Pizzeria a Napoli: La Figlia del Presidente
“La Figlia del Presidente”
Pizzeria nel cuore del centro storico di Napoli
di Marina Alaimo
La pizza nel cuore del centro storico di Napoli non è solo cibo mordi e fuggi, ma assume importanti significati: è storia, identità, infinita passione. Tra i vicoli che si diramano dai Decumani Maggiore ed Inferiore, rispettivamente via dei Tribunali e via Benedetto Croce, alias Spaccanapoli, la pizza è presente da almeno trecento anni. Ogni giorno in questa città dal fascino intramontabile si accendono circa trecento forni, ecco perché Napoli è capitale indiscussa della pizza, made in Italy importante nel mondo.
La pizzeria “La Figlia del Presidente” di Maria Cacialli è in via del Grande Archivio 23, uno dei cardini che si diramano da via Spaccanapoli in questa parte della città che mantiene l’impianto urbanistico di epoca greco romana. Maria è una delle pochissime pizzaiole a svolgere questo mestiere da sempre riservato agli uomini. Solo di recente la stampa e gli eventi di settore hanno preso coscienza delle alte competenze dei pizzaioli, fino a poco fa ritenuti personaggi di poco conto e per i quali non era prevista nemmeno la figura professionale nei contratti di assunzione. Attualmente c’è un grande fermento intorno al mondo della pizza in quanto si è compresa l’abilità di questi straordinari artigiani ed il grande business rappresentato dall’intero indotto, considerato il fatto che la pizza viene ormai prodotta in tutto il mondo ed in larga diffusione. Nonostante i fiumi di parole scritti sull’argomento, poco spazio è dedicato alle donne.
Maria è la principale espressione al femminile dell’arte bianca a Napoli e quindi nel mondo. E’ figlia d’arte ed Ernesto Cacialli, suo padre, è stato un pizzaiolo molto famoso sia in Italia che all’estero. Nel loro lavoro c’è tanta passione e voglia di rappresentare l’identità autentica di questa città così coinvolgente ed esuberante. La pizza nasce come cibo da strada, piegata in quattro, a portafoglio si dice da queste parti, e veniva venduta sul banco fronte strada, sulla soglia dei grandi portoni, come è stato ben rappresentato da Sofia Loren nella famosissima scena del film L’Oro di Napoli. E’ il frutto di una geniale invenzione mirata ad affrontare e risolvere la fame del popolo che tra questi vicoli ha sempre contato numeri importanti. Nel tempo poi si è rivelata una vera e propria arte gastronomica, specie dopo l’incontro della mozzarella e del pomodoro San Marzano sulla celebre margherita.
Tutt’oggi Maria vuole mantenere questa bellissima tradizione del banco fronte strada, nonostante la pizzeria fosse dotata di una sala molto grande. Davanti l’edificio del Grande Archivio, che raccoglie documenti e testimonianze di quindici secoli di Napoli città nella storia classica e di Napoli da capitale europea a metropoli regionale, già dalla mattina c’è un bel via vai di persone. A molti napoletani piace fare la prima colazione con la pizza, da sempre, e così fino a sera ci si sofferma qui per lo street food partenopeo che prevede anche i golosissimi fritti: arancini, crocché di patate, frittatina di maccheroni. Tutti pezzi pensati in origine per recuperare gli avanzi della cucina, oggi diventano bocconi irresistibili nelle mani dei rosticcieri.
La famiglia Cacialli si sente quindi parte del grande teatro al quale fanno da scenario strade, viuzze, botteghe di questa zona e attori straordinari ne sono gli abitanti con la loro contagiosa simpatia e le colorite espressioni nella propria lingua. I locali della pizzeria sono integrati nel corpo del complesso della Napoli Sotterranea, con le alte volte e le pareti di tufo giallo, la pietra caratteristica di questa zona di natura vulcanica. Ricordiamo che siamo ai piedi del Vesuvio che vigila silente dal 1944, data dell’ultima eruzione, durante la seconda guerra mondiale.
Questa zona racconta una storia antichissima legata ai forni ed al grano che traccia un itinerario estremamente interessante da seguire prima o dopo un’ottima pizza dalla Figlia del Presidente. Siamo nella parte più antica di Napoli, in quella che fu l’Agorà greca e poi il foro romano (piazza San Gaetano). Proprio nei pressi della pizzeria si estendeva il distretto dei granai e dei molini, tra piazzetta del Divino Amore, via Grande Archivio e vico Paparelle. Al disotto del vicinissimo Vico dei Maiorani è stato individuato il Vicus Pistorius, la contrada dei Pistasi, i pestatori di grano che rifornivano di farina i numerosi forni della zona. Risalendo il Vicus Pistorius, ci si ritrova nel complesso archeologico sottostante la basilica di San Lorenzo Maggiore, dove si percorrono le strade millenarie di Partenope e dove incontriamo un forno di 2000 anni in perfetto stato di conservazione ed il mercato ciptoportico del pesce, con i banchi inclinati. Praticamente la storia della città si incrocia continuamente con quella del cibo, che spesso è interpretato dalla espressione dello street food, dalle pizzerie, ma è anche cucina ricca di piatti dalla forte identità territoriale.
Via Grande Archivio, 23
Napoli – Tel. 081 286738
A cura di Rocco Lettieri
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