Press Tour – Discovering Serbia – Prima parte –

Press  Tour – Discovering Serbia

25 – 29 Maggio 2017

 

 

La Serbia è un paese dalle mille sorprese: l’energia, la creatività e lo stile di vita contemporaneo delle città, gli orizzonti senza tempo delle campagne, la semplicità e ricchezza delle tradizioni e della cucina, i nostri tesori culturali, i monasteri e l’eredità dell’impero romano, ci permettono di essere una destinazione globale. Intorno al Danubio costruiamo un racconto per il nostro obiettivo: crescere su tutti i mercati mondiali”, ci dice Marija Labovic, Direttore dell’Ente Nazionale del Turismo della Serbia. Oltre 1 milione e 200 mila viaggiatori hanno raggiunto la Serbia nel 2016, +13% sull’anno precedente, che significa per Belgrado il record di incoming turistico di sempre. Aumentano gli arrivi e anche le presenze: dall’Italia si registra un aumento del 7%. A crescere sono molti mercati turistici: cinesi, canadesi, russi e oltre il +16% degli americani. Il record del 2016 vuole essere un traguardo di partenza per il prossimo quinquennio che si concluderà nel 2021 quando Novi Sad sarà Capitale Europea della Cultura”  – continua Marija Labovic e ancora ci dice: “Un altro importante attore del mondo turistico serbo, che certamente contribuisce allo sviluppo turistico del Paese è la compagnia aerea di bandiera. Air Serbia è stata recentemente nominata Leader 2017 del Mercato delle compagnie aeree da ATW Air Transport World, media brand al servizio delle compagnie aree. Tra le novità del vettore, una importante riguarda l’Italia: da giugno si inaugurerà il volo Venezia – Belgrado, un incentivo per un ulteriore sviluppo dei flussi turistici dalla penisola, considerando che l’area del Nord-Est è quella con il maggior numero di operatori e agenzie che propongono tour in Serbia”.


 

Per l’Ente Nazionale del Turismo della Serbia, il 2017 è l’anno del Danubio: il grande fiume con i suoi 588 km interamente navigabili, che sul territorio serbo attraversa l’ampia pianura pannonica fino al capoluogo della Vojvodina Novi Sad, Capitale Europea della Cultura 2021, e dalla capitale Belgrado, dove incontra la Sava davanti alla fortezza di Kalemegdan, prosegue fino alle Porte di Ferro, il più grande canyon in Europa, alla gola di Derdap dopo aver attraversato baie, rive, isole sabbiose, laghi trasparenti circondati da boschi fitti e vallate. Lungo il Danubio si svela il vero cuore dell’immensità della natura serba ma anche la storia del Paese, che si può vivere grazie alle crociere fluviali, sia internazionali che prima toccano Vienna, Bratislava e Budapest, sia navigando da Belgrado.




La Serbia è uno stato dei Balcani nel sud-est dell’Europa che confina con Ungheria, Romania, Bulgaria, Repubblica di Macedonia, con l’Albania per mezzo del Kosovo, con Montenegro, Bosnia ed Erzegovina e Croazia. La Repubblica di Serbia ha come capitale Belgrado mentre le altre principali città con più di 100.000 abitanti, concentrate in Serbia centrale e Voivodina, sono Novi Sad, Niš, Kragujevac e Subotica. È un Paese senza sbocco sul mare, costituito a nord da una vasta pianura alluvionale attraversata da alcuni affluenti del Danubio quali la Sava e Morava, dove si trovano poche modeste aree di rilievi e verso sud da colline e da qualche rilievo di altitudine compresa fra i 1000 e i 1500 m., dove il massiccio più importante è quello di Kopaonik, nell’omonimo parco nazionale al centro-sud della Serbia, nella zona fra Kraljevo, Kruševac e Novi Pazar, nota località anche sciistica. I laghi sono per lo più artificiali, quelli naturali sono pochi e relativamente piccoli, tra cui il lago Palić a nord vicino alla città di Subotica; il principale lago artificiale è il Ðerdap verso il confine con la Romania.


La cucina serba

Non è semplice conoscere i segreti della cucina serba per gli stranieri. I nomi di tanti piatti non si possono tradurre e non fanno parte della cucina di altri paesi, anche quando sono fatti con ingredienti semplici che si possono trovare in tutto il mondo. Se si vuole conoscere la cucina nazionale serba, nata da un’imprevedibile miscela di influenze storiche all’incrocio delle civilizzazioni, bisogna lasciarsi condurre dalla mano esperta dei ristoratori locali. Gli storici dicono che la cucina medievale serba consisteva prevalentemente di latte, dei suoi derivati e di vegetali. La gastronomia serba può definirsi “povera”, basata sui prodotti del territorio e sulla carne, cucinata in diversi modi. Vi sono molti prodotti freschi, principalmente biologici che soddisfano qualsiasi palato, anche quello dei vegetariani. Ogni regione e quasi ogni ristorante ha le proprie specialità. Prima di iniziare un pasto tipico serbo, viene spesso proposto come aperitivo la rakjia, il distillato ottenuto da diversi frutti: prugne, pere, uva, albicocche e mele cotogne. La rakjia è solitamente servita insieme ad antipasti, a base di “kajmak” (un formaggio cremoso), formaggi, carni essiccate e affumicate, e “prebranac”, ovvero fagioli cucinati in modo particolare. 



Quando si visitano località lungo i fiumi o i laghi non si deve perdere l’opportunità di assaggiare la zuppa di pesce e, in generale, i piatti a base di pesce fresco. In montagna, invece, si possono degustare molti piatti alla brace come l’agnello, il vitello, il maiale cotti con le patate; mentre in campagna bisogna assolutamente provare il cavolo, le zuppe e il pollame. L’insalata si trova ovunque e non c’è niente di meglio del sapore di pomodori, cetrioli e peperoni freschi e biologici, così come del profumo di un buon barbecue. Le prugne sono il frutto nazionale e vengono utilizzate per realizzare diversi piatti, dolci, marmellate e liquori, tra cui la grappa (rakjia) che prende il nome specifico di Sljivovica. Ogni regione ha il proprio assortimento di dolci, spesso elaborati dall’incontro con culture straniere come per esempio nel Sud la pita alle noci e i baklava tipici greco-turco-bizantini e nel nord gli strudel tipicamente austro-ungarici. Un detto serbo recita: “Non ho mangiato se non ho usato il cucchiaio”, ovvero non c’è pranzo né cena in Serbia, che sia di tutti i giorni o per un’occasione speciale, senza una minestra o una zuppa. 



Tra le specialità proprie della cucina serba, che vanno provate, si consigliano: Jaretina ispod saca, agnello cotto sotto la brace insieme a verdure come patate e carote; Pecenja, maiale al girarrosto che viene servito freddo (una specie di porchetta); kajmak, condimento ricavato dal latte fresco intero, alla base della preparazione di molti piatti; Ajvar, salsa di peperoni (dolce o piccante) da spalmare sul pane o da accompagnare alla carne; Gibanica, una sorta di sfoglia con formaggio e uova, dolce o salata, accompagnata da yogurt; 




Schnitzler di Karagiorge/Karađorđe, bistecca di vitello arrotolata e farcita con kajmak, impanata e fritta nell’olio e servita accompagnata con salsa tartara; la zuppa japrak, un mix energetico a base di carne di montone, vitello, riso e foglie di vite; la zuppa di Šumadija (Ratarska supa), con pollo, verdure, pastinaca (una radice bianca e carnosa), servita con pepe macinato e prezzemolo tritato; i banjaluka’s chevap, bocconcini di carne serviti con salsa di pomodoro e peperoni; gli hadzija’s chevap, bocconcini di carne ai funghi; i ćevapčići, carne di quarto anteriore di vitellone macinata, fatta riposare sul ghiaccio e modellata in pezzi a forma di piccoli cilindri, cucinata al barbecue e servita con cipolla fresca tritata finemente; la vešalica, carré di maiale affumicato e cucinato al barbecue; il burek, un rotolo di pasta ripieno di carne di manzo e di vitello; la zeljanica, una torta salata cotta in forno farcita con formaggio, panna, uova e spinaci tritati o cavolo; il podvarak, cavolo acido tagliato a pezzi e cotto a lungo, prima al fuoco e poi in forno, con strutto, cipolla e pancetta, servito in accompagnamento all’arrosto di maiale o di tacchino (è un piatto tipico delle feste); proja, pane di farina di mais; orasnice, dolce a forma di ferro di cavallo, a base di noci tagliate finemente, zucchero e uova; le palačinke (crèpes), farcite con noci, marmellata, cioccolato, gratinate, flambé o con la spuma di vino; Pita e Gibanica sono sfoglie a più strati generalmente con un ripieno di spinaci ma ce ne sono molte versioni.


 


Viticoltura serba

La viticoltura in Serbia risale a più di mille anni fa ed è sempre stata un’attività particolarmente importante durante i diversi periodi storici. Lo sviluppo moderno della viticoltura e della produzione di vino prese il via nel XIX° secolo all’epoca della dinastia Obrenović, per essere poi portato avanti solo durante il periodo dei Karadjordjević. Oggi la viticultura è una branca sviluppata dell’agricoltura – per alcune zone è la nuova vocazione – e la maggior parte dei piccoli produttori utilizza metodi di produzione che combinano il meglio del sapere tradizionale con le più moderne tecnologie. La Serbia offre la possibilità di assaggiare vini eccezionali, che si possono anche degustare e acquistare direttamente presso le cantine dei produttori. Sono otto le regioni a produzione vinicola in Serbia e più di cinquanta sono le varietà di vite coltivate con cui vengono prodotti vini sia bianchi, fermi, frizzanti e spumanti, sia rosati e rossi e qualche buon vino da dessert.








Aleksandrovac, Arandjelovac, Smederevo, Topola, Palić, Knjaževac, Sremski Karlovci e Vršac, sono le regioni situate lungo le cosiddette ”Strade del Vino”, che sono sei e che offrono al turista itinerari enologici tra paesaggi affascinanti per natura e storia.

Meritano una citazione particolare:

> i “Vini dalla sabbia” della zona di Subotica, dove i terreni sono appunto sabbiosi e la cui tradizione risale a più di 2000 anni fa.

> il Bermet della Fruška Gora, un vino liquoroso prodotto dal vitigno autoctono della zona Vranac e aromatizzato con più di 20 erbe macerate.

> il Kreaka, antico vitigno bianco autoctono di Vršac, dove la viticoltura risale all’epoca dei Daci.

> il Trijumf della regione di Openlac, uno dei migliori del Paese, rinato in tempi recenti secondo i “segreti” del cantiniere della famiglia reale Karadjordje a base di uve Sauvignon bianco, Chardonnay e Riesling italico.

> il Prokupac, un vitigno autoctono della zona di Župa dall’alto contenuto zuccherino da cui si ottengono vini rossi ancora in fase di “sperimentazione” e un vino rosé di colore intenso e piacevale.

> il Tamijanika, altro vitigno autoctono dell’area di Župa; una varietà di Moscato bianco dagli acini piccoli, molto scuri, di forma quasi perfettamente rotonda e dall’aroma molto intenso con cui si produce un vino bianco fruttato (il rosso è molto raro ma di qualità straordinaria).

> I Pelinkovac  sono amari artigianali a base di erbe che si trovano nei numerosi Selo (villaggi) limitrofi alle città di Kraljevo e Kragujevac e in tutte le numerose zone rurali della Serbia.

 



Le più importanti varietà di vite

Lo stato attuale della rappresentazione di particolari varietà di viti nel territorio della Serbia è stato fortemente influenzato dai grandi sistemi di produzione di vino in Serbia negli anni Settanta del XX° secolo che hanno piantato grandi aree di vigneti, ma hanno influenzato anche la struttura delle varietà di singoli produttori con i quali sono stati in accordi di cooperazione. Il ruolo significativo nella creazione dello spettro delle varietà di viti in Serbia è stato eseguito dalla tendenza presente oggi nei grandi sistemi di produzione di vino per produrre i cosiddetti “vini di consumo di massa”.



 

Negli ultimi quindici anni, un’espansione più intensa delle varietà di vite di alta qualità. I cambiamenti della struttura delle varietà sono stati influenzati da:

a)     l’adozione della nuova legge sui materiali di impianto nel 2005,

b)     l’introduzione e la registrazione di un gran numero di nuove varietà e cloni,

c)     le sovvenzioni fornite dal Ministero dell’Agricoltura per la piantagione di nuovi moderni vigneti

d)     lo sviluppo di piccole aziende vinicole familiari e una tendenza a produrre vini di qualità.

Le varietà più rappresentate per il vino bianco sono le varietà internazionali: Chardonnay, Riesling, Sauvignon blanc e Graševina, e in misura minore, le varietà nazionali (uve locali o autoctone).
Per quanto riguarda le varietà di vini colorati, sono dominanti: Cabernet Sauvignon, Merlot, Pinot Noir, Prokupac (varietà indonesiana), Frankovka (Limberger) e altre varietà internazionali.
Le varietà più rappresentate delle uve da tavola sono il Muscat d’Amburgo e la Cardinale.
I cambiamenti positivi si avvertono nella struttura delle varietà, in particolare con l’introduzione di nuovi cloni, anche se la quota di varietà di alta qualità in alcune aree viticole è ancora insufficiente.


 


Norme di qualità per i vini serbi

La legge sul vino (“Gazette ufficiale della RS”, n. 41/09 e 93/12) prevede che, prima della commercializzazione, il vino è sottoposto ad un test obbligatorio della sua qualità da un laboratorio autorizzato. Ciò presuppone la prova obbligatoria dei parametri fisico-chimici di qualità del vino e dei test organolettici. I valori limite dei parametri di qualità fisico-chimica, nonché il valore minimo richiesto per i test organolettici per l’immissione in commercio di vini ancora vivi, sia di vino senza indicazioni geografiche che di vino con indicazione geografica, sono stabiliti dalla Regolamentazione sul metodo e la procedura di produzione e sulla qualità del Vini senza indicazioni geografiche e vini con indicazioni geografiche (“Gazette ufficiale della RS”, n. 87/11).


 


I canali di distribuzione più importanti per il vino

Le cantine serbe più grandi stanno distribuendo il loro vino in Serbia e in alcuni dei paesi della regione attraverso una rete distributiva indipendente, costituita prevalentemente da uffici di rappresentanza e centri locali nelle città più grandi della Serbia (Belgrado, Novi Sad, Niš, Kragujevac e altri).  Oltre a ciò, la distribuzione dei vini da parte di più grandi, ma anche di tutti gli altri produttori di vino agli utenti finali, avviene per la maggior parte tramite una mediazione diretta dei negozi a distributori, magazzini specializzati e strutture per la HO.RE.CA: Ristoranti, caffè, alberghi, motel, locali di turismo rurale, ecc.

 


Viticoltura e produzione vinicola In Serbia

La superficie coltivata a vigneti è di 22.138 ettari, pari all’1,1% della superficie coltivabile totale.

La produzione di uva nel 2013 è stata di 320.491 tonnellate (Fonte: Ente Nazionale per la Statistica) La produzione di vino nel 2013 è stata di 1.452.837 ettolitri (Fonte: Ente Nazionale per la Statistica) Le importazioni di vino nel 2013 sono state pari a 26.271.572,94 litri.

Le importazioni provengono dai paesi dell’ex Jugoslavia e da Italia, Spagna, Francia e Sudamerica.

Le esportazioni di vino nel 2013 sono state pari a 12.408.393,92 litri.

Produzione di vino in Serbia (2006-2013)

Le Regioni vinicole della Serbia
Sono otto suddivise in varie denominazioni che corrispondono in genere al comune principale. Da nord a sud:
1. Subotica – Horgoš (Hajdukovo, Palić, Subotica, Čoka, Feketić, Temerin)
2. Srem (Sremski Karlovci, Banostor, Irig)
3. Banat (Vršac, Veliko Središte, Gudurica)
4. Pocerje (Valjevo)
5. Šumadija – Velika Morava (Smederevo, Topola, Požarevac, Krnjevo, Aranđelovac)
6. Timok (Rajac, Smedovac, Rogljevo, Knjaževac)
7. Nišava – Južna Morava
8. Zapadna Morava (Kruševac, Bučje, Trstenik, Aleksandrovac, Tržac, Trnavci, Donje Zleginje, Gornje Zleginje)


 


AMBASCIATA D'ITALIA a BELGRADO
Bircaninova 11 11000 BELGRADO
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Informazioni utili in Serbia

 

Info internazionali: 901
Polizia: 192
Vigili del fuoco: 193
Pronto soccorso: 194
Soccorso stradale: 011-9800 / 2419822 / 2419555, oppure 011 2401699
Radiotaxi: 3230933 – 3246088-645555-9801-9802-1576680-970.

Istituto Italiano di Cultura
Kneza Milosa 56 
11000 Belgrado
www.iicbelgrado.esteri.it
centralino: 00381113629.435;3629.356
biblioteca: 00381113629.438
uff. studenti: 00381113629.346
 e-mail: 
studenti.iicbelgrado@esteri.it

     e-mail: iicbelgrado@esteri.it 

 

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fine prima parte


a cura di Rocco Lettieri