ANTEPRIMA BRUNELLO DI MONTALCINO DOCG 2014



ANTEPRIMA BRUNELLO DI MONTALCINO DOCG 2014

IL VINO CHE NON CONOSCE CRISI

 

A cura di Rocco Lettieri

 

L’ultimo incontro delle Antreprime toscane si è tenuto come di consueto a Montalcino. Come sempre spazio ai numeri, interessantissimi. Benvenuto Brunello è la manifestazione che ogni anno riunisce nel Chiostro del Museo di Montalcino i produttori che presentano le annate appena lanciate sul mercato (Brunello 2009, Riserva 2008, Rosso 2012, Moscadello e Sant’Antimo) e quella appena vendemmiata (2013). “Per le sue caratteristiche – ha commentato il Presidente del Consorzio Fabrizio Bindocci – il 2009 è un Brunello elegante, piacevole e con tannini morbidi, adatto a rispondere alle richieste di un mercato che si rivolge sempre più alla qualità. I produttori sono stati abili nel garantire all’annata le caratteristiche che rendono il Brunello unico e riconosciuto in tutto il mondo, indipendentemente dal decorso stagionale, sicuramente non facile”. Quest’anno Benvenuto Brunello ha allargato i propri orizzonti e in tutta l’Italia, grazie all’iniziativa realizzata dal Consorzio e da Eataly, la catena di ristoranti di eccellenza creata ad Alba da Oscar Farinetti, è stato in degustazione presso i ristoranti Eataly di Firenze, Roma, Torino, Pinerolo, Bari, Genova e Bologna. L’iniziativa, durata fino al 28 febbraio, ha consentito a molti avventori e appassionati dell’enologia di qualità di degustare il Brunello di Montalcino 2009, anche solo a bicchieri.

 

E’ sempre il presidente Bindocci a sfoderare i numeri. Il 2013 è stato un anno importante per il territorio di Montalcino: l’export è cresciuto ulteriormente rispetto all’anno scorso, passato dal 65% del 2012 al 67% nel 2013. La quota più importante è rappresentata ancora dagli USA, passati dal 25% al 28%, seguiti dai mercati asiatici (15%) e dal centro America (Brasile, Messico, Panama, Venezuela ecc.), che rappresenta circa il 10% del totale esportato. In crescita anche il giro d’affari del settore enoturistico a Montalcino (ristoranti, alberghi, enoteche, ecc.), che ha chiuso il 2013 registrando un +5%, passando dai 29 milioni di euro del 2012 agli oltre 30 milioni nel 2013. Un dato importante per il territorio resta quello della quota di vino acquistata direttamente in azienda, consumato nei locali di Montalcino o comprato nelle enoteche, che si attesta anche quest’anno al 18%. Si tratta di uno tra i migliori risultati del mercato enologico italiano. Un leggero calo si è avuto nella produzione, che si è fermata nel 2013 a 12.730.000 bottiglie: 8.100.000 di Brunello (- 12%), 4.300.000 di Rosso (-4%), 40.000 di Moscadello  (stabile rispetto al 2012) e 290.000 di Sant’Antimo (-19%). La minore produzione ha inciso di un solo punto percentuale sul fatturato complessivo delle aziende di Montalcino, che nel 2013 si è attestato a 165 milioni di euro, contro i 167 milioni dello scorso anno. Le capacità dei produttori ilcinesi maturate in oltre un secolo di attività hanno consentito di creare e consolidare un modello, a garanzia dell’elevatissimo standard qualitativo del Brunello, fatto di equilibrio e rispetto per il territorio, capacità di fare scelte coraggiose, come ad esempio quella della riduzione delle rese a beneficio della qualità, e volontà di investire sul territorio.

“A Montalcino agricoltori e produttori sono divenuti col tempo imprenditori con una forte vocazione internazionale – ha commentato il Presidente Fabrizio Bindocci – capaci di reinvestire sul territorio le risorse realizzate in anni di lavoro. Ciò ha fatto sì che le aziende, molte delle quali guidate da giovani imprenditori, abbiano investito nelle strutture produttive, si siano dotate di strutture per l’accoglienza dei turisti, e quindi nei servizi. Questo processo ha creato un circolo virtuoso che si sta trasformando in un’industria turistica di alto livello”.

Lo confermano i dati: nel 2013 si è registrato un incremento del 6% rispetto all’anno scorso delle presenze di turisti a Montalcino, sia italiani sia stranieri, nel periodo compreso tra gennaio e agosto. Gli oltre 65 mila turisti che hanno visitato la patria del Brunello nel 2013 hanno alloggiato in strutture alberghiere ed extra alberghiere (ostelli, affittacamere ecc.). A incidere maggiormente sulla crescita sono stati soprattutto gli arrivi stranieri (e in particolare da USA, UK, Germania, Brasile, Belgio, Francia, Canada, ecc.), circa 3000 in più rispetto al 2012. A questi si devono aggiungere gli oltre 14 mila turisti che hanno scelto di soggiornare in agriturismo, a stretto contatto con le cantine e i produttori del grande rosso toscano. Rispetto al 2012, oltre il 60% di turisti italiani ha, infatti, preferito le strutture agrituristiche ai più tradizionali alberghi. 

 

VENDEMMIA 2013 VALUTATA A QUATTRO STELLE

Sicuramente non è stata una stagione facile per il vino quella del 2013, ma le quattro stelle assegnate oggi alla vendemmia, durante la cerimonia alla Chiesa di Sant’Agostino, dimostrano l’impegno dei produttori di Montalcino di mettere a frutto l’esperienza e la competenza maturati in tanti anni di lavoro, e ottenere buone soddisfazioni anche in condizioni non ottimali. All’indomani della vendemmia, il Presidente del Consorzio Fabrizio Bindocci l’aveva definita in tipico “stile Novecento”, con maturazioni graduali e tardive. Le aspettative sono per vini di qualità, dalla spiccata vocazione al lunghissimo invecchiamento e caratteri di estrema eleganza e finezza. Dopo una primavera e un inizio d’estate abbastanza piovosi, i mesi di settembre e ottobre sono stati buoni dal punto di vista meteorologico, con molto sole e un’ottima ventilazione, che hanno favorito la corretta maturazione delle uve, che presentano un buon equilibrio tra alcol e acidità. Sul piano della quantità, si è registrato un aumento del 10% rispetto al 2012. Per Paolo Vagaggini, enologo di fama nazionale ed è uno dei massimi esperti mondiali di Sangiovese, che è intervenuto alla cerimonia di assegnazione delle stelle alla vendemmia, “il 2013 è un’annata vecchio stile, dai tempi di maturazione caratteristici del clima mediterraneo ben temperato, nel quale il Sangiovese trova la sua massima espressione. La maturazione delle uve, infatti, si è posticipata rispetto alle ultime vendemmie, privilegiando i profumi, l’eleganza dei tannini e l’acidità tipica delle raccolte degli anni Ottanta. Il confronto delle analisi sugli ultimi sette anni, dal 2007 al 2013, mostra che, pur con le evidenti differenze fra le tre grandi annate a cinque stelle (2007, 2010 e 2012) e le annate meno favorevoli, c’è stato comunque uno sviluppo qualitativo verso l’alto”. L’intervento dell’enologo si è concluso con un augurio rivolto a tutti i produttori: “per mantenere saldo l’elevatissimo livello qualitativo raggiunto dal Brunello di Montalcino che l’ha portato ad essere uno dei vini più famosi ed apprezzati al mondo, credo sia fondamentale che i produttori continuino ad impegnarsi nel promuovere la sua immagine nella massima coesione e nell’ affermazione di questo gioiello del made in Italy, inimitabile per territorio e riconoscibilità, e di quello straordinario vitigno che è il Sangiovese”.

 

OSCAR FARINETTI FIRMA LA PIASTRELLA DELLA VENDEMMIA 2013

Pensare locale, agire globale: così recita la piastrella celebrativa della vendemmia 2013, firmata dal patron di Eataly Oscar Farinetti e presentata nella suggestiva nuova sede della Chiesa di Sant’Agostino. «Sono molto lusingato che il Consorzio abbia chiesto proprio a me di disegnare la piastrella del 2013. Non lo merito – ha dichiarato Oscar Farinetti – tuttavia ho accettato per il divertimento di misurarmi in un’attività così creativa. Ho pensato che il Brunello è un’eccellenza a forte identità locale, frutto di un grande vitigno autoctono, distribuito, goduto e ammirato nel mondo. Il nostro Paese, per risorgere, ha bisogno proprio di prodotti così! Da qui mi è venuta l’idea di una vinosa spirale che unisce un pensiero locale ad un’azione globale. I “guru” del marketing sostengono che si debba “pensare globale e agire locale”. Invece bisogna fare esattamente il contrario, soprattutto in Italia. Dobbiamo “pensare locale e agire globale” perché in Italia, in ogni luogo, basta andare in profondità per scoprire giacimenti di storia, cultura, bontà e bellezza. “Pensare locale e agire globale” è la più bella strategia per il vino ed è ciò che i produttori di Brunello hanno saputo fare, affermando il loro prodotto nel mondo. La piastrella suggerisce quindi un messaggio positivo che celebra un “piccolo” ma strategico comparto vinicolo italiano che è riuscito a farsi conoscere ed apprezzare universalmente. Che questo sia di buon auspicio per chi saprà cogliere l’esempio». La prima piastrella fu realizzata nel 1992 dall’artista montalcinese Roberto Turchi e a seguire opere di Sandro Chia, Oliviero Toscani, Pierluigi Olla, Emilio Giannelli, Salvatore Ferragamo ed altri ancora.

 

LECCIO D’ORO 2014

Per quanto riguarda l’assegnazione dei premi Leccio d’Oro 2014, conferiti dal Consorzio ai locali che hanno la Carta dei Vini con una gamma ampia e rappresentativa di vino Brunello e degli altri vini di Montalcino, quest’anno il riconoscimento è andato al RISTORANTE BOTTEGA della Napa Valley per la categoria ristoranti, all’ITALIAN WINE MERCHANTS di Hong Kong per la categoria enoteche e alla TRATTORIA SORA MARIA E ARCANGELO di Roma per la categoria osterie.

Il Ristorante Bottega (http://botteganapavalley.com/index.html), nasce a Yountville (California), nel cuore della Napa Valley, per volontà di Michael Chiarello, chef di fama internazionale, vincitore dell’Emmy Food Network e proprietario dell’azienda agricola di famiglia. La cucina si caratterizza per i sapori tipici della cucina italiana, reinterpretati da un tocco personale e raffinato e preparati con ingredienti semplici e della tradizione.

L’Italian Wine Merchants (www.iwm.com.hk) di Hong Kong, che fa parte della catena IWM, si rivolge ai collezionisti e agli appassionati “wine lovers” della Cina. Gli esperti sommelier hanno il compito di guidare il cliente attraverso la degustazione di vini pregiati, con particolare attenzione ai suoi gusti personali.

La Trattoria Sora Maria e Arcangelo (www.soramariaearcangelo.com) è guidata da Giovanni Milana, rappresentante della terza generazione della famiglia che ha aperto il ristornate nel 1920. A una cucina basata sulla rivisitazione della tradizione romana, si unisce una carta dei vini ricchissima che conta oltre 400 etichette, nazionali ed internazionali, con un’attenzione particolare riservata al Brunello di Montalcino.

 

CONSORZIO DEL VINO BRUNELLO DI MONTALCINO

Il Consorzio del Vino Brunello di Montalcino è nato nel 1967 all’indomani del riconoscimento della D.O.C., come libera associazione fra i produttori, intenzionati a tutelare il loro vino. Ha rappresentato in questi anni uno strumento di scrupolosa e responsabile autodisciplina, sollecitando un coagulo fra aziende vecchie e nuove, piccole e grandi, così  le consolidate e sagge abitudini sono diventate una comune strategia per il successo qualitativo. Il Consorzio tutela, controlla e valorizza tutti e quattro i vini a denominazione di Montalcino: Brunello di Montalcino, Rosso di Montalcino, Moscadello di Montalcino e Sant’Antimo. Il 100% dei produttori, unico caso in Italia, sono iscritti al Consorzio, incaricato dal Ministero delle Politiche Agricole per la tutela e per i controlli. I produttori sono 250 (di cui 208 imbottigliatori). Complessivamente gli ettari a vigneto nel territorio di Montalcino sono 3500 così ripartiti: 2100 ettari coltivati a Brunello di Montalcino; 510 ettari coltivati a Rosso di Montalcino; 50 ettari coltivati a Moscadello di Montalcino; 480 ettari coltivati a Sant’Antimo Doc; la restante parte è coltivata a Igt. Mediamente ogni anno sono prodotte 9.000.000 bottiglie di Brunello di Montalcino, 4.500.000 di Rosso di Montalcino, 40.000 di Moscadello di Montalcino e 400.000 di Sant’Antimo. L’export copre circa il 65% della produzione e il valore complessivo del giro d’affari del settore vitivinicolo a Montalcino è mediamente di 160 milioni di Euro. Tutti i consorziati sono rappresentati dall’Assemblea regolarmente costituita, alla quale hanno il diritto di partecipare tutti i soci. L’Assemblea nomina i membri del Consiglio di Amministrazione e quelli del Collegio Sindacale. Il Consorzio del Vino Brunello di Montalcino è amministrato da un Consiglio di Amministrazione, che dura in carica 3 anni, composto da 15 membri eletti tra i soci, al cui interno devono essere rappresentati i viticoltori, i vinificatori e gli imbottigliatori. Il Consiglio elegge al suo interno un Presidente e tre Vicepresidenti.

 

(foto di Piera Genta)


La mia degustazione personale:

Come ogni anno a Montalcino si chiudono le anteprime toscane. Nel bellissimo Chiostro, quest’anno con una bellissima giornata, si avevano in degustazione per il Brunello DOCG 2009 più di 130 vini, una novantina i Rosso di Montalcino DOC dell’annata 2012 e circa 30 dell’annata 2011; 8 i vini dolci Moscadello e 15 i vini Sant’Antimo, più le riserve del Brunello DOCG 2009 e del 2008. Di certo in 7 anni si sono persi per strada circa 60 produttori. I soliti “grandi” non si fanno mai vedere, qualche altro ne approfitta per protestare andando a fare presenza all’Osticcio. Una cosa che ci piace poco sia per l’immagine di compattezza sia il disorientamento che crea questa spaccatura.

Prima di addentarci nella degustazione vera e propria qualche dato sull’annata 2009 (dichiarata a 4 stelle) che fu abbastanza anticipata (come nel 2008) con la prima metà di Settembre molto calda. Una vendemmia con molte variabili dovute a siccità e malattie che hanno inciso sul risultato finale. Non ci si poteva aspettare grandi vini ma di certo l’annata prometteva più del 2008. In effetti, già dalla colorazione si poteva essere più che soddisfatti. Basta con i colori violacei cupi e nero profondo a favore di vini dalla colorazione appena aranciata con belle tonalità lucide e brillanti (non al pari dei Barolo ma siamo sulla buona strada). Al naso quasi tutti perfetti, puliti, fruttati, persino eleganti e ben dosati nelle speziature, con freschezza di liquirizia, rabarbaro e eucalipto. In bocca attacco caldo, giusto equilibrio acido/tannico ma molti vini si presentavano magri e abbastanza asciutti. Una vendemmia non certo da mettere agli onori che può ben valere le quattro stelle assegnate. Meglio sarebbe stata una valutazione di 3 e mezzo. Molti i vini vinificati per i palati internazionali, ma va bene così considerando che il 65% di questi vini vanno all’estero.

Degustati circa 80 campioni, di cui un terzo mi sento di segnalare con punteggi superiore a 88/100: Agostina Pieri; Bartoli Giusti; Bonacchi; Campogiovanni; Canalicchio di Sopra; Capanna; Caparzo; Caprili; Cupano; Il Marroneto; Il Poggiolo; Il Poggione; La Fiorita; La Gerla; Lambardi; Le Chiuse; Le Macioche; Le Potazzine; Le Ragnaie; Mastrojanni; Pacenti Franco–Canalicchio; Pian delle Querci; Pietroso; Pinino; Podere Brizio; Poggio Antico Altero; Quercicchio; Salvioni; San Lorenzo; Scopone; Sesta di Sopra; Solaria; Talenti; Tiezzi; Uccelliera e Villa i Cipressi.

Per quanto riguarda i “Rosso di Montalcino”, nell’ultima mattinata utile, tra quelli degustati dell’annata 2012, questi gli ottimi e piacevoli vini preferiti: Brunelli; Carillon; La Magìa; Loacher; Mastrojanni; Paradiso di Manfredi; Pian delle Vigne; Podere Brizio; Sesti; Solaria e Villa I Cipressi. Per i “Rossi di Montalcino”, tutti più aggraziati, rotondi, gustosi, della Vendemmia 2011, segnalo: Bonacchi; Caparzo; Il Marroneto; La Lecciaia; Lambardi; Poggio di Sotto (il migliore in senso assoluto); Querce Bettina e Sassodisole.

 

Consorzio del Vino Brunello di Montalcino

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