“Nati per stare insieme” al Belvedere di Torno
“Nati per stare insieme”
sul lago di Como al Belvedere di Torno
L’Associazione dei consorzi di tutela dei vini lombardi e il formaggio Dop più consumato al mondo condividono un progetto triennale di promozione per favorire la conoscenza dei marchi Dop e Igp tra i consumatori europei. Un incontro di sapori differenti ma complementari, come due vecchi amici che si conoscono da sempre e condividono una storia e la tradizione di un intero territorio. Due prodotti della terra unici, frutto di un sapere antico, che sembrano nati per stare insieme sulla tavola. Stiamo parlando dei vini lombardi Docg, Doc e Igt e del Grana Padano Dop, che a partire dallo scorso anno sono protagonisti assoluti del progetto di valorizzazione sinergica dal titolo “Eccellenze europee del gusto.
Nati per stare insieme” è nn programma di eventi e iniziative della durata di tre anni (da maggio 2021 fino ad aprile 2024) finalizzato ad informare e promuovere i prodotti e il territorio, cofinanziato dall’Unione europea e gestito congiuntamente da Ascovilo (Associazione dei consorzi di tutela dei vini lombardi) e dal Consorzio Tutela Grana Padano. Lo scopo del progetto è favorire la conoscenza dei marchi Dop e Igp tra i consumatori europei, in particolare in Italia e in Germania, e diffondere in tali Paesi la cultura e la conoscenza del Grana Padano Dop e dei vini lombardi Docg, Doc e Igt promossi da Ascovilo, prodotti di qualità e autenticità certificate, massima espressione del territorio d’origine e delle sue tradizioni. Grana Padano, il formaggio Dop più consumato al mondo.
Conosciamo il paesino TORNO nel primo bacino del Lago di Como
Secondo alcune ipotesi, Torno deriverebbe dal toponimo celtico Turn, ossia “svolta”, e potrebbe indicare o il fatto che il lago faccia una svolta attorno al promontorio che ospita il paese oppure il profilo tondeggiante del colle che sovrasta l’abitato. Riscontro della prima ipotesi si troverebbe nella descrizione fornita dallo storico del XVI secolo Roberto Rusca, il quale riporta che «il lago gli è a torno, circondandolo come per isola». Secondo altre ipotesi, il toponimo sarebbe invece di origine etrusca e deriverebbe o dal nome del dio Turnus (quello che per i romani sarà Mercurio) o dal fatto che, come riportato dall’autore Settecentesco Anton Gioseffo Della Torre di Rezzonico, «Torno […] si dice abbia avuto dai Tusci il nome di un loro antico re».
Tra i secoli XIII e XVI, sotto impulso di religiosi dell’ordine degli umiliati Torno divenne un rinomato centro manifatturiero di panni di lana. La ricchezza del paese, che arrivò a contare circa 5.000 abitanti, alimentò una rivalità con Como che sfociò in cruente battaglie. Un decreto di riorganizzazione amministrativa del Regno d’Italia napoleonico datato 1807 sancì, per Torno, l’annessione dei soppressi comuni di Blevio e di Molina. Torno, oggi, è uno dei più caratteristici paesini che si affacciano sul Lago di Como, con le sue semplici case, i ristoranti, i caffè. Nella parte più alta, il paese che ha mantenuto le forme del borgo antico nelle strade strette ed erte che si snodano nel centro storico, lasciando intravedere a tratti il luccicare del lago.
Torno vanta anche due vere realtà esclusive: i “Massi Avelli” ricavati da grandi massi erratici che si trovano numerosi in questa zona. Alcuni massi erratici di serizzo ghiandone sono stati scavati e trasformati già a partire dall’epoca preistorica come sepoltura: sono l’Avello del Maas, l’Avello di Rasina, l’Avello delle Piazze, l’Avello Negrenza, l’Avello delle Cascine di Negrenza. L’altra realtà è la “Pietra Pendula” sempre legata alla presenza dei massi erratici che sono massi isolati di notevoli dimensioni, trasportati dai ghiacciai provenienti dalla Valtellina e dalla Val Chiavenna durante le epoche delle grandi glaciazioni e depositati sul terreno calcareo prealpino con lo scioglimento dei ghiacci. Nel Triangolo Lariano ne esistono moltissimi come testimoni degli sconvolgimenti climatici e delle grandi colate glaciali del Quaternario. Questi enormi massi sono stati usati dai romani e dai cristiani per ricavarne tombe, cippi, steli, altari, capitelli e come materiale da costruzione. Un grande masso erratico si può trovare a Montepiatto, in una radura del bosco a poche decine di metri dalla chiesa di Santa Elisabetta. Si presenta come un enorme fungo che si staglia nel bosco in bilico precario su un altro sasso calcareo di dimensioni decisamente inferiori.
Conosciamo l’Hotel Ristorante Belvedere
Situato a Torno, a 6,5 km dalla stazione ferroviaria di Como Lago, raggiungibile anche i traghetti della Navigazione Lago di Cono e/o con barche private, Il Belvedere offre un Hotel a lago (8 camere), un ristorante, un bar e un salone in comune. Dotata di camere familiari, questa struttura include anche una terrazza panoramica esclusiva vista lago e monti circostanti. Come ospiti avrete a disposizione una reception aperta 24 ore su 24, il servizio di navetta aeroportuale, il servizio in camera e la connessione WiFi gratuita in tutte le aree. Le sistemazioni sono climatizzate e dotate di scrivania, bollitore, frigorifero, minibar, cassaforte, TV a schermo piatto e bagno privato. Presso il Belvedere potrete gustare ogni mattina una colazione a buffet. Belvedere di nome e di fatto, mai come in questo caso.
L’incontro a tavola
A fare gli onori di casa troviamo l’executive chef Francesco Cranchi (socio Euro-Toques Italia) con il suo team, che deliziano i propri ospiti con una cucina sicuramente lariana, ma anche regionale e italiana, reinterpretata con estro creativo e contemporaneità, semplicità dei sapori e grande attenzione alla storia gastronomica del territorio e alle sue materie prime, sempre di eccellenza. Ovviamente, il tutto mediato dall’ingegno e dalla bravura di Francesco nel raccontare uno stile in cucina che piaccia e sia facile da capire ed apprezzare da parte dei clienti, la filosofia principale in cucina è infatti quella della semplicità.
Questo il contesto per il quinto appuntamento di “Nati per stare insieme: Restaurant Week Ascovilo-Grana Padano” la cena di 4 portate realizzate con le tre diverse stagionature di Grana Padano Dop in abbinamento ai vini lombardi. E come di consueto è stata preceduta da un interessante momento di approfondimento. Un Grana Padano Dop 12 mesi, con note lattiche, di burro appena sciolto, di panna, dal gusto delicato in cui affiora tutto il sapore del latte con leggeri sentori vegetali; il 18 mesi più saporito ma non piccante, con un aroma e note che ricordano la frutta secca e il fieno; infine l’oltre 20 mesi, gusto saporito e pieno, fragrante, l’umami si fa più intenso e con note più decise di frutta secca.
Federico Bovarini ha presentato i vini:
Chiaretto Garda Colli Mantovani DOC La Casina 2021 dell’azienda La Casina di Ricchi
Lucente il colore del vino di un color chiaretto intenso. Al naso eleganti note di piccoli frutti rossi e petali di rose. Sfumature di erbe aromatiche come la maggiorana e un finale citrico che ricorda il pompelmo. Il sorso è lineare e piacevole. L’acidità sorregge la leggera sapidità e dona un sorso fresco. Finale che riprende il pompelmo. Buona la persistenza.
Lambrusco Rosso Quistello IGT 80 Vendemmie 2021 della Cantina Sociale di Quistello
Un Lambrusco alla vista molto piacevole e luminoso di colore porpora pieno. Al naso vinoso, di grande frutto succoso, note di Viola e leggera spaziatura legata alla liquirizia. Nel sorso l’anidride carbonica è determinante perché mantiene le durezze del vino vivaci e piacevoli. Un vino maturo ed equilibrato.
Cornelio Marini ha presentato il GRANA PADANO e i suoi abbinamenti:
Le caratteristiche organolettiche che rendono inimitabile il Grana Padano sono frutto dei modi e dei luoghi in cui è lavorato, delle materie prime che lo compongono e della sapienza con cui sono mescolate, trasformate, lasciate invecchiare, controllate nel tempo e alla fine approvate e marchiate. L’utilizzo del latte vaccino crudo, un processo di lavorazione antico e tecnologico al tempo stesso, vede ancora protagoniste le grandi caldaie in rame. La sapienza dei casari che seguono ogni forma, la lunga stagionatura, i controlli e la marchiatura: ecco come nasce un formaggio unico al mondo.
L’abbinamento tra cibi e bevande, o tra cibi salati e dolci, suscita sempre grande interesse. Ma esistono dei criteri comuni, seguendo i quali è possibile creare “un’unione perfetta”? In generale la concordanza e la contrapposizione sono le linee guida che i palati esperti seguono per realizzare e descrivere abbinamenti classici ed inediti tra vini, birre, cocktail e mieli. I Vini lombardi e il Grana Padano, sono nati per stare insieme. L’accostamento ideale si raggiunge sempre quando il Grana Padano e il vino hanno la medesima intensità gustativa. Il Grana Padano Dop da 9 a 16 mesi si sposa con vini dal naso fresco e fruttato, in prevalenza bianchi e poco tannici. Il Grana Padano oltre 16 mesi si abbina preferibilmente con vini rossi di buona intensità e complessità, persistenti ed equilibrati. Il sapore pieno e aromatico del Grana Padano Riserva oltre 20 mesi si accompagna perfettamente a vini più strutturati. Il piacere più profondo, però, è ancora da scoprire: solo l’esplorazione personale può farci trovare il connubio ideale, a volte sorprendente.
Il Menù di Francesco Cranchi
Uovo in camicia su fonduta di Grana Padano oltre 20 mesi e guanciale croccante
Linguine di Gragnano, aglio, olio e peperoncino alla crema di Grana Padano 18 mesi e zenzero
Petto di anitra cotto a bassa temperatura e arrostito e sifonato di Grana Padano 18 mesi e mirtilli
Mousse di Grano Padano 12 mesi e Aceto Balsamico Tradizionale di Modena.
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Hotel Il Belvedere
Hotel & Ristorante Gourmet
Piazza Casartelli,3
22020 TORNO Como)
Tel: 031. 419656