cina e Hong Kong al 3%, Russia e altri Paesi al 2%. Dal quadro emerge un dato in linea con le tendenze complessive del settore enologico italiano in cui a tirare la volata sono essenzialmente i mercati esteri, con gli Usa che si confermano un mercato strategico per le vendite del Gallo Nero. Un “ritorno al passato” solo apparente, visto che il mercato americano continua ad essere “innamorato” del vino italiano e prima degli altri, di quello toscano. La produzione di vino Chianti Classico ha raggiunto nel 2013 i 242.000 ettolitri, registrando un incremento del 5% sul 2012 (che stava a 230.000 ettolitri). I soci del Consorzio Vino Chianti Classico sono 560, di cui 365 imbottigliatori. Il Chianti Classico, quello che nel mondo del vino può essere a ragione definito come un vero e proprio “distretto”, può contare su numeri da “grande impresa”: fatturato stimabile in oltre 600 milioni di euro, valore della produzione vinicola imbottigliata di 360 milioni di euro, valore complessivo della produzione olivicola pari a 10 milioni di euro. (www.chianticlassico.com).

Chianti Classico: la leggenda

Il marchio che da sempre distingue le bottiglie di Chianti Classico è il Gallo Nero, storico simbolo dell’antica Lega Militare del Chianti, riprodotto fra l’altro dal pittore Giorgio Vasari sul soffitto del Salone dei Cinquecento, nel fiorentino Palazzo Vecchio. La storiografia di questo simbolo comprende anche una singolare leggenda ambientata nel periodo medievale. La sua vicenda segnò in pratica la definizione dei confini politici dell’intero territorio chiantigiano, perché fu proprio il comportamento di un gallo nero a deciderne il destino. La leggenda narra che nel periodo medievale, quando le Repubbliche di Firenze e Siena si combattevano aspramente per prevalere l’una sull’altra, il territorio del Chianti, proprio perché intermedio alle due città, fosse oggetto di dispute pressoché continue. Per porre fine alle contese e stabilire un confine definitivo, venne adottato un bizzarro quanto singolare sistema. Si convenne di far partire dai rispettivi capoluoghi due cavalieri e di fissare il confine nel loro punto d’incontro. La partenza doveva avvenire all’alba e il segnale d’avvio sarebbe stato il canto di un gallo. Decisione, quest’ultima, in linea con i costumi del tempo, quando ancora i ritmi quotidiani erano scanditi dai meccanismi naturali. Nei preparativi dell’evento doveva pertanto essere decisiva la scelta del gallo, più che quella del destriero e del cavaliere. I senesi ne scelsero uno bianco, mentre i fiorentini optarono per uno nero, che tennero chiuso in una piccola e buia stia pressoché digiuno per così tanti giorni da indurlo in un forte stato di esasperazione. Il giorno fatidico della partenza, non appena fu tolto dalla stia, il gallo nero cominciò a cantare fortemente anche se l’alba era ancora lontana. Il suo canto consentì quindi al cavaliere di Firenze di partire Immediatamente e con grande vantaggio su quello senese, che dovette attendere le prime luci del giorno, quando il suo gallo, cantando regolarmente, gli permise di partire. Ma dato il notevole ritardo che aveva accumulato nei confronti dell’antagonista, il cavaliere senese percorse solo dodici chilometri in solitudine, poiché a Fonterutoli incontrò l’altro cavaliere. Fu così che quasi tutto il Chianti passò sotto il controllo della Repubblica Fiorentina, molto tempo prima della caduta di Siena stessa.

 

Consorzio Vino Chianti Classico

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